)O( La Nona Signora di Avalon )O(

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Nivienne
00domenica 15 novembre 2009 16:06
Callista, Somma Stella - Kagome, Sapiente del Meriggio [03/08/09]
KAGOME { Giardini Interni >> Sala Circolare } - { Una goccia, un'altra. Un salto nel vuoto, un tornare sui propri passi. Il mutare delle stagioni. La sentite, la Ruota che scricchiola? E' pesante, è stanca, è triste. Lughnasadh è vicino, Lughnasadh è nell'aria vibrante, è nei ciottoli della Sacra Fonte, è nella terra sotto i piedi e nelle formiche tra le dita. Quanto tempo è passato, da Beltane. Quanto tempo è passato, dall'ultima travolgente manifestazione. Eppure, guardate questo corpo: dovrebbe essere pronto ad una nuova prova, ad un nuovo supplizio, ad un nuovo tormento e ad una nuova gioia. Dovrebbe essere in forze, nel pieno della vita, in salute, solido. Eppure, è smagrito. Eppure, è stanco. La verità, è che l'incarnare una Dea corrode il corpo. La verità è che le membra cedono lentamente il passo al tempo, e che l'Ultima è alla sua fine. Il Cerchio deve terminare, prima o poi, e questa Dama del Lago, stanotte, ne ha sulle spalle infiniti. Otto, quante sono state le Signore fino ad ora, dalla prima all'ultima. Anni ed anni, cambiamenti, tormenti e benedizioni. Quanto tempo è passato, Kagome, dalla nascita dei tempi? Tutto è lì, su quel confine, a metà tra i giardini interni e la sala circolare, sotto quell'arco che sempre è stato la sua dimora preferita, fin da quando era iniziata. Fin da quando mai avrebbe creduto, se qualcuno gliel'avesse detto, che Ella avrebbe scelto lei per terminare il proprio ciclo, per porre fine al Primo di, forse, molti. O all'Unico. Vibra, l'anima, perchè il cambiamento s'avvicina. Perchè i luoghi di confine sono i più pericolosi, ed insieme i più potenti, i più forti. Prosperità e abbondanza o, viceversa, rovina e distruzione. Non vi sono mezze misure, nei confini. O destra, o sinistra. O splendore, o buio eterno. E Libertà di Scelta, per colei che regge ed osserva il mondo in questo momento. Libertà assoluta, quasi il proprio volere fosse superiore al Suo. Ma è solo un'altra prova, una delle tante. E Kagome sorride, a quel pensiero. Sorride nonostante i segni del tempo e della fatica siano evidenti sul suo viso smunto, probabilmente reso tale da giorni e giorni di digiuno o di denutrizione. E' debole, nel corpo. Eppure, guardare i suoi occhi. I suoi occhi color delle nocciole, che hanno piegato diversi animi alla gentilezza ed alla pacatezza, e diversi altri ad asservirsi al loro volere, al Suo servizio. Guardate questi occhi e la loro determinazione, e la loro sicurezza. Non vacilla, la Dama del Lago. Non ha mai vacillato, e mai lo farà. Un tempo, la nominarono Custode del Tempio. Parte integrante delle sue fondamenta. Un tempo, lei ha giurato di proteggere questo luogo. E da sempre, ha saputo che lei, per questo tempio, un giorno morirà. Forse proprio oggi. Fa un passo o due verso l'interno, appropinquandosi appena all'altare maggiore ed al sacro fuoco. Ha i capelli sciolti, stranamente, ed al collo i soliti pendenti. Due ciondoli a forma di stella, con uno smeraldo incastonato al centro di essi. L'abito dorato indosso, discendente in morbide pieghe. Appena largo, a denotare la sua recente perdita di peso. Un rametto di betulla in mano, l'Athame sacro appeso alla cintura. Il ciondolo di un tempo che fu, un Granato, nascosto in una delle tasche dell'abito. La stanza in ordine, come se il congedo fosse vicino. E gli occhi lontani, perduti verso qualcosa di infinitamente distante. Perduti verso il passato, verso tutto ciò che ella ha sempre saputo. }

