)O( Il Tempo è Giunto (Vespro) )O(

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Nivienne
00domenica 15 novembre 2009 16:31
Roseline, Sacerdotessa del Vespro [22/10/09]

1^ PARTE:


E' notte. Quel momento in cui i gufi e le civette si richiamano nella luce di un ultimo graffio di luna, uniche voci che resistono tra la fresca brezza notturna. C'è silenzio nel Tempio, un silenzio che nemmeno un sussurro riesce a spezzare. Il silenzio delle ere, del tempo che passa. Tic, toc. Quiete nella Sala circolare, tra il crepitio di ardenti fiamme. Lente le acque che dalla Sacra Polla nei Giardini sgorgano. E' la pace dell'Isola, avvolta da un eterna primavera, che non vede mai sfiorire i propri boccioli. Ma li vede crescere, mutare, divenire. E così, eccole. Tre figure che forse hanno abbandonato la loro veste del colore dei prati per riposare, cullate dal Tempio stesso. Probabilmente dormono perchè è ormai lontana l'ora del tramonto. O forse riflettono su quanto ogni giorno l'Una e Trina sia presente nella loro vita. Ignoriamole ancora per un attimo. Non possono le tre Iniziate varcare l'uscio che conduce al corridoio delle sacerdotesse, ma c'è una di loro che ha sorpassato quel confine. E' la Bianca Magistra, splendore di Arianrhod, portatrice di speranze cantate da una voce d'usignolo. [TURNI: NIXI, ELY, ROSE, MIT. A VOI!]

NIXI (alcova) penombra e quiete, solo questo c'è nell'accogliente piccola stanzetta dove lei riposa. La candela è appena stata spenta e ancora manda un leggero fumo. Lei, avvolta dalla camicia da notte, giace sotto la coperta leggera, ferma ancora gli occhi non sono chiusi, ma già le palpebre chiare cominciano a farsi più pesanti. L'oscurità la culla e la sua mente si perde nei pensieri leggeri che precedono il sonno. Ma più di qualche volta essi si posano su di Lei, che è la più importante all'interno di quel luogo consacrato. Ed è così che infine la mente smette di galoppare tra mille sentieri diversi per fermarsi e raggiungere quel mondo di sogno dove chissà cosa si potrà incontrare, dove ci può essere la neve insieme ai fiori, dove dolore è solo immaginazione.

ELYSIANE { . S.P. | Giaciglio . }°{ Un lontano ricordo par il tramonto a quest'ora,anzi,forse lo è davvero. Il Buio è già sceso sull'Isola delle Mele,invadendo anche il Tempio. Molti degli Avalonesi hanno lasciato che la loro mente giungesse ai cancelli del mondo dei Sogni,ma Elysiane,la più giovine delle Novizie,no. Seduta sta con le gambe incrociate sul suo giaciglio,il letto è fatto anche se un poco sgualcito. Indossa ancora la verde veste,la toglierà sol nel momento in cui deciderà di coricarsi. Pensa la fanciullina, nella sua mente scorrono le immagini del Meriggio passato con Nixi a fabbricar candele e dei dì in cui le Sorelle le han voluto insegnare qualcosa sulla Dea. Un sorriso affiora sulle rosee labbra sue mentre ripercorre tutti questi momenti,lì può vedere,forse quasi toccare,eppure le palpebre son calate. Appoggia le spalle e la nuca al muro ed espira lentamente,il crine è sciolto,non le crea impiccio. Or gli occhietti riapre e lo sguardo va a cercare un angolo della stanza che non sia stato investito completamente dalle Ombre,invano. Il Silenzio culla i suoi muti pensieri,lo stesso Silenzio che le è stato imposto e di cui ora conosce le virtù.}

ROSELINE { . Stanza Privata . }{ E' notte ormai, silenziosa notte che avvolge col suo manto l'isola e la terra ferma. Non c'è rumore a parte il respiro del tempio, respiro di tante sorelle, di figlie, di madri, respiro di tante donne, bambine, adolescenti. E lei, la francese, tra le più giovani, giace nel letto immota, il respiro regolare. Dorme? No, si vedon le palpebre dischiuse a fissare il buio della stanza, gli occhi gelidi fissi al soffitto. E' sveglia la sedicenne, avvolta nella sua camicia da notte azzurrina, e nulla di tutto ciò che la circonda le par reale. La mente è distante da quel luogo così familiare, naviga lontano.I pensieri si perdono all'interno dei meandri dei ricordi, rincorrono aspettative future, sogni, desideri... Eppure, nonostante la mente sia lontana, il suo corpicino è ancora immobile sul giaciglio sfatto, pallido, minuto, magro. La chioma color platino è sparsa sulle lenzuola, i boccoli che hanno ben poco del consueto ordine, Ma questo di sicuro è l'ultimo dei suoi problemi in quel momento di riflessione.}

MITRHIL { ala sacerdotale - corridoio } °° { Il momento è giunto, Mabon è quasi alle porte, è il tempo dell’equilibrio. Ogni cosa ha una sua nascita…una sua crescita e una sua fine, ma l’inverno deve ancora giungere e le piccole luci, che giacciono forse addormentate, devono ancora intraprendere ciascuna il proprio sentiero. Figlia della Dea Vergine, questa è una notte importante, tu aprirai la via a quelle giovani che, con i loro SI, hanno consacrato la loro vita all’Una e Trina. Sei l’Alba che rischiara questa lunga notte, è il tempo di Rhiannon, è vero, ma la tua luce rifulge nel corridoio, dove solo le fiamme delle torce danzano sinuose lungo i muri, rompendo l’oscurità che avvolge il tempio. Sei l’essenza di una eterna primavera, sei il canto degli uccelli, sei il gorgoglio delle acque, sei il cucciolo che viene al mondo, sei il fiore in sboccio; sei la timida luce che avanza dissipando le nebbie delle notte, sei la lieve brezza che accarezza i giovani germogli. La Signora del Lago ti ha chiesto di essere guida e faro, in questa notte, alle tre giovani i cui sogno sono vegliati dalla Dea Velata. Avanzi come piuma candida trasportata dal dolce refolo di vento, sospinta lungo il corridoio dove le novizie riposano; piedi nudi che s’adagiano silenziosi, sul freddo marmo. Perfetta eppure così semplice in quella veste che richiama i cieli primaverili, l’orlo sfiora appena il pavimento in un delicato frusciare di stoffe. Scendono liberi i capelli a coprire tutta la schiena, solamente qualche fiorellino di caprifoglio adorna quel capo che, alle spighe dorate, han rubato il colore. Il monile a forma di stella con l’acqua marina incastonata, scende dal collo posandosi sulla curva del tuo seno, il chiaro simbolo di appartenenza ad Arianrhod, così come quel tatuaggio posto a sigillo sulla tua fronte nonché sulla tua anima. Ti fermi in prossimità delle stanze delle giovani iniziate, senti pulsare quelle giovani luci, ma non percepisci solamente le loro, ma di tutte le sorelle che dimorano al tempio, diversi modi di rifulgere, eppure unite sotto lo stesso sguardo, sotto le stesse fiamme, sopra la stessa terra. Il tuo volto si veste di luce, morbide le labbra, che come boccioli di rosa, si schiuderanno in un delicato sorriso. Il momento è giunto. I tuoi occhi d’argento scivolano lungo le tre porte ma, varcherai quella soglia materiale, con quella forma di comunicazione che vi rende sorelle nello spirito, oltre che nella carne. Una per uno lascerai che quelle parole oltrepassino quei confini, giungendo direttamente a chi è predestinata all’ascolto. [ Telepatia lvl 4 ] °° Destati, non è questo il momento di dormire! Apri gli occhi, figlia della Dea. Il tempo del raccolto è giunto. Il tempo è maturo! °° Accarezzerai dolcemente le loro menti, con quella voce che agli usignoli è stata paragonata, una per volta, sarai per loro il più dolce dei risvegli in questa notte. }

