Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Tutto laggiù è morte )O(

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2012 18:41
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07/01/2012 18:41
 
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Hagall Custode degli Spiriti

Riassunto:
Callista, dopo l'incontro con Ykary all'approdo (Trasporti Ragni, Drow & Co.), porta la testa di Actarus al Tempio, direttamente nella stanza dove Hagall ha portato il resto del corpo del cavaliere ( Ritrovamento cadavere, Trasporto salma al Tempio e Lavaggio corpo). Nel momento in cui il corpo viene unito con la testa, una forte luce appare nella stanza, spazzando via ogni odore e facendo ritornare integro il corpo di Actarus. Le due sacerdotesse, consapevoli che nemmeno la Triade riuscirà a far ritornare la vita dentro quel corpo, si allontanano verso i giardini interni, discorrendo degli ultimi avvenimenti che hanno scosso il Tempio. Giunte davanti all'ombra del veliero (ormai ci siamo affezionate! [SM=g27831] ), Rhiannon chiama nuovamente a sè Hagall, nominandola Custode degli Spiriti.

LINK FM

HAGALL { Stanza Salma . FU } . { Tutto lì, il suo passato. Tutto raccolto in un corpo senza vita, in cui qualche brandello di sangue riempie il vuoto di una testa. Ma a lei non serve. Il corpo è stato lavato. Oli essenziali ne coprono a malapena l’odore. Nivienne l’ha aiutata, e forse per lei ha aperto la finestra per far cambiare l’aria. Non per sé. Tanto a che serve? L’odore della morte è quello che lei stessa si porta dentro, l’unico odore a cui, da qualche giorno a questa parte, è abituata persino la Lupa che ha rinchiuso in una gabbia di costole. In ginocchio nel buio, lascia che solo un paio di candele le illuminino il viso con la loro luce traballante. Forse è soltanto un gioco d’ombre, ma sui lineamenti aspri della Sibilla sembrano danzare spiriti selvaggi. Il suo cuore è il loro tamburo. La stella che ha tatuata in fronte è il loro giuramento. Nessuna espressione sul viso. Soltanto un silenzio gravido di preghiere spese su un cadavere mutilato. }

CALLISTA {.Tempio.Navata Centrale.} . Su quei piedi nudi che si affacciano sulla navata centrale del Tempio, c'è depositata una polvere che non è solita per quella pietra scura, tinta di ombre e spiriti. E' la terra dell'approdo, che s'è accasata sulle candide estremità della Somma Stella e sull'orlo della sua lunga veste nera, splendente solamente nelle cuciture dorate che prendono vita sotto ogni torcia ardente accesa lungo le colonne. Uno strano incontro, nei primi respiri del vespro, una conoscenza che avrebbe volentieri evitato. Ha obbedito ad una legge più grande della sua vita, ad un destino già tracciato da una Mano esperta. E quello che porta con sè, nella mano sinistra, è il dono che le è stato fatto. Per nulla ricercato, tra l'altro. La mezzelfa avanza senza alcuna fretta, respirando i profumi che dal braciere si innalzano in volute che hanno lo stesso colore degli spettri, tenendo il sacco di iuta sollevato da terra, come se contenesse qualcosa di delicato, qualcosa che possa spezzarsi più di quanto già non abbia fatto. Si muove come se fosse lei stessa una creatura dell'aldilà, sebbene ogni forma di estrema magrezza o pallore insano sia scomparso dalla sua figura, preferendole un'aspetto più sano, più consono al grado che la Triade ha scelto per lei. I lunghi boccoli sono sciolti, trattenuti solamente da un'unica treccia che le circonda il volto, mettendo in chiara mostra le sue orecchie appuntite. Non è di queste, come non è della vista acuta, che va servendosi, quanto del potere che Lei le ha riservato. Una forma scura, una presenza terribile eppure amata va seguendo, oltrepassando l'arcata che la conduce nell'Ala del Tempio riservata alle Sue sole figlie.

