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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Dove sei? Nelle tenebre )O(

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2012 13:20
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Luna Nera
12/06/2012 00:17
 
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Riposo Hagall

RIASSUNTO:
Hagall, ancora stanca per il rituale eseguito con la ceromanzia, si inoltra nei giardini interni del Tempio, trovando la nera Sapiente pronta ad aspettarla. Diversamente dalla reazione di Roseline, la Custode degli spiriti comprenderà il vero stato di Callista, chiedendole solamente di poterle rimanere accanto, nelle tenebre sempre più fitte. Dopo averle promesso che rimarranno insieme, le chiede di andare a prendere il bauletto che PrimaRosa lasciò all'allora Somma Stella, che diverrà di Hagall.

LINK FM

HAGALL { Giardini Interni . FU } • { Ancora non s'era riposata, da quando ha praticato la Ceromanzia. Non che abbia fatto chissà cosa, ma sicuramente non si è concessa abbastanza tempo per rilassarsi, senza pensare a niente che non siano i suoi doveri. Anche ora, in effetti, non si concede una vera e propria tregua, tuttavia la notte è troppo bella, stasera, per potersi perdere le stelle e la luna, spaccata precisamente a metà, come tutte loro. Anche la Lupa guarda il cielo. Anche lei vede Selene incompleta. Ma l'altra parte c'è, è solo nascosta, proprio come lei. La Sibilla carezza le foglie più basse del melo che piantò con PrimaRosa, dunque lo saluta in silenzio e prende a camminare verso il punto in cui sa esserci un'altra 'cosa' spezzata a metà. Scalza, con addosso solo la veste sacerdotale ma non i simboli consueti, la Custode si spinge oltre le schiere di Spiriti del Tempio, lasciando che ad annunciare la sua venuta, oltre alla propria aura, siano il rumore dei legnetti che chiudono ogni piccola treccia che ha in testa, e i rintocchi del bastone che l'accompagna. Sul corpo i soliti tatuaggi, che cambiano costantemente: ora il suo corpo è un albero. La vita è il tronco e dal collo, fino alle guance ed alle tempie, partono rami privi di foglie. }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Una nuova notte, la solita oscurità che scende lentamente, tingendo per prime le foglie più alte, quelle destinate a ricevere anche più luce delle sorelle. Poi, pian piano, scendono le tenebre, giù dai rami, lungo il tronco, fino alla terra. Fino a dove si trova lei, la Sapiente dell'Oscura. Sembra che non si sia mossa dall'incontro con Roseline e probabilmente è davvero così. Solo, ha abbandonato quella postura informe, ribelle, indegna del suo spirito. Sembra in attesa, pronta a scattare, a non farsi trovare inerme. Il ginocchio sinistro piegato verso l'alto, stretto al petto con la forza del braccio gemello, che ha dimenticato di trattenere a sè la nera stoffa della veste sacerdotale, lasciando così che il pallore della bianca carne della mezzelfa spicchi nettamente tra le ombre della notte e tra quelle che sembra la inseguono, formando irreali disegni tra le sue dita. L'altra gamba, al contrario, è piegata verso l'interno, nascosta dal velluto che ricopre interamente il corpo troppo magro, troppo esile di Callista. Se ne rimane così, ferma. Pronta. I chiari occhi puntati verso il nulla, verso quella sagoma che è fatta anch'essa di pura oscurità, così vicina, eppure mai così distante. Non chiama a sè la Custode, non ce n'è motivo. Sa che verrà, così come è giunta la notte.