CALLISTA {.Dimora Sacerdotale -> Sala circolare.} . La lignea superficie di quell'uscio che cela ogni segreto funge da appoggio all'alto e esile corpo della Stella del Vespro. Le palpebre sono serrate, la realtà non appartiene più ai suoi occhi, ma alla disperazione che va crescendo, missiva dopo missiva. Parola dopo parola. Quanto ancora dovrà sopportare, quanto soffrire? Le braccia dietro la propria figura, i capelli ribelli, liberi di scivolare sulle pallide gote che recano tutti quei segni di dolore conosciuti. Lunghi attimi di silenzio, prima che gli smeraldi sbiaditi ricompaiano ad osservare quelle tenebre che già del Vespro si sono impadronite, sotto l'ombra di una nera stella che giace nel centro della propria fronte. Così candida, così magra. Un attimo ancora. L'ultima missiva ripetuta nella sua mente, senza che vi sia traccia visibile di quel gesto. Ed infine, le lunghe gambe celate dalla veste di duplice colore si muovono, con un repentino passo, come se la decisione di continuare ed accettare le sfide sia stata presa. Così sarà. Elegante andatura che trova la solidità d'un umano passo nella fredda pietra che le nude estremità incontrano, mostrandosi a ritmo cadenzato, sotto quelle nere vesti che nemmeno la luce d'una luna quasi gravida riesce a sconfiggere. Ma non v'è fretta per colei che non conosce il ritmo naturale d'una clessidra mortale, mezzosangue che nuovamente sta conoscendo una forma di dolore che sembrava aver dimenticato da anni. Ci sarà la gioia di Lughnasadh presto, la Ruota sta girando, le messi sono pronte per essere raccolte. Dovrebbe essere un periodo di gioia e splendore, ma nulla in quel volto che la dimora Sacerdotale va abbandonando par riconoscerlo. L'espressione muta, come d'una statua d'avorio che ha preso vita, le movenze d'un essere che conosce la Morte. Eppure eccola, decisa ad avvicinarsi alla nicchia della Sua Signora, per porgere quella preghiera promessa. Non è sola. Come non riconoscere la moltitudine di colori che sono presenti in quella figura, come non amarla improvvisamente? { Spirites Aveas, Signora di Avalon } La chiama con il suo appellativo maggiore. Ma ella è Figlia, Madre e Vecchia. Gracchia la sua voce, le sottili labbra si dischiudono leggermente, mentre a lei si avvicina.

KAGOME { Sala Circolare - >> Pressi Sacro Fuoco } - { Un Corvo, che gracchia e stride. Un corvo nero, che avanza rapido verso di lei. E' questo, Signora, ciò che ti attende? E' la morte, quella che viene incontro a Kagome del Lago. E' la morte, ed ella la conosce bene. Ed ella la ama profondamente. Cammina lentamente, fa qualche passo, mentre sente quella creatura quasi immortale accostarsi sempre di più a lei. Non c'è bisogno di guardarsi, non c'è bisogno di parlarsi, non davvero. Le Figlie sono tutte collegate. Le figlie sono tutte unite, e non a caso tra loro si chiamano Sorelle. } Che l'Una e Trina ti protegga, amica mia. { Protezione. Questo Kagome supplica su Callista, questo è il suo desiderio e la sua speranza. La sente bruciare dentro, quella Speranza. La sente corroderla, come un fiume acido. Tuttavia, miei cari, non c'è dolore più dolce. Non c'è sofferenza più desiderata, più consapevole, più bella. Eppure, non è la morte quella che stanotte si deve portar via colei che un tempo ebbe un futuro incerto, e poi fu figlia del Rosso, e poi fu Eletta del Fuoco, e che ora è la Prescelta. E' venuto il tempo che la ruota giri. E' venuto il tempo che qualcun altra se la prenda sulle spalle, qualcuna il cui corpo è più resistente, qualcuna per la quale la morte è meno lontana, qualcuna la cui vita è più lunga e duratura. Qualcuna che la risanerà, o che sarà uccisa dai suoi frammenti e dalle sue rovine. E' triste, tutto questo. E' triste dover consegnare ad una Figlia un simile fardello. Se potesse, forse, Kagome si lascerebbe uccidere