HAGALL { Stanza Salma . FU } . { Quanti corpi senza vita ha veduto? Quanti spiriti ha aiutato a scivolar fuori da essi e a rinascere in quella forma effimera? Quante anime ha salvato dalla follia del limbo, vegliando sul sonno fittizio a cui cercavano di far ricorso, convinti poi di svegliarsi? Perché questi impalpabili fantasmi non sono coraggiose presenze. Molti di loro piangono come bambini ed altri s’aggrappano disperatamente all’idea di potersi destare dall’incubo della morte, come se questa non esistesse, come se non fosse possibile che sia toccato proprio a loro. E lui dov’è? Neanche alza lo sguardo per cercarlo. Sa che non è in questa stanza né sull’Isola Sacra. Sa che la vita gli è stata mozzata fra occhi e gola, con una violenza tale da impedirgli di tornare, o di non andare affatto. Sul volto della Magistra non c’è alcuna espressione. Guarda un punto imprecisato nel vuoto, spiando forse la vita -o la morte- di altri mondi. Il petto si riempie d’aria regolarmente, tranne quando sente l’aura di Callista farsi più vicina. È allora che gonfia il petto di quell’olezzo mortifero, come se stesse in realtà sentendo il profumo della Somma }

CALLISTA {.Ala Sacerdotale.->.Stanza Salma.} . Ed allo stesso tempo, non ha bisogno di scegliere quale delle tante porte che si affacciano sul corridoio sia quella dove unire ciò che ha nel sacco e ciò che è stato ritrovato al Tor. Scegliere in quale stanza lei, la nera Magistra, si trovi, accudendo un corpo che è ormai solo tale. Actarus non è più con loro, non lo sarà più in quella forma. La mano che non tiene il sacco si allunga oltre le ampie maniche, rivelando il netto contrasto fra il colore della sua pelle e quello del tessuto. Si aggrappa alla maniglia, spinge l'uscio solo il necessario per far scivolare all'interno della stanza in penombra il proprio corpo. Eccole, ora, una di fronte all'altra, uno specchio nello specchio. Entrambe hanno il segno dell'Oscura tatuato sulla fronte, entrambe hanno perso parte - chi più, chi meno - del colore dei propri occhi. Un regalo obbligato per Rhiannon. { Ti mancava questa. } Si avvicina alla figlia d'Africa per quanto le è possibile, allungando il sacco verso di lei. L'odore nella stanza è talmente forte da coprirne ogni altro e l'oscurità ne ha ormai fatto la propria dimora. Se c'è qualcosa che assomiglia ad una tomba, è proprio questa stanza. Eppure Hagall ha finito tutte le sue lacrime e già da tempo. { E' la sua testa. } Si costringe a portare lo sguardo sul corpo che giace sdraiato e lavato, nonostante non serva a nulla sottolineare cosa e di chi è quello che lei stessa ha portato dall'approdo fino al Tempio.

HAGALL { Stanza Salma . FU } . { I passi di Callista sono silenziosi. Eppure lei li sente. Chiude per un attimo gli occhi e si lascia avvolgere dalla sua presenza dorata, sempre più vicina, sempre più nera, sempre più buia. Adesso, come tempo addietro, ella appartiene al Vespro. E sarà così fino all’Alba, quando il sole resusciterà dalla sua tomba stellata. Le ciglia bionde si schiudono solo quando sa di averla innanzi. Come una Dea giunta per chiudere un Cerchio. Come la morte che ora, e soltanto ora, calerà finalmente la propria falce sul corpo del fu Cavaliere. Non ha bisogno di chiedere niente. Né con la voce né con il pensiero, per sapere cosa c’è nel sacco ch’ella tiene in una mano. Lo sguardo, di un’ambra sbiadito, scivola fino al tessuto di liuta e li si ferma. Infine la Dama del Lago parla e la Vespertina annuisce, allungando le mani per ricevere quanto ella reca con sé } È tempo che questo Cerchio si chiuda e che uno nuovo si apra sulle sue ceneri { si riferisce ai funerali. Ha già deciso che quel corpo brucerà e le sue polveri saranno consegnate al Vento. Il respiro della Dea. Quando il macabro testimone passa dalle mani di una a quelle dell’altra, la Vestale ne cerca l’apertura per poterla schiudere. Non ha importanza se ciò che vedrà sarà terribile. Il suo sguardo, in apparenza così fragile e smunto, non vacilla nemmeno per un istante. Abbassa appena la stoffa, quel tanto che basta per guardare il viso di Actarus. Un’espressione fiera e gli ha bloccato i lineamenti del viso. Stava lottando? Stava pensando a lei? Non ha importanza. Ciò che conta è che quegli occhi sono i suoi. Sorride appena la Magistra. Chiude le palpebre del suo compagno e avvicina quella testa alla propria. In silenzio, teneramente come farebbe se fosse vivo, lo bacia sulle labbra. Quindi richiude il sacco e lo adagia delicatamente accanto al corpo. Infine si alza. Le giunture scricchiolano per via del lungo tempo passato li. Ora che è in piedi, magra come un fuso, torna a guardare il viso della Dama del Lago } Usciamo da qui, Callista. { la sua voce e bassa ma quieta e sulle labbra la morte fredda sembra aver lasciato un sorriso }