HAGALL { Giardini Interni > Callista . FU } • { Non ha fretta. Lo si vede dai suoi passi, lenti e misurati, ognuno dei quali non è altro che una piacevole carezza fra carne e terra. E la terra risponde, vibrando sommessamente, con una voce che solo le figlie dell'Oscura possono ascoltare. E come bene s'impara all'interno della via Nera, ogni sussurro è legato ad un altro. Ogni voce si lega ad una ancora più sottile. Ed è alla voce della terra che si lega quella di Callista, ora coi toni di una Sapiente. Ma lo sente, la Sibilla, che quella è una forza che alle normale Sapienti non è concessa. È una stella che s'è spenta e come una Supernova è stata immensa, prima di ridursi all'oblio. Quando la trova anche con lo sguardo, non parla. Si avvicina piano, come ci si avvicinerebbe ad un animale pronto alla fuga. Se l'altra non dovesse muoversi, si piegherà davanti a lei, ponendosi nella stessa identica posizione. Il bastone verrà posato a terra, perpendicolare al terreno, ancora sostenuto dalla mano destra. La sinistra, invece, andrò ad insinuare le dita nella terra, permettendole così un sostegno per potersi sbilanciare leggermente in avanti.C'è ancora un grande silenzio, attorno a loro, mentre la figlia d'Africa trarrà un profondo respiro col naso, con l'evidente intento di odorare il viso dell'altra }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Se la trova quindi davanti, quella giovane fanciulla cresciuta sotto i suoi insegnamenti, scura come la terra e nera come la morte. Non ostacola i suoi movimenti, la sua lenta discesa, la sua postura che rispecchia quella della mezzelfa. Solo gli occhi la seguono, cercando quelli ambrati da selvaggio animale, lo stesso che ora l'annusa, rivelando molto più dellanatura che per ora dorme silente nel corpo di una adolescente. Nuovi disegni decorano la pelle della Custode, linee che si intersecano senza mai finire, cerchi che si rimpiccioliscono fino a scomparire. Ecco quale è il loro destino. Ma non questa notte, no. Le due stelle, nere come l'ebano, si incontrano e si osservano, dipinte tra dorate sopracciglia. Attimi di lungo silenzio che si accavalcano, come se nessuna parola riuscisse ad uscirne, da quella terra, da quelle ombre. Solo il vento, solo il sussurro degli spiriti, provocato dal profondo respiro della mutaforme. Quanti pensieri si creano nel vortice della mente della mezzelfa? Quali potrebbero essere le parole adatte a far comprendere all'altra ciò che veramente ora prova, dopo l'abbandono, dopo l'auto esclusione da ogni attività del Tempio? Se ne sarà poi effettivamente accorta, Hagall? Nulla di tutto questo viene mostrato dal volto, dalla continua staticità della posizione scelta. Solo il vuoto di chi ha avuto tra le mani il potere più grande e che ora l'ha perso, senza un motivo. Solo il dolore di chi, fissandosi nell'altra, riesce a percepire lo strappo causato dal Velo, la volontà di Rhiannon nel chiedere qualcosa in pegno per ciò che mostra. { Cosa Le hai chiesto, stavolta? } Decide così di interrompere la tranquillità, di innalzare la sua roca voce sopra le urla delle anime dannate.

HAGALL { Giardini Interni . FU } • { Ha il solito odore. Se tornasse ad essere privata della vista esteriore e di quella interiore, saprebbe comunque riconoscere Callista. Gli occhi cercano i suoi, cercano gli Spiriti che s'è inghiottita giorno dopo giorno, anno dopo anno. Quanto può piegarsi un corpo prima di spezzarsi? Quel fragile cumulo di ossa e carne ha ospitato in sé la Triade tutta, con il suo potere, con il suo peso. *Dove sei?* (//Telepatia liv4) solo questo chiede, con una voce che non ha la dolcezza dell'alba o la passione del meriggio. No. È una folata di vento che gela le ossa e s'insinua direttamente nella testa della mezzelfa, senza che l'altra possa opporsi. Ma è anche il tono di chi sa cosa sta chiedendo. Ed è come se si aprissero due conversazioni diverse, ora che la Sapiente parla e la Custode risponde } Due Cavalieri sono scomparsi. Ho chiesto dove sono. { una davanti al sipario, una dietro. Una davanti al Velo. Una dietro. Risposta laconica, data a bassa voce. Il resto lo dicono quegli occhi sbiaditi, indice del fatto che la risposta non sia stata affatto chiara ma che alla Vespertina la cosa importi poco. Un'altra vita che potrebbe spegnersi o averlo già fatto. Un'altra anima che andrà ad impolpare lo scrigno dell'Isola. Lei non è che la Custode di tutto questo. }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Sembra attirata completamente da quegli occhi ambrati, fieri, da animale. Un ricordo dopo l'altro, parole, dolori e visioni. Eppure, è come se la vedesse per la prima volta, di ritorno da un lungo viaggio che l'ha innalzata nella purezza della luce e nel fuoco guerriero. Un viaggio da cui è tornata, sola, con l'unica compagnia degli spettri e delle ombre. Un destino che da qualche parte qualcuno ha scritto, ma che lei non avrebbe mai scelto, non dopo aver portato quel fardello per più di due interi giri di ruota. Ed ora, come alla notte segue l'alba, per lei non c'è più alcuna luce. Glielo dimostra la voce della Custode, insinuandosi con la sua gelida presenza, non tra le orecchie, ma direttamente dietro a quella stellina °°Nelle tenebre. E' il mio posto, questo °° [//Telepatia liv.4]. Le risponde utilizzando lo stesso canale, attraverso quel sottile filo nero che le unisce, impalpabile ma onnipresente. Graffia la sua voce senza parole, stride come di unghie spezzate nella roccia, mostrando, senza alcuna vergogna, ogni forma di dolore possibile, ogni condanna, ogni timore. Dell'altra loro conversazione, quella che chiunque orecchio mortale potrebbe carpire, poco ne rimane. Solo un breve annuire, di questioni che non più le interessano, rivolte a chi l'Isola ora tiene tra le mani. Le sue, piccole e candide, sono vuote. Guardarle ora, mentre abbassa gli occhi, non risolve nulla. Ci sono solo ombre, lì.