Avanza la notte silenziosa. C'è chi osserva mondi incantati distanti dalla realtà tra il profumo di lenzuola pulite, chi ripensa ai migliori momenti passati in compagnia di coloro che sono divenuti la sua famiglia, le sue sorelle, la sua vita. E c'è chi invece cerca di aprirsi al proprio futuro, ai propri desideri. Una notte come un'altra, una notte come tutte quelle passate tra queste mura. Ma che tra leggeri passi armonici che con sè portano la freschezza della Vergine ed un sorriso sempre pronto per essere donato, muta. Ha un senso questa notte. Qualcosa che penetra nelle menti delle tre iniziate, che le distoglie dalle loro attività. Dormire, pensare, riflettere, sognare. Svegliatevi, ascoltate la Bianca Fanciulla! [TURNI: NIXI, ELY, ROSE, MIT. A VOI!]


NIXI (alcova) nel mondo dei sogni si perde la sua mente, modo incantato che niente o poco ha a che fare con la realtà nella quale si riposa pacificamente il piccolo corpo dell'Iniziata. Sereno parrebbe quel viso chiaro se qualcuno entrasse nella stanzetta. Ma non rimarrà a lungo ignara nel suo sonno la giovane. Una voce giunge nella sua testa. Una voce che inizialmente sarebbe potuta sembrare frutto dei sogni, ma che poi diventa man mano più reale e quella mente intorpidita può finalmente riconoscerla. Gli occhi lentamente si aprono, si fa avanti la consapevolezza di essere stata realmente convocata. Ancora l'alcova è avvolta dal buio della notte, ma non vi è necessità di alcun lume. Si sfila la camicia da notte per la veste color dei prati, più velocemente che il sonno appena interrotto le consente. Si avvia dunque, senza sistemare le lenzuola sfatte verso la porta e infine esce nel corridoio. Ed è lì nel luogo ombroso che i suoi occhi incontrano la figura della Bianca Magistra. ''Sid, siate benedetta dalla Dea'' dice con un filo di voce leggerissimo, che non è in grado di nascondere il fatto che la giovane si è appena svegliata. Rimane ferma dunque in attesa.

ELYSIANE { . S. P. > Corridoio . }°{ Come una nave in balia delle ciclopiche onde d'una tempesta è la mente della quattordicenne,che vaga saltellando da un pensiero all'altro,proprio come se fosse una notte comune. Ma non lo è e l'Iniziata se ne rende conto non appena una deliziosa Voce le rimbomba in testa,dipingendo tutti i suoi pensieri del più candido fra i Bianchi. Sa chi la sta chiamando ed annuisce silenziosamente nel Buio della sua stanza. S'alza in tutta fretta poi,il suo solito sorriso luminoso le tinge già le labbra.. Nell'Oscurità cerca la lignea porta e la maniglia,che vien ben presto abbassata,lasciando avanzare Elysiane nel corridoio sacerdotale. Lì trova - come già s'immaginava - la Bianca Magistra ad attenderla ed assieme a lei v'è anche Nixi. Sorride ad entrambe e china il capo dinnanzi alla Bianca Sacerdotessa,la mancina va poi a cercare la spalla dell'altra Novizia,un gesto che lascia trasparire la confidenza e l'affetto che lega le due fanciulle di verde vestite.}

ROSELINE { . Stanza Privata > Corridoio . }{ Non fa a caso a ciò che la circonda, all'oscurità che permea la stanza, ma come potrebbe ignorare la voce d'usignolo che le risuona d'un tratto nella mente. Sussulterebbe se quella voce non fosse così dolce, Non si chiede perchè, non esita quando il messaggio smette risuonare nella sua mente, ma si alza di scatto, si libera della camicia da notte e, gettatala sul letto indossa la veste verde delle iniziate, poggiata su una sedia che allungando la mano a destra può raggiungere senza difficoltà. Non si cura di aggiustare i capelli, ovviamente, ma si precipita al di fuori della piccola alcova, ove alla luce tremola delle torce potrà scorgere le figure della bianca magistra e delle due iniziate che da tempo come lei dimoravano in quel tempio} Siate benedette dalla Dea, sorelle {andrebbe a dischiuder la boccuccia dando aria alle corde vocali per farle vibrare, e tramutare in parole i propri pensieri. Non aggiungerebbe altro, limitandosi ad attendere, curiosa tuttavia di conoscere il motivo di quella convocazione}

MITRHIL { ala sacerdotale - corridoio } °° { Ed eccole piano piano, una per una, aprire i loro usci e varcare quelle soglie che le separa dal mondo dei sogni, come piccole falene attratte dalla luce e dal suono della tua voce. Sei lì ad attenderle, sei lì per guidarle in questa notte, se lì come loro sorella, ma sei lì soprattutto come una delle ancelle predilette della Fanciulla Vergine. Le osservi, osservi i loro volti, alcuni impiastricciati di sonno, altri ancora con quella luce negli occhi di chi ancora non si è abbandonata alle braccia della Velata. Non solo la Dea le unisce, ma un profondo affetto ha legato quelle tre giovani e di questo non puoi che non esserne compiaciuta. } Sacrum Aveas Mie piccole luci! { sguardo d’argento che in ognuna dei loro occhi si fissa oltrepassandoli, cercando di osservare quello che nei loro animi si cela. [ empatia lvl 3 ] Smarrimento, curiosità, attesa… sorridi a ciascuna di loro mentre nuovamente la tua voce si alzerà a riempire il silenzio di una notte destinata ad essere diversa dalle altre. } Avete iniziato a percorrere un sentiero che conduce a un futuro che non potete conoscere. Dovete percorrerlo senza guardare al passato e lasciarvi guidare da coloro che vi hanno precedute, confidando nella loro saggezza. Accettate, figlie dell’una e trina… accettate e seguitemi, percorreremo insieme, almeno per il momento, questa via! { Non attendi le loro risposte, possono scorgere sul tuo viso la beltà che dell’animo traspare, serenità, gioia; questo trasmetterai loro, mentre volterai loro le spalle per dirigerti verso la sala circolare, al cospetto dell’una e trina. }