CALLISTA {.Stanza Salma.} . La mancina viene derubata da quel dono che con poca fatica ha recuperato, seppur mantenga il sapore acidulo del fiele riversato nella conversazione con il drow. Poche e lente sono le parole della Magistra di Rhiannon, simili alla prima poggia dopo un lungo periodo di siccità. Da quanto tempo è qui, in questa stanza, a cercare ricordi che non sono più di questa vita? La osserva, sotto quella nera stellina, aprire il sacco ed osservarne il contenuto. Baciarlo, come deve aver fatto altre migliaia di volte. Nell'espressione della Dama del Lago non c'è tristezza, nè malinconia, ma la semplice accettazione per quei gesti dettati da un profondo amore, che va ora concludendosi, come farà la vita nel sigillare il proprio Cerchio, per l'eternità. {No.} replica, forse un po' troppo bruscamente, alla richiesta della Sorella. C'è ancora una cosa che deve fare, prima di lasciarsi tutto quanto alle spalle. Perchè se per Hagall quel corpo appartiene a colui che ha amato, per lei è il corpo di un amico, di un fedele, di un uomo coraggioso. Si avvicina quindi a quel giaciglio improvvisato, trovando infine la forza e la determinazione per riaprire la iuta ed estrarne nuovamente il contenuto { Non devi nasconderlo qui dentro } un filo di voce mormora la sua intenzione, lasciando cadere a terra tutto ciò che non appartiene a colui che fu Cavaliere.

Nel momento in cui la testa viene scoperta dal sacco che ha viaggiato dalla terraferma fino all'Isola sacra, nel momento in cui viene accostata al resto del corpo di Actarus, una forte luce inonda la piccola stanza ed ogni odore di putrefazione viene spazzato via da un'insolita brezza calda, proveniente dalla finestra aperta. Le due Sacerdotesse riescono ad osservare e a comprendere che il corpo si è nuovamente riunito, come se nessuna lama avesse colpito la carne, decidendo così la fine di una vita. Un corpo che perde l'apparenza di morte, rimanendo tuttavia inalterata la possibilità di una resurgo, giacchè, una volta che la luce, lentamente, si spegne, sul collo del cadavere rimane una netta linea rossa, ad indicare che sembra solamente ch'egli stia dormendo. Actarus è morto e non ci sono possibilità ch'egli ritorni.

