)O( Rituale di Lughnasadh )O(

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.callista.
00mercoledì 3 agosto 2011 13:52

RIASSUNTO:
Le sacerdotesse raggiungono il Tor per il rituale di Lughnasadh. Il Rito ha così inizio e molta gente sopraggiunge: famiglie coi bambini, coppiette innamorate, gli inservienti del Tempio ed infine anche qualche strana creatura magica che assomiglia a dei piccoli serpenti alati luminosi, che volano in spirale attorno alle Tesse. Callista si solleverà da terra e trasfigura prima nella Rossa, poi nella Bianca, ed infine nella Nera e lei, insieme a tutte le sacerdotesse, avranno una visione comune:

"Dirà di un uomo, un guerriero, dalle ali di drago. Narrerà delle sue ali spezzarsi e staccarsi dal suo corpo durante un volo. Scorgerà il suo precipitare in un abisso. L'abisso diviene il nero di una scaglia di drago, la scaglia sarà quella di un intero corpo, il corpo sarà dentro a un uovo dai toni scuri, l'uovo in mani Rosse come grondanti sangue. Vedrà la lotta fra mani, due paia rosse e numerose che sopraffanno quasi un paio di mani bianche e poi due mani nere, aggiungersi e aiutare le bianche. La lotta finirà con...un mistero, perchè di nuovo di altro parla la Dea. Spiegherà di due velieri che si scontrano, uno candido e uno d'ebano, e dirà che il potere supremo della saggezza è contenuto in entrambi, come quello della vita nell'uomo e nella donna che solo uniti possono generare. Mostrerà un drago di Platino ruggire, svegliando tutti quelli dell'isola, e draghi d'oro, di bronzo e d'argento volare insieme e solcare i cieli."

I fedeli si inginocchiano, chi più e chi meno profondamente, ed infine Callista tornerà a toccare terra. Nel frattempo le creature magiche, che ruotavano in spirale, raggiungono il punto centrale e svaniscono, lasciando un bracciale d'oro figurante un mazzo di grano, stranamente(?) in linea con la festa.


LINK FM


[ GDR START - Ordine Alfabetico ]



CALLISTA {.Tor.Altare.} . Una figura solitaria, un'anima che non è una, ma che è tre. Tre come i volti della Dea che oggi si festeggiano, nel rituale di Lughnasadh. La luna è solo un piccolo graffio argentato nella notte, accompagnata da manciate di piccoli cristalli; quanto basta per la bionda mezzelfa, per osservare l'altare preparato innanzi a lei, pronto con i tre legni sacri da accendere. Festa del Fuoco, festa del Raccolto. Quel sangue di un'eredità sconosciuta che scorre in lei dovrebbe permetterle di udire i passi delle Sorelle che salgono sul sentiero [//Sensi sviluppati]. O forse è l'Isola stessa a suggerirle questo. Le candide palpebre si abbassanno, la vista viene oscurata, in una muta preghiera rivolta a Colei che serve, per Colei per cui vive e respira. I capelli, dello stesso colore del grano ormai maturo, pronto per la raccolta nei territori oltre le acque del lago, è sciolto sulle spalle, libero e selvaggio. Solo una coroncina intrecciata con spighe dorate lo trattiene, quasi invisibile nelle stesse tonalità. Perfino l'oro della sua veste, lunga fin oltre la terra che i piedi nudi accarezzano, richiamo questo momento della Ruota dell'Anno, in cui tutto è lucente e brillante. Come lei, con il ciondolo d'oro che scende delicatamente nella scollatura della veste, punteggiato da una goccia di smeraldo. In un richiamo silente, un ordine che nessuno ha espresso, la Dama del Lago riapre gli occhi, per fissare la candela di colore marrone posata ai suoi piedi.

CHLOE { .Sentiero. -> . Tor. } Buio, ancora una volta il buio ha accolto la Stella del Vespro tra le sue braccia. Una coltre di tenebre ha avvolto anche questa notte l'Isola delle Mele lasciando una sola piccola falce di Luna a vegliare sulle Figlie dell'Una e Trina. La Ruota ha continuato a girare ed è giunto il tempo di Lughnasadh che porta ancora l'Estate, campi di grano ormai maturi ed infine il Raccolto. I passi dell'Elfa potrebbero sembrare una danza leggera ed elegante, mentre i piedi nudi si susseguono senza fretta lasciando uscire le punte dalla lunga veste nera che morbida ondeggia al suo camminare. Fiamme danzanti aprono il corteo, fiamme d'un rosso scarlatto, dinanzi potrebbe forse scorgere Nivienne eppure adesso sono solo la sua Forza, la sua Passione che le riempiono la vista e appena poco più indietro un Perfetto Candore precede la Stella del Vespro, scorre come una limpida acqua che disseta e rinfresca. Le mani son strette a sorreggere l'ampolla d'onice contente la Terra Sacra dell'Isola mentre sul corvino crine è posata una ghirlanda di spighe di grano, così chiare e piene di vita che forse stonano su austera e silenziosa figura. La può scorgere forse, non è poi così lontana adesso Colei che incarna ogni volto della Dea [//Sensi sviluppati], sola eppure abbracciata da tre colori così diversi tra loro. Tocca a lei, adesso, andare ove Ella l'ha chiamata, alla destra della Dama del Lago ove l'aspetta una candela nera, spenta.

NIVIENNE { --> Tor (Cerchio di Pietre)} – { S’è levato l’astro notturno, piccolo spicchio che dona la sua luce argentea alle proprie figlie, insieme alle sue stelle, in questa notte di festeggiamenti. Lughnasadh è finalmente giunto portando alle Figlie dell’Isola Sacra la prima festa del raccolto. Si muove colei che del Meriggio è Figlia Prediletta, il corpetto le fascia il busto, così come la gonna scarlatta s’apre intorno a lei simile alla corolla d’un fiore dolce eppur temibile allo stesso tempo. Riluce, alle fiamme della fiaccola accesa al Sacro Fuoco, il rubino che porta al collo incastonato nel pendente a forma di stella, ed adagiato nell’incavo del seno. S’alza e s’abbassa il petto della rossa Ancella, mentre dolci respiri, dell’aria che le circonda, impregnano i suoi polmoni, percorrendo il sentiero per salire al Sacro Tor. Il Cerchio di Pietre le attende. Apre la fila questa notte, dietro di lei le altre Sorelle. Le può percepire una per una, una luce d’un colore differente dall’altro e poi lei, che le attende lassù, un diamante che irradia luci accecanti di diversi riverberi. Callista. Valicare quel confine sempiterno è come varcare il sottile velo che scostano le Figlie dell’Oscura? Forse, perché le sembra un luogo fuori dal tempo. I riccioli corvini lasciati sciolti le ricadono oltre le spalle, ondeggiando ad ogni passo, ed adornati da una ghirlanda di spighe di grano maturo. Lo stesso colore dei capelli della mezzelfa, sguardo smeraldino che si poserebbe su di lei, palpebre che si socchiuderebbero per un istante in un tacito e muto saluto, prima di affiancarsi a lei, alla sua sinistra. Dinanzi ai suoi piedi una candela rossa come il sangue più puro o la passione più profonda. Sull’altare una piccola pira spenta. }

NIXI (sentiero-->tor) La notte accoglie le figure silenziose che risalgono il tor, avvolte nelle ombre dell'oscura e precedute solo dal bagliore della Torcia. E' il rumore dei passi e la brezza che spazza l'erba e le foglie la musica che accompagna quel corteo di donne a Lei consacrate. La bianca ancella di Arianrhod avanza lungo il sentiero, avvolta nel prezioso abito cerimoniale bianco che oscilla al venticello. Una corona di spighe dorate adorna i suoi capelli ricci lasciati sciolti che le ricadono lungo la schiena. Unici gioielli sono il ciondolo con l'acquamarina e infine il più prezioso di tutti, la candida stella che le adorna la fronte, il marchio della Dea. Tra le mani tiene la brocca di nocciolo, riempita della pura acqua della fonte della Fanciulla. Avanza con passo grazioso, come una bianca nuvoletta che vola bassa nella notte. Un'espressione serena le adorna il viso, come se nessuna preoccupazione potesse scalfire quella condizione di gioia e speranza in cui è immersa questa notte. Un leggero sorriso c'è sul viso chiaro. Dinnanzi a lei c'è la rossa Nivienne, guida forte e sicura in qualunque sentiero. Dietro di lei c'è la nera Stella, Chloe, portatrice di gelo e ombra. E infine le Piccole Luci che ancora non appartengono a nessuno dei tre colori. Sono tutte lì per festeggiare il raccolto, sono lì per Lei. La diaconessa raggiunge la cima del tor, luogo magico e senza tempo. Si pone dinnanzi alla candela blu, difronte alla Somma Stella, la più splendente delle luci.

