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Nivienne
00domenica 15 novembre 2009 16:12
Renesme, Iniziata del Tempio [03/09/09]

RIASSUNTO: dopo uno scambio di missive con Callista, ritorna Renesme al Tempio, per incontrare colei che l'interrogò sulla sua fede e sulla sua scelta di servire la Triade, tempo fa. Altre domande nascono da quell'incontro, sul tempo passato, sui druidi e sulla scelta della giovane maltese. Alla fine la Somma Stella l'accoglierà al Tempio quale Iniziata.



RENESME [°°giardini esterni°°] Così segui il ritmo del trotto di Rose che ti culla, quasi imitasse i battiti del tuo cuoricino. T’alzi ritmicamente sulle staffe, ballando una danza sconosciuta che le ciocche bionde seguono eleganti, agitandosi come un’aureola dorata intorno al tuo volto angelico, dai tratti ancora vagamente fanciulli. Il tuo animo è sereno, i subbugli sembran esser ormai un ricordo di ieri, hanno lasciato spazio alla solita gaiezza e tranquillità che t’accompagna nella vita da sempre. Or con la mancina e la diritta in contemporanea vai a tirar saldamente le briglie verso il tuo ventre, con l’intenzione di far rallentare l’andalusa, giardini sono ormai vicini. E così, seguendo il tuo volere Rose t’ascolta, facendo scemare il trotto, tornando al passo, pacatamente. Intravedi in lontananza la facciata del tempio, scura come la pece, profonda come la notte, ombrosa come la Signora Oscura. Scendi con un piccolo balzo che ti fa frusciar la veste di seta candida, andando poi ad afferrar le briglie nuovamente, conducendo la cavalla verso un albero abbastanza imponente. Vi leghi con delicatezza Rose, anche se sai che mai tenterebbe di scappare. Le dai una carezza dolce sul muso grigio, piena d’amore e affetto. Torni sui tuoi passi, per poi continuar a camminar verso l’apertura che ti porterà dentro. La stella in alto sull’arco brilla sotto la luce cangiante di Selene, che quest’oggi svela le sue grazie per intero..

CALLISTA {.Navata Centrale.} . Sono discese le tenebre. Lente e cupe, come ogni notte, dall'eternità ad ora. Nulla di nuovo tra quelle ombre che della luna gravida brillano, regalando argentini bagliori nell'ampia sala circolare, trovando l'eco di quella stessa luce nella veste dorata della Somma Stella, che la circonferenza del sacro edificio ha preso come mira, in queste ore. Cammina lenta, in una danza pacata che vede rincorrersi le pregiate stoffe l'una all'altra, rapendo ogni chiarore con le sbiadite iridi di smeraldo, seppur l'eredità d'un padre sconosciuto le permetta di solcare senza alcuna difficoltà ogni oscurità e di percepire ogni suono ed ogni odore, a distanze tali che nessun essere mortale riuscirebbe a capacitarsene. Forse leggermente più rapida perfino la sua andatura, seppure sia d'una lentezza capace di lasciar rimirare ad un eventuale spettatore ogni suo perfetto lineamento scolpito nell'avorio, evanescente figura che d'umano poco dimostra, ora che è stata prescelta dall'Una e Trina. Il volto non lascia intuire alcuna espressione, seguendo le sue volontà ed il suo carattere, più che la non appartenenza ad uno dei Suoi tre volti. A nessuno e a tutti e tre, in fondo. A ritmo cadenzato il suo petto s'innalza, intrappolato in un prezioso corpetto dai riflessi dorati, sì da lasciarle respirare i profumi che dal braciere si innalzano, avvolgendo lo stesso altare con le alte spirali che si disperdono nell'aria. Profumano ancora di Lughnasadh e della raccolta, dell'esplosione di luce e della gioia. Presto giungerà il tempo dell'Oscura, molto presto. Ma in questa notte altri sono i pensieri della Dama del Lago, riflessi condizionati da quei passi che dall'esterno già la raggiungono, andando ad arrestare la sua passeggiata nei pressi dell'arcata che conduce ai giardini esterni. Non parole provengono dalle sue sottili labbra, non sorrisi. Eppure sa chi è e perchè sta varcando quella soglia.