HAGALL { Stanza Salma . FU } . { Aggira il corpo, diretta alla porta, quando il “No.” di Callista la costringe a fermarsi. Si volta verso di lei, che per qualche istante ancora le da le spalle, con le sopracciglia corrugate in un’espressione confusa. Ma non chiede né agisce. Attende che l’altra parli o comandi, prima di fare qualsiasi cosa. La Dama del Lago torna a riaprire il sacco, chinandosi su di esso come una vecchia. O come LA Vecchia. E Grandine tace, giungendo le mani davanti al grembo.} Hai ragione, non devo. { Annuisce e lascia che l’altra scopra il capo di Actarus così come lei ne ha scoperto il corpo, tenendo solo sul pube un panno per rispetto alla salma. Ed è nel momento esatto in cui la Somma libera il viso ed i capelli, che una brezza tiepida entra dalla finestra, portando via con sé l’odore di morte che appestava la stanza e probabilmente anche la veste e la pelle della stessa Magistra. Poi i lembi si giungono e il corpo torna integro. Comprende che non sarà possibile farlo destare da quello che sembra un semplice sonno, ma la cosa non sembra rattristarla. Ha accettato da tempo quella morte e adesso ringrazia in silenzio la Dea di quel piccolo dono. Il sorriso di pocanzi c’è ancora, ed ora è rivolto a Callista, con la quale ora avrà modo di parlare dopo molto tempo. Attende soltanto ch’ella sia pronta e poi lascerà che sia lei la prima a parlare. }

CALLISTA {.Stanza Salma.} . Ha solamente appoggiato quel capo a quel corpo, per cercare di ridonare ad un uomo la propria dignità. Tutto il resto non è opera sua e certamente quella luce, quel dono, non è stato fatto per la mezzelfa. Ne è stata solamente il tramite, l'anello di congiunzione tra la Triade ed i Suoi figli. Gli occhi della Dama del Lago, solitamente sensibili ai repentini cambiamenti di luce, resistono per quei brevi istanti in cui il bagliore si manifesta, come se essi stessi fossero a conoscenza del potere divino che si è manifestato attorno a loro. Perfino i profumi usuali, quelli delle acque del lago che si spingono fino alla collina dove il Tempio è stato eretto, oppure quelli dei fiori che non conoscono riposo nel vespro, ritornano a predominare liberamente. Lo sguardo della Somma Stella si volge verso la nera Sorella, annuendo ad una domanda che nessuna delle due ha formulato { Ora possiamo andare ovunque tu voglia andare } C'è una leggera e profonda soddisfazione in quelle parole pronunciate. Ora sì, egli potrà essere arso come nelle migliori tradizioni nordiche e secondo quanto colei che l'ha amato, colei che gli ha donato un figlio, deciderà. Dal cadavere si scosta, avvicinandosi ad Hagall, pronta a partire per qualsiasi meta, pronta ad udire ogni parola.

HAGALL { Stanza Salma > Corridoio . FU } . { La Lupa è quieta. Le ha promesso che a breve sarà nuovamente libera e che mai più la costringerà ad una prigionia tale. Ha sconfitto il dolore. Lo ha bevuto come un veleno da cui oramai è immune ed esso si è mescolato al suo stesso sangue, divenendo parte di lei. Divenendo la sua forza. } Ho bisogno di aria. Ti va una passeggiata nei Giardini Interni? { dal punto in cui si trovano, non è distante l’arcata che conduce in essi. } Sono stata distante dai miei doveri per qualche tempo, così come dalle bacheche. { ammette, conscia che aveva dal principio il permesso di Callista per questa assenza } Dimmi cosa accade sul suolo Sacro { non chiede per favore né usa maniere cortesi. Ma l’altra la conosce e certamente non ne avrà a male. Nel frattempo esce dalla stanza e attende che lo faccia anche la Dama del Lago, prima di chiudere la porta e camminare, scalza con lei, verso i Giardini }