da quel peso. Se servisse a salvare la vita alle altre Ancelle. Se Lei lo desiderasse. Ma non è questo ciò che deve accadere, non è questo ciò che è scritto nel Disegno. Sei pronta, Morte? E' venuto il momento di lottare. E' venuto il momento di essere forte e pura. E' venuto il momento di ringiovanire, e di gettare via quel mantello di Vecchia, quelle ali di corvo. Allontanati dalle anime che ti girano intorno. Allontanati dalle mani di cadaveri che ti stringono i piedi, reclamando la tua compagnia. Ora, anche i vivi ti reclamano. Ora è anche a costoro che devi volgere la tua attenzione.Volge il capo Kagome, alla ricerca della figura della Stella Oscura; posa sull'altare il rametto di betulla, dando la fronte alle Tre Nicchie. Ed è allora che il suo piede, forse distratto, si scontra con qualche cosa. Un sacchetto, una piccola borsa sporca che lascia una traccia rossiccia sul terreno. Qualche goccia di sangue, probabilmente. Si china, la Dama del Lago, a raccogliere quello che parrebbe un dono piuttosto macabro. A innalzarlo e a posarlo sull'altare, facendo gocciolare un poco del sangue sulla pietra del pavimento, e forse anche un poco sull'abito. Tuttavia, per ora non si dedica a comprendere meglio cosa ci sia dentro quel sacchetto. A meno che non sia una testa umana - e ne dubita - non può essere nient'altro che un dono, un'offerta. Alquanto gradita, per di più: quante volte l'è capitato di usare il Sangue, nei rituali? Ora, c'è spazio solo per la mezzosangue, e per Lei. Tra poco, vi sarà tempo anche per un povero coniglio sgozzato. } Venite da me, figlia mia. { Osserva il suo viso, osserva la sua figura, e non dovrebbe volerci un genio per capire che v'è qualcosa che non va. Forse anche Callista sente quel che sta per accadere. O forse v'è qualcos'altro. } Avete qualcosa da dirmi? { V'è tempo ancora un poco, almeno per qualche parola. }

CALLISTA {.Sala circolare. Pressi Sacro Fuoco.} . Ed eccola raggiungere la Somma Stella. Ne osserva la stessa fragilità, la stessa espressione sofferta, lo stesso volto scavato nella Sua volontà. Eppure è bellissima, ricolma d'ogni sentimento che solo la Trina riesce a donare ad una giovane donna mortale, quale Kagome era, un tempo, quando la vespertina la incontrò per la prima volta, abbigliata nelle vesti d'Iniziata. Quante volte la Luna è cresciuta e calata da allora? Forse poche per la mezzelfa, che sente ancora quella polvere trasportata dal vento sulle sue mani, le stesse che sull'Altare di pietra va a poggiare, seguendo con lo sguardo quei gesti che non comprende, quel sacchetto che viene raccolto da terra. Probabilmente penserà che sia stata la stessa Somma a portarlo fin lì, d'altronde l'uso di sangue e di cadaveri animali è un mistero ben conosciuto alle Figlie della Triade. Così ogni domanda in merito non verrà formulata, sicura che ci sarà sempre una risposta da quelle labbra, da quel verbo che pronuncia una domanda sola alla sua figlia oscura, un quesito che ha la forza di distruggere ogni volontà e ogni speranza { Le cose cambiano, mia Signora. E noi vorremmo con la forza trattenerle a noi, vorremmo che nulla variasse. } Favella che taglia la distanza tra le due, artigli che graffiano la fredda pietra. Sì, è giunta la Morte, se ne sente il profumo, se ne avverte il gelo. { Eppure se tutto fa parte del Suo disegno, dobbiamo solo accettarlo. } E sperare. Ma questo non osa dirlo alla Somma Stella, no. Preferisce rimaner a fissare il suo volto, discendendo con lo sguardo ad incontrare i due gioielli con lo smeraldo incastonato, gemelli del proprio, di violacea pietra, che abbellisce la bianca linea del suo collo. { Cosa turba il vostro animo? } E' la stessa domanda, ma che pronunciata dalla nera Stella ha un altro odore.