Tutto inizia, la Ruota gira. Non riuscite a sentire i suoi meccanismi che scivolano, i suoi denti che perdono la presa per poi agganciare quella successiva? Le iniziate si lasciano alle loro spalle quella che è stata la loro alcova, il loro rifugio, il nascondiglio dei loro segreti, delle loro lacrime, delle loro risate. Così differenti l'una dall'altra. Fisicamente, d'origini, di ricordi distanti che mai le abbandoneranno. Chissà se si volteranno per un'ultima volta, dopo aver udito le parole di Mitrhil, verso quelle stanze. Non le vedranno più. Diverranno sacerdotesse o dovranno abbandonare il Tempio. E' spietata la Dea, non ammette errori, nè esitazioni. Avete scelto voi di servirla, adesso è giunto il momento d'esserne degne. L'invito posto dalla Bianca Magistra non lascia spazio a dubbi. Seguirla, prendere in mano le redini della propria vita. Non è solo la voce di Mitrhil a parlare. E' l'Una e Trina stessa che esige una risposta. [TURNI: NIXI, ELY, ROSE, MIT. A VOI!]

NIXI (corridoio-->sala circolare) quattro figure ora popolano il corridoio ombroso. Tre vestono di verde, una è candida come la luce più pura. Sorride la giovane verso le due Sorelle giunte dopo di lei, un sorriso affettuoso come se fossero sorelle di sangue, figlie della stessa madre umana. In realtà sono più di questo, sono figlie Sue. La voce d'usignolo di Mitrhil rompe ancora il silenzio che per un attimo si era formato. Sono parole che invitano a seguire e a fidarsi di coloro che hanno già visto questa strada. Ed a questo si attiene la giovane nordica. Muovono i passi della giovane nordica. Si accinge a seguire quelli della Bianca Magistra che si sta avviando verso la sala circolare. ''Sì, accetto...'' solo questo sibilo sfugge dalle labbra chiare. Non si volta verso l'alcova appena lasciata. I suoi pensieri sono un misto di curiosità e timore per le parole appena udite. Esse suonano misteriose alle sue orecchie, sibilline. Cosa le riserverà la notte che pian piano sta giungendo? Si fida, di Lei e della Sorella.

ELYSIANE { . Corridoio sacerdotale > sala circolare . }°{ Anche Roseline raggiunge le fanciulle di verde vestite e la Bianca Figlia della Dea e vien accolta da sorrisi calorosi ed affetto,come se fossero Sorelle di sangue. Indi le Tre Novizie tacciono e lasciano che il dire della Magistra raggiunga il loro oto. Ascolta senza batter ciglio Elysiane e sta quasi per voltarsi per cercare la lignea porta della sua stanza almeno con lo sguardo,ma una parte di lei glielo impedisce ,quella parte di lei che,fortunatamente,riesce a prendere il sopravvento. Non si guarderà più indietro Elysiane,forse non avrà più occasione di farlo,mai più. Forse lo farà,ma sol quando l'Ibrida Stella ch'ha tatuata sulla fronte non brillerà di bianco o di rosso o di tenebra. Annuisce quindi e segue la Sorella verso la sala circolare,conscia in cuor suo della decisione presa dalle altre due Novizie.}

ROSELINE { . Corridoio > Sala Circolare . }{ Eccole tutte e tre, le piccole luci del Tempio, la Dea attraverso la Magistra le chiama, esige la loro presenza. E loro sono accorse, hanno risposto al richiamo. L'avevano giurato dopotutto una dopo l'altra danno il loro assenso, senza indugiare, senza esitare. Loro, che sono divenute in quei mesi sorelle al di là dell'affetto, al di là della fede. Non si volta indietro la giovane nordica, non torna con lo sguardo alla propria alcova, c'è spazio solo per il viso della magistra in quel buio spezzato dalle torce, posto solo per le sue parole, per le parole della Dea. } Accetto { esce secca, decisa quella vocina da ragazzetta, l'accento francese ancora presente nei suoi lemmi. E' arrivato il momento dunque? Diranno addio a quel luogo o verranno avvolte da luce, fiamme o ombre? Vorrebbe quasi stringere le mani delle due iniziate, lei, sempre fredda e scostante, si lei. Eppure non lo fa. Non uccide le distanze che vi son tra di loro}

MITRHIL { corridoio => sala circolare | nicchie } °° { apri loro la strada, ti sei voltata prima ancora che potessero parlare, ma hanno accettato di seguirti, odi i loro passi poco dietro di te. Quel sorriso si rafforzerà sul tuo viso, mentre procedi verso la sala circolare diretta alle tre nicchie. Nessun rumore proviene dal tempio, solo il crepitio delle fiamme del sacro braciere fa da sottofondo, mentre spira la fresca brezza notturna, ora che oltrepassi la soglia che divide l’ala riservata alle ancelle, dalla sala circolare. Carezza di luce su quel sentiero buio, leggera e delicata avanzi portando le tre iniziate davanti alle nicchie. Il bianco della tua veste si scontra con l’oscurità del quale il tempio è pervaso, ma procedi tranquilla, certa che i tuoi passi, così come le tue azioni, siano guidati dall’Eterna Fanciulla. Solamente una volta arrivata lì finalmente ti volterai verso di loro ad osservar i loro visi. Puoi comprendere il loro stato d’animo, sei tu stessa passata su quel sentiero che di verde ha colorato inizialmente la tua vita, per poi sfociare nella bianca luce, riversandoti nelle Sue acque cristalline. } il tempo è giunto… non abbiate timore alcuno ma siate fiduciose e aprite il vostro cuore all’una e trina! L’acqua vi monderà, il fuoco vi purificherà, la terra vi accoglierà… donatevi e siate allo stesso tempo dono! { parole di incoraggiamento, parole sussurrate dal cuore stesso, dolci, musicali lemmi a placare le ansie e i dubbi delle giovani iniziate. Attendi ora anche tu Figlia della Vergine. Attendi ciò che deve esser finalmente compiuto. }

Le tre statue osservano la venuta di quelle figure, che senza altre parole rincorrono la chiara veste della Magistra, arrestandosi poco oltre l'Altare Maggiore, lasciandosi avvolgere dalle spirali di fumo che dal braciere si levano verso la volta notturna, popolata da brillanti cristalli e da una sottile falce calante. E' il tempo dei mutamenti. E' il tempo delle scelte. Una fitta nebbia discende dalla volta aperta del Tempio, una luce perlacea che avvolge ogni colonna, una ad una, lentamente. Rapisce quel silenzio che diviene innaturale, raccoglie ogni sussurro. Si spengono le torce, smorzate le fiamme del braciere. Solo Mitrhil non potrà vederla e per lei le tre iniziate rimarranno a pochi passi, con gli sguardi rivolti verso l'uscita della Sacra Dimora. Cosa stanno osservando, tra quella cortina irreale, ognuna sola, separata dalle altre da quell'incanto? Sarà la prima Nixi ad accorgersi d'una creatura che poco distante dai suoi passi la osserva, il muso levato verso di lei. Verde come la stessa veste della nordica, più piccola del suo stesso piede. Una rana. (//http://www.treviambiente.it/13_ricette/images/rana1.jpg) Toccherà poi alla piccola Elysiane, attratta da un debole miagolio, un suono simile ad un richiamo. E' un gatto che dapprima la osserva, poi le volge il posteriore e di nuovo il musetto (//http://web.tiscalinet.it/miaoo/images/Giove1.jpg). Ed infine, invisibile alle altre apparirà a Roseline un magnifico esemplare di gru (//http://farm4.static.flickr.com/3087/2508027587_ac366c95c5.jpg?v=0), che non esiterà ad aprire le sue ali per tre volte, prima di richiuderle nuovamente, osservando la francese. Tutti e tre gli animali vi stanno chiamando. Li seguirete, come avete fatto con la Bianca Magistra, attraverso quella nebbia?
Nivienne
00domenica 15 novembre 2009 16:32
PROVA ROSELINE