NYULE [sentiero | FE] La lentezza della processione non è la stessa con cui l'Eterna avrebbe risalito la sacra collina, ma il suo passo si adegua a quello di chi la precede senza che sul suo viso si mostri dissenso, fatica, o qualsiasi tipo di fastidio. Sorride invece. Un sorriso appena accennato, che rende dolce l'espressione serena dell'elfa dal viso perfetto. Oggi la dorata veste la tunica verde delle iniziate e non porta con se il suo lungo bastone: tra le mani tiene un cesto, all'interno del quale vi è del pane. Facile comprendere il motivo di quella simbologia. Le iridi d'oro, nelle quali sono incastonate nere pupille verticali, osservano con attenzione le sorelle davanti a lei e ancor più su, riuscendo a scorgere fin dove occhio umano non può arrivare. E' estranea a questo tipo di ritualità, ma sa che dovrà fare tutto quello che è previsto lei faccia se vorrà davvero giungere alla completa comprensione del divino ed all'unione con la sacra madre. E' ancora convinta che sia stata Lei a chiamarla su Avalon, sebbene faccia moltissima fatica a credere realmente alla sua esistenza. Allo stesso modo si sente estranea tra quelle donne, benedette dal tocco della Dea, con le quali condivide ancora troppo poco e con le quali conviderà soltanto una briciola della sua secolare esistenza. Il pensiero le toglie per un solo attimo il sorriso dal volto, ma non riesce a divenire triste, ben consapevole invece di quanto sia diverso il suo destino. E' una cosa che non fa fatica ad accettare.

SAMARAH { sentiero} La notte e' scesa ancora una volta, un solito ritmo del sole che cala , le tenebre che invadono il mondo e Selene che alta e lontana si agghinda di stelle per una nuova attesa. Lo sposo e' ancora assai lontano, eppure quella sera c'e' un nuovo velo persino nei suoi occhi, avari e invidiosi. La ruota gira, lenta e inesorabile, e regala ancora una volta, pane da spezzare e cesti ricolmi di gioia.Quando la terra e' generosa il canto e'ancora piu forte, e da oltre il velo , anche le paure spariscono, almeno per una sera, almeno per quella sera. Lughnasadh, il raccolto che odora e il forno che dona ancora all'uomo il suo nutrimento. Odora l'erba sotto i suoi piedi, calzati dai sandali mentre sale il sentiero in silenzio, il vento porta alle nari della figlia di Uppsala l'incanto dell'odore delle mele, del fresco della sera appena tinto dell-amaro delle acque lontane. Respira a pieni polmoni quell'aria limpida, accanto a ea alla sua dx l'altra iniziata , non l-aveva ancora mai veduta nel tempio nonostante praticamente ci fosse rinchiusa da un bel po. Ogni tanto ne sbircia le movenze, eterea, luminosa, quasi inconsistente la sua andatura in confronto alla sua.. torna a concentrarsi sul sentiero, le altre sacerdotesse camminano innanzi segnando la via, il respiro lento e regolare, appena passa tra i capelli biondi il tocco di zephiro a scompigliar il crine che man mano sta ricrescendo. Il volto e' severo quasi solenne, appena celato sotto la pelle candida l-emozione che porta. E'la prima volta che partecipa a un rito delle ancelle, e l-ansia fa battere appena il cuore dentro al petto nonostante cerchi di nasconderlo alle consorelle( sangue freddo +1) . Ha timore si, la nordica, ha timore di come sara'il suo incontro con la Dea. Ma respira, pronta a prendere il massimo da quella serata.. stringe il cesto che porta in braccio e avanza..

ARSHAL [Sentiero/Cerchio di Pietre] avanza dietro la figura della Stella del Meriggio e gli occhi chiari sono fissi su quei capelli scuri che ondeggiano sotto la spinta dei suoi passi. Il ventre gravido della Magistra è ben visibile, come ben visibili sono le sue forme, più rotonde del solito...sa che in questa sera nessuna delle sue sorelle le rimprovererà di non riposarsi abbastanza, perché tutte loro sanno che sarebbe inutile chiederle di non percorrere quella salita, a meno che la bambina non stesse per nascere…e per questo c’è ancora tempo. Percepisce le luci delle sorelle che avanzano alle sue spalle e ne sente i passi leggeri. I lisci capelli scuri sono lasciati sciolti, trattenuti soltanto dalla ghirlanda fatta di spighe di grano che porta in testa. Per il momento non prova fatica, in parte, forse, perchè la sua mente è del tutto concentrata sul rituale che sta per svolgersi. Giunta al cerchio di pietre si Separa da Nivienne e si va a posizionare poco distante da lei, dietro ad una delle candele poste davanti alle alte pietre...e qui rimane ferma, mentre ogni cosa in lei ricorda i olori del Meriggio, dall'athame che porta al fianco sinistro, al ciondolo a forma di stella che brilla al suo collo.



[ATTENDERE ESITO]



E’ tenue il soffio del vento di questa sacra notte, accarezza le spalle e le chiome delle figlie della dea ch’ascendono il sentiero che conduce al Cerchio di Menhir, ai quali piedi dell’antica pietra son state poste delle candele spente, marroni e verdi, che a malapena si scorgono sotto i tenui raggi della falce di Luna, ch’avanza lungo il cammino della grandezza. Coronate dal grano e sospinte dal Vento, ch’indica quasi la direzione da prendere col suo respiro, risalgono il sentiero battuto, cinto da erba, cespugli, alberi e fiori, come umili Regine padrone del loro destino e custodi dei divini segreti. Non è una notte qualsiasi, questa, tutte ne sono ben coscienti, mentre raggiungono il sacro cerchio, ove la Somma Stella avvolta dall’oro della ghirlanda e dell’abito sacerdotale, le attende, avvertendone l’arrivo prima che lo sguardo possa coglierne le forme. E’ la notte di Lughnasadh, la prima delle festività del Sole e del Raccolto, in specifico del Grano, una delle quattro festività maggiori. Lentamente le Stelle si dispongono di fronte od accanto alla somma, accostandosi alla loro candela, mentre le iniziate si dispongono intorno, cingendo le forme delle quattro donne, come a forgiar un cerchio, simbolo della ciclicità, dell’eternità, del divino, della ruota stessa dell’anno. Non ci sono parole che si sollevano nell’aeree notturno, tantomeno vengono sussurrate, attraverso legami segreti, non servono. In poco tempo sopraggiungono anche dei cittadini, tale arrivo non passerà di certo inosservato ai sensi sviluppati di Nyule, Chloe e Callista. Ci sono tre uomini, uno basso e tarchiato , uno alto e mingherlino, l’altro sembra molto giovane e bello, tengono tutti e tre delle torce nella mano destra. Accanto a questi uomini ci sono delle donne abbigliate con abiti rossi, arancioni e verdi, perfino dei bambini, che rimangono per lo più nascosti dietro le gonne delle madri e sorelle più grandi, ma ci sono anche delle coppie, che si stringono, un po’ più lontane dal gruppo principale.. In tutto saranno una ventina di cittadini almeno che, silenziosi, attendono che il sacro rituale del raccorto si compia.