HAGALL { Giardini Interni . FU } • { Annuisce. *Lo è.* (//Telepatia liv4) Ha già combattuto una volta quella battaglia e sa che non v'è alcun vincitore, soltanto vinti. La guarda memore di anni addietro, quando l'Abisso si portò via la Bianca Regina. È una ferita che non s'è mai rimarginata, ma ha imparato a dissetarsi del sangue che stilla, divenendo più forte e meno umana. Abbassa lo sguardo anche lei, quando lo fa Callista, per poter vedere cosa va cercando. Si guarda le mani, aperte e vuote. Le ombre vi si addensano come se se fossero sciami d'insetti attratti da qualcosa di dolce. Ma tutto v'è meno che dolcezza, nelle loro mani. Numerosi spiriti si distaccano dal muro che hanno creato attorno a loro, per piegarsi e baciare quelle dita pallide ed affusolate. Loro le riconoscono. Sanno che hanno imposto il verbo della Triade tutta. Sanno. *Che ne sarà di te, adesso?* domanda ancora, tornando a guardarla in viso, alla ricerca di quelle iridi sbiadite quanto e più delle sue. La stella gemella che hanno in fronte viene completamente ignorata. C'è. Questo non cambia le cose. Lei lo sa bene, che se l'è portata dietro anche quando ha cercato di liberarsi del giogo della Dea. }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . La prima volta che incontrò il viso della figlia d'Africa, era al suo ritorno al Tempio, dopo quel lungo viaggio disperso negli ingranaggi della Ruota. E non sono più gli stessi lineamenti, quelli che, alzando nuovamente il volto, incontra. Non a causa dei tatuaggi e nemmeno della stella che si è marchiata d'oscurità e morte. No. In Hagall c'è tutto, tutto quello che Callista ha provato sulla sua stessa pelle e quello che non potrà mai toccare. Ha solo sfiorato le mani aperte e vuote dell'altra, custodi della stessa essenza che vive anche tra le sue. Recipienti vuoti, eppure colmi di un potere che nessun sano di mente vorrebbe considerare, la forza degli spiriti che tutto cancellano, che divorano. Questa volta, sono parole udibili quelle che aleggiano nello spazio tra le due, voce che arriva rapida e diretta sa dove affondare. { Scivolerò nelle tenebre. Non è forse il nostro destino? } Solo un lento mormorio, quella risposta, seppur calcata sull'aggettivo. Lei sa chi fa parte di quel ''noi''. Come sa a quale volto si sta riferendo, ad una sorella che è rimasta sepolta, sotto quell'oblio. { Le altre se ne vanno, si spengono come fiamma e come luce. Ma noi non possiamo spegnerci, perchè non siamo mai state vive. Noi rimaniamo, invisibili. }. Questo è ciò che ha deciso per se stessa. Il tono della voce lo conferma, fermo, glaciale, come roccia spazzata dalle tempeste di neve. Lo si capisce anche dalla sua nuova postura, raddrizzando la schiena fino a che diventi perpendicolare con la terra sulla quale poggia il resto del suo corpo. Il braccio sinistro scivola dalla stretta sulla gamba, facendole perdere l'equilibrio, ritrovato solamente con la mera forza della stessa mancina, affondata tra le radici dei ciuffi d'erba.