ROSELINE { . Tempio . }{ E d'un tratto... Scende la Nebbia... Fitta, perlacea... Cela allo sguardo della francesina l'ambiente familiare, i visi familiari. Dov'è la bianca magistra? Dove sono le amate sorelle? E' sola, si sente sola all'improvviso, circondata da quella nebbia irreale, come non le capitava ormai da tempo. Lo sguardo glaciale si aggira smarrito carezzando quella strana nebbia, poi qualcosa attira l'attenzione della ragazzina... Un animale, un grande e maestoso animale si avvicina, con grazia, un uccello. Non conosce quella razza la giovinetta, ma deve ammettere che è davvero molto bello. Inarca le sopracciglia, fissandolo, attenta. Quella solitudine gelida ha abbandonato la stretta sulle sue membra, la presenza di quell'animale la incuriosisce, rassicura e insospettisce al contempo. Poi, batte le ali, una, due, tre volte... Sembra un... invito? Avanza d'un passo, pronta a scappare a un segnale aggressivo dell'animale... un altro passetto, incerto, si avvicina lentamente, la fronte corrugata... E non può fare null'altro che affidarsi alla Dea mentre avanza, non può che pregarLa con tutte le sue forze....}

Dov'è finita la realtà, avvolta da argentate spire che catturano ogni respiro della fanciullina, sola, abbandonata. Dove sono le tue sorelle, dove la voce d'usignolo della Figlia dell'Alba? Sola. Un volatile ti osserva, i piccoli occhi rivolti verso di te, il lungo becco dorato che s'apre senza emettere alcun suono. Tre rintocchi le sue ali, capaci di scostare quella coltre che rapida è discesa dal cielo, rendendolo lontano, irraggiungibile. Non spicca il volo, ti osserva per qualche motivo che ai poveri mortali non è dato conoscere. E poi il suo corpo s'innalza verso la nebbia, che rapida come è giunta, abbandona il Tempio, rivelando un sottile spicchio di calante astro, una leggera ferita afflitta ad una notte priva di stelle. E' profonda l'oscurità oltre l'arcata d'ingresso che la gru sta imboccando, leggera e paziente. E l'aria del Tempio, che non è più la stessa che respiravi con le tue sorelle, ha il profumo del crisantemo e del sorbo.

ROSELINE { . Tempio >? . }{ E' tutto irreale, avvolto in quella nebbia quasi palpabile. Ma non la guarda più ora, concentrata sulla gru che schiude il becco senza emettere alcun verso. Al suo batter d'ali la nebbia si dirada, s'apre, eppure l'uccello non si allontana, non spicca il volo verso il cielo, ma continua ad osservare la giovinetta, che lo guarda di rimando, la testolina un poco inclinata, i boccoli color platino che scivolano sulle spalle. Poi il suo corpo abbandona con leggerezza il tempio, e la ragazzina lo segue all'esterno, oltre l'arcata, oltre quelle mura ben conosciute, oltre le mura amate, per ritrovarsi sotto il cielo nero della notte, punteggiato di stelle qui e là e dove una falce di luna brilla chiara. Gli occhi della piccola iniziata fissano quel cielo scuro e lucente, mentre le nari vengono invase da un nuovo odore... Crisantemo... Sorbo? Le iridi tornano a cercare la gru, strette, sottili, cercando di penetrare il buio dell'ora del vespro}

Non s'innalza nel cielo oscuro di questa notte il volatile, ma continua la sua paziente uscita dalle sacre mura del Tempio con estrema lentezza. E' chiaro il suo invito alla bionda francese che lo segue senza alcuna esitazione, decisa a portare avanti le parole stesse udite da Mitrhil poco tempo fa. Poco tempo fa? Quanto tempo è passato, in quale dove e in quale quando stai seguendo un volatile dalle ampie ali cenerine? I piedi scalzi dell'iniziata abbandonano la fredda pietra, ripercorrendo nel verso contrario quel percorso che l'aveva condotta tra le Figlie della Dea. Forse potrà rivederlo, forse quei tre gradini ritroveranno il suo delicato passo. Eppure l'Una e Trina sa essere spietata con chi sbaglia e per coloro quelle possenti ed antiche mura non saranno più casa, ma semplicemente la Sua dimora. Osserva quello che si trova innanzi a te, Roseline. Della gru non c'è nemmeno l'ombra e quei giardini che tanto hai amato e tanto hai conosciuto sono sempre gli stessi. Eppure non lo sono. O forse sì? Dubbi nella giovane mente, dubbi che trovano conferma in due sentieri inizialmente paralleli, che proprio oltre i tre gradini dipartono, allontanandosi l'uno dall'altro dopo qualche passo. Il primo, quello a sinistra, è in leggera discesa e a terra un baule ricolmo di pietre preziose, da cui fuoriescono gioielli, vestiti e specchi è parzialmente poggiato su una grossa pietra. Quello opposto, alla destra dell'iniziata, è in ripida salita. Alcune foglie morte, cadute a terra, grigie, hanno assunto un'arcana forma, quella della Runa Uruz, un simbolo semplice ma pregno di forte potere. Quale ha scelto il volatile? Dove si è recata la tua guida?