[GDR PLAY - Ordine: samarah, nyule, callista, nivienne, arshal nixi, chloe ]




SAMARAH { cima del tor} Lughnasadh. Celebrazione della natura nella sua dote piu feconda.. Si repsira nell'aria la sua forza, ora piu che mai, la presenza della triade sembra palpabile.. lei che in quel luogo ha pregato, e meditato i suoi pensieri i suoi dei, ora si riotrova a percepire qualcosa di diverso.. Nel cerchio tutto e' pronto. le iridi si soffermano un attimo sulla figura di ciascuna delle sacerdotesse per passar alla Signora al centro del cerchio .. alla quale vien dato un lieve e muto inchino di capo. le ciglia auree sfiorano per un momento le guance madreperla prima di tronar da sotto a osservar il suo passo mentre si posizionerebbe dietro alla mezzelfa alla sa dx in corrispondenza di uno dei menhir attendendo che anche le altrw siano al loro posto.. Socchiude per qualche attimo gli occhi cercando silenzio e concentrazione . Quindi andrebbe a dar una nuova occhiata all'altra iniziata cercandone lo sguardo prima di tornar a fissare l'altare ..alla luce dlele torce dei popolani l'aria vibra, la sente sullapelle e sulle mani che ora tendono in avanti il cesto ricolmo del bene della terra ..quando la voce uscira' sara' il piu sicura e calma possibile tremando appena forse da dietro gli occhi per la forza del momento cercando di porsi all-unisono con la consorella { Il cerchio gira ancora una volta. La caduta delle foglie caccerà presto il calore dell'Estate. } rivolge all-altare il cesto, perche' chiunque abbia pieni i granai e straboccanti i forni, e a nessuno venga alla terra una lacrima per la fame .. questo chiede.. che la spiga raccolta nel fiore della mezzana abbia per ognuno il suo pasto..

NYULE [sentiero>tor | FE] Le ancelle, come un innaturale fiume lento che risale la montagna, hanno trovato il loro posto attorno alle pietre innalzate sulla sommità della collina. A guardarle, in disparte, comuni cittadini che onorano a loro modo la Sacra Madre. Una fugace occhiata d'oro fuso rincorre quelle presenze mortali, prima che lo sguardo torni ad osservare in avanti. L'Eterna scivola silenziosa, come piuma sospinta dal soffio della leggera brezza, per seguire l'invisibile corrente che la porterà fino al posto prefissato, dietro alla Somma Stella. Da quella posizione osserva le tre Stelle e riflette per un momento, che rischia di divenire troppo lungo, sulla diversità dei tre volti, domandandosi se la sua idea di appartenere per - a lei - ovvi motivi ad uno ben chiarto di questi sia o meno cosa giusta. Segue invero con poca attenzione quello che segue, immersa nelle sue elucubrazioni che sarebbero cominciate da un tempo infinitamente piccolo. Ma non per gli uomini! La voce dell'iniziata al suo fianco verrebbe colta appena in tempo perchè ella possa accompagnare le sue parole con le proprie. **Il cerchio gira ancora una volta. La caduta delle foglie caccerà presto il calore dell'Estate.** Cerca di accodarsi a quel coro con precisione, cantilenando la breve frase con voce rispettosa e melodiosa.

CALLISTA {.Tor.Altare.} . Eccole giungere. Perfino ad occhi chiusi riuscirebbe a sentire il loro profumo, la fragranza del potere che portano con sè, i colori delle loro anime. Salgono sulla collina, si muovono, silenziose, conoscendo l'esatta predisposizione, nella sapiente arte della ritualistica e della preghiera rivolta alla Triade intera. E lei, la Somma Stella, le attende, una ad una. Incrocia gli occhi pieni di fiamme delle due Figlie di Cerridwen, le prime a posare i loro mortali piedi all'interno del Cerchio Sacro. Giunge poi il candido bagliore, fresco come l'acqua che scorre negli occhi della Diaconessa dell'Alba, che non cede alla tentazione di quell'oscurità in cui la Stella del Vespro è completamente avvolta, come se fosse un drappo pesante da indossare e da sopportare. Due piccole luci le seguono, due figure che hanno lo stesso colore dorato dei suoi capelli, le prime a spezzare quel silenzio non innaturale, non magico. Le Sue figlie si radunano, si riscoprono, la chiamano. Il suo volto non mostra alcuna espressione, cercando di celarsi dietro i doni che la Dea le ha donato [//Imperturbabilità liv.6], seppur i suoi sensi sviluppati le permettano di cogliere presenze estranee, cittadini avalonesi attirati dalla festività, bisognosi della voce della Triade, incarnata nell'esile mezzelfa, vestita d'oro con due uniche macchie nere: la stella incisa nel centro della sua chiara fronte e l'athame legato alla cinta dell'abito. Alza quindi le braccia, quando l'ultimo sussurro di quella che all'apparenza appare come un'elfa delicata e preziosa, dietro le sue spalle, si sparge nella notte, per tentar d'abbracciare con quel gesto le tre Figlie della Triade che la circondano, completando il cerchio. { Madre, Vergine e Anziana, sempre il Cerchio ha girato e ancora una volta la ruota avanza. Cosa c’attende figlie delle tre Stelle? } A tutte e tre la domanda è diretta ed è a loro che regala il verde sbiadito dei suoi occhi. [//Ritualistica della Dea liv.6]

NIVIENNE { Tor (Cerchio di Pietre)} – { Ha raggiunto il suo posto, dinanzi alla candela rossa, accanto alla Domina. Le ha percepite dietro di sé, una dopo l’altra, risalire il sentiero che le avrebbe condotte fino a lì, ed ora le vede entrare, una dopo l’altra, nel Cerchio. Come una madre che controlla ognuna delle Sue Figlie con uno sguardo attento, eppur amorevole. Sa che non sarà mai come Mistral, colei che è stata Sorella, Madre, Maestra, la Sua Stella, ma tenterà d’esser almeno in una infinitesima parte all’altezza come lei. Percepisce Arshal poco distante da lei, il ventre gravido, forse la salita potrebbe averla stancata, ma mai sarebbe stata in grado di tenerla lontana. È sana e forte. È una Figlia di Cerridwen. E forse non si accorgerebbe ancora dei fedeli che si sono radunati sul Tor per esser presenti al rituale, per OnorarLa. Questa volta sono le Iniziate ad aprire il rituale, percepisce distintamente la voce di Samarah di una tonalità differente da quella di Nyule. La sua voce è come se fosse un tripudio di voci e campanelli, una strana melodia accordata. È la voce di Callista la seconda che si leva per l’aere, quasi che si ergesse nel suo abito dorato, irraggiungibile. Parla colei che è l’incarnazione terrena dei Suoi Tre Volti, richiamando l’attenzione delle Sue Tre Stelle. Alba, Meriggio e Vespro intessuti in un unico drappo che corona il firmamento. Non si sposta la Stella del Meriggio, permanendo dietro quella candela rossa come il sangue, ma con la man dritta innalza quella torcia che tiene in mano. Respiri che si susseguono, mentre mentre la concentrazione permarrebbe tutta rivolta ad Ea. (//Volontà ferrea lv. 3, Imperturbabilità lv. 5) Il momento è giunto, s’innalza la sua voce calda come vento d’estate e salda come la Sua Forza e le Sue Fiamme. } Il tempo del raccolto è giunto, i frutti della Madre ci attendono. { Abbasserebbe così il braccio, lasciando che le lingue ardente vadano a sfiorare la catasta e dandole fuoco. Un tripudio di Fuoco e Fiamme, così come quella candela che ai suoi piedi rilucerebbe a sua volta. Nuovamente la sua voce si spargerebbe per l’aere, ma arricchita da quella di Arshal. } Cerridwen, noi t’invochiamo, fa che le tue fiamme ci guidino nel buio. (//Ritualistica della Dea lv. 5)

