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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Non dimenticare mai te stessa Sihné )O(

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2013 16:15
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Polvere di Stelle
18/03/2013 16:15
 
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Nivienne e Sihné - Riposo Nivienne 1/1
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Riassunto: Link FM


Sihné si muove per il Corridoio dell'Ala Sacerdotale come un'Ombra fra le Ombre. Nivienne, ancora stanca dopo la festività di Vestalia, la richiama nella sua alcova. Dolcezza di madre quella che la Stella del Meriggio avrà per la Sacerdotessa del Vespro. Parole, consigli, ed un regalo verranno donati alla vespertina, prima che questa ritorni Ombra e la Decana torni al proprio riposo.


//Commento:
Grazie alla sorellina, giocata bellissima [SM=g27836]

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SIHNE {Stanza Sihné --> Corridoio} Non riesce a liberarsi dal pensiero di quello sguardo. Forse non vuole proprio. E' un'àncora, per lei, qualcosa che la tiene con i piedi per terra, impedendole di sprofondare nelle tenebre sotterranee della sua Dea, Rhiannon. Il pavimento sotto i suoi piedi scalzi è freddo e concreto, impossibile che ceda, ma nell'animo tormentato della Figlia della Vecchia la sensazione è tutt'altra. Quella di star scivolando. Ma verso dove? Verso possibilità che prima d'ora non ha mai considerato? O verso Tenebre ancor più fitte e soffocanti di quelle che la ghermiscono già ora? Non lo sa. Dita pallide e sottili vengon poggiate sulla maniglia e, grazie ad una lieve pressione, la porta si schiude, permettendo alla Sacerdotessa di uscire nel corridoio. Dalle sue labbra non se ne va alcun suono, a malapena pare respirare, racchiusa in quella stoffa nera come la notte. I capelli sono stati ordinatamente pettinati in quattro trecce che le oscillano lungo la schiena ad ogni minimo movimento. Un debole sorriso le abbandona le labbra screpolate e sottili, al pensiero che -forse- raggiungendo la Navata Centrale, potrebbeincontrare Elizar. Ma è un pensiero fugace, quello, troppo dolce perchè un'Ancella dell'Anziana se ne illuda. Troppo facile perchè una Mezzosangue ne resti ingannata, e ne perisca, come una falena attratta dalla luce.

NIVIENNE {Alcova privata} - { Notte. Sono ancora dita fredde a ghermirla fra le coltri del proprio letto, fra quelle lenzuola e coperte che dovrebbero tenerla al caldo, al proprio risveglio. Eppure è il gelo che sembra riempire l'animo della Stella del Meriggio. Lei che è Fuoco e Fiamme in tutto il loro splendore. Sembra quasi non riesca a riprendersi del tutto dopo la notte in Baia, dopo che Lei le ha permesso di ricreare il fuoco e manipolarlo per render Giustizia a Sè stessa quale Una dei Tre Volti dell'Isola Sacra e render omaggio a Vestalia, racchiudendola in Sé. Finestre chiuse e tendaggi tirati in maniera da non far penetrare nemmeno uno spiffero, mentre alcune candele rischiarano con la loro luce soffusa l'interno della stanzetta. La veste rossa appoggiata allo schienale della sedia, di poco discosta dallo scrittoio, mentre sull'imbottitura v'è appoggiato il Sacro Athame. Ha tenuto con sé soltanto i due ciondoli, anche se nascosti sotto alla veste da notte, e quella stellina rossa che mai potrà lavar via. I riccioli corvini sono adagiati sul guanciale e ne incorniciano la figura infagottata ed imbozzolata sotto alle coperte. Ciglia nere e folte che incontrerebbero le guance leggermente pallide, per un paio di battiti, abituandosi alla luce soffusa del risveglio. Labbra che si schiuderebbero per alcuni istanti, quando il gelo sembrerebbe uscire da lei, anche se ispirando ne entrerebbe dell'altro, insieme al battito delle ali dei corvi che Sihné porta con sé. Non è come il gelo ed il gracchiare, come l'artigliare di Hagall e Roseline, ma sa che Lei sta già erodendo ogni osso che la tiene in vita. E' un legame che le unisce. Fuoco e Ghiaccio. Uguali, ma diverse. *Sihné vieni da me* E' un contatto caldo, che dona amore e sollievo. Una carezza che sa d'estate, ma che se più forte potrebbe schiacciare ogni cosa (//Telepatia lv. 5).}