RENESME [°°navata centrale°°] Tre gradini con lentezza Sali, sollevandoti la veste con la mancina. Le ciocche bionde ti ricadon sul visetto chiaro, baciato solamente dalla fioca brillantezza della Luna. Gli smeraldi vengon celati per qualche secondo quando ti trovi dentro, quanto basta per fermarsi e ispirar a pieni polmoni l’energia di quel luogo così speciale. Ti fa sentire meglio, ti innaffia di armonia che quotidianamente smarrisci, t’inonda di pazienza che stenti a creder di possedere. Quel silenzio che ti assorda piacevolmente, interrotto solamente ora da alcuni passi, non molto lontani. Passi che ricorderesti forse se fossi più attenta, dunque palesi nuovamente le smeraldine fiammeggianti come due braci ardenti nel buio e scruti impulsivamente le nicchie, cosa che ormai fai senza nemmeno accorgertene, ogni volta che ivi giungi. E dopo lo sguardo dalle vermiglia s’aggiungono delle parole silenziose che vanno a sfiorarti le rosee, come una goccia di rugiada che cade delicatamente da un filino d’erba. Torni sui passi che hai sentito, la tua attenzione si dirige verso quel dove. Puoi or immaginare di chi si tratti, ma non puoi esserne certa ovviamente, riprendi con la mente la missiva ricevuta e senza pensarci t’avvicini all’altare, mantenendo il capo rivolto leggermente verso il basso, in segno di deferenza per colei che credi si celi fra le ombre circostanti. Non vuoi disturbare, per questo nulla favelli, almeno per ora, mentre percepisci l’aroma che il braciere infonde all’aria pervaderti con piacere le nari.

CALLISTA {.Navata Centrale.} . Arrestato il passo, i dorati veli della sua gonna ricadono privi di vita sul freddo pavimento di pietra, celando la vista di quelle pallide mezzelune che nella danza senza timore si mostravano, libere da catene, libere di volteggiare, ballare e correre. Le braccia, al contrario, non hanno trovato lo stesso obbligo e si allungano per sistemare il nero nastro che tenta di racchiudere il biondo crine della mezzelfa in una semplice acconciatura, spezzando l'uniforme colore che ricorda i campi di grano già maturi, pronti per la mietitura. Tempo passato, quello. Lo stesso che è passato da quando ha incontrato quella fanciulla che ora s'addentra nel Tempio, richiamata per sua richiesta, per Sua volontà. Si sofferma lo sguardo della Somma Stella su di lei, sul suo volto, sulla sua veste { Ben ritrovata, Renesme } Rauca la voce che si lascia udire nello spazio tra la mediterranea e la meticcia, colmi d'orgoglio i suoi occhi, che dalla presa non demordono { Per quante volte la luna ha mostrato il suo volto da quando ci siamo incontrate? Cosa vi è accaduto in questo tempo? } Si mantiene inespressivo il suo tono, così come la distanza fra le due, che da parte della Dama del Lago non viene meno. Quante cose accadute, in realtà. Troppe da raccontare, se la domanda fosse rivolta a lei. Fortunatamente è lei ad essere l'inquisitrice, ancora una volta. Ma quel gelo che l'altra forse rammenta nella sua nera stella è andato perduto nelle stesse tenebre. Ora in lei c'è anche il candore della Vergine e la passione della Giusta. E per sigillare questo cambiamento, un sorriso nasce tra il perfetto disegno d'un volto che non dimostra la sua vera età { Allora il vostro pensiero era che fossi un'ancella di Rhiannon. Ora qual è la vostra opinione? }