ARSHAL [Tor] rimane immobile, per quanto le sia possibile, fissando lo sguardo sull’altare e sulla catasta di legno che lei stessa v’ha sistemato. Per un istante balena nella sua mente il volto dell’iniziata che l’ha aiutata in quel compito e che ora non può essere lì con loro…poi le voci delle iniziate si levano ed ogni altra cosa scompare. Gli occhi si scostano dall’altare solo quando la voce della Somma Stella sale a pronunciare le parole che il rituale le impone e si posano sulla sua figura dorata. Il respiro della Magistra resta regolare, ma si fa più lento, più profondo. Osserva i gesti di Callista e in quel momento, per lei, è come se fosse la Trina a compiere ogni gesto, a pronunciare ogni parola. Attende d’udire le prime parole della Stella del Meriggio e di scorgere le fiamme che iniziano a divorare la catasta di legna, poi la sua voce s’unisce a quella di Nivienne, alta, calda e decisa, ma allo stesso tempo attenta ad amalgamarsi a quella di quella sorella che ora è anche una Madre, per lei, per la bambina che attende di nascere e per tutte le sorelle del Tempio “Cerridwen, noi t’invochiamo, fa che le tue fiamme ci guidino nel buio.” rimane nuovamente in silenzio, pronta ad ascoltare la voce che si rivolgerà alla Vergine e quella che parlerà all’Anziana e prima su nixi, poi su Chloe si fermerà il suo sguardo [Skill Ritualistica della Dea, liv 3]

NIXI (cerchio sacro) Il cerchio sacro è stato aperto e brilla delle luci delle Figlie della Dea. La bianca diaconessa sta dinnanzi alla candela blu, immobile come una piccola statua su cui le ombre non si posano. E sono le Iniziate avvolte nel verde dei prati primaverili ad aprire il rituale, invocando la ruota, l'estate che giunge al termine e l'autunno che presto sarà alle porte. E dopo di loro viene la Stella d'oro che chiama le ancelle della Dea, secondo i gesti rituali. La rossa Stella poi invoca la Madre insieme ad Arshal e le fiamme inghiottono la catasta di legna sull'altare. La rossa luce del fuoco balugina sul volto chiaro del Giglio. Giunge poi il momento dell'Alba. La diaconessa prende a camminare, passando oltre la candela blu e portandosi dinannzi all'altare e e alla catasta infuocata. Un sorriso più luminoso ora le adora il viso, mentre lo sguardo passa sui bei volti delle Sorelle. Solleva la brocca di abete verso il cielo. ''Il tempo del raccolto è giunto, la luce della Vergine ha nutrito una nuova vita'' la sua voce si fa sentire melodiosa e cristallina nel sacro cerchio. La bianca ancella inclina la brocca e versa l'acqua pura contenuta sulle fiamme, le quali non si spengono ma divengono bianche con sfumature azzurre. Dietro di lei si accende la candela blu. ''Arianrhod, noi ti invochiamo, fa che il tuo splendore ci attenda!'' invoca ancora. Si volta poi e in silenzio torna al suo posto nel cerchio, dietro alla candela blu ora accesa, tenendo ancora stretta a se la brocca ora vuota. Ora può notare che a festeggiare il raccolto non ci sono solo le Sacerdotesse, ma che anche molte persone sono accorse per Lei. [Ritualistica della Dea liv.2]

CHLOE {. Tor. .Altare. } Sopraggiungono altre persone, sconosciuti agli occhi della Stella, giunti fin lì solo per assistere alla Festività che si sta per celebrare. Uomini, donne, bambini e persino coppie ma non importa adesso. Gira, gira e gira ancora la Ruota dell'Anno. Quanti inverni son passati da quando entrò a far parte delle Figlie della Dea? Forse troppi, o forse ancora troppo pochi. La mente sembra volersi liberare da ogni pensiero, da ogni ricordo, vuole soltanto raggiungere il freddo glaciale dell'Oscura perchè solo Lei potrà accompagnarla in quella Festa, avvolta tra le sue fredde spire. [//Volonta Ferrea 2] Molte voci si mescolando nell'aere in questa notte di Festa, dolci e melodiose, piene di forza e di vita, richiamano le Stelle a cui hanno donato la propria vita e nel momento in cui la dolce voce della Diaconessa dell'Alba si è spenta, le mani del Cigno Nero si sollevano come a voler mostrare al mondo l'Ampolla che portano ed una voce che par provenire da un Mondo in cui ormai regnano solo Morte ed Eterno Silenzio si fa avanti *Il tempo del raccolto è giunto, le mani dell’Anziana sono pronte a custodirlo.* mormora. Gli occhi di ghiaccio sembrano non osservare niente di mortale, mentre la mente è protesa verso l'Anziana per cui ha parlato. La mancina mano raccoglie una manciata della Terra che l'Ampolla custodisce gelosamente per poi gettarla sulle fiamme che, come richiamate da un potere più grande di loro, cambiano di nuovo colore giungendo infine al nero ed al viola. Ed è in questo istante che la candela posata lì accanto, nera come una notte senza stelle, si accende donando un'altra fiammella di luce e solo adesso la sua voce si innalza di nuovo richiamando Colei che dell'Oltretomba è Sovrana *Rhiannon, noi t'invochiamo, fa che le tue Ombre c'avvolgano* le ultime parole si spengono infine sulle labbra esangui. [//Ritualistica della Dea Liv 5]



[ATTENDERE ESITO]



Samarah apre quel cerchio, insieme a Nyule, seguite dalla Somma, che schiude le sue braccia, quasi volesse indicare, od addirittura raccogliere nel suo abbraccio le sue Tre Stelle. Parole s’ergono nell’aria, rischiarano la notte tingendola quasi dei sacri colori che rappresentano la stessa festività maggiore, facendo perfino pulsare con maggior intensità le stelle cosparse sulla volta celeste. La catasta di legna di sorbo, betulla ed abete bianco prenderà fuoco, non appena Nivienne vi appoggerà l’estremità infuocata della torcia che trattiene con la mandritta, gli armi della legna s’espanderanno nel loco, avvolgendo tutti i presenti, perfino i quattro inservienti del Sacro Tempio, che vanno risalendo il sentiero che dalla loro dimora conduce al Tor, insieme ad altre persone giunte ad osservar in silenzio il potere della Dea manifestarsi. Ma non saranno solo Umani, o mezzelfi, o elfi a presenziar a quel rituale. Delle piccole lucine, scarlatte e dorate, s’avvicinano ai Dolmen, mantenendosi distanti dalle creature mortali. Fate? O altre creature magiche di dubbia provenienza e forma? Quel che è certo è che sono piccole quanto un pugno, ma son luminose quanto l’estremità superiore di tutte le torce presenti in quel luogo.



[GDR PLAY - Ordine: samarah, nyule, callista, nivienne, arshal, nixi, chloe. ]