KAGOME { Pressi Altare Maggiore } - { Il Cambiamento. E' questo che, in fondo, turba l'umanità. La paura dell'ignoto, il non sapere, il non poter capire nè comprendere dove la speranza condurrà l'animo umano. Questo è ciò che funesta la vita dei mortali e li sfianca. Lottare contro il futuro. Adattarsi al cambiamento o, più scioccamente, combatterlo. Neppure lei, lei che è Una e Trina, lei che è incarnazione di tutta la sapienza di questo mondo, lei che è onniscente e onnipresente, lei che dovrebbe sapere ogni cosa, ora è certa del futuro. Può vedere e sapere soltanto quel che accadrà tra poco, nei prossimi giorni, nelle prossime ore. E sa bene che, tra poco, ogni cosa svanirà rapidamente, come neve che si trovasse, curiosamente, esposta al sole dell'estate. } Il Cambiamento, Callista. Questo è ciò che tormenta tutti noi. Ma non possiamo fare nulla, se non, come avete detto voi stessa, accettarlo. E sperare che ci arrida. { Un sorriso che si apre su quel volto provato. Nonostante il timore, la paura - perchè neppure le Ancelle sono immuni da questi due pericolosi sentimenti - è felice. Si potrebbe quasi dire serena, tranquilla. Non è esattamente così. Ma accetta quel che deve essere, vi si adatta con tutta se stessa, non si oppone minimamente. Questo è ciò che le figlie fanno. } Venite, Callista. Ho bisogno di voi, vicino a me. { Come se d'improvviso la vicinanza fisica fosse necessaria. Per questo atto, tuttavia, stavolta lo è. Nel frattempo, osserva il sacchetto colante, ne allarga i fili, ne osserva il contenuto. Una testa di coniglio. Mh. Curiosamente, manca il corpo: di solito i fedeli presentano un animale intero. Ma non ha importanza, è comunque un dono gradito. E, stanotte, le sarà utile, persino. } Da tempo, amica mia, medito e rifletto. Da molto non passo più di qualche ora in questo mondo, e perdo sempre i miei pensieri in Lei. A lungo il Suo disegno è stato oscuro, troppo complesso perchè i miei occhi potessero vederlo, capirlo, decifrarlo. Ora, tuttavia, mi è chiaro e definito, nella mente. Nel mio cuore, sul fondo, albergano ancora timore e paura, come in quelli di tutte le creature viventi. Eppure, tanto tempo fa feci un giuramento. Ogni notte, ogni giorno, ogni momento durante la mia vita qui al Tempio l'ho mantenuto e professato ancora ed ancora, all'infinito, sentendolo sempre bruciare dentro di me. Ho giurato di ServirLa, e di non tradirLa mai. Ho giurato di vivere e morire per questo Tempio, per questa casa, per ciò che Lei deciderà per me. { Un lungo discorso, che tuttavia è solo un'introduzione a quel che stanotte sta per accadere. Forse risulterà poco comprensibile a Callista, ma...Kagome ha fiducia. Kagome sorride, sulle labbra e con gli occhi. Kagome è felice, per quanto stanca, smagrita, provata, affaticata. Lei non si è mai tirata indietro, e mai lo farà. Lei non rinnegherà mai.

CALLISTA {.Sala circolare. Pressi Altare.} . Sì, in effetti non comprende appieno le parole della Dama del Lago, sa solo che le sue puntute paiono essere attratte dal suono di quella voce che instancabilmente ama e amerà per sempre. Lo spesso filo che le trattiene, invisibile eppure presente, è lì, le unisce e le rende una cosa unica. Quella che ha l'aria di una richiesta, seppur difficilmente comprensibile per la mezzelfa, viene esaurita, riportando le pallide gemelle lungo i fianchi, muovendosi di quei pochi passi necessari per porsi a fianco della Somma, di poco più alta di lei. Verdi iridi che tentano di impadronirsi di ciò che il sacchetto grondante sangue ancora le cela. Sa che i fedeli hanno strane abitudini per ringraziare la Triade e forse questo è esattamente quello, giacchè la stessa Kagome lo apre per valutarlo, per nulla scandalizzata dal suo contenuto. Le dorate ciglia sbattono per alcune volte nell'assoluto silenzio, conseguenza di quei gesti che osserva, prima di annuire, semplicemente. E' un giuramento che viene chiesto ad ogni Sua figlia, quello di combattere per servirla, di rinunciare ad una vita che forse potrebbe essere più facile. E la Stella del Vespro ben conosce quei sentimenti, quelle gioie perdute, quelle parole mai destinate a trovare nuova vita. Anche lei ha giurato e sta obbedendo alle sue stesse parole. { Perchè mi dite questo? } Solo una semplice domanda. Davvero non comprende. Eppure. Eppure quella missiva che ha tentato di nascondere a se stessa, quelle parole della giovane Figlia dell'Anziana, rispuntano, come scogli in mezzo ad un oceano. Taglienti e pericolosi.