RENESME [°°altare°°] La fiamma danza, a meno d’un metro da te, che inerme ascolti il silenzio. Ma poi questo si rompe, sotto le note roche del tono di Colei che da poco lontano favella. Fatichi a metterla a fuoco, a trovarla in quell’abisso notturno, ma dopo lo sforzo infine la vedi. È cambiata. Questo è ovviamente il primo pensiero che si scolpisce nella tua mente, t’aspetti un brivido intimo di sollievo, ma questo non giunge, te ne stupisci: evidentemente la apprezzavi anche prima. Le tue ginocchia si flettono, con grazia ti sollevi i lembi del vestito di seta candida, un inchino sincero istintivamente le porgi. Lo porgi ad Ea, ai tre volti e anche al corpo che porta il nome di Callista. Poi il sorriso contraccambi, svelando quella cascata di perle che gelosa celi sotto le rosee, quel gesto che ti cambia ed addolcisce ulteriormente i tratti, ti illumina l volto..Il tuo tono squilla come una campanella melodiosa, accompagnato da qualche piccolo accenno di gesticolazione.. **mare asperum..** Non pronunci il suo nome, non sai se le appartiene ancora, se sia lecito farlo insomma. Continui a sorridere imperterrita, come sempre fai, angelicamente, or che più il leggero timore che t’incuteva è sparito. **Oh, non saprei, molto tempo sicuramente..di certo più di tre lune gravide son trascorse..** Un respiro profondo, prima di continuar..**Nulla di interessante certamente, sono stata malata per lungo tempo purtroppo.** un sospiro quasi sfiora le tue labbra rosee, ti sei trascinata qui quando hai potuto, andando anche contro il volere di colui che ti ha curata..La fissi ora, forse sfacciatamente, ma non vuol essere maleducato come sguardo poiché è carico di curiosità. La trovi…bella. Si, bella, in quell’abito dorato che l’avvolge come un alone evanescente. Mediti qualche attimo prima di risponde all’ultima domanda, con un tono gentile, forse a tratti leggermente dubbioso..**Mi ricordate Kagome.** lo dici perché è la verità, ti riaffioran i ricordi di quel pomeriggio in cui l’avevi incontrata ed or colei che hai di fronte vi ci assomiglia, nella sua grazia ed eleganza, nella sua completezza, nell’abito color del grano. E come un rebus nella tua mente capisci bene le parole di una delle ancelle, che t’aveva detto che al Tempio qualcosa era cambiato. Ma lì per lì non avevi compreso, probabilmente poiché non ne avevi nemmeno gli strumenti, Ren. Credi che lei abbia capito cosa intendi, presupponi che intuisca che forse qualcosa ti è chiaro, ma non trovi le parole per dirle che pensi che lei sia la nuova Somma, chissà perché.


CALLISTA {.Navata Centrale.Pressi Altare.} . Si incammina l'altra dopo aver posato il suo giovane sguardo sulla mezzelfa, studiandola, rispondendo ad ogni quesito, come se questo fosse solamente la normale continuazione di quel dialogo avvenuto prima di Lughnasadh. Tre lune gravide. Sì, forse non erra. Segue quindi i suoi passi, insegue la sua voce fino al suo nuovo arrestarsi innanzi all'Altare, ove le tre Statue osservano quella scena, quel teatrino che ha come effetti speciali sol il tremolio delle torce disposte sulle alte colonne e le levate di fumo che provengono dalle braci ardente poco distanti. Sorride nuovamente, la Somma Stella, come se ogni negazione della lunga vita passata trovasse il proprio sfogo solamente ora. { Sì avete ragione. Sono come Kagome, come era Kagome } si corregge la sua voce profonda, scegliendo di tornare a ritroso su quanto le sue puntute hanno accolto { Ora ella nuovamente risplende tra le fiamme della Madre } Questo forse basterà a far comprendere alla giovane il significato che si cela in quelle parole, sibilline forse, ma di certo non oscure. S'avvicina maggiormente a lei, colmando quella distanza tra il volo di dorate vesti e la fragranza di lavanda che dagli stessi velluti s'abbandona, ad ogni suo passo { Come avete superato la malattia? Soffrite forse? } Così vicine, tali da poter percepire ogni respiro l'una dall'altra.