SAMARAH { Cima del tor} La notte si accende, Cerridwen apre il grembo e dalle sue braccia sgorga il nutrimento della terra, un sussutlo dietro le iridi cristallo a guardare la Stella del Meriggio , la sua voce profonda e sicura sfiora l-oto andando dritta lungo la schiena fino al cuore della gelida figlia della Svezia.. ma anche quello e' dea. penetrare ogni barriera, farsi sentire cosi' vicina, quante volte l'ha invocata pregandola di guidarla, di aiutarla di sostenerla ? e ora nella notte del Tor pare ch'ea risponda, Fiamme, che accendono la legna sull-altare e divampano, per respinger le tenebre e i demoni di carestia, fame.. dolore.. Fa fatica a trattener un velo che sale agli occhi mentre osserva la candela rossa per prima accendersi.. respira, profondamente mantrnendo nonostante tutto concentrata sul rito.. poi e' la volta della stella dell-alba.. Nixi. il viso della nordica scioglie un lieve sorriso mentre invoca la bianca vergine sui presenti, e di nuovo la morsa che prende lo stomaco che e' costretta a reprimere cercando di riprender il respiro controllato( sangue freddo +1) una folata di vento e nulla piu, che spazza via come foglie le emozioni della donna e che in un attimo fa tornar oltre il velo del viso, la calma. Amore, questo sente amore come non l-ha mai respirato, come non l'ha mai promesso.. e ora e' dato a lei. Le fiamme cambiano colore rifulgendo e trattiene a stento l-increspatura delle vermiglie in su che dischiude la sopresa e ancora una volta la marea calda che rischia di sommergerla..forse ci sara'il momento per lasciarvisi andare nell’alcova di solitude per adesso rimane immobile, col cesto in mano cercando di mantenersi serena anche quando a parlare e' l’elfa dle vespro.. la morte in ogni cosa, la vita in ogni cosa, eterno e mortale in una sola essenza, riconoscer nel cambiamento del tempo la continuita' dell’ago che sta sempre sopra, della mano che imperterrita continua a far girare il tempo. la clessidra scorre sempre e comunque . un altra candela accesa Poi una a una le luci, che giungono al cerchio a abbellire d'argento e d'oro la notte del tor .Attende che tutte hanno finito.. sa cosa fare , a passo lento e leggero tenendo semrpe di fronte a se il cesto l-ancella si avvicina piano alle stelle presenzianti e alla somma perche' da esso ne prendano un pezzo, prima di continuar a camminare e proseguire il giro anche ai presenti ai quali verra' data la possibilit' di prenderne un pezzo .. il popolo attinge alla tavola della Dea, l-inverno e' ancora lontano per adesso possono ancora nutrirsi e gioire di lei.

NYULE [tor | FE] La concentrazione torna agli eventi fisici che si susseguono davanti agli occhi dell'Eterna. Abbandonati i pensieri, registra con attenzione ogni gesto che viene compiuto ed ogni parola che viene pronunciataed è inevitabile per la guardiana d'oro soffermarsi a scrutare le fiamme della torcia sollevata da Nivienne che si faranno più alte quando tutto il legno sull'altare brucerà. Non si stacca con gli occhi dalle lingue infuocate, che la catturano come essenza del suo stesso essere, come aria che riempie i suoi polmoni di drago, come elemento che incarna la stirpe dorata e la Giustizia di chi solca i cieli e della Gravida madre sulla terra. Il pensiero poi si divide su due fronti ben distinti: mentre una parte di mente continua ad essere calamitata dal significato del fuoco, un'altra si interroga sulla magia che anima successivamente le fiamme bianche e quelle nere. Magia la chiama tra i suoi pensieri, perchè ancora non ha modo di comprendere che di magia non si tratta. Non quella che lei ha sempre conosciuto come tale. Non quella degli stregoni mortali. Ecco che il potere che aveva percepito in occasione della sua iniziazione torna a farsi sentire e pian piano tutta la fibra draconica si fa recettrice di quella forza. Rimarrebbe li, immobile, a cercar di comprendere l'incomprensibile, ma le tocca spostarsi e questa volta lo farà con perfetto tempismo. Le esili braccia sollevano all'unisono la cesta davanti al petto e l'elfa si avvicina alla somma stella per porgerle il pane. Attenderà che questa ne prenda, prima di spostarsi lungo una traiettoria disegnata da colori invisibili e portare del suo pane a tutte le altre stelle. Davanti a ciascuna di loro, gli occhi d'oro si alzeranno rispettosi ma non intimoriti, sorridendo appena insieme alle labbra.

CALLISTA {.Tor.Altare.} . Le braccia ritornano a riposarsi lungo i fianchi, sulla stoffa preziosa del suo abito, sul suo magro corpo. Coloro che ha innanzi, Sorelle e più che Sorelle, non sono più tali alla sua vista, ma hanno l'aspetto della Vergine, della Madre e della Saggia. I suoi occhi seguono il volto di colei che invoca la propria Stella, una per una, con l'eco accentuato della Magistra del meriggio, fiamma pregna di vita. Le sue guance si colorano dapprima di scarlatto, poi di un chiaro celeste ed infine d'una violacea sfumatura, dal calore che la catasta sull'altare sprigiona. Un fuoco che ricompone tutti e tre i Suoi volti, in questa festività che accumuna la Triade intera. L'Oscura ha lasciato riposare la terra, la Fanciulla l'ha colmata per lasciar nascere il germoglio ed infine la Rossa l'ha fatto crescere, vivere. Nella mente della Somma Stella, tutto questo si unisce, tentando di concentrarsi su ogni parola, su ogni gesto, complici i lunghi anni passati a servirLa e a conoscerLa [//imperturbabilità liv.6], su ogni candela che riluce nel susseguirsi delle voci. Il suo sguardo, all'apparenza gelido e distante, sorvola per un attimo oltre l'altare, notando senza alcuna difficoltà, piccole luci che danzano attorno alle antiche pietre, tentando tuttavia di non lasciarsi condizionare da quella curiosità che potrebbe palesarsi in lei, [//volontà ferrea +3] sotto quella nera stellina che pulsa, ora, mentre la sua mano sinistra afferra i due bocconi di pane che le iniziate le offrono, per condurle con sè sopra il grande fuoco che emana differenti fragranze. Si innalza la sua voce, forte e roca { Il tempo del raccolto è giunto e ancora la ruota continua a girare } I suoi occhi nulla vedono, solo quelle fiamme che attendono, come un predatore aspetta la sua preda nella notte { Sta passando la stagione della Madre, è ancora lontana la rinascita della Vergine e presto calerà il gelo dell’Anziana. Questo raccolto tu ci concedi e questo raccolto noi t’offriamo. } Nella lenta nenia che proviene dalle sue labbra, i due bocconi di pane vengono lasciati cadere, per ardere, per richiamare l'intera Triade a sè. Se questa fosse la Sua volontà, se ogni parola fosse stata ascoltata, allora la sua fronte inizierebbe a risplendere d'ogni tonalità dell'arcobaleno, ogni sfumatura che la natura conosca [//Luce di Stella liv.6]. E, allo stesso modo, le fiamme dovrebbero tornare del loro naturale colore, unendosi ai ceri marroni disposti lungo tutto l'antico Cerchio.

NIVIENNE { Tor (Cerchio di Pietre)} – { Le altre Stelle parlano, innalzando la loro invocazione al proprio Volto d’appartenenza. Le Fiamme Ardono. Prima Rosse: Guerra, Sangue, Amore e Passione che si mescolano. Poi Bianche dalle sfumature azzurrognole: Purezza, Acqua, Dolcezza e Delicatezza. Infine Nere dalle sfumature viola: Morte, Terra, Ombre ed il Velo che si assottiglia. Le candele si accendono a loro volta. Gli spiriti sono ancora lontani, ma presto rivendicheranno il loro posto nella Ruota. E nuovamente le Iniziate si fanno avanti distribuendo alle Sue Figlie i doni della Dea, ciò che può esser creato grazie al raccolto, sfamando così i popoli, e quasi allontanando ancora per un battito di ciglia le ombre della Velata. Non è ancora il momento, no. Ed il suo sguardo si poserebbe prima su Samarah ed infine su Nyule, mentre dal cesto di una delle due prenderebbe un pezzetto di pane, morbido e ruvido al tatto dal fragrante profumo. Strane creature eteree e danzanti, pulsanti, sembrerebbero volare sopra di loro. Eppure permarrebbe ancora concentrata sul rito e sugli accadimenti che si susseguono in una concatenazione che ha già visto molte volte (//Volontà ferrea lv. 3). S’alzano nuovamente le braccia della Domina, mentre dalle sue labbra s’innalzano parole simili a stille di vita, l’essenza stessa della Triade, per poi abbassarsi e lasciar ricadere il pane fra le fiamme. E se Ea accoglierà il richiamo delle Sue Figlie non soltanto la stella sulla fronte di Callista rilucerebbe nel suo tripudio di colori, ma anche quella su ognuna delle Sue Figlie. Riverberi rossastri di differenti sfumature che si irradierebbero dalla stellina che sulla sua fronte è marchiata del colore del sangue passionale e guerriero (//Luce di Stella lv. 5). Le fiamme della pira tornerebbero al loro colore originale, mentre le altre candele si accenderebbero, erba e terra che si fonderebbero attorno a loro. }