KAGOME { Sala Circolare - Pressi Altare Maggiore } - { Un discorso, un lungo discorso. Tante parole, per dire in fondo qualcosa di così semplice, di così immediato, di così...scontato, quasi. Eppure, non è così facile, in verità. Chiunque entrasse in quel momento nel tempio vedrebbe soltanto due donne, l'una accanto all'altra. Una vestita d'oro, una di nero e bianco, senza capire, senza poter comprendere cosa si cela dietro due semplici abiti, cosa si cela al di sotto, al di dentro di una semplice stella tatuata sulla fronte. C'è così tanto, sotto... } Perchè non dimentichiate la vostra parte mortale. Perchè sappiate che, oltre ai volti degli spiriti, ci sono gli alberi e gli uomini di questo mondo. E perchè li teniate sempre nel cuore, sullo stesso piano. Sullo stesso livello. { Apre maggiormente quella piccola borsa, di modo che il suo contenuto possa essere scorto anche dalla stella del Vespro. Continua a guardarvi all'interno, osserva il sangue colare lentamente, in parte già raggrumato, in parte fermo. Non è il massimo, ma andrà bene. Intinge due dita della mancina nella ferita sul collo, cercando il contatto con un poco di quel liquido rossastro, poi, con la dritta, stacca l'Athame dalla cintura, e si volta verso la mezzosangue. Cercherebbe di sporcarle il viso, tracciando tre semplici linee. Una sulla gota destra, una dalla punta del naso alle labbra, e una sulla guancia sinistra. } Noi tutte siamo legate, Callista, da un giuramento che non può essere rinnegato, che non può essere sciolto. Tuttavia, c'è chi vi è artigliato con più forza tra di noi, e chi meno. { Dita che si allontanerebbero, palmo che si aprirebbe. La mano destra, invece, che muoverebbe di modo da far incontrare la pelle del palmo sinistro con la lama fredda, sino a praticare un taglio non molto profondo. Sangue che fluisce, potere che scorre. Lo senti, Callista, sulla pelle? Lì, vicino a te, come una sorgente in piena. Come una donna che sta per essere prosciugata. Questo è Kagome, nient'altro. E tu, creatura quasi eterna, sei il suo recipiente. Forse fortunatamente per te, o forse no. Quant'è forte, la cascata che sta per abbattersi su di te? Dopo essersi ferita, la mancina andrebbe al collo, sporcandosi i capelli e la pelle, per prendere le catenelle che mantengono i due pendenti. Per sfilarle dalla propria testa e, poggiato dalla destra l'athame sull'altare, infilarne una - almeno per ora - al collo della mezzelfa. } Io e te, Callista, siamo legate più di chiunque altro, in questo Tempio. Tu mi hai vista nascere, mi hai vista crescere, mi hai vista diventare una Figlia del Tempio e una Ancella di Cerridwen. Io ti ho vista andartene e ritornare, io e te ci siamo ricongiunte sotto la Sua stella. Io sono diventata Lei, e tu sei diventata Lei. Io Una e Trina, tu Volto Oscuro. Tu, Callista, sei come me. Sei con me, e sei dentro me. Io ti ho parlare nel Nostro nome, di essere nel Nostro nome, di pensare, sentire, di fonderti ed annullarti in Noi. Ti chiedo di rinunciare a te stessa, e di essere ciò che Noi siamo. Tu, da ora, sei la Decana del Tempio. Tu, da ora, ci cammini a fianco. { Ma non è ancora finita, ma non è ancora tutto. Accosterebbe la propria mano ferita al viso di Callista, accarezzandola lentamente, una gota, poi l'altra, poi la punta del naso. Sporcandola del proprio sangue, donandole il proprio potere. Quasi il sangue crepitasse, quasi il sangue fosse un fulmine. E' solo un'altra delle prove, Callista. Sopportala, continua a reggerti sui tuoi piedi, non cadere. E allora, davvero, conoscerai Lei. E allora, davvero, vi sarà l'Estasi mai tu l'abbia vista. Ed un bacio, sulla fronte della Stella Oscura, verrebbe ad essere apposto dalle labbra della Dama del Lago. Un ultimo suggello, o forse no. Tutto dipenderà, ora, dalla forza della mezzelfa. Dalla sua capacità di accogliere e di reclamare ciò che le spetta. La Bianca, e la Rossa. Non c'è più solo il buio, Callista. Cominci a vederlo? Un lieve bagliore, quasi impercettibile. Questo dovrebbe essere,ora, la fronte di Kagome del Lago.[Luce di Stella LIv.6]}