HAGALL { Giardini Interni . FU } • { Forse, se la Dea non avesse concesso loro il potere di parlarsi attraverso i pensieri, sarebbero comunque in grado di farlo. Hanno camminato sugli stessi sentieri, hanno patito le stesse pene, hanno sudato per gli stessi incubi. Ognuna si muove su un sentiero diverso e personale, ma tutti strisciano sulla stessa landa desolata che è l'abbraccio dell'Oscura. Per questo non cerca risposte scontate. Quelle le possiede già dentro di sé. Cerca Callista, quello che n'è rimasto. Cerca di capire quanto tempo resta al loro smisurato, privato, affetto. Racchiuso in istanti come questi, che loro custodiscono come uno fra i più preziosi segreti del Tempio. Ora a risponderle è la voce della Sapiente, che non fa
che narrare la storia passata e futura. Di PrimaRosa e di Hagall persino, un giorno. } Si. Invisibili. Ma noi rimaniamo. { non è forse in ogni pietra, in ogni filo d'erba ed in ogni ombra, PrimaRosa? Non sarà in ogni lembo della sua pelle scura, in ogni colonna del Tempio, in ogni goccia del suo sangue di mutaforma, Callista? } Noi restiamo. { invisibile. Nere. Ombre e Spiriti. } La luce dell'alba splende solo all'Aurora. Il tepore del meriggio si spegne al tramonto. Ma le ombre, quelle regnano di notte, si, ma in qualsiasi momento della giornata le puoi trovare ovunque. Noi restiamo. Noi siamo ovunque. { annuisce }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Il peso del corpo viene leggermente spostato verso sinistra, su quella mano che, solitaria, si aggrappa alla terra e agli spiriti, per non crollare. Una piccola metafora per meglio comprendere lo stato d'animo della nera Sapiente, vissuta in perenne bilico, tra orecchie a punta e imperfezioni umane, tra la vita e la morte. Esattamente come la Custode che i suoi occhi non abbandonano, come se fosse l'ultima vera anima a cui tendere la mano, prima di abbandonarsi all'inevitabile caduta, alla perdita dell'amore, della fede, della gioia. { Sì. Noi restiamo. } Replica alle sue parole, ripetendole, come se fossero l'unica ancora di salvezza. { Roseline. L'ho incontrata, ma non ha compreso. Anche tu eri così, troppo umana e giovane. } Non è solo colpa della lupa che potrebbe ringhiare, sotto quegli interminabili tatuaggi. E' la Vecchia che ride, tra quei denti, attraverso quegli occhi. Un'ombra che diviene terrore puro, se la mezzelfa non la conoscesse e amasse, a modo suo. { Lo spiegherai tu alle altre? Che il mio Cerchio si è chiuso e gli spiriti mi hanno reclamato. Che l'oscurità è scesa su di me e nessuno riuscirà a scalfirla. } Un lungo respiro interrompe il leggero flusso di parole, ma solo per terminare { Io la lascerò fare, non combatterò. } Ritorna la fierezza in quegli occhi d'un verde slavato, quell'orgoglio che spesso si è manifestato davanti agli estranei e che ora, solo per la Sibilla, si fa da parte, mostrando polvere di paura e incertezza. Non vacillare, Custode, perchè la mezzelfa ti sta affidando tutto quanto. Se crollerai tu, lei sarà davvero perduta.

