Sogni d'oro, principessa di Avalon

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Haynes_Biancospino
00giovedì 28 maggio 2015 01:37
Inwe / Haynes
Non so perché con questo profilo non mi faccia collegare link o usare il grassetto, ecc.
Ecco il link della giocata sul forum Masters, trovate anche riassunto e commento:

http://freeforumzone.leonardo.it/d/11064411/Sogni-d-oro-principessa-di-Avalon/discussione.aspx

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HAYNES { . Stanza Roseline . }{FU}{ Il nero manto di Rhiannon avvolge l’Isola dei Pomi quasi come a volerla soffocare, sovrastando col silenzio della Tenebra ogni piccolo rumore. Nei nidi gli uccellini dormono protetti dalle piume della loro madre, nelle tane altrettanto fanno le volpi, le talpe e gli insetti. Tuttavia, la Principessa di Avalon non riesce a chiudere occhio. Distesa nel suo lettino posizionato nell’alcova della Stella del Vespro, non riesce a spostare lo sguardo dal letto vuoto della madre. Sa benissimo che non l’abbandonerebbe mai, eppure ogni volta che la cucciola è lontana dalla Leonessa non riesce mai a riposare. Tenta in tutti i modi di distrarsi: cerca di immaginare un gregge di pecore, il più vasto possibile, e tenta di contarle nella speranza di riuscire a prendere sonno. Niente. Lei è lì, un chiodo fisso al centro dei suoi pensieri: nel buio della sua mente ci sono solo i capelli chiarissimi di Roseline e le scapole ossute contro cui l’Animorph è solita poggiare la fronte. Tenta di scacciare quella visione in un impeto di stizza, scalciando e serrando i piccoli pugni ma tutto ciò che ottiene sono delle calde lacrime pronte ad offuscarle la vista e a rotolare giù per le guance paffute. Non si trattiene più Haynes: non riesce a non singhiozzare ed a non stringersi nelle spalle, incurante del fatto che la lignea porta della stanza sia aperta e che all’esterno qualcuno può udire i suoi singulti. }

INWE [Alcova → Corridoio] Sempre siano benedette le candele, le fiaccole e le lanterne – e non soltanto perché nessuno può più letteralmente più farne a meno, in questi giorni oscuri, ma soprattutto perché anche in quelle luci fioche è possibile cercare e trovare il Fuoco di Colei che la mezzosangue serve. Da quanto le mura del Tempio non si tingono più del rosso intenso del meriggio, o del bianco abbacinante dell'alba? Ha quasi perso il conto, ormai, di questi giorni che strisciano uno dietro l'altro con lentezza inesorabile, finendo inevitabilmente per confondersi. L'unica difesa contro l'oscurità imperante sono proprio le fiaccole o, in questo caso, le candele come quella che tiene nella destra, nonostante non manchino le torce ad illuminare il corridoio in cui sta affacciandosi dalla propria alcova: stasera, chissà perché, sente il bisogno di portare con sé un frammento della luce calda di Cerridwen. S'è ritirata presto, stasera, così che chi facesse capolino nel corridoio che si snoda fra le alcove delle Sacerdotesse la vedrebbe vagare scalza, con i capelli sciolti e la veste da camera malamente coperta da una sorta di scialle che s'è frettolosamente buttata sulle spalle. Il progetto sarebbe raggiungere le cucine – sperando di non incrociare nessuno – per preparare l'ormai abituale infuso di valeriana consigliatale da Nixi per riposare, ma un suono, dapprima debole, poi sempre più distinto, la porta a frenare il proprio passo già avviato verso la Sala centrale:tende l'orecchio, in ascolto muto per qualche secondo, fin quando non è del del tutto certa che si tratti di singhiozzi. Che provengono... dalla stanza di Roseline? La fronte pallida s'aggrotta e le sopracciglia s'avvicinano, mentre già la preoccupazione inizia a sfoderare i suoi artigli: velocemente farebbe retromarcia, portandosi fino all'uscio socchiuso della stanza della Regina. Non entra ancora, ma fa sentire la propria voce da dietro la porta: “Roseline, cara va tutto bene?” domanda a voce sufficientemente alta da farsi sentire all'interno. Non ha idea dell'assenza della consorella e della presenza, invece, della piccola principessa.