RENESME [°°pressi altare°°] La ascolti attentamente, in ogni singola sillaba del suo favellar dai toni piacevoli e non più gelidi come uno spiffero o velenosi come un serpente che t’aveva riservato tempo prima. Sei lieta che abbia compreso il tuo intendere. Le ciocche bionde ti ricadono sul viso pallido, ornandolo, quasi fossero dei fregi ricorrenti e ondulati. Gli smeraldi accarezzano la figura che s’avvicina, a passo lento, che sempre meno dista dal tuo corpo ormai immobile. Rallenti il chiudersi e l’aprirsi delle tue palpebre, non più violacee per la salute traballante, ne ascolti il corpo, quasi potessi percepirne il battito..Le gemelle lungo il corpo, un’espressione serena in volto, che non si rattrista nemmen quando nomina la malattia. Quella dannata nemica che l’aveva costretta ad una prigionia frustrante, inchiodata com’era al letto, che l’aveva fatta dimagrire, incupire, l’aveva fatta smettere addirittura di sorridere. **Ho avuto la febbre, non è molto grave se diagnosticata in tempo, anche se, seppur curabile, ti fa soffrire molto..** semplicemente questo favella, con tono gentile e cordiale, di chi soddisfa con piacere la curiosità o l’interesse espresso da chiunque altro. Indi continua..**Un mio caro amico è druido, lui mi ha aiutato.** A lei può dirlo, probabilmente, anche perché non riuscirebbe a mentirle, mai. Poi non lo farebbe, in ogni caso. **Mi ha alleviato la tortura, ma ora, tutto è finito..** Hai pregato così tanto, ti sei recata qui a far la tua preghiera speranzosa, colma di voglia di vivere, ma che mai sarebbe andato contro il Suo volere. “Il caso non esiste” Non era stata forse proprio lei a dirlo? Proprio Callista? Indi aveva sperato che l’Una e Trina le ridasse le forze, la salute, la vita. Ed era guarita, seppur con sofferenza. Questo non aveva fatto che rinforzar il suo desiderio di servirla e aveva aggiunto tanta gratitudine, perché Ren s’era convinta (giustamente?) che Ella aveva esaudito le sue preghiere.


CALLISTA {.Pressi Altare.} . Chiaro e limpido lo sguardo che la mezzelfa rivolge alla fanciulla, così come chiare sono le sue verdi iridi, rapite e distrutte dalla facoltà d'osservare oltre il Velo, di scorgere oltre i confini del tempo e dello spazio. Così era Callista e ciò che ne rimane è la stella ove ogni tenebra s'è racchiusa in quella candida fronte, nettamente visibile sotto la volta argentata della luna che sulla pietra dell'Altare si espande { Da un druido, dite. Quindi ne deduco che non è più vostra intenzione dedicare la vostra vita alla Triade } Una traccia di quel sorriso che dapprima riscaldava le sue pallide gote è morta, come il respiro che nella gola si spezza, come quella sensazione di gioia che da ogni poro della mezzelfa veniva elargito. Ombre si ricalcano nel perfetto incarnato d'avorio, seri divengono quei sottili lineamenti d'origine elfica { O le mie parole sono sbagliate, Renesme? } Rimarca il suo nome, lo trova e lo tiene stretto a sè, come un incantesimo di antiche leggende, di quelle che ti fanno perdere il sonno. Sbattono furiose le palpebre, interrotte dalle bionde ciglia che si rincorrono nell'equilibrio ricercato, senza timore di mostrarsi a lei nuovamente come il volto oscuro, quello che distrugge. Non sa, o forse non vuole dimostrarlo, che la giovane s'è recata al Tempio a pregare l'Una e Trina. Ci sono molti misteri in quello sguardo indagatore che le rivolge, alzando il suo capo quel che basta per riflettere i suoi smeraldi in quelli dell'altra { Nel caso fossi io ad aver errato e non voi, ditemi perchè non avete chiesto aiuto alle Sue figlie. O dovevate qualcosa a questo druido? } Suonano secche le sue parole, voce che parla di inganni che non possono essere svelati.