CALLISTA {.Sala circolare. Altare Maggiore.} . E se sono scogli quelle ferite che l'addolorano, è il fiume delle parole della Somma Stella a placare la sua sete, a riempire quel vuoto che la facendo gemere e soffrire. Gli Spiriti che vengono chiamati da quella voce, ascoltano e sussurrano all'oto della mezzelfa oscura, danzano in spirali che entrambe le donne hanno il potere di conoscere. Ma non saranno più gli unici. Gli alberi cantano nella notte, fuori, nei Giardini Interni. E gli uomini, quelli, la nera Stella sta iniziando a conoscerli solamente ora. Ne comprende la fragilità mortale, se li osserva con la propria eredità elfica e si stupisce con la sua parte umana. E' una ed è completa. Il gesto della Signora di Avalon non le sfugge e nello stesso modo, ella non fugge a quel rito, lasciandosi dipingere il pallido volto da quel sangue offerto alla Triade, una testa di coniglio che ha ben più d'un significato simbolico. E' la Rinascita, il repentino cambiamento di forma. Così questo è quello che le viene chiesto, di rinunciare completamente alla sua volontà, di annullarsi, di divenire Lei, Loro. Sangue che rapidamente si secca sulla sua pelle d'avorio, sangue che cola dalla sacca, sangue che ferisce la mano della Somma Stella, per poi imprimersi nuovamente su di lei. E tutto diviene così confuso, la magia confonde la realtà con il mondo sovrannaturale, scende il Velo, si alza e poi scende ancora. Ma è vita questa, non è la morte. E' la vita che scorre tra una e l'altra, tra due Sorelle, tra Madre e Figlia. Pulsa quella forza, si muove in sintonia con il suo cuore, che batte come se volesse uscire da quel petto scarno. E tutto il resto diventa il nulla, i problemi vengono risucchiati dal bagliore che dalla stella di Kagome illumina il suo volto pallido, i suoi occhi sgranati, puri come due rari smeraldi. Come lo stesso che le viene donato, accolto sopra la stessa stella con l'ametista. Forse è solo questo che le sorelle del Vespro hanno visto, il sigillo di quel bacio che le conferma la sua appartenenza a Lei, in ogni Sua forma e non solo in quella più oscura e tenebrosa. Non solo la Morte, ma anche la Nascita e la Vita. { Sì, camminerò con Voi, sarò Voi } Le uniche parole che riesce a mormorare non graffiano e non gracchiano. Sono solo le parole di Sua figlia, che reclama quel diritto d'esserlo.

KAGOME { Pressi Altare Maggiore } - { E non c'è bisogno di altra risposta, non c'è bisogno di altra voce. C'è posto solo per il sorriso, adesso. Solo per il sorriso, e la gioia. Lo senti quel peso, Callista? Sta giungendo sulle tue spalle, sta venendo a te, la sua legittima proprietaria. Ed è tempo che le spalle di una giovane mortale si sollevino. E' tempo che gli anni tornino a scorrere normali, invecchiando lentamente il suo corpo, come è lecito per una semplice donna umana, senza distruggerla più rapidamente del normale. E' tempo che tutto giunga a compimento, è tempo che la Decana sia la Nona, la Prima. E' tempo che lo Splendore o il Buio prendano possesso dell'Isola di Avalon, della terra sacra, e di tutti i mondi. } Io, Callista, sono l'Ottava ed Ultima Signora di Avalon. Il mio potere è massimo, il mio regno è al suo apice. Dopo di me, vi sarà la rinascita, oppure la morte e la rovina. Dopo di me, non soltanto vi sarà una nuova Signora, ma anche un nuovo mondo. Un nuovo corso. { Un'occhiata alla Lepre. Capirai, Callista, vero? La Rinascita. Possa tu essere questo, e non la rovina, per l'Isola di Avalon. Custodisci questa terra, custodisci questo paradiso. Non lasciare che muoia, non lasciare che sia spazzato via. Lotta con tutte le fue forze, Callista. Sii Bianca, Rossa e Nera. Sii Una e Trina. } Tu, Callista, sarai la Vita di quest'Isola, o la sua morte. Tutto, figlia mia, è nelle tue mani. { E quel sorriso, sempre più largo. E quegli occhi color nocciola, che si fissano negli smeraldi di colei che fu la Stella Oscura e che