HAGALL { Giardini Interni . FU } • { Loro restano. Eppure si perdono. Svaniscono nei loro stessi corpi, che a poco a poco diventano l'ombra di ciò che erano. } Roseline è cambiata. { annuisce } Per lei il cammino è appena iniziato. { non per la carica che ricopre, ma per i dolori che vive. Per la Custode infatti, essi sono iniziati che era ancora Novizia. E non l'hanno risparmiata mai, anno dopo anno. Ed anche ora, non sta forse preparandosi all'ennesima perdita? L'ennesima sconfitta? } Si Callista. { solo questo risponde. Sa bene che non si torna indietro, una volta messo piede nell'Abisso. Ed una dopo l'altra, loro lo nutrono, come se esso fosse un'enorme bestia famelica che si ciba di stelle nere. E forse un'altra al posto suo le direbbe di combattere. Le direbbe di ribellarsi. Ma come potrebbe dirlo proprio lei, che ha compreso forse meglio di altre quanto poco serva opporsi al Suo Volere? Così posa il bastone per terra, e con la mano destra cerca quella sinistra della Sapiente che, se non dovesse venirle impedito, stringerà con forza, senza però farle male } Ma non sarai sola. Non per il tragitto in cui potrò accompagnarti. Ci sarà un momento in cui ci separeremo, ma fino ad allora, permettimi di restarti accanto. { deglutisce } Permettimi d'essere la tua colonna, come sempre. { Permettile, Callista, di vivere con te questa 'morte', impedendole così di portarsi dietro un addio violento e spezzato, come fu quello con PrimaRosa. }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Ha avuto timore di incontrare proprio lei, specialmente dopo Roseline, dopo le sue paure, dopo le sue insistenze, dopo averla chiamata ''madre''. Perchè fu proprio colei che ora le prende delicatamente la mano, a chiamarla così, per la prima volta, quando ancora non era d'oro la sua anima. Quando l'altra sua madre, PrimaRosa, sparì, lasciando sola la giovane e obbligando la mezzelfa a prendere il suo posto. Per poterla crescere. Avrebbe sofferto in egual maniera, se ci fosse stata la bianca Regina a prendere in consegna il suo apprendimento? Avrebbe fatto gli stessi errori? Sarebbe stata ugualmente punita? Nessuno ha le risposte, tanto meno la Sapiente di Rhiannon, che si affida alla nera sorella, divenuta improvvisamente anche un appiglio fisico, oltre che morale { Te lo prometto. Staremo insieme, fino alla fine. } Cosa sia ormai quella fine, le è ignoto. Forse perchè la fine è già arrivata e sta iniziando a divorare ogni centimetro di pelle, ogni granello di ragione, senza sosta. { Non farò come lei } Non c'è il bisogno di fare il suo nome, quando il volto dell'albina sacerdotessa è impresso nella mente di tutte e due, nell'ultimo ricordo, accanto alla foresta. Eppure, anche allora, ci fu una promessa. { Forse un giorno tornerà, spunterà dalle ombre in cui si è sigillata. E reclamerà i suoi oggetti. } Si stirano un po' le labbra, negli angoli, là dove il pallore è meno marcato. { Li ho io, ma dovresti averli tu. Vai nella mia stanza, sotto la finestrella. } Mentalmente, i suoi passi si avvicinano alla sua alcova personale, seguendo il percorso che presto dovrà essere divorato dai piedi nudi dell'altra { Troverai un piccolo baule di velluto blu. L'ho custodito fino ad ora, finchè tu non fossi pronta ad accettarlo. } E ad accettare ogni perdita.

HAGALL { Giardini Interni > Ala Sacerdotale . FU } • { Sorride, la bestia. Sorride la Donna. Sorridono le anime tutt'attorno. Sa che Callista manterrà la sua promessa. Non comprende le sue ultime parole, le lascia la mano con una carezza, e si mette in piedi lasciando li il bastone. Non replica, semplicemente le da le spalle e corre verso il punto che l'è stato indicato, quasi come se sperasse di trovarci la stessa PrimaRosa. Ma tornerà, subito. Per passare la notte nei giardini con lei. Va solo a guardare il baule e a liberare finalmente gli Spiriti che vi sono rimasti impigliati. Poi l'alba le vedrà insieme, ancora, sotto l'ombra di quell'albero. E chissà quanto ci resteranno, la Sapiente e la Custode. }


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