ROSELINE { . Esterno . }{ Scivola la veste verde sul pavimento, i piedi scalzi toccano lievi la pietra fredda, un passo che da incerto diviene più sicuro quando i tre gradini dell'ingresso vengono discesi. Le piante dei piedini nudi trovano sotto di sé erba, erba fredda della notte. Ma la gru? Dov'è quell'animale che le aveva fatto da guida fin lì? Avanza ancora di qualche passo, mentre una piccola parte della sua mente gode del contatto della pelle nuda con l'erba fredda. Si spinge verso quel bivio, verso quelle due strade parallele... Le osserva. Non le aveva mai viste... Non c'erano mai state! guarda la prima a sinistra, si avvicina, ma non la imbocca. E' in discesa e in terra... Meraviglia! Brillano alla fioca luce delle stelle vesti pregiate e gioielli. Gli occhi della vanitosa ragazzina si spalancano, brillando per un momento. Si chinerebbe, allungando la mano verso quello che ai suoi occhi è un tesoro. Poi, a metà strada, si blocca, ritraendo il braccio. Guarda con sospetto quegli oggetti e lentamente si alza, andando verso l'imbocco dell'altra via. Questa è una ripida salita, la cui strada è punteggiata da grigiastre e morte foglie... Scruta quelle foglie spente alla fievole luce e presente e le sembra che compongano un arcano simbolo... O forse, forse è la sola sua immaginazione... Ma dove è andata la gru? Sente che deve ritrovarla, che deve seguirla, ma quale strada scegliere? Quella in discesa, ove stanno quei magnifici oggetti, o quella ripida e punteggiata di foglie morte? Si morde le labbra sottili la ragazzina, indecisa... Certo, l’idea di sceglier la strada a sinistra è molto, molto allettante... Ma quando ha offerto la sua vita alla Dea si è preparata ad una vita di sacrificio e rinuncia, di sofferenza e dolore. Fino ad allora non aveva conosciuto quasi nulla di tutto questo, protetta nelle mura del tempio. Ora, a quanto pare, è venuto il momento di scegliere. Chiude per un momento gli occhi, fa un gran respiro e, schiuse le palpebre prende in mano la veste per non inciampare, sollevandola da terra. I passi che vengono mossi la conducono all'impervia strada in salita...}

La strada di destra è stata scelta, quella della salita, della difficoltà. Quegli oggetti preziosi, quei ricordi di una vita che fu, abbandonati, non senza qualche indugio, non senza qualche esitazione. Sarà la strada giusta, quella che porterà la ragazzina vestita di verde a divenire una Sacerdotessa? E' lungo ancora quel sentiero che si dilunga nella fitta vegetazione della terra, avvolta da grigie foglie che il simbolo degli inizi hanno designato, tramite la mano del vento notturno. E quando i delicati passi di Roseline si poggeranno su quel polveroso sentiero, non ci saranno più le tetre mura del Tempio a proteggerla, ma una fitta oscurità, ombre che da ogni dove vengono a reclamare la loro esistenza, accompagnata da una triste nenia. Bum.Silenzio.Bum.Silenzio. Sordi tamburi riecheggiano nella brezza che diviene gelida, tenebroso richiamo in sintonia con gli stessi passi dell'iniziata. Nessun animale lascia udire la sua voce, nessuna fragranza nell'aria. Solo il nero della notte che la luna non riesce a sconfiggere ed il silenzio spezzato da quel rimbombo.

ROSELINE { . Sentiero . }{ E scivolano via i ricordi di una vita passata, scivolano via come fossero acqua, come se fossero fumo o tenebre, via, lontani da quella ragazzina che percorre la ripida e difficile salita. I piedi bianchi vengono contaminati dalla polvere scura del sentiero, le mura del tempio spariscono, ma ormai non si stupisce più la giovane nordica. Sa che tutto questo non ha nulla a che vedere con l'ordinario. Avanza quindi, imperterrita, mentre la stanchezza già un poco si fa sentire in quelle membra che non hanno risposato. La vegetazione grigia la circonda, minacciosa, ma avanza lei, come unico punto di riferimento quella falce di luna lontana nel cielo. Non ci sono rumori al di fuori di quei passettini sul sentiero polveroso, nè odori nell'aria che la rimandino a qualcosa di familiare. E' tutto nuovo, è tutto estraneo. Poi quel silenzio viene interrotto. Forse quel rumore c'era già dall'inizio dei tempi, ma lei non l'aveva mai sentito. E' come un rombo di tamburi che va a ritmo con il suo incedere, una triste nenia, un rimbombo. E non c'è nulla cui l'iniziata possa aggrapparsi. Solo tenebre, solo buio, un buio che la falce non può sperare di sconfiggere... C'è lei sola... O forse... forse no...}

Tuona la terra, canta di un'acre canzone la sua voce. Così rara la luce nella notte da non riuscire a percepire ogni ramo che ha perso il colore della vita a favore di quello spento e naturale della fine del cerchio, solleticato dalla fredda brezza che non risparmia nemmeno la giovane Iniziata, decisa a continuare nel suo percorso, forse rincuorata da quel simbolo, da quella runa che è stata posta sul suo cammino. E non è sola, no. S'infrange nell'irrealtà del loco straniero il secco rumore d'ali, colorando le tenebre con i suoi spenti colori. A pochi passi da Roseline va a posarsi la gru, fissando nuovamente le sue piccole e nere iridi in quelle della francese. Solo il tempo di un battito di ciglia, il tempo di un respiro e ciò che era non è più. Nessun animale innanzi a lei, ma la figura di un ragazzo, con lo stesso colore di capelli dell'iniziata, poco più giovane di lei. Eppure più alto e più muscolo rispetto a come lo ricordava la francese. E' Mordred quello che hai davanti, cresciuto nella morte in cui l'hai condotto, con lo sguardo fiero e vendicativo. Nella mano destra tiene un pugnale, ornato dalle stesse pietre preziose che hai abbandonato nel sentiero opposto a questo.

ROSELINE { . Sentiero . }{ Continua a camminare, quel suono di tamburi che le ribolle dentro. Una fredda brezza si insinua sotto la leggera veste verde, graffiandole la pelle d'alabastro, senza pietà. Ma non si ferma la giovane, questo pensiero non la sfiora neppure, ma continua ad avanzare imperterrita fino a quando il suo udito non percepisce un rumore differente dall'ormai familiare rullo dei tamburi. E' un frullare d'ali quello che ode e si palesa nuovamente alla vista la gru. Sul viso della giovinetta si apre uno dei suoi rari e incerti sorrisi alla vista dell'animale. Si sente confortata alla sua vista, ma non ha neppure il tempo di constatarlo che qualcosa cambia. Ciò che le aveva dato un' immediato sollievo si tramuta nell'incubo peggiore.. La gru, senza spiegazione logica alcuna, si tramuta nella figura di un giovinetto, tredici, quattordici anni forse, la cui chioma biondo pallido, i lineamenti familiari rimandano l'iniziata ad un nome... Un nome che vorrebbe pronunciare, gridare, urlare, sussurrare, ma che non trova l'aria per farlo rotolare via dalla bocca sottile. Sembra che non ci sia abbastanza aria attorno a lei per riempire i polmoni... No, non la inganna il tempo passato, non può che essere lui...} M..Mordred { è un rantolo quello che alla fine le scivola via dalla bocca, mentre gli occhi azzurri fissano la sua figura... L'aria vendicativa e il pugnale tempestato di gemme nella mano... E non riesce a far null'altro lo guarda immobile, l'espressione sconvolta in viso, il corpo rigido, la bocca semi aperta.., Come può trovarsi lì? Perchè è lì? E' giunto infine il tempo della punizione? Un tremito la scuote tutta, mentre le iridi glaciali cercano quelle altrettanto fredde del fratellastro...}

E' giunta la fine, sì. E se lo confrontiamo con la runa, con Uruz, potrebbe essere la fine dell'inizio. O l'inizio della fine. Lo sguardo di Mordred è duro, i suoi occhi gelidi si scontrano con i gemelli della sorellastra. "Sì sono io" La sua voce è spettrale, cupa e pesante in quella notte tetra e buia, nella morsa del vento gelido che oltre al ritmo dei tamburi ha aggiunto una personale nota di sussurri, di canti malinconici tra le grigie fronde di rari cespugli. "Credevo d'essere il tuo fratellino, credevo nel tuo amore" Non ci sono lacrime sul suo giovane volto, ma il dolore esce con forza dalle sue parole mentre si avvicina d'altri passi all'iniziata, brandendo il pugnale stretto nella diletta, con la lama rivolta verso di lei. "Perchè l'hai fatto?" Le sue parole feriscono più di quanto quell'acciaio potrebbe fare, quel freddo metallo che non alla sorellastra rivolge, ormai ad un solo respiro da lei, ma verso se stesso, affondandolo nel ventre pronto ad accoglierlo.