CALLISTA {.Stanza Salma.->.Corridoio.} . E così è. Senza fretta, come due fanciulle che si ritrovano dopo una lunga assenza a parlare di cose futili, le due Sorelle si ritrovano fianco a fianco, pronte ad incamminarsi verso il desiderio di Hagall, troppo a lungo rimasta confinata in quelle quattro mura, ad attendere la chiusura di quel Cerchio. Annuisce semplicemente, riflettendo i propri occhi nei suoi color dell'ambra, avviandosi verso la fine del corridoio, verso i giardini interni, precisamente in quella zona che all'Oscura appartiene. { Cosa non accade, piuttosto. Nessuna nuova battaglia contro l'Armata. Sono ancora lì, a quanto pare. } La voce rimane bassa, lontano il tempo dei sorrisi e delle soddisfazioni. Sembra che tutto sia rimasto ancorato alle viscere dell'Isola, vista la totale assenza di partecipazione ad una guerra che dovrebbe già essere scoppiata da tempo { E poi... Gwendhelen. E' sparita. } I suoi occhi si abbassano, come se volessero cercare quei minuti piedi che appaiono e scompaiono a ritmo cadenzato dalle stoffe della sua gonna. { Vorrei anche parlarti di Krysliin e di Roseline, se me lo permetti. Ma prima, dimmi...} Ormai giunte all'estremità del Tempio, i suoi passi affondano nell'erba bagnata della notte e la voce della Dama del Lago non accenna a fermarsi { ... perchè un drow aveva la testa di Actarus? }

HAGALL { Corridoio > Giardini Interni . FU } . { Ascolta le parole di Callista, lasciandosi alle spalle, almeno per ora, i doveri che le competono in quanto compagna di colui che dovrà essere onorato con i prossimi rituali. } Non sembra poi così pericoloso questo esercito. Certo, non dobbiamo sottovalutarlo, ma per il momento possiamo occuparci di altro { non si riferisce a niente in particolare al momento, se non ai comuni doveri delle Figlie del Tempio } Questo dovresti chiederlo a Raine. Quando con Mitrhil ci siamo recate da lei, ci ha detto che ci avrebbe fatto avere la testa. Null’altro. { si stringe nelle spalle } Questi erano i patti. Lei ce l’ha procurata. Ma non so se la possedeva e l’ha semplicemente fatta consegnare da tale drow, o se l’aveva lui e lei gli ha comandato di restituirla { la notte le accoglie nei giardini } Ti ha detto qualcosa quando te l’ha consegnata, questo drow? { domanda infine }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Dietro di loro la morte. Davanti a loro, la Morte. Ma, in fondo, non lo sono entrambe? Non è questo che portano con orgoglio sulla fronte? I cespugli di sorbo accolgono entrambe, graffiando, con le loro spine, gli abiti di entrambe, come se fossero le mani di quegli spiriti che da tempo, da sempre, artigliano i loro cuori. { No, non mi ha detto nulla. Solo che non è stato inviato da Ilyth, la matrona dei drow. } In effetti, le parole di Hagall hanno un senso. Raine, certo. Non poteva non esserci lei di mezzo { Non credo che Ilyth abbia qualche rapporto con il ductor. Vive alla fortezza ancestrale e ci ha promesso l'aiuto di quanti appartengono alla sua famiglia, per estirpare l'Armata delle Fiamme } Questo è quanto ella sa, sebbene il confine tra l'aver udito e crederci sia piuttosto ampio, per Callista, e soprattutto per la mezzelfa che c'è in lei [//malus: istintiva diffidenza]. Senza alcun motivo particolare, d'improvviso, le sue gambe si arrestano e con la mancina trattiene il corpo della sorella, allungandolo come per voler mettere un freno anche alla sua, di avanzata. { Ferma. Non la senti? } Si sta riferendo a quell'ombra che infida, terribile e stomachevole va sempre più allargandosi, come se fosse viva, come se desiderasse sangue e vita. Si pone direttamente davanti ad Hagall, come una lupa che protegge i propri cuccioli. Ma qui, tra le due, la lupa è l'altra.