SIHNE {Corridoio --> Stanza Nivienne} Non riesce a prender sonno. Come ogni notte. Vive nelle Tenebre della Vecchia, donandole persino il proprio riposo. Muore nel Suo Gelo, lasciando che Ella le strappi dal cuore ogni singola lacrima d'emotività umana, libera, gioiosa. Il suo animo è oramai un intrecciarsi di dubbi e di rimpianti. I piedi scalzi che fanno saltuariamente capolino oltre il bordo della stoffa della veste sacerdotale, vengon poggiati sulla nuda pietra del pavimento con delicatezza innata: quella ragazzina è un fantasma bianco nel corridoio scuro. Porta con se non solo il volo dei Corvi, ma anche il silenzio della Morte. Ogni suo passo corrisponde ad un battito delle candide ciglia dell'Anziana, ogni sua gelida parola è un Suo roco respiro. Eppure quella creatura è, agli occhi Umani, ancora incorrotta dalla vecchiaia, perfino dalla maturità, sembrerebbe a molti. Ode il richiamo della Stella Ardente proprio mentre si trova innanzi alla porta della sua Alcova, subito si ferma, lasciandosi accarezzare dal tepore che quella muta richiesta telepatica porta con se. Volge dapprima lo sguardo verso la porta della Stanza della Prediletta di Cerridwen, attendendo qualche attimo, prima di avvicinarsi e dischiudere la porta, aprendola di poco, in un piccolo varco, il minimo necessario affinchè la Mezzosangue riesca a passare. La scorge subito, distesa, con il volto dolce rischiarato dal chiarore delle candele. Avanza, la Sacerdotessa della Morte, e dalle sue labbra scivolano poche parole, leggere, gentili, così in contrasto con quegli occhi Antichi e stanchi, così diverse dal Buio che le divora lo sguardo: «Anche voi non riuscite a dormire, Nivienne?» domanda, chiudendo la porta con calma, ed infine voltandosi, esplicitando così anche la propria condizione.

NIVIENNE {Alcova privata} - { No. Non sarebbe in grado di vivere senza le Fiamme. Non lei e senza di Lei. Ed ogni singola fiammella che arde in quella stanza le ricorda i suoi giuramenti, la linfa incandescente che riscalda la propria anima, quell'abbraccio forte e vitale che non l'abbandona mai. Le coltri si muovono con lei, mentre il volto verrebbe voltato verso la porta. Un'ombra quella che sembrerebbe scivolare in quel varco minuto da poco aperto, e che si richiuderebbe dietro la mezzelfa. E' gelo quello che si è riversato nella stanza. Non il freddo dell'Isola Sacra, ma quello di Rhiannon. Silenzio e morte. Fanno molta più paura del rumore più intenso. Silenzio assoluto, ma nello stesso tempo lamento assordante. Non è così Sihné? Le labbra abbozzerebbero un sorriso leggero. } Mi sono appena svegliata, in realtà. { Occhi color degli smeraldi più puri che affonderebbero in quelli della Sacerdotessa del Vespro. } Devo riprendermi, dopo un'altra prova. { Niente da aggiungere. E' sempre così. Lei le mette dinanzi a scelte e prove ogni giorno. } Tu? Come ti senti ora che Rhiannon ti ha avvolta nel proprio Velo? { Ognuna dovrebbe reagire differentemente, ma quando un Volto ti chiama la tua anima inizia ad esser plasmata. Ah, Antica mezzosangue. } Ho una cosa per te. { Si sistemerebbe meglio, appoggiando il cuscino allo schienale del letto e mettendosi seduta. La voce è bassa, calma, stanca. }