ARSHAL [Tor] ancora immobile dietro la candela spenta si trova la Magistra ed ancora i suoi occhi chiari osservano con attenzione ciò che al centro del cerchio accade ed ascolta le voci delle sorelle levarsi nell’aria. Si rende vagamente conto della presenza dei fedeli all’esterno del cerchio di pietre e delle luci emanate dalle piccole creature che non riconosce, ma la sua attenzione è ancora del tutto rivolta al rituale [Skill volontà ferrea, liv 1]. Ascolta la voce della Somma Stella con attenzione, in attesa che il rito sia compiuto, in attesa di scoprire se la Trina vorrà rivelarsi a loro anche in quest’occasione. La mano destra si muove per prendere un pezzo di pane dal cesto che una delle due iniziate le offre, ma lo sguardo non si scosta dall’immagine di Callista. Normalmente donerebbe molta più attenzione a quelle piccole luci e soprattutto all’iniziata che ancora non ha avuto modo di conoscere, ma questo non è il momento adatto. Vede il pane cadere nelle fiamme ed essere divorato e le dita della mano destra si stringono leggermente attorno al pezzo che lei ha preso e che dovrà ancora attendere per essere la sua offerta. La candela ai suoi piedi dovrebbe accendersi, così come tutte quelle che formano il cerchio ed anche la rossa stella che porta in fronte inizierebbe ad emanare un bagliore scarlatto, rassicurante, come in risposta all’invocazione appena pronunciata, ad indicare la presenza della Madre, se Ella dovesse aver davvero ascoltato le sue parole. [Skill Luce di Stella, liv 3]

NIXI (cerchio sacro) L'oscura notte di Rhiannon è stata chiamata e ora ogni singolo volto è stato invocate dalle figlie di ognuna delle tre vie. La terra ha reso le fiamme della catasta nere e viola come se fossero brani di ombra tangibile e densa. Dopo di ciò è di nuovo la voce della Dama del Lago a risuonare nell'aria densa di magia e potere del tor, pronunciando l'ultima invocazione alla Triade tutta. Quando il pane cade nelle fiamme, queste riprendono il loro naturale colore. Danzano nel cerchio le verdi figure delle Iniziate che portano i cesti pieni di pane da offrire alle fiamme e alla Dea. La diaconessa posa lo sguardo su di loro con, senza lasciare andare il sorriso luminoso che le adorna il viso. In loro riconosce ciò che lei era un tempo. La bianca diaconessa prende un pezzo di pane da uno dei due cesti portati dalle Novizie. Ora lo sguardo torna a Callista che sta dinnanzi a lei. Un senso di attesa si impadronisce dalla bianca ancella ora che il rituale volge alla fine e al momento in cui Lei potrebbe manifestarsi. Chissà se Ella vorrà ancora donare le sue parole alle Figlie e ai fedeli accorsi per ascoltarla. Ma c'è qualcos'altro che accade in questa magica notte di Lughnasad. Strane luci rosse e oro appaiono intorno ai menhir e riempiono il tor della loro bella e luminosa presenza. La diaconessa le guarda con ammirazione. Rimarrebbe immobile, tuttavia, dinnanzi alla candela blu e non permetterebbe loro di attrarre troppo la sua attenzione [volontà ferrea liv.3]. Ora ogni attenzione è rivolta alla Somma Stella, a Lei. La stellina sulla fronte del Giglio inizierebbe a brillare, se Lei si manifesterà, poi di una luce candida e pura [Luce di Stella liv.2].

CHLOE {. Tor. .Altare. } Il potere si sta concentrando sul Tor in questa notte, l'Estate ancora non deve terminare eppure tra non molte lune Rhiannon tornerà a reclamare ciò che è suo, il tempo della Morte che di nuovo porterà alla Rinascita. Piccole e luminose lucine si sono avvinate ove il Potere della Dea si sta riunendo, si scorgono facilmente nel buio della notte rischiarato soltanto da un solitario spicchio di Luna e poche torce accese. Ed ecco che scorge farsi avanti due figure che ancora non sono Figlie del Tempio ma il cui cuore già serve la Triade e portano in mano delle ceste da cui, quando passeranno davanti alla Stella del Vespro, lei ne raccoglierà parte del contenuto, una piccolo pezzo di pane; non un sorriso, non il più piccolo movimento sul quel volto d'alabastro che resta chiuso al mondo e ad ogni emozione [//Imperturbabilità Liv 5]. Nuove parole si muovono nell'aria ed è la voce roca della Dama del Lago a pronunciarle restituendo alla Dea ciò che lei ha donato a noi. La catasta sull'Altare brucia, brucia di un fuoco che dona e non toglie, che sostiene la vita e non pretende la morte. Si avvicina un po' a quel fuoco e lascia, senza neanche guardare davvero ciò che sta facendo, cadere il pane nel fuoco per vederlo ardere tra quelle fiamme che lo lambiscono e lo divorano. Se Ella lo vorrà adesso il suo Potere crescerà nella Dama del Lago ed ogni Sorella sarà testimone di quelle Parole. Si illumina di argentei bagliori la stellina che porta sulla fronte, simbolo indelebile della suo eterno e terribile legame con la Velata. [//Luce di Stella Liv 5]



[ATTENDERE ESITO]



Il pane viene sollevato sopra le cupe fiamme dalle sfumature viola molto cupe ed inquietanti, tant’è che qualche bambino và nascondendo il capo dietro la gonna della madre, celando gli occhi con le manine paffute e cercando di dominare il cuore che martella nel petto. Il boccone della pagnotta vien fatto cadere fra le fiamme, ch’iniziano a divorane le forme ed annerirne la superficie la superficie esterna, esalando una scia di fumo sottile e scura, mentre le voci della Somma risuonano nel loco, imperiose, dolci, decise… Ed in quell’istante accadranno diverse cose: le fiamme tornano normali, scarlatte e brillanti come in principio; tutte candele, poste ad un metro dal Menhir verso l’interno del cerchio di pietre, s’accendono; le lucine scarlatte e dorate, al di fuori del cerchio, s’avvicinano lentamente alle presenti, iniziando a ruotare in cerchio, anzi no, in spirale, attorno a loro. Ora le figlie della Dea – evitando d’avvicinarsi a Callista, in mezzo a tutte loro, forse per rispetto - potranno certo scorgerle, sembrano dei piccoli serpenti alati, con la testa simile a quella d’un drago, privi di arti... Strane creature che serpeggiano, sinuosamente, all’altezza delle caviglie delle donne. Brilla la stella tatuata sulla fronte di Callista, illumina il luogo come se la Dea, come una luce, stesse attraversando il suo corpo di cristallo, rivelando i colori dell’arcobaleno. La somma Stella viene avvolta dalla sua stessa Luce e si solleva, nel cielo, aleggiando a due metri da terra, il suo corpo diverrà prima puro fuoco..La Passione, la Guerra e l’Amore materno e passionale incarnato da Cerridwen. Successivamente diverrà la Candida Arianrhod, colei ch’è vita e purezza. Infine ella tramuta nella Nera Signora Rhiannon, il volto più crudele ed oscuro della Dea. Tutti i presenti, colti da quella visione maestosa, s’inginocchiano e chinano il capo, alcuni si piegano totalmente a terra, per palesar la propria profonda venerazione. La mente della Somma, così come quella delle sue Figlie, vengono pervase da una visione comune a tutte quante. La visione narra di un uomo, un possente guerriero con delle grandi ali di Drago sulla sua schiena. Le sua ali si spezzano, all’improvviso, mentre esso solca i cieli, e l’abisso lo risucchia in sé. Dopo pochi attimi questo stesso oblio nero diviene una lucida scaglia di drago, piccolo frammento di un intero corpo che si trova all’interno di un uovo dai toni scuri e lo stesso uovo è trattenuto da mani scarlatte grondanti di sangue. Le sacerdotesse vedranno la lotta fra mani, due paia rosse e numerose che sopraffanno quasi un paio di mani bianche e poi due mani nere, aggiungersi e aiutare le bianche. La lotta continua, imperversa… Ma tutto scompare, perciò nessuna potrà sapere quale mano vincerà. E’ mistero. Questa visione vien sostituita da un’altra, perciò. Vedranno due velieri che si scontrano, uno candido ed uno d’ebano. “Il potere supremo della Saggezza è contenuto in entrambi, come quello della vita nell’uomo e nella donna che solo uniti possono generare” mormorerà la Dea, per bocca di Callista. Stavolta queste parole verranno udite da tutti, ma solo le sacerdotesse potranno comprenderne l’enigmatico significato. Poi un’altra visione, l’ultima, sboccerà nella mente delle Sacerdotesse della Triplice. Un drago di Platino, grande e maestoso, che ruggisce e risveglia ogni drago dormiente o meno dell’Isola… E draghi d’Oro, d’Argento e di Bronzo solcare insieme i Cieli. Tutto svanisce, all’improvviso. Callista scende a terra, lentamente, ed appena tocca il manto erboso del sacro Tor la luce oscura che l’avvolgeva svanisce, all’improvviso, riportandola in sé. Qualche fedele solleva il capo, si potranno notare i visi di qualche donna pervasi dalle lacrime di commozione, o forse d’altro, non è dato sapere in questo momento di festa. Le strane creature scarlatte e dorate continuano a muoversi in spirale ed infine, raggiungendo il punto centrale di quel moto, svaniscono, lasciando cadere a terra un oggetto dorato che tintinna leggermente colpendo la pietra dell’altare. (http://www.polyvore.com/cgi/img-thing?.out=jpg&size=l&tid=23282086).