ROSELINE { . Sentiero . }{ E' un tremore incontrollabile quello dell'iniziata, che ascolta le parole dure che escono alla voce spettrale del fratellastro, una voce che non riconosce... Lei... Lei non l'aveva mai sopportato. Provava un odio cieco per lui e per tutti gli altri. Ma ora... Di quella vita, di quei rancori, di quelle sofferenze non è rimasto nulla. Non è più la bambina che si aggirava come spettro nel palazzo, additata da tutti. Si avvicina il giovane, puntando il pugnale non verso di lei,. ma verso se stesso... Perchè?} No! { l'aria, con urgenza, torna a riempirle i polmoni, a far vibrar le corde vocali} Mordred io... Mi dispiace... Non c'è una giustificazione, non c'è una scusa valida, so che non posso rimediare al torto che ti ho fatto... Ma se sapessi... I cambiamenti... Se sapessi come stanno le cose ora... Getta quel pugnale Mordred, ti prego. Ti prego, gettalo. { parla in fretta la ragazzina, ma in modo chiaro, urgenza nella voce dall'accento francese ancora marcato. Non osa allungar verso di lui la mano, temendo uno scatto improvviso, ma muove un piccolo passo verso di lui, un singolo passo} Gettalo Mordred... { cerca di addolcire la voce, di parlare con maggior calma, ma è roco quel sussurro che le solletica le labbra scappando via} Gettalo e perdonami... { E sembra che la collera e il dolore del fratellastro la investano come ondate gelide... Cerca ancora una volta i suoi occhi, freddi come i suoi, collerici come una volta erano stati i suoi... Ma se si trovano entrambi lì ora, significa che qualcosa è cambiato in quella ragazzetta pelle e ossa}

Non par nemmeno ascoltarla, quel giovinetto così carino e a modo. La scruta con il ghiaccio dei suoi occhi e come unica risposta affonda nuovamente il pugnale dentro le sue stesse carni, che di scarlatto tingono la candida camicia, gocciolando fino ai suoi piedi, mescolandosi con la scura polvere del sentiero. Una piccola ferita nella terra, una crepa che s'allarga ad ogni goccia, avida di quel sangue che le viene donato, fin divenire una buca nel terreno stesso, ampia a sufficienza per rapire il corpo ormai prossimo alla morte di Mordred "Salvami" L'ultimo sussurro che dona a Roseline prima di sparire dalla sua vista, ingoiato dalle profondità stesse. Attorno all'iniziata tutto è ombra e silenzio, i tamburi non rintoccano più. C'è l'odore della morte, della fine nell'aria. Quel profumo che impedisce di respirare e di comprendere la realtà, così chiara eppure. Silenzio tombale che viene meno quando una voce s'alza da quel crepaccio che dal nulla si è creato, una risata profonda e graffiante, che sparisce per lasciar posto al pugnale prezioso di Mordred, sputato dalle viscere stesse. " La spada lucente nel pugno, procedi guidata dalle stelle e dal fato. Puro è il tuo cuore e indomito, limpida la mente, forte il tuo braccio. Ora è tempo di conquistare il Mondo!"

ROSELINE { Sentiero }{ Ma a nulla servono le preghiere della piccola iniziata, il fratellastro affonda nella sua carne il coltello tempestato di gemme. Il sangue vermiglio macchia la camicia candida e stille scure piombano sul suolo, creando uno squarcio nella terra polverosa che presto divora il corpo quasi esanime del fratello... Come può lei salvarlo? E lo sente, lo respira, invade le nari cesellate della ragazzina quel profumo di morte che sale dalle viscere della terra, profumo di verità ineluttabile. Farebbe per piegarsi verso quella fenditura, accorgendosi solo ora che il suono dei tamburi è cessato, Poi una voce, una risata profonda e roca spezza quel silenzio irreale. Torna a drizzarsi la giovinetta, ascoltando le parole di quella voce senza corpo, confusa. Poi il pugnale che il fratello aveva utilizzato per squarciarsi il ventre emerge dalle viscere della terra... Cosa fare? L'istinto porta la mano bianca della ragazzina a stringere le dita attorno all'elsa tempestata di pietre preziose, ad afferrarlo. Conquistare il mondo? Guidata dalle stelle? Il viso viene alzato verso il cielo, gli occhi scrutano le stelle lontane, come se fosse in cerca di un segno, come se volesse interpretare alla lettera le parole di quella voce.... E ora? Scruta le profondità della fenditura, andare avanti? E il corpo del fratello sparito in quella voragine?}

E' nuovamente sola, con quel pugnale stretto nelle mani, come un pegno, un ricordo di ciò che è avvenuto. Nella sua mente quelle parole che appaiono prive di senso, nei suoi occhi solo la profondità di quel baratro che s'è creato. Un solo passo le basterebbe per raggiungere il fratello. Eppure la sensazione d'aver qualcuno - o qualcosa - accanto è così forte, così reale. E' sempre la gru, con il suo becco appuntito, rivolto verso lo stesso cratere senza fondo. Animale simbolo di conoscenza segreta, guida nel Mondo Sotterraneo, accompagnatore della morte. I suoi occhi ti cercano, poi ritornano verso le profondità della terra. E' un altro invito rivolto, una certezza?