HAGALL { Giardini Interni . FU } . { Sono uguali a quelli che ha tatuati addosso, i rovi che le sfiorano quando passano loro accanto. Non esce sangue dai lievi graffi con cui quelle spine cercano di decorare le loro caviglie. Calpestano un suolo sacro, vivo tanto quanto morto. Il loro suolo sacro. } Dubito che la Matrona abbia interesse per la testa di un Cavaliere { poco le importa, ormai, chi sia stato il colpevole. Saperlo non le restituirà quella vita. Davanti a lei le ombre prendono una forma diversa. S’addensano in quella familiare forma di veliero che spesso ha guardato pensierosa. Non ha intenzione di camminarci dentro, dunque il comando di Callista arriva quando il suo passo già stava rallentando } La sento, si. È viva. { corruga la fronte } Non mi piace. { e per Callista quelle parole hanno un significato preciso. Perché loro amano ogni ombra. Ma quella, quella ha qualcosa di malevolo } Cosa avete intenzione di fare, dunque, tu e le altre? { ricorda solo qualche dettaglio di quanto avevano detto in bacheca }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . No, non piace nemmeno a lei. Volge le spalle, ora, a quell'ombra a forma di veliero, quel nero cratere che si è formato nel tentativo, suo, della Stella del Vespro e della Custode della Luce, di interrogare la Vecchia. Una cicatrice viva, a degno ricordo di quello che potrebbe sembrare un loro fallimento. { Tutto laggiù è morte } Una sentenza pronunciata a denti stretti, denti che sanno anche mordere, se necessario. La voce della Dama del Lago è uguale a quella che la stessa Magistra ha udito più volte, perfino provenire dal corpo di Callista. Ma non è la voce della mezzelfa, no. Entrambe le mani risalgono il corpo di Hagall, terminando la loro corsa sulle sue guance, portando gelo e inquietudine con quelle dita così pallide in confronto alla pelle ambrata che accarezzano. Non fa male, la sua presa, perchè è debole e stanca, come quella di una vecchia con le mani grinzose e le macchie bluastre dell'età che avanza. E' più per quel tocco sovrannaturale che per la forza che ci impiega, che chiede, in silenzio, di osservare i suoi occhi. Gli occhi che hanno un taglio felino, selvaggio ed un colore che perfino la natura ha dimenticato. E cosa riuscirà a vedere dentro quelle polle Hagall? Cadaveri in decomposizione, spinti da una corrente profonda. Occhi fissi, narici spalancate, trasportate e mangiate dai pesci. Lingue che ballonzolano come foglie d'alga tra bianche labbra. Alcuni morbidi come meduse, altri ridotti semplicemente a scheletri. Morti. Tutti quanti. Trasportati nel fiume dell'oblio che non conosce fine e che mai si seccherà. { Cosa vedi, Hagall? } Un soffio. Non di vita, perchè quella non le è destinata.

HAGALL { Giardini Interni . FU } . { Scuote il capo, avvicinandosi a Callista e sfiorandole la spalla destra con la propria mano sinistra } C’è qualcos’altro, io credo. Perché se fosse soltanto morte, allora non ci farebbe paura. { perché è questo che fa loro, vero? Paura. Una paura cieca e sorda, che si insinua nelle ossa laddove la morte loro già posseggono. La mano torna a morirle lungo il fianco quando sono quelle della Dama del Lago a risalire il suo corpo. Le raggiungono, gelide, il viso. Lo stesso gelo di morte che ancora sente sulle labbra dopo aver baciato quelle di Actarus. Ma adesso lui scompare, come quella stessa ombra alle loro spalle. Restano soltanto le dita di Callista ed i suoi occhi. Così diversi dai suoi nel taglio, eppure così simili nello sguardo. Infine se ne va anche la mezzelfa. Scivola fuori dal proprio corpo, o forse si rintana in un cantuccio di questo, per lasciare spazio alla Velata. La vede, Grandine,dentro quelle iridi profonde come pozzi bui. Dove cadono i bambini. Dove si perdono i corpi. Dove ammuffiscono le ossa. } Vedo la morte. Un fiume che trasporta sul proprio dorso, come serpente che striscia nel tempo, corpi di moribondi e di morti. Vedo i loro volti. Le loro orbite vuote e la carne che si disfa. Vedo ciò che servo. Ciò che sono. { come ipnotizzata da quella visione, risponde in un sussurro anche lei. Per esperienza, però, non si lascia trascinare del tutto dentro la vista. I piedi nudi sono come radici di quercia che l’àncorano al suolo }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . E chissà se colei che ode la risposta attraverso le orecchie appuntite è la Dama del Lago o direttamente Colei che tutte loro, seppur in differenti forme, servono. Annuisce, con quanta più lentezza possibile, lasciando ampi spazi d'attesa fra un gesto e quello successivo, a ricalcare le parole stesse della Figlia di Rhiannon { E' vero. Tu sei la Morte e là c'è ben altro. } Le sue mani scivolano dal corpo della mutaforma, la abbandonano in quel gelo che ha fatto proprio. Non c'è spazio per nuove carezze, non c'è il tempo per le spiegazioni. Lei non ne ha e non possono averlo nemmeno le Sue Figlie. { Tu sei quel serpente. Tu li vedi perchè sono te. } La mancina abbandona il nero fianco della Somma Stella, per innalzarsi nell'aria, a disegnare ampi cerchi nello spazio, catturando quelle essenze invisibili alla maggior parte degli esseri viventi, ma non a loro due. Sembra che quelle candide dita vogliano afferrare quegli spiriti che aleggiano sopra di loro, tra di loro. Ovunque. { Sarai la mano che li comanda, Hagall } E solo ai loro occhi, ad occhi che riescono a comprendere, alcuni filamenti di sconosciuta origine si staccano dal turbine di presenze, fiondandosi verso la nera stella della Sacerdotessa, forse sparendo dentro di essa, o forse colpendola con forza. { Eccoti. Sei la Morte e la Custode degli Spiriti. Non lo sei sempre stata? }