[GDR PLAY - Ordine: samarah, nyule, callista, nivienne, arshal, nixi. ]




SAMARAH { cima dle tor } Energia pura, viva, che come un talismano acenstrale viene attirata dalla somma stella , una a una luci si racggruppano intorno a lei quasi fossero sottomesse alla sua volonta' . Ea si nutre dlela luce e diventa luce, ne assorbe la forza ne trattiene la forma e la espande, mutando forma agli occhi della nordica .. Mostra il suo volto la dea e lo stomaco pare chiudersi nella enneesima stretta , la marea torna a salre minacciando di trascinarla via, di lasciarla in balia della forza di cui avvolta senza poter far nulla per impedirlo. Chiude gli occhi, cercando di mantener salda la concentrazione permane nel respiro il controllo lungo e profondo cerca di trattenerlo nonostante le enormi forze che adesso girano attorno all-ancella. la dea fatta carne che prende forma nella somma prima che quella stessa forza comincia prenderle la mente generando immagini. Un guerriero dalle ali di drago, ucerca di afferrarne le fattezze ma non puo'.. cade e sembra tracinar con se anche la mente e gli occhi della nordica.. come se stesse candendo ei stessa . tentenna leggermente ma tenta di continuar a tener la mente ferma e lucida il piu possibile mentre lepalpebre abbassate e quel candore che sparisce a tratti diventando ancor piu cereo e' il volto esterno ( sangue freddo +1 ) nel silenzio della mente altre immagini, mani che lottano e sangue tantoi sangue.. istintivamente stringe i denti mentre la visione svanisce di nuovo proprio quando ea credeva di esserne travolta. draghi.. dal mondi del suo immaginario . sta sognando? e' un riflesso delle storie cantate dal suo amato pastore quello.. o esistono veramnete i draghi? la loro bellezza toglie il fiato, e lo stomaco tonra a stringersi, mantiene sempre gli occhi chiusi.. lasciandosi trasportare dall loro visione.. la belleza di quelle creature scalda il cuore come nessun fuoco in inverno riesce a fare.. e il velo di sale minaccia nuovamente le iridi immagini. forse troppe per la mente di un ancella poco abituata a una simile forza.. ode qussi indistintamente le parole dette dalla somma anche se e' molto diversa dalla voce della mezzelfa che ha udito nel giardino.. lunghi gli attimi prima che ea torni ad parire gli occhi. quando lo fa.. con le iridi velade da calde lacrime callista e'a terra e qualcosa di luminoso cade.. respiri, lunghi e profondi.. cercando di mantener il controllo su di se ancora.. non vuole mostrarsi debole ne alla gente ne alle ancelle .. rischia di cedere ma cerca di trattenersi .. torna a guardare le stelle , e l-altra ancella, poi il popolo.. in silenzio.. non scordera' mai quella notte [ uscita ]

NYULE [tor | FE] Ed ecco che la pura essenza di ciò che è divino si manifesta, senza lesinare in vividezza nello stesso corpo di Callista. L'Eterna osserva la trasfigurazione con attento interesse, ma viene strappata da quella vista da una diversa, che le si insinua nel profondo della mente. E forse non solo nella mente. Sa chi sta lambendo la sua anima, sa bene che quelle immagini sono un dono della Madre e, sebbene non possa comprendere a pieno il messaggio, è stretta da una morsa che è dolcezza e dolore allo stesso tempo. Lieve e confortante è il tocco divino, dilaniante e preoccupante il significato che porta con se, almeno in parte. Alla dorata basta la vista di un drago nero per scuotersi nel profondo e divenire quasi rabbiosa. Un lieve ringhio uscirebbe dalle labbra dell'elfa, mentre tutto il suo sapere riguardo alla stirpe oscura affiora con naturalezza alla mente, sovrapponendosi alla visione. E' giunta su avalon inseguita proprio da tre draghi neri e sa quanto terrore e pricolo quella stirpe rappresenti. Gli occhi d'oro si fanno cattivi, mentre i pensieri si accavallano: le parole del cavaliere, il drago prigioniero... e se non fosse un suo fratello, ma un esemplare che su quest'isola non dovrebbe nemmeno esserci?! Ne parlerà con la Somma Stella... Rapita dalla visione e completamente assorta nei ragionamenti, non si accorgerà nemmeno di quanto accadrà dopo... Ne dei passi che compirà per tornare al tempio al termine del rito.

CALLISTA {.Tor.Altare.} . Quanto ora esiste dell'esile mezzelfa dai capelli dorati, dalla lunga veste forse un po' sfarzosa per il suo modo di essere? Si ritrae la sua coscienza, consapevole che deve dar spazio a Qualcosa di più grande, di immenso, di eterno. Una sensazione che ben conosce e che il suo corpo ha imparato ad accettare e, chissà, forse ad attendere. Nascosta, in un piccolo angolo della propria mente, rinchiusa in un labirinto fatto di luce, di fiamme e di tetra oscurità. Non esplode la sua mente [//volontà ferrea +3 - imperturbabilità liv.6], sebbene il corpo non sia più in suo possesso, nonostante i suoi piedi non tocchino più l'amata terra dell'Isola. No, non si accorge d'essersi sollevata, d'essere sopra ogni presente, sopra quel fuoco che continua a bruciare ogni pezzo di pane ivi gettato. I suoi occhi non vedono, almeno non con quella vista che dondola tra una razza e l'altra. Vede quello che la Dea vuole mostrarle: quell'uovo che ultimamente fa parte delle sue parole, delle mani di differenti colori, sangue. E poi i due Velieri, trovandone la conferma dopo quanto udito da Raine tempo fa. Tutto scorre rapido, troppo rapido per colei che non ha il soffio della mortale morte sulla nuca. Nemmeno riconosce la sua voce, quando squarcia la collina, quando entra nelle orecchie di tutti i presenti. Certo, non è la voce di Callista quella che odono. Si ritrova poi a terra, tra la soffice erba, probabilmente senza aver ricevuto alcun danno fisico per quella tripla trasfigurazione [//Resistenza +1], ma con solamente la sensazione di dover scoprire altro, di dover avanzare. Mai arrendersi, nemmeno quando il raccolto è abbondante e la Dea ricorda a tutti quanti che Lei esiste e vive su quest'Isola.