stanotte, invece, diventa Signora di tutti i Colori. Eccoti, Signora di Avalon: una tramonta, una sorge. Muti proprietaria, l'Arcobaleno. Bagliore che si intensifica, dalla stella sulla fronte di Kagome, sino ad avvolgerle pian piano, dolcemente, lentamente. Lei. La senti, vecchio corvo? La senti, Morte? Risorgi dalle tue ceneri, diventa una splendida Fenice. La Dea te lo ordina, la Dea ti chiama. } Tu, Callista, Sei colei che mi succede. Tu, Callista, sei colei che, ora, diviene Una e Trina. Gli astri ti sorridono, i mondi si aprono e si inchinano ai tuoi occhi, gli spiriti di contemplano: e laggiù, nel mondo dei non vivi, finalmente qualcun altro ti aspetta. Gli infanti. I bambini che non hai mai veduto, nascosti nel grembo delle loro madri. Gli uomini che ameranno e combatteranno, le donne che saranno nuove figlie e ancelle. Guardami negli occhi, Callista! Guarda tua madre, guarda le tue sorelle, guarda me e te, e tutto ciò che siamo. Guarda Haylea, che fondò questo tempio. Guarda Nymeria e Aredhel, guarda le donne che hai conosciuto. Guarda Shirin, che subito divenne Guida delle Figlie. Guarda Laifeaiel, Samara, Primarosa: guarda me. Noi tutte siamo una cosa sola, Callista. Noi tutte siamo un solo essere e tu, ora, sei parte di noi. Guarda dentro di te, e ritrovaci. Tu, Callista, sei la Guida delle Novizie. Tu, Stella Oscura, sei la Decana del Tempio. Tu, Stella dell'arcobaleno, sei la Signora di Avalon. A lungo sarai da sola in tutto questo, Nona e Prima. Ma noi ti sorreggeremo. { Stranamente, il bagliore non aumenta. E' solo un tepore, è solo una piccola luce. Cosa c'è che non va? Che succede? Nulla, nulla. Abbiate pazienza. Sappiate aspettare il momento esatto. Non si spoglia, Kagome, nè le cede il proprio ciondolo. V'è un modo più semplice, per mutare le cose. } Ora, Callista, io sono libera. Lei mi ha donato libertà assoluta, come se la mia volontà fosse più importante della sua. Ma Noi, ora, siamo Lei. E io mi offro a te. { Allora le si accosterebbe sempre più, sino ad abbracciarla. Sino a sussurrare soltanto qualche parola, con una voce così dolce e pacata, così serena, nonostante vi sia il timore del cambiamento, la paura, l'insicurezza. Un abbraccio stretto, infinitamente, quasi da spezzare il fiato, da toglierlo, da levarlo. E solo se Callista permettesse tutto ciò, solo allora, Kagome parlerebbe ed il passaggio, il mutamento, sarebbe davvero completo. } Apri gli occhi, Callista. Sai cosa fanno le stelle? Splendono. Brillano. Ed è tempo che tu veda il Mio Splendore. Il nostro. Il tuo. { E Kagome, invece, chiuderebbe gli occhi. Per concentrare tutta se stessa, per liberare il suo spirito completamente, per spargere nell'ambiente circostante tutto il suo potere. Lo sentite, quel crepitare dell'aria? Quasi brucia, quasi ustiona, quasi ferisce, tanto è pregna di potere e forte. Quasi acceca, tanto la luce che vi si spargerebbe è intensa. Fuori, ogni cosa. Fuori, ogni brandello di sè, ogni lacrima, ogni frammento di spirito, ogni stilla di Bianco, Rosso e Nero. Fuori, per Brillare. Per far splendere l'Arcobaleno un'ultima volta, almeno da parte sua. Quanti sono, i colori? Impossibile da definire, impossibile da distinguerli tutti, non nitidamente. Azzurro, Viola, Verde, Cremisi, Oro, Argento e mille altri ancora...e la meraviglia, e lo stupore, e la sua potenza che si manifesta, e non c'è spazio per nient'altro, per null'altro, se non un tripudio di gioia e di colore, di tinte stupende. Tutto all'esterno, al massimo. Fino quasi a riempire il Tempio, forse fino quasi ad accecare [Luce di Stella Liv.6]. Potere che fluisce all'esterno, e l'abbandona. Sorriso infinito. E forse, persino, abiti che mutano colore. Un ciondolo che forse si spegne, il suo, di smeraldo, per diventare vuoto. Quello d'ametista di Callista che forse si riempie di smeraldo. Un abito d'oro che forse si stinge, uno che forse si colora. Basterebbe aprire gli occhi, per sapere. Basterebbe ascoltare, per conoscere il proprio futuro. Si svuota, Kagome, e d'improvviso si sente triste. Ma è così che doveva andare. E, finalmente, la ruota non scricchiola più. E, finalmente, non sente più quel peso. Benvenuta Callista, Nona Signora di Avalon. }