SIHNE {Stanza Nivienne} Gli occhi della Sacerdotessa -avvezza a tenebre molto più coese e crudeli- impiegano qualche attimo ad abituarsi alla luce -seppur blanda- che rischiara l'Alcova della Stella. Ma quel calore e quella penombra striata di vermiglio non le fa male, tutt'altro: è un balsamo per la sua anima consumata, un abbraccio ardente per lei, che è Ghiaccio, che è Terra morta, quasi estranea a quel calore. Alla cintola non porta nè le Nere Rune nè l'Athamé, lasciati nella propria stanza. Il silenzio sarà anche totale ma, per chi è capace di Ascoltare, le grida silenziose di quelle due Sacre Figlie di Avalon non passeranno inosservate. Un delicato ma consapevole sorriso le piega impercettibilmente le labbra, alla constatazione di Nivienne, e nulla aggiunge, se non per rispondere alla successiva domanda: «Sono solo un po' stanca». Da troppe notti è ''solo un po' stanca'' ma ora è solo Sua, e quello non è solo che l'Inizio: «A volte ho l'impressione di precipitare senza sosta» confessa, laconica. Lo sguardo ferino e chiaro come vetro della Meticcia indugia qualche attimo alla ricerca di uno sgabello, o di un posto dove potersi sedere. Le sue sono semplici constatazioni, ed il tono calmo della sua voce lo dimostra meglio di qualsiasi altra parola inutile. Lei è nata per servirLa, morirà per servirLa. Si stringe nelle spalle, cercando lo sguardo smeraldino dell'Eletta della Madre: «Voi non avete mai la sensazione di star precipitando?» domanda, dando voce ad una semplice curiosità, che non riesce ad esprimere con parole differenti. Alle ultime parole dell'Ancella Rossa lo sguardo velato della Sacerdotessa Nera ha un guizzo, quasi di vitalità, ma probabilmente è solo un'illusione. L'ennesima illusione di vita, in quell'antico Mondo di Morte.

NIVIENNE {Alcova privata} - { Un sospiro lieve le increspa le labbra alle prime parole dell'altra, annuendo leggermente. } Dovrai abituarti mia cara. Ogni giorno, ogni notte sarà una prova alla quale dovrai sottometterti. E se non ne uscirai vincitrice soccomberai. { Non le indora la pillola, non le nasconde nulla. } A Samhain avete scelto di morire. { Lei, Roseline ed Hagall. Tutte e tre insieme, ormai inscindibili. } Precipiterai ogni giorno, ma avrai la certezza che ci sarà Lei e soltanto Lei ad attenderti in fondo al baratro. L'atterraggio dipenderà soltanto da come hai scelto di precipitare e da come affronterai il nulla. { Si umetterebbe le labbra, per poi proseguire. } Si. Divenire Fiamma ed Ardere come Lei è tutto ciò che mi resta per non bruciarmi e soccombere. { Lo sguardo tornerebbe a scrutare quegli occhi antichi e stanchi, per poi posarsi su quelle trecce. Capelli ordinati, mai come prima d'allora le aveva visto. } Rhiannon è così, ti strappa ogni cosa. Quasi fossi uno dei suoi corvi al quale ha deciso di lacerare ogni piuma, per poi fargliele ricrescere fra atroci sofferenze. Soltanto tu potrai scegliere se accasciarti come un velo squarciato, oppure se farti ricrescere le ali. { Lo sguardo è pungente, serio, ma un sorriso tenue le solca le labbra. Questo è ciò che loro hanno scelto. } Apri il cassetto dello scrittoio e prendi il fagottino che troverai. Poi vieni a sederti accanto a me. { Un dono, che forse la aiuterà a continuare a volare. }