HAYNES { . Stanza Roseline . }{FU}{ Il movimento sussultorio delle spalle cessa solo quando una voce proveniente da dietro la porta solletica l’oto dell’Animorph. Solo in quell’istante la piccola strozza il suo ultimo singulto, trovandosi a tirare rumorosamente su col naso per impedire al moccio di colare sulla suntuosa veste bianca. La presenza di qualcuno non solo ha attirato tutta la sua attenzione, ha anche allertato tutti i suoi sensi. } Maman? { Chiama con la voce leggermente arrochita dal pianto, sfregolandosi gli occhi arrossati e sfoderando il suo spiccato accento francese. Quando si rende conto che il timbro della voce sconosciuta non è quello della Stella del Vespro il panico l’assale: l’unica cosa che le viene in mente di fare è di sollevare il lenzuolo fino a sopra il capo, evitando di tremare ulteriormente per non sentire il lettino sbattere } Ch-chi sei? { Domanda con tono incerto, facendo capolino dalla stoffa delle lenzuola solo di tanto in tanto per permettere agli occhioni azzurri si spiare la soglia della stanza. }

INWE [Corridoio → Stanza Roseline] La terra sotto il Tempio borbotta ancora, di tanto in tanto, ma si ben può dire che la mezzosangue ci abbia fatto l'abitudine, dopo tanto tempo. Ormai è sempre pronta a fronteggiare anche le rare scosse più forti, di quelle che fanno tremare perfino le pareti per pochi, interminabili secondi, semplicemente allargando le gambe e le braccia così da bilanciare il peso correttamente. Non sembra essere questo il caso, però, perché lo scrollone svanisce in fretta come è arrivato, lasciandola ancora in piedi, sull'uscio: quando la vocetta di Haynes si fa sentire, nel buio, la Sacerdotessa sgrana gli occhi, comprendendo: una bimba nella stanza di Roseline, con un accento tanto simile a quello della Stella, non può che essere la piccola Haynes. Non è difficile cogliere la nota di panico nelle parole della bambina, ed è per questo che s'affaccerebbe oltre la porta, recando con sé la candela, con il sorriso più rassicurante che riesce a sfoderare. “No, piccola, non sono la mamma... però sono una delle sue sorelle. Mi chiamo Inwe” parla a voce bassa, ora, senza smettere di sorridere alla vista della principessa barricata dietro al lenzuolo “E tu sei Haynes, vero?” domanda entrando nella stanza, osservando il visetto della piccola: da quel poco che riesce a vedere, il poco tempo passato dalla sua nascita ha portato con sé una crescita notevole.

HAYNES { . Stanza Roseline . }{FU}{ La creatura che fa capolino dalla porta non è un mostro, bensì una fanciulla dalle fattezze rassicuranti. Una volta studiata da cima a fondo la figura di Inwe, la Leoncina lascia scivolare il lenzuolo, tenendolo stretto fra le dita paffute e mostrandosi interamente per quello che è : una bambolina bionda dal crine arruffato. Ascolta incuriosita ciò che la sua interlocutrice ha da dirle, inclinando leggermente il capo quando ode la parola “sorelle” } Quindi sei mia… zia? { Domanda timidamente, storpiando accidentalmente le parole col suo accento che rende le “z” molto simili alle “s”. Una volta appurato che la giovane donna non è lì per farle del male la Principessa pare sciogliersi un pochino: rilassa le spalle e si sporge in direzione di Inwe, poggiandosi sulle ginocchia e sporgendosi oltre la ringhiera di ferro } Quante sorelle ha maman? { Ora che ha acquisito un poco di sicurezza, le viene facile rivolgersi alla Sacerdotessa del Meriggio. Quando, però, si accorge che quest’ultima conosce il suo nome aggrotta la fronte, stringendo convulsamente il lenzuolo e portandoselo alle labbra. Lentamente annuirebbe. }