RENESME [°°altare°°] E così ti spengi, definitivamente. Rimanendo immobile certo, ma il sorriso si smorza immediatamente, le gemelle crollano giù senza comandi alcuni, lo sguardo si fa cupo. Ma una fiamma inaspettata si anima al tuo interno, rovente, indomabile..Vorresti urlarle se è impazzita, certo che no, certo che lo vuoi! Quella fede così profonda ed intima che scalcia dall’interno, fremente, impaziente, che cerca di venire fuori impetuosa, sentendo quelle parole così sbagliate. Ti stupisci della tua reazione, mai avresti potuto pensare che l’avresti voluta contraddire fino allo stremo, per difendere ciò che di più importante ti porti dentro. Ma non muovi nessun muscolo, mediti ancora, come prima, cosa dire? cosa fare? Ti mordicchi il labbro, senti il sapore ferroso del sangue in bocca, poiché vai a riaprire quella ferita appena all’interno delle rosee che ogni volta ti provochi quando cerchi di trattenere le lacrime a quella maniera. Le senti, anche loro, calde, pronte a rigarti le guance color del pesco che si stanno leggermente avvampando. Quel turbamento che hanno provocato quelle parole nel tuo animo è come se lo vedi riflesso anche il Callista, vicinissima, quasi fosse uno specchio dello stato d’animo un po’ sfocato di te stessa. Ma poi il suo volto cambia ancora, un nuovo favellar ti profferisce, i lineamenti le si addolciscono per qualche secondo, tornando però presto ad esser scettici. E quasi torni per qualche secondo a ricordar la vecchia lei, quella ombrosa che ti incute un leggero terrore. **Oh no, veramente no, Callista! Non potrei mai! ..** così sbotti, con tono quasi offeso per quelle parole che ti hanno scalfitto nel profondo, involontariamente. Lacrime di rabbia or ti cadono dalle ciglia lunghe, inondandosi il visetto dall’espressione diventata improvvisamente aspra. Sei mortificata perché le hai fatto pensare una cosa del genere, non avresti dovuto Ren, proprio no! Indi continui..**Scusatemi, io..io…non volevo, veramente, sapete quanto ci tengo, per me non cambierà mai nulla nei confronti dell’Una e Trina, la mia fede potrà solo che crescere..figuratevi se posso cambiar idea.** E or le lacrime che scorrono sono sincere, lacrime di paura forse, paura di averLa offesa. Cerchi di fermarle, invana, mentre lei ti fa un’altra domanda ancora..**Forse ho sbagliato a non rivolgermi a loro, ma non l’ho fatto per sfiducia o cose simili, è solo che…stavo molto male ed ero confinata a letto e lui si è offerto di aiutarmi perché mi vuole bene. Io ho accettato..Così non dovevo muovermi, mi ha curato a casa. Tutto qui, mi dispiace..** le ultime sillabe scivolano, quasi fossero bollenti, indi leggermente abbassa il capo, dispiaciuta, asciugandosi il visetto triste con la veste candida.

CALLISTA {.Pressi Altare.} . S'attenua la corsa del suo respiro, stretto in quel corpetto che solo echi di quei sospiri riesce a rimandare, lenti e ritmati, in sintonia con il battere del suo cuore, nella silenziosa musica d'uno strumento che ritrova il ritmo solamente nell'affacciarsi alla candida statua della Vergine, controllando ogni moto d'ira che in realtà mai aveva trovato via d'uscita in quel candido volto { E come potrà crescere la vostra fede? Ditemi, cosa pensate di fare se diventerete Iniziata? } I suoi occhi ora non chiedono più l'attenzione della giovane, ma sul ventre gravido di Cerridwen si posano, su quel rosso granito che, superando le fiamme del braciere, risplende dello stesso fuoco { Vi siete concessa a lui o a qualcun altro, Renesme? } Un sussurro questo, un segreto che tale rimarrà. { Le sacerdotesse e i druidi rincorrono lo stesso obiettivo, pregano la stessa divinità. Conosco personalmente l'Arcidruida e non ho nulla da obiettare sul loro lavoro. E' su di voi, al contrario... } Non viene terminata quella frase, lasciandola sospesa come i bambini fanno con gli aquiloni spinti dalle tempeste. Priva di conclusione, come il suo capo che volge solamente un fugace sguardo alla Velata, prima di terminare la sua corsa nuovamente verso l'aspirante { Potreste anche non vederlo più oppure rinunciare a tutti coloro che vi sono stati accanto, in questo periodo. Riuscireste ad accettarlo? E per quale motivo lo fareste? } Non muta più la sua voce, rimane profonda come le viscere della stessa terra che accoglie le sue nude estremità. Ma quel veleno, quell'amarezza, quella rabbia... non c'è più nulla. Solo la verità chiedono quegli occhi, nell'affrontare gli smeraldi della maltese.