SIHNE {Stanza Nivienne} Sì, lo ha scelto, con tutta se stessa. Ad ogni passo le sembra di camminare sulle ossa. Le proprie. Rhiannon sta assorbendo la Vita di quella creatura, e Sihné -cosciente- lascia che così sia. La spaventa terribilmente ciò, ma non scorge altra ottica per consumare la propria vita, o quello che ne resta. Le parole della Stella Vermiglia non fanno altro che tradurre in concretezza i taciti pensieri della Mezzelfa. Lo sa. Eppure sa anche che, essendo solo all'inizio di quel Cammino, dovrà valutare attentamente come affrontare la Caduta. L'Abisso è inospitale, terribile e devastante, molte Sue Ancelle si sono perse, laggù, ma molte hanno resistito, restando Sue fino all'ultimo. Tutto dipende da come lo si affronta. Nonostante la crudezza delle parole dell'Ancella di Cerridwen Sihné non abbassa lo sguardo un solo attimo, fronteggiando quelle parole con la serenità -frammista al lecito timore- di chi è disposto a rischiare, a resistere, a morire. «Ho paura, Nivienne» la paura di chi guarda l'orizzonte sconfinato che le si pone innanzi, senza ancora individuarne i confini. E solo all'inizio, dopotutto, lei: «Ma non riesco ad immaginare vita diversa da questa». Vita. Quanto può essere preziosa, quella parola, pronunciata da chi ha danzato con la Morte? Fa come le viene indicato, muovendosi fluidamente, senza l'impedimento delle Rune e dell'Athame [Agilità +1], per sedersi infine sul bordo del giaciglio della Stella, reggendo tra le mani il fagotto. Non riesce a nascondere un vago interesse, quello di chi è poco avvezzo a doni, mentre cerca le mire smeraldine di Nivienne.

NIVIENNE {Alcova privata} - { La Sacerdotessa del Vespro fronteggia lo sguardo smeraldino della Stella del Meriggio. No, non c'era bisogno che glielo rimarcasse. Lei sa. Sapeva da prima, e poi nel momento in cui è stata scelta Rhiannon ha iniziato ad incidere solchi sulla sua pelle, nella sua anima, schiacciandole ogni osso. La metterà alla prova, ed ognuna sarà più difficile delle altre. Assoluta devozione. Dovrà lasciarsi andare, abbandonarsi all'abisso, planarvi all'interno. Attenderebbe che la Sorella si sieda sul letto accanto a lei, poi se lei glielo permetterà appoggerebbe una mano sulla sua guancia. } Tutte abbiamo paura, ma non dobbiamo lasciarci condizionare. { Lo sguardo s'addolcirebbe. } Se quando invoco le Sue Fiamme mi lasciassi andare alla paura... { Scrollerebbe leggermente il capo, lasciando che i riccioli corvini le danzino attorno.} ...mi avvolgerebbero donandomi morte certa. Devi fonderti con Lei, imbrigliare la paura ed affidarti ciecamente a Rhiannon. Soltanto così non soccomberai. { La mano scivolerebbe via dalla guancia fredda dell'ancella. } Nemmeno io. { No, neanche lei non sognerebbe altra vita differente da questa. Ha scelto, e continuerà a farlo. } Aprilo, che aspetti? { Una risata leggera in direzione di quel volto e quegli occhi che la guardano con curiosità ed interesse. Beh, più il fagotto che lei. }