INWE [Stanza Roseline] Senza fretta entra nella stanza di Roseline, muovendosi con una naturalezza che, se non fosse per la bambina, di certo non avrebbe nel violare così gli ambienti privati della sorella. È una questione di priorità, però, ed è consapevole che, con ogni probabilità, più si mostrerà distesa più sarà facile calmare il pianto e l'angoscia della piccola principessa. Con tutta la la tranquillità di questo mondo s'avvicina al lettino, dunque, annuendo e sorridendo ancora nel sentire quello che la bimba ha da domandare: “Sì, si può dire che sia tua zia.. zia Inwe. Però, non suona male” le ultime parole sono più rivolte a sé stessa che alla piccola, ed un sorrisetto divertito farebbe nuovamente capolino sul viso della mezzosangue. “Quante siamo? Uhm, aspetta, fammi pensare...” ormai dovrebbe essere davanti al lettino e cercherebbe di posare la candela su un qualsiasi ripiano per illuminare un poco, prima di sollevare le dita ed enumerare le proprie consorelle. “Vediamo un po'. Ci sono le zie Krysliin e Nixi, la zia Hagall, la zia Nyule e la zia Elysiane... perciò oggi la tua mamma ha sei sorelle. Ma domani potrebbero essere di più!” punta alla curiosità della bimba per distrarla un po', perciò, non appena la vede tornare ad aggrottare la fronte, aggiunge con dolcezza “La zia Elysiane ed io eravamo con la tua mamma quando sei nata, sai? È per questo che conosco il tuo nome”. Parla a bassa voce, senza fretta e senza smettere di sorriderle con dolcezza: il ricordo della venuta al mondo di questa bionda e arruffata bambina è uno dei una delle più importanti memorie che ha del proprio periodo da Iniziata, e non può evitare di essere profondamente intenerita al vederla davanti a sè. “Ma dimmi, come mai sei ancora sveglia? È molto tardi, sai?” domanda poi, osservandola e continuando man mano a riconoscere nel visetto infantile nuove impronte della Stella del Vespro.

HAYNES { . Stanza Roseline . }{FU}{ Zia Inwe. La cucciola se lo ripete all’infinito nella mente, almeno fino a che non è sicura di averlo imparato. Con la coda dell’occhio osserva la Mezzelfa avvicinarsi ed in cuor suo è felice di non essere sola e di non essere completamente al buio. Lo sguardo si concentra sull’incostante fiammella della candela fino a che la Sacerdotessa del Meriggio non ha terminato di elencare i nomi, quindi la piccola si cimenta nella ripetizione della lista } Inwe { Questo l’ha imparato bene } Kyslin, Nixi, Haga, Nule, Lellisiane { Beh, li ha uditi una volta sola. Che cosa ci si potrebbe aspettare da una bimba di quattro anni? Non ha ben capito che il significato che lei attribuisce alla parola “sorelle” non è lo stesso datole dall’Ancella, perciò quando quest’ultima afferma che il numero potrebbe aumentare la Principessa sgrana gli occhi } Altre zie? { Domanda allarmata. Quando la Mezzelfa le spiega come fa a sapere il suo nome l’Animorph pare rilassarsi: abbandona del tutto il lenzuolo e preme entrambi i palmi delle mani sulle guance, ascoltando Inwe e fissandola insistentemente con fare curioso. Quindi annuisce con cipiglio sicuro } Oui, maman mi ha parlato di Lellisiane { Pare che la Magistra del Meriggio avrà un nuovo soprannome } C’erano tante zie allora! { Esclama allargando le braccia e ridacchiando con la sua vocetta acuta incurante dell’ora tarda. Solo quando la Sacerdotessa glielo ricorda il viso della piccola sembra rabbuiarsi. Come a voler nascondere le sue debolezze, Haynes smette di fissare la donna e preme i polpastrelli dei due indici uno contro l’altro, fingendo indifferenza } Non riesco a dormire senza una storia. Maman me ne racconta sempre una { Spiega sbattendo le lunghe ciglia e giocando con le dita } Nelle sue storie ci sono sempre lupi, principesse e “saceldolesse” { Spiega con calma tirando su col naso e trattenendosi dal piangere. Poserebbe quindi gli occhioni azzurri velati dalle lacrime su di Inwe } Tu ne sai una zia?