NIVIENNE { Tor (Cerchio di Pietre)} – { Le luci delle candele s’accendono e si fondono, mentre le lingue ardenti della pira ritornano scarlatte come in principio, lasciando che la Signora della Guerra le riprenda sotto la propria ala. Le piccole luci scarlatte e dorate volano in circolo, quasi a spirale, attorno a loro. Ed ora che saranno più vicine, che si muovono danzando attorno alle sue caviglie, potrebbe vederne le strane fattezze. Sembrano piccoli serpenti, ma con le ali e la testa di drago, mai aveva veduto nulla di simile. Ma la sua attenzione su di loro permarrebbe sol per pochi istanti, prima che le smeraldine iridi si posino sul corpo di Callista che s’innalzerà da terra. La Triade s’è impossessata nuovamente di lei, prima divenendo Cerridwen, poi cangiando in Arianrhod ed infine in Rhiannon. La vede prender fuoco, esser purificata e spenta dalle sue acque ed infine esser inglobata nuovamente dalle sue ombre. Riluce ancora di riverberi rossastri la stella scarlatta sulla fronte della Stella del Meriggio (//Luce di Stella lv. 5), mentre le palpebre si chiuderebbero istintivamente con l’avvento della visione, tentando di concentrarsi per immergersi meglio in quelle immagini (//Volontà ferrea lv. 3). Un uomo dalle grandi ali possenti di drago solca i cieli, ma queste si spezzano e precipita risucchiato dall’abisso, una scaglia di drago, un uovo dai colori delle ombre conteso, mani bianche, rosse e nere che si aiutano. Che sia quello percepito da Mitrhil? Il sangue inizialmente domina, ma la visione s’arresta non lasciando comprendere chi sarà il vincitore. Un nuovo susseguirsi nella mente della rossa Ancella, quasi senza lasciare lo spazio d’un respiro. E’ così che si sente Chloe? Nuovamente i velieri, e parole che fuoriescono da Callista, ma non è la sua voce, si tratta della Dea, di qualcosa di più potente ed eterno che si serve della Sua Prediletta. Ed altri draghi e se prima mai ne aveva veduti, ora ne vede d’oro, di bronzo ed il Pendragon stesso. Ed infine tutto finisce, tutto s’arresta. Ecco il loro raccolto, mentre getta il pane nella piccola pira. Callista ritorna in sé, mentre le strane creature alate lasciano un dono prima di svanire. }

ARSHAL [Tor] non è abituata alle visioni, ma questa non è la prima che invade la sua mente e la Magistra osserva in silenzio le immagini che scorrono e ascolta la voce della Dama del Lago, che ora suona diversa alle sue orecchie, perché è la voce della Dea che esce dalle labbra di Callista. Come sempre la visione si dissolve e in questo caso è stata complessa, tanto che Arshal deve ricercare con maggiore determinazione la concentrazione che le permetta di seguire la fine del rito [Skill volontà ferrea, liv 1]…perché il rito non è terminato, anche se la Trina s’è mostrata in tutto il suo splendore, anche se niente potrà essere paragonato allo spettacolo a cui i fedeli hanno potuto assistere. Ha prestato poca attenzione alle creature che si muovevano attorno alle sacerdotesse, ma ora li vede condensarsi sopra l’altare, svanire e lasciare al loro posto un oggetto che non riesce a distinguere chiaramente. Ora la stanchezza inizia a farsi sentire, il peso della gravidanza fa sì che si senta più debole del solito…forse anche più debole di quando per la prima volta ha accolto il potere della Dea. La sua partecipazione al rito non dovrebbe avere quell’effetto e lei lo sa, come sa che è la bambina ad assorbire molte delle sue energie. Si sforza di muovere i piedi scalzi per avvicinarsi all’altare. Lo sguardo si posa per un istante sull’oggetto lasciato da quegli esseri sconosciuti, poi si fissa sulle fiamme, di cui ora può sentire quel calore che la conforta. La mano destra s’alza e le dita s’aprono, lasciando cadere il pane che stringono dentro al fuoco. Sente le sue sorelle muoversi attorno a lei, sente i fedeli fuori dal cerchio, che forse doneranno a loro volta quell’offerta alla Dea, ma le pare che tutti i suoni siano molto vaghi. Torna sui propri passi e raggiunge l’estremità del cerchio, per poi voltarsi…vuole ancora osservare, sa che Ella potrebbe ancora avere qualcosa in serbo per loro e allo stesso tempo non può fare a meno d’appoggiare la schiena alla pietra più vicina. Avrà bisogno d’aiuto per tornare al Tempio , lo sa, ma il suo volto rimane sereno…in fin dei conti è circondata dalle sue sorelle e dai fedeli della Dea, troverà il modo di scendere lungo il sentiero.

NIXI (cerchio sacro) La risposta dell'Una e Trina si fa presto sentire in tutto il suo splendore. Non sono solo profezie, ma qualcosa di più. La diaconessa osserva le luci che si fanno sempre più vicine e guardandole con attenzione vedrebbe che assomigliano a tanti piccoli draghi che formano intorno alle Figlie una sorta di spirale. La Sua spirale. Lo sguardo si sposta rapidamente sulla figura Somma Stella quando questa viene sollevata verso il cielo dal Suo potere e dalla luce. E uno dopo l'altro ella si trasfigura in tutti e tre i suoi volti. La diaconessa la osserva con venerazione e meraviglia, poichè sebbene non sia la prima volta che vede una trasfigurazione la bellezza della Dea è troppo grande. La mente del Giglio viene poi pervasa dalla visione. La nordica rimarrebbe tranquilla, preparata al fatto che durante un rituale possono accadere simili eventi. Vede un uomo alato che perde una scaglia lucente, mani bianche, nere e rosse che si contendono uno strano uovo scuro. Seguono due velieri, uno bianco e uno nero che si scontrano, mentre la voce della Dea sussurra alle loro menti. Sono parole che una Sacerdotessa sa comprendere, perchè parlano di equilibrio. Tutto cambia d'improvviso mostrano una magnifica adunata di draghi color dei metalli che volano insieme nel cielo. D'un tratto la visione scema improvvisamente, la spirale di luce si esaurisce e solo un tintinnio breve riempie l'aria. Il Suo volere si è manifestato, ma ancora un ultimo gesto va compiuto. La diaconessa si avvicina all'altare quando giunge il suo turno e getta il pezzo di pane nelle fiamme e li si accorgerebbe di cosa probabilmente avrebbe causato il tintinnio. Vedrebbe un oggetto per terra e lo raccoglierebbe, notando che si tratta di un bracciale d'oro. Lo terrà con sè per ora, finchè non verrà il momento di restituirlo a Callista.



[ATTENDERE ESITO]




I presenti lentamente si risollevano tutti in piedi, mentre s’avvicinano alle fiamme per gettarvi dei tozzi di pane. Un bambino dalle guance paffute si avvicina, lancia il tozzo mentre osserva Callista e scappa via, più per la vergogna che per lo spavento. Il fuoco arde, scie scure si sollevano mentre le fiamme divorano il morbido pane fatto in giornata col grano raccolto. Nixi sentirà il tintinnio del bracciale e s’affretterà a raccoglierlo, tenendolo per il momento con sé, fino a quando non potrà darlo a chi desidera. Le giovani coppiette s’allontanano dal luogo, forse per rifugiarsi in quelle casupole improvvisate lungo la scoscesa del Tor, lontano dal sentiero improvvisate, create usando dei rami, tronchi ed abbellite con muschi, fiori e coperte per avvolgersi insieme, mentre altra gente s’allontana, dirette alle proprie dimore, dato che la notte è sì giovane, ma l’indomani molti dovranno svegliarsi all’alba per badare al gregge, mungere gli animali e molti altri lavori. Dopo lunghi secondi, forse minuti, anche le Sacerdotesse s’allontaneranno, raggiungendo la loro sacra dimora tinteggiata della tonalità scura di Rhiannon, che tratterrà nel suo manto il mondo ancora per molte ore.



[GDR END - Grazie per aver scelto la Selene Enterprise.]

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