HAGALL { Giardini Interni . FU } . { Le mani di Callista la lasciano e il vento della sera, solitamente tiepido, nulla può per cancellare quel gelo che le ha lasciato impresso sul viso, forse perché niente ha a che vedere con le temperature. Segue i suoi movimenti, osserva la sua mano mancina compiere movimenti circolari nella notte, come fosse un pittore che ha davanti a sé una tela buia e fredda, e le dita come pennello. La pittura però, non esce dalle unghie della mezzelfa, ma anzi ad esse resta impigliata, sottoforma di filamenti argentei ch’ella artiglia e strappa dal nugolo di anime che aleggiano in ogni dove, attorno a loro. Poi ecco che quell’opera d’arte si conclude con lei, andandosi ad insinuare nella sua fronte, dove la stella inghiotte ogni cosa e prende a brillare con forza (Luce di stella liv4) } Lo sono. { risponde semplicemente ebbra di quel gelo e quella morte e quelle anime che le stanno entrando in corpo come in un sacro amplesso primordiale }

CALLISTA {.Giardini Interni.} . Si affaccia alla realtà il vero volto della Dama del Lago, ma in realtà, non è stata tutta opera sua, fin dall'inizio? Dove inizia la volontà della mezzelfa e dove quella della Triade che l'ha scelta come incarnazione terrena? Il braccio alzato si distende, le dita si allungano per sfiorare quella stella che da nera è d'improvviso divenuta argentea e ora brilla, pregna di potere e di quella forza irrazionale che appartiene solamente al mondo degli spiriti. { Non mi tradire } E chi ora sta parlando? Gli occhi della mezzelfa sembrano aver perso qualche tonalità, ora che della Vecchia si sono rivestiti, apparendo sempre più chiari, meno brillanti, meno simili allo smeraldo incastonato nella stella che porta al collo. Un prezzo degno d'esser pagato, per aver rivestito d'ombre colei che un giorno le chiese di poterla chiamare madre. E se lo è stata, una madre, dev'essere stata come la più terribile. Senza null'altro pronunciare, senza aver bisogno di aggiungere nuove parole, si allontana in silenzio dalla nuova Custode, nuovamente verso l'ala del Tempio riservata alle Sacerdotesse. La lascia sola, a pochi metri da quell'ombra viva. Sa come gestirla, ora; non ha più bisogno di lei.

HAGALL { Giardini Interni . FU } . {[MANCA PARTE INIZIALE]... si prostra a terra. Stremata. Fiera. Pronta. Vuole pregare col viso nella terra. Vuole sentire il respiro di questa e dimostrare a quell’ombra che non la teme. Un Cerchio, quello del Cavaliere, che si chiude. Uno nuovo, quello della Custode, che si apre. }


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