INWE [Stanza Roseline] Annuisce al sentirla ripetere i nomi delle altre sacerdotesse, sorridendo al sentire le naturali storpiature dei loro nomi: Lellisiane, in particolare, è una vera perla che non mancherà di comunicare alla diretta interessata non appena la vedrà. “Esatto, siamo tante sorelle” conferma “e ogni tanto qualche fanciulla giunta qui al Tempio diviene anche lei parte della nostra famiglia, se è questo il volere della Dea. Così acquistiamo una sorella in più” certo, spiegare cose del genere ad una bimba è un po' complesso, ma tenta di fare il possibile. Quando Haynes spiega il motivo del suo essere ancora sveglia la Sacerdotessa stringe appena gli occhi, mormorando un serissimo “Capisco”: quindi scivola a terra, andando a sedere vicino a dove presume la principessa poserà il capo, sistemandosi meglio lo scialle sulle spalle magre. “Non conosco molte storie sulle saceldolesse, a dire la verità, ma conosco la storia di una piccola principessa. Dunque” si schiarisce appena la voce, prima di iniziare a narrare in tono sommesso “c'era una volta una piccola principessa. Viveva su un'isola incantata, dove era sempre primavera, assieme alla sua mamma, la la Regina, ed al suo papà. Era una bimba felice, a cui tutti volevano bene, e a cui piaceva molto andare a spasso per la bella terra con la sua mamma, sotto il sole. Ascoltava gli uccellini cantare, guardava le farfalle volare fra i fiori e ogni tanto era così fortunata da vedere, fra i rami, una delle fatine che popolavano la foresta. Era molto felice, insomma. Finché un giorno... il sole sparì. Nessuno sapeva dove era andato a cacciarsi, e tutti quanti si preoccupavano moltissimo: come avrebbero fatto senza il sole ad illuminare i giorni e a riscaldare la terra?” Parla senza fretta, la mezzosangue, modulando la voce come ha sentito fare tante volte dai cantastorie, così che essa acquisti il ritmo morbido ed ipnotico che rende tanto conciliante il sonno perfino il resoconto di una battaglia.

HAYNES { . Stanza Roseline . }{FU}{ Ora il discorso delle sorelle le appare più chiaro } Oh { Commenta semplicemente a tal proposito, riservando alla Sacerdotessa un sorriso amichevole. Osserva Inwe mentre si siede a terra: ora i loro visi sono vicini. Allungherebbe quindi la destra in direzione del volto della Mezzelfa, sfiorando con le dita la stellina cremisi e pensando ancora una volta a Roseline. Questa volta, però, sua madre viene accantonata in favore della promessa di una favola } Sì! Raccontamela ! { Grida ancora entusiasta, battendo le manine e saltando sul letto. Non appena si rende conto dell’ora tarda si limita a chinare il capo e a sorridere di nuovo, mettendosi a sedere a gambe incrociate e seguendo la storia con vivo interesse. Nonostante la fiaba le piaccia, la cucciola non può far a meno di sbadigliare due o tre volte, mentre si rende conto che gli occhi si fanno sempre più pesanti. Cerca di resistere Haynes, lottando contro il sonno per conoscere il destino della piccola principessa } E poi? { Domanda, seriamente curiosa di conoscere l’esito della storia. Purtroppo questo non sarà possibile: difatti, mano a mano che proseguirebbe col suo racconto, Inwe potrebbe notare il capo di Haynes scivolare di lato ed il corpo dell’Animorph arrendersi alle fatiche della giornata. }

INWE [Stanza Roseline] Gli occhi della mezzosangue vagano per la stanza, cercando spunti possibili per la storia che sta inventando; di tanto in tanto si posano sulla bambina, scrutandola da sotto le ciglia, ma cela la tenerezza che le ispira dietro una maschera concentrata. Lascia che la manina di Haynes si stenda e che le dita sfiorino la stellina rossa che le campeggia sulla fronte, sorridendo. Le sue dita, invece, giochicchiano con un lembo dello scialle, mentre riprende il racconto, abbassando il tono man mano che nota come la bambina si stia appisolando. “E poi... beh, anche la piccola principessa era preoccupata , perché le dispiaceva molto non poter più giocare sotto il bel sole dell'eterna primavera, e così andò a cercarlo. Non partì da sola, ovviamente: come ogni avventura che si rispetti, aveva bisogno di compagni valorosi che la sostenessero nel momento del bisogno. Ma a chi chiese aiuto lo scopriremo un altro giorno” conclude senza cambiare tono, per poi alzarsi lentamente in piedi ed osservare dall'alto la giovane Animorph addormentata: sistemerebbe le lenzuola per benino, così che non abbia freddo durante la notte, e poi, recuperata la candela, farebbe la sua uscita in punta di piedi. Sogni d'oro, principessa di Avalon.
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