RENESME [°°altare°°] Altri schiaffi sono quelli che ti arrivano tramite le parole che l’altra favella, senza sapere. Questo un po’ ti turba, non ti piace che ti incolpino ingiustamente. Ti sta provocando? O almeno così credi. **No, non mi sono concessa a lui e a nessun altro, ho combattuto per i miei ideali, ho promesso che sarei stata fedele alla Dea, qualsiasi cosa fosse successa nella mia vita e ho lottato, ho represso tutti i possibili sentimenti, l’ho fatta a mantenere la mia parola.** una pausa per riflettere, quell’impeto mischiato allo sgomento e quel baleno di dolore negli occhi mentre ascolta il seguito del favellar d’Ea. Prendi fiato, continui a combattere**La mia fede cresce con me, giorno dopo giorno, sempre più carica dì amore, devozione e rispetto. Se la Dea mi vorrà fra le sue braccia mi impegnerò per dare il mio massimo, mi sforzerò con tutta me stessa per combattere i dolorosi sacrifici che questo cammino sacerdotale impone..** la fissi, con le smeraldine che tornano tranquilli, il pianto che è scemato già da qualche secondo. Concludi, solenne, quasi rimarcando la tua promessa di fedeltà ad alta voce..**La mia fede mi riempie, mi da tutto ciò che da altre vie mi può negare. Io sono devota, sono pronta a tutto, anche a non vederlo se è questo è il problema. Gli altri? Rinuncerò, il calore che mi restituirà servirla, anche se sarà duro e complicato, saprà colmare i sacrifici e i dolori.** Rimani ora in silenzio, con gli occhi fissi su di lei, attendi, attendi che ti capisca magari..

CALLISTA {.Pressi Altare.} . Ascolta la Somma Stella. Parole già udite, parole che hanno il profumo di una fede senza confini, di un amore che riesce a cancellare ogni dolore, ogni passato. Non parla ancora, ascolta solamente, avvertendo le differenti vibrazioni nella voce di Renesme, comprendendo che l'ha colpita, nuovamente. Ancora e ancora. Forse era quello il suo scopo, forse quella la sua arma? Eppure sorride ora, la mezzelfa. Cerca e trova le mani della fanciulla, le prende tra le sue, senza stringere, solo come una delicata carezza, una piuma. { Non intendevo ferirvi, solo conoscere e capire } S'illuminano i suoi occhi, si frantuma la maschera di freddezza con un secco colpo che d'improvviso libera ogni forma di luce, si scompone in un colore che non è unico, ma ricco d'ogni sfumatura presente in natura, dal bianco più puro al nero più oscuro. Il suo volto assume contorni indefiniti sotto quell'esplosione che proviene dal centro della pallida fronte, là dove una piccola stellina è in grado di trovare l'energia per creare un universo, per illuminare l'intera Isola. Tutto muta nella Dama del Lago: gli occhi che diventano simili ad ogni cristallo conosciuto, la pelle che, riflesso di quella magnifica luce, non è più solamente candida, ma ambrata, olivastra e perfino scura come la terra. L'Una e Trina ha deciso, Ella si sta manifestando nella Sua scelta { Renesme. Avete detto di essere pronta a tutto e che solamente la fede può colmarvi. Attraverso i miei occhi allora potrete vedere, attraverso le mie labbra parlare, attraverso le mie orecchie udire. } E mentre queste parole solenni vengono pronunciate, la presa nelle mani della giovane viene meno, andando a raccogliere una brace ardente dal Sacro Braciere, un pezzo di fuoco che vive e si alimenta sulla pelle della Dama del Lago, che forse brucia ed ustiona ma che non dà dolore, non quando da Lei tutto proviene. Ha compreso la Somma Stella, semplicemente sa. Avvicina quel carbone alla fronte di Renesme, ne traccia rapidamente il contorno di una piccola stella, che tale rimarrà, eternamente tatuata { Siete schiava, ora. Per vostra volontà avete chiesto di poterLa servire. Ed Ella vi ha reclamato e vi donerà la gioia ed il dolore, la conoscenza e il dubbio, il potere e la nullità. Servitela con onore, Iniziata del Tempio. }