ROSELINE { Sentiero . Fenditura }{ Cosa fare? Lui le ha chiesto di salvarlo, come potrebbe riuscirci? Si china nuovamente verso la fenditura, scrutando lo scuro abisso} Mordred? { lo chiama con voce incerta, tentennante, quasi avesse paura di udire la propria voce. Sta quasi per calarsi nella fenditura quando sente forte una strana sensazione... Come se avvertisse una presenza accanto a sè. Ruota il collo di scatto e nuovamente scorge la gru. La gru che si era tramutata nel fratello... Forse, forse allora c'è ancora speranza! Cosa vuole dirle ora? La fissa con quegli occhi piccoli e neri, la fissa e poi guarda la voragine. Sembra inequivocabile il messaggio... Fa un respiro la giovinetta e sedutasi in terra, lascia dondolare le gambe nel vuoto, prima di lasciarsi cadere all'interno di quello squarcio nel terreno. Arriveranno le gambe a toccare il terreno? O sarà una caduta senza fine? Quanto è profonda quella fossa?}

L'invito del volatile accolto, le gambe a penzoloni su quel crepaccio. Un ultimo sguardo alla gru, probabilmente, prima di lanciarsi nel vuoto, leggera come una farfalla in quei veli dal colore delle floride colline in primavera, i biondi boccoli lacerati da quella caduta che conosce fine solo dopo parecchi respiri. Eppure non è dolorosa, soffice la terra che conosce il giovane corpo dell'iniziata. Polvere che la ghermisce, la intrappola in invisibili catene che riescono a lacerare la sua veste, strappando ogni pezzo di quella stoffa che orgogliosamente ha sempre indossato, dal suo primo giorno al Tempio. Verde che viene ingoiato dalle fauci maestose della terra e pallida carne che viene rivelata nella totale oscurità di quel mondo sotterraneo. Non temere la terra, Roseline. Perchè è la morte e la saggezza dell'Oscura quella che ti prende. Polvere e terriccio che non demordono, alzando onde che ricoprono completamente il suo corpo, più alte di lei. Ma lei non è più un'Iniziata del Tempio, ora.

ROSELINE { Crepaccio }{ Cade, cade la nordica, i capelli che le turbinano attorno al viso pallido in una discesa che le par infinita. E infine, quando le sembra che precipiterà per sempre, il pugnale stretto saldamente in pugno, tocca il suolo, ma non è un impatto che la ferisce, al contrario, il terreno polveroso è morbido, e la polvere la avvinghia, striscia sul corpo bianco divorando la veste verde che aveva portato fino a quel momento, fin da quando la nuova vita era iniziata e c'è buio lì sotto, lì nelle viscere della terra, c'è la morte della Nera, oscurità che l'avvolge e la sommerge, che si infrange contro il corpo nudo e torna all'attacco. Eppure ora... Ora la fu iniziata non ha più paura. Ora che le ombre ricoprono il suo corpo}
Nivienne
00domenica 15 novembre 2009 16:32
Roseline Sacerdotessa del Vespro


Terra che calpesti, che ti calpesta. Polvere vecchia d'eternità sconosciute al mondo umano che si posa su un pallido corpo di giovane fanciulla, attratta come sono le falene alla luce. Ma ci sono solo tenebre, ombre pressanti che rendono spettrale quel silenzio, quasi innaturale. Qualche passo compiuto da colei che fu iniziata, braccia tese verso quel nulla che è solo terra e pietre. Paura forse di aver smarrito la strada, di essersi persa in quel mondo che non aveva confini tangibili? E' la morte che ti ha preso a sè, Roseline, la fratricida? Ciechi i tuoi occhi, insensibile la tua pelle nuda. Poi, come d'improvviso, si squarcia l'oscurità, si spezza il velo che ti tratteneva ed una ferita argentata nel cielo fa la sua comparsa. Magnifica e splendente, come sempre, una luna crescente l'osserva. Non è sopra il capo della giovane, come forse si aspettava dalla caduta, ma alta nel cielo. Le basterà veramente poco per comprendere che ciò che sta abbandonando è una grotta e ciò che ha innanzi è un sentiero in salita, già al culmine, già alla fine. Lì tre figure completamente avvolte nelle ombre paiono aspettare l'ignuda fanciulla. Solo una candela stretta nelle mani d'ognuna, solo un timido bagliore in quelle tenebre che sembrano così fitte, così irraggiungibili.

ROSELINE { Sentiero }{ C'è silenzio, un silenzio strano, innaturale. Le tenebre sono fitte, il buio è quasi palpabile, e la ragazzina se lo sente premere addosso, incombente, dilagante. Gli occhi vagano ciechi, le palpebre battono veloci, senza riuscir a fendere le tenebre. Poi, all'improvviso, una luce squarcia l'oscurità e la fanciullina si rende conto di trovarsi presso l'uscita di una grotta, al culmine di un ripido sentiero. Spaesata si guarda attorno la piccola francese, solo i boccoli chiari a coprir il corpo null'altro. Istintivamente porta le braccia al petto, rannicchiandosi quasi su se stessa, sembrando ancor più minuta e fragile di quanto già non appaia. Com'è possibile che sia sbucata lì? com'è possibile che la luna crescente le splenda innanzi? Alla tenue e argentea luce scruta in avanti, carpendo con lo sguardo tre figure dalle ombre avvolte, figure che recano con sè solo delle candele. E allora, spinta dal proprio subconscio la giovinetta avanza lentamente, passo dopo passo, i piedi nudi sulla terra che prima sembrava volerla inghiottire

HAGALL { Cerchio di Pietre } . { La Luna vuota, svuotata del suo candido pallore dal cucchiaio famelico della notte, è rimasta appesa al cielo di traverso, come un sorriso sghembo crollato per metà. Spia ciò che si compie sulla cima del Sacro Tor, ove tre Parche mute e di nero vestite attendono. Ognuna paziente come fosse la morte. Lei, la Grandine, irriconoscibile poiché ha calato il nigro cappuccio sul viso. La candela marrone che tiene nella mano sinistra illumina appena, con la sua luce traballante, il rametto di sorbo che l’Alta Sacerdotessa tiene con la mano destra. } Non celare la tua carne alla notte, Roseline { sussurra vedendola porre le braccia al petto, vergognandosi della nudità con cui la terra l’ha partorita e con cui un giorno la rapirà. La sua voce è bassa, rauca e sussurrata, sono gli Spiriti che ci si legano attorno, e questo la renderà irriconoscibile all’Iniziata }

MARTIA { Sacro Tor ° Cerchio di Pietre } . { Avalon s’è tinta di notte e di stelle. L’Isola delle Mele s’è lasciata avvolgere dalle tenebre e solo un lontano baluginio violaceo all’orizzonte indica nostalgico il dì ch�ormai se n’è andato. Spia la Luna Nascente, ancora bassa nel cielo buio; spia sonnecchiando quel che in cima al Sacro Colle, all’interno del Cerchio di Pietre, sta per esser consumato. Tre figure sostano fra i Dolmen, come le Moire dell’antichità tessono la vita, custodiscono il destino e recidono il filo nel momento prestabilito. Giace in piedi immota la Sapiente, accanto alla Domina; coperta da un ampio mantello del colore della volta notturna che morbido ne cela le acerbe forme, indossa un velo nero a nascondere i gentili lineamenti del volto così come le ciocche del colore dell’oro fuso sciolte sulle spalle. Chissà quale delle Tre ella rappresenti, se la tessitrice, la custode o l’inesorabile. Gli Spiriti giocano intorno alle tre Donne, s’aggrappano ai mantelli, artigliano il velo di Martia, appena illuminata da quel lume marrone che tiene fra le mani e che rende la figura ancor più spettrale di quanto già potesse apparire ad un primo sguardo meno accorto. In seguito alle parole della Bambina, sarà la sua voce ad empire l’aere circostante. Voce grave, voce calda e più rauca del solito, accento appena strascicato, unica nota a renderla appena riconoscibile forse all’oto altrui. } Avanza, Roseline. Abbraccia le tenebre che ogni Segreto custodiscono. Conoscerai il lato impenetrabile e nascosto della Dea. Procedi, Roseline. La notte ti attende. Avvicinati. { Null’altro aggiungerà. Ogni verbo scandito con lentezza ed imperiosità, ordini per indurre la fanciulla ad appropinquarsi alle figure celate in manti d�oscurità e di mistero. Famelici gli Spiriti attendono, famelici gli Spiriti assistono. }