SIHNE {Stanza Nivienne} Fa scivolare lentamente i polpastrelli sulla stoffa dell'involucro, studiandolo, percependone la ruvidità della stoffa. Le Ombre di Rhiannon l'hanno portata ad attaccarsi sempre più alle cose materiali, a quel poco che le resta di concreto, che le dia la costante certezza di non star davvero scivolando senza sosta nel Vuoto. Cerca sempre un contatto con qualcosa: il tessuto della propria veste, la ruvidità della pietra, le mani di qualcuno. «Sarò forte» lo ripete per l'ennesima volta, ma con la convinzione ancora forte di chi non ha dubitato un solo istante, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di quella promessa. Si lascia sfiorare dal tocco della Stella, seguendone con lo sguardo il movimento. Fuoco e Ghiaccio. Madre ed Anziana. E' fredda la cute di Sihné, sì, come fredde sono le ceneri dei morti. «Già, la paura scriteriata ci può fare solo del male, in fondo» lo ammette, lei, che in passato molte volte s'è trovata in balia di un terrore incontenibile, e che solo di recente sta imparando a fronteggiare con criterio i propri Fantasmi. Lasciarsi andare.. sembra così facile. Invece non lo è, per niente. Ma proprio per questo è necessario. «Mh?» inarca un sopracciglio, quando parole più terra a terra la riportano alla realtà. Abbassa lo sguardo sul pacchetto, annuendo a quella risata, un refolo d'estate, in quell'inverno, che si scioglie appena. Le dita affusolate della Mezzosangue librano rapidamente il sacchettino dai lacchi che lo schiudono, portandone alla luce il contenuto: piume per ornare i capelli, morbide, leggere. L'iniziale sorriso sulle labbra della Sacerdotessa si ampia ancora un poco -come solo in rarissime occasioni accade- mentre solleva lo sguardo chiaro verso quello di Nivienne: «Sono bellissime» sussurra, con voce sorpresa, mentre in pizzico di gioia inusitata irrompe tra le sue parole. Non conosce la parola ''grazie'', ma quel suo inconsueto sorriso sarà sicuramente una gratitudine migliore. Strano effetto, vederla così: sembrerebbe quasi che Rhiannon abbia allentato la sua straziante morsa su quell'anima provata, su quel corpo diafano e sottile.. ma è questione di secondi. Tutto, presto, tornerà come prima.

NIVIENNE {Alcova privata} - { Silenzio attorno a loro ad avvolgerle nelle loro spire. Ardono ancora le fiammelle delle candele danzando e consumando la cera che cola e s'addensa. Ghirigori disegnati dai colori neutri della cera d'api fusa con i coloranti naturali a dare rosso, nero, azzurro, verde, marrone e via discorrendo. Eppure i colori che la avvolgono questa notte sono in prevalenza rosso e nero. Attenderebbe la Rossa Stella, lasciando che lo sguardo non la artigli, ma la baci delicatamente. Il tocco gelido di Sihné è leggero, calibrato, quasi a voler imprimere indelebimente nei polpastrelli ogni cosa che questi sfiorano. Aggrapparsi alla realtà. Per non lasciarsi distruggere. E poi il suo viso si trasformerebbe. Un tripudio di gioia, anche se composta. E' tutto ciò che le serve, che le basterebbe. Vederla gioire, anche soltanto per un infinitesimo di secondo è il ringraziamento più grande. Annuirebbe alle parole di Sihné. } Le ho trovate quando mi sono recata in terraferma, le conservo per te da allora. { Un sorriso leggero ancora riempie le labbra della Fenice. } Appena le ho viste ho pensato a te, alle prime volte che ci siamo incontrate ed a cosa portavi fra i capelli. { Una mano s'allungherebbe a sfiorarle. } Qualunque cosa accada, non dimenticare mai te stessa Sihné. { Eccolo, l'ultimo consiglio che potrà donarle, insieme a quel dono. Lo sguardo si sposterebbe così dalle piume al volto della Sorella. }