CALLISTA {.Sala circolare. Altare Maggiore.} . Non è il vento, non sono gli spiriti. E' qualcosa che proviene da una realtà che mai nessuno ha conosciuto, qualcosa che profuma di Bianco, di Rosso e di Nero. E' Lei che giunge, Lei che desidera quel magro corpo denutrito, vecchio di più di cento inverni, sfinito ora nel dolore e nell'incomprensione, cinto non solo da un abito, ma dalle ombre che sono rimaste sempre al suo fianco, come dolci amanti. Che non spariscono quando Ella giunge, invocata da colei che da tempo amava come Signora di Avalon. L'ottava, come otto sono le sacre feste. Quel cerchio che si chiude, che tuona il suo ultimo volere, come lo sbattere di un portone che mai più si potrà riaprire. La Rinascita, la Vita o la Morte vengono affidate nelle piccole mani di quella mezzelfa che giunse sull'Isola priva di memoria, che aveva ricercato la fine d'una esistenza divenuta sol colma di solitudine, spezzata da un amore rapito dall'Oscura. Apri gli occhi, Callista degli Spiriti. Osserva quel che Ella può fare, il Suo abbraccio, le Sue parole. La Sua luce che esplode da quel giovane corpo umano, abbandonandolo, lasciandolo libero da quel fardello che diventa tuo. Apri gli occhi e osserva la Stella brillare come d'incanto, d'una luce che dona la vita, che protegge e che ferisce. E' tua, quella luce ora. Rinasci come la Lepre, come la Fenice. Ed ogni volto di chi ha avuto lo stesso potere diventa il tuo, donne mortali ed immortali, donne conosciute ed amate e donne di cui solo il nome è divenuto leggenda. Tutto sfuma, ogni coscienza diviene quella di quelle Sue Figlie passate. Non vi sono più solo le Ombre, nè gli Spiriti, seppure li riesca a percepire con la stessa intensità. Vi sono le Fiamme che ardono e la tenacia di una Madre che vuole proteggere i suoi cuccioli. V'è l'Amore e la spensieratezza di una Fanciulla che ancora deve conoscere i pericoli della vita. C'è Lei, Callista. La Nona Signora di Avalon. Arde il ciondolo al suo collo, quello che è sempre stato suo e non ha bisogno di cercarlo con gli occhi per conoscere la sua mutazione, per sentirlo così pesante al collo, da abbassare le spalle, in un gesto così mortalmente umano. Ma è solo per un attimo, quel che basta per osservare che la sua Veste è colma di quell'oro che dal capo discende, quell'attimo in cui la sua risata diverrà chiara e splendente all'interno del Tempio. Per la prima volta, quelle sottili labbra prendono una piega che mai ha conosciuto, una serenità che sfiora ogni centimetro della sua pelle, come una carezza elettrizzante. E quando la risata terminerà, i suoi occhi, rapiti da una felicità contagiante, andranno a posarsi su quelli nocciola di Kagome, sua Sorella in eterno. La mancina allungata, quella stessa mano che ha conosciuto gli Spettri, ora si posa sul ciondolo della nordica, là dove la sua pietra ha perso colore. Le basterà sfiorarla solamente per dipingerla di rosso, di scarlatto, per farla tornare rubino. { Figlia della Giusta. Kagome del Meriggio, riprendi il tuo posto tra le schiere di Cerridwen. Combatti per il Tempio, sii la sua Custode. Torna ad essere la protettrice delle Fiamme, la Sapiente della Sua conoscenza, la Voce d'ogni Madre } Le vesti di colei che ora è Figlia torneranno a risplendere di vermiglio ardore, così come la stella che di rosso tingerà la sua fronte. Ma solo ora, Callista riesce a comprendere il vero Mistero di quel Volto che non è mai stato suo. Sale la sua mancina ad accarezzarle il volto, mentre la diletta afferrerà la mano della Sapiente che ha conosciuto la ferita, risanando quel taglio. Tutto è compiuto. Forse rimarranno per tutta la notte lì o forse ognuna prenderà una nuova Via. Così Ella ha deciso e loro hanno accettato.
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