RENESME [°°altare°°] Senti il calore di quella mano che ti sfiora, che ti fa calmare, come d’incanto, improvvisamente. Riprendi a respirar regolarmente, senti il tuo cuore che batte ritmicamente, ma non freneticamente come prima. Lo ascolti, quasi ti narrasse una storia tutta sua, ma non è solo, c’è un cuore anche affianco a te, un cuore che si scinde in tre, o forse è tutt’uno. Poi la guardi, guardi verso quel corpo che si trasforma, pian piano, diventando il volto vero d’Ea, la manifestazione più reale. Fissi quegli occhi che non sono umani, sono molto di più, sono i Suoi occhi. Quasi t’acceca quella luce che varia di gamma cromatica, ma non chiudi nemmeno per un attimo le smeraldine, or più presenti che mai. Ti senti viva, ti senti te. Nulla favelli, dopo aspetti che continui, lasci trascorrere qualche secondo, sei incredula. Ma ti inchini, sotto il peso di quella responsabilità che ti sta donando, quella responsabilità che ti rende orgogliosa di te stessa. Ce l’hai fatta, Ren. **è un onore.** verbi con tono regale, pieno di verità. E la vedi che s’accinge a prender una brace, poi la senti sulla tua fronte, bollente come le lacrime di commozione che reprimi. Perché hai già pianto troppo oggi, devi sorridere, Ren, devi farlo. E così fai, sveli i denti bianchissimi mentre vieni marchiata sotto il segno di quello a cui dedicherai la vita, sotto il Suo segno. Con voce solenne affermi, mentre tocchi con l’indice il contorno della cicatrice sacra.. **Prometto di impegnarmi per essere la serva migliore che potrò, chiedetemi anche il più duro dei sacrifici, non mi tirerò indietro, mai. Vi appartengo, per sempre.**

CALLISTA {.Pressi Altare.} . Si spegne poco a poco quella luce meravigliosa, in sintonia con la brace che ancora stretta tra l'indice e il pollice della mezzelfa, diviene semplicemente un pezzo di legno consumato, privo d'altra utilità. All'Iniziata lo porge, senza donarle alcuna spiegazione in merito. Ogni scintilla divina abbandona il corpo esile della Somma Stella, che torna ad essere osservato dalla semplice stella tinta di tenebre, come le stesse che già sono padrone del Tempio, prima che l'alba del nuovo giorno la renda candida come il fiore più puro { Vi farò preparare una stanza perchè alloggerete qui, da ora. Domani potrete uscire per raccogliere i vostri oggetti, ma badate bene, sarà l'ultima volta. I tempi non sono sicuri, il Tempio stesso vi proteggerà. } Calma la voce della Dama del Lago, che dopo aver udito la Sua volontà, ha ritrovato il piacere dei piccoli gesti quotidiani, della realtà di tutti i giorni { Troverete una nuova veste sul letto, quello sarà il vostro abito } Pochi sono in realtà gli obblighi a cui una Novizia deve sottostare. Gli obblighi visibili. Quelli segreti sono parecchi di più, ma non è certamente questo il momento di spaventare la fanciulla dal volto angelico. { Riposate ora, Renesme. La vita avrà un altro sapore, da domani } Ci saranno le lezioni, ci sarà da studiare, da raccogliere erbe, da pulire, da fabbricare candele e coroncine. { La Triade vi benedica e vi accompagni in ogni passo } Questo è l'ultimo saluto della Dama del Lago, prima di posare le sue labbra su quella stellina che ha da poco disegnato, quel suo modo silenzioso di augurare un buon inizio. Attenderà la risposta dell'altra, per poi dirigersi verso i giardini interni del Tempio, lenta e silente come un'anima notturna.
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