SIHNE {Stanza Nivienne} Le fiammelle delle candele la infastidiscono solo leggermente [Ipersensibilità], ma quel fastidio viene controllato alla perfezione, dalla Meticcia, che non ne palesa alcuna conseguenza. Le dita continuano a stringersi attorno alla stoffa del sacchettino, ora vuoto, mentre lo sguardo chiaro dell'Ancella Oscura continua a cercare quello della Prescelta della Madre. Tutt'attorno a Sihné è Ombra, nonostante quelle fiammelle. Tutto è Morte, nonostante -concentrandosi- potrebbe udire il battito del proprio cuore. Non dice nulla, alle sue parole, ma ricorda. Ricorda la prima volta in cui giunse al Tempio, quando incontrò Nivienne: «Anche adesso le porto» conferma, nonostante prediliga le perline, ultimamente: «E questo vostro dono verrà utilizzato presto» aggiunge poi, inserendo di nuovo -con delicatezza- le piume nel loro contenitore. Si alza quindi dal bordo del giaciglio della Stella, preannunciando tacitamente che il suo tempo, lì, è ora concluso. Le Ombre la reclamano, nell'ora di Rhiannon. La notte chiama a se la più giovane tra le sue Guardiane, che non può sottrarsi al richiamo della solitudine. «Ora devo andare» asserisce, dopo un lungo attimo di silenzio, lanciando un'occhiata all'uscio dell'Alcova. Ci sono tante altre cose che vorrebbe confidare, ma ancora non ne ha la forza. Forse non l'avrà mai. «Rhiannon vegli sul vostro sonno, Nivienne» la saluterebbe infine per poi, dopo una sua eventuale replica, abbandonare quella stanza, reggendo prudentemente il fagotto con le piume nella sinistra; sparendo nell'oscurità del corridoio. Ombra tra le Ombre; ed ogni passo che sfiora la nuda pietra è un osso che si spezza, un respiro che si tronca, è scivolare sempre più giù. E' accettare tutto questo.

NIVIENNE {Alcova privata} - { Un incontro che giunge al termine. Non annuirebbe questa volta, ma le labbra si curverebbero in un sorriso leggero, alle sue parole. Lieta di sapere che il suo piccolo regalo non solo le sia piaciuto, ma verrà anche utilizzato. Il materasso si muoverebbe leggermente all'alzarsi della mezzelfa, mentre la voce calda -anche se flebile- della Decana dovrebbe giungerle nuovamente. } Si, le Ombre ti attendono. Io, invece, cercherò di riposarmi. { Se ci riuscirà. Se non penserà ad Eiluned, a Beltane, ad Azhael, e ad ogni cosa che sembra sottrarle il sonno. E mentre Sihné -dopo aver adocchiato la porta- la raggiungerebbe, la Stella tornerebbe ad infilarsi nuovamente sotto le coperte, ma portandosi il cuscino dietro, facendolo scivolare sotto la propria testa.Lo sguardo scrutatore della Fenice la seguirebbe, per poi risponderle a quel saluto che le è stato rivolto. } Che Cerridwen possa ricreare le Ombre nelle quali rifugiarti. { Non può esistere l'Ombra senza la Luce, senza il Fuoco. Non lo sai mezzosangue? Una mano verrebbe portata dinanzi alle labbra per nascondere uno sbadiglio, poi dopo che la Sorella avrà varcato e richiuso dietro di sé la porta della sua stanza cercherebbe di riprendere sonno, di riposarsi. Ha bisogno di tornare ad esser forte, anche se flessibile, una colonna sulla quale le altre possono appoggiarsi. }

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o0)O(0o Nivienne dell'Estate o0)O(0o
Pura Estasi di Fuoco e Fiamme
Polvere di Stelle

Figlia di Cerridwen








Brucia, difendi, attacca.
Lei così ha deciso.
Sarai la Guerriera che incute timore,
la Madre che protegge ogni Suo figlio,
la Giusta che mai permetterà al Caos di dominare.

o0)O(0o La Fenice o0)O(0o

Sii forte,
Sii gentile,
Sii bellissima.

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