CALLISTA {.Tor. Cerchio di Pietre.} . Ecco l'ultima che giunge. Che chiude il cerchio, che serra quel cancello ove la realtà non era più la stessa. Predestinata forse a giungere e a terminare quella pazza giostra che l'Una e Trina ha a loro dedicato. Tre sono le figure che sostano all'interno del sacro cerchio di pietre antiche, tre come i Suoi volti. Ma uno solo rappresentano ora, quello oscuro, tenebroso e terribile. E colei che è posta al centro, più alta delle sorelle sue compagne in quelle ombre, mantiene celata la sua veste color dell'oro. Troppo brillante per queste ore, per questi istanti. Tutto è avvolto nella perfezione di un lungo mantello tessuto nell'oscurità della notte, eppur privo di quei cristalli che al contrario ne dipingono la volta sopra i loro capi. Perfino l'oro del suo crine è celato dallo stesso tessuto. Non c'è luce in lei, solo il fioco bagliore d'una nera candela ardente tra le sue minute mani. E' lì che il suo volto si fissa, su quel cero che le illumina parzialmente il volto, mascherato come il più terribile degli incubi. Eppure la terra trema, tuoni che scuotono il suo animo e non le sue puntute, che fanno eco a colei che sta per giungere, all'ultima delle Sue figlie. Non le serve alzare i verdi occhi per comprendere che quel corpo ignudo è già divenuto bersaglio d'esseri che la giovane non può comprendere, ma che la Dama del Lago sente danzare nell'aere fresco, sente sussurrare preziose parole, lieti d'avere nuova compagna a cui stuzzicare il crine e solleticare la pelle. Non parole echeggeranno da quelle serrate labbra, non voce cavernosa tenterà l'eco di quanto già il vento porta con sè. Solo gli occhi fissi sulle proprie mani.

ROSELINE { . Tor . }{ Avanza lentamente, intimorita forse, ma quando la voce gracchiante della sorella che non riconosce le stuzzica l'oto sobbalza, lasciando cadere le braccia che le cingevano il petto acerbo lungo i fianchi. Il passo si fa più veloce, e poi più sicuro all'udir le parole della Sapiente. Si lei è li, lei avanza. Lei risponde al loro richiamo, al Suo richiamo. E infine, quando la distanza è poco più d'un metro, s'arresta, fissando immobile le tre nere figure. Le Sue amate figlie che avvertono gli spiriti avvolgerle, soffermarsi sulla pelle, tirar loro qualche ciocca di capelli, insinuarsi sotto i mantelli color della notte. Ma lei, Roseline, non li avverte, non se ne accorge. Si limita a chiuder, inconsapevolmente, quel cerchio.} Sono qui, obbedisco al vostro richiamo { sussurra, fissando le figure con gli occhi gelidi. E il timore scompare. Si rimette semplicemente alla volontà Sua e di coloro che le stanno innanzi, senza porre domande, senza aggiungere null'altro}


MARTIA { Sacro Tor ° Cerchio di Pietre } . { Notte che inghiotte, notte che ghermisce ed abbraccia con le proprie fredde ed impalpabili membra. Non si cela più agl’occhi delle Sorelle Roseline, non nasconde più pudicamente il suo giovane corpo e lascia che siano gli Spiriti ora a cingerlo e ad avvolgerlo, imparando a conoscerlo come fossero degl’amanti. Ora ch’è giunta vicina alle Moire sarà l�Irlandese ad avanzare con solennità, in silenzio fino a raggiungere l’Iniziata spoglia di qualunque veste; si chinerà la Sapiente e senza pronunziare verbo alcuno poserà il proprio stelo del colore della terra non distante dal piede sinistro della francese, avendo cura ch'esso non venga spento da alcun refolo di vento. Quindi stenderà le ginocchia per tornare in posizione eretta e fra le affusolate e scheletriche dita della mancina stringerà la soffice stoffa con cui il velo è stato intessuto e la lascerà scivolare lontano dal proprio capo, scoprendo i lineamenti e confermando la propria presenza che Roseline aveva forse già intuito. Prenderà un capo del telo e lo poserà all’altezza del cuore della fanciulla per quindi compiere un giro intorno ad ella ed avvolgerne l’adolescenziale corpo nel nero tessuto. E sarà proprio in tal momento che la stellina sulla fronte della Bionda prenderà a brillare d�oscura luce, catturando ogni raggio che dalla Selenica falce e dai tremolanti lumi viene sprigionato (//Luce di Stella liv. 3). Nuovamente la voce roca e calda … eppur gelida, gracchiante empirà l’aria intorno a colei che fu Iniziata per lasciar rotolare dalle labbra pallide poche parole } Io ti vesto di Tenebra, Roseline. In te relego il Vespro. { Quando il giro intorno alla ragazzina sarà terminato ed i capi del velo si sfioreranno questo si modellerà sulla figura d’ea, assumendo le sembianze della veste di Congrega che designa la Sacerdotessa di Rhiannon. Brilla ancora nell’oscurità la stella tatuata sulla fronte dall’incarnato d’avorio di Martia, brilla e lo sguardo d'ella appare vacuo, come ghiaccio che galleggi sulla superficie dell’acqua. Compirà qualche passo indietro, senza guardare ove metterà i piedi di preciso, ricalcando le orme lasciate poco prima nell’avanzare e ritrovandosi accanto alla Somma Stella, come in precedenza. }

HAGALL { Cerchio di Pietre } . { Con movimento lento e studiato, la mano destra piega verso la fiamma della candela così che il rametto di sorbo prenda fuoco. Non sembra avere paura di bruciarsi, tiene anzi il rametto come fosse una piuma per scrivere infuocata. } L’acqua l’ha dissetata, la terra l’ha nutrita, ed ora il Fuoco la uccide. { parole appena sussurrate, quasi fossero semplicemente pensieri detti per sé e non una formula decantata per la Dea. Non alza il viso, ancora non si mostra. Lascia che la Sapiente avanzi verso Roseline per vestirla con i colori della Velata. E tre. Dopo Nixi ed Elysiane anche l’ultimo Volto ha chiamato a se una Vestale. Ma il rito non s’è ancora concluso, non il Cerchio. Non la notte. Il silenzio della sera vien rotto dal verbo della sorella, quella voce familiare di cui ha imparato le sfumature più giocose e quelle più tristi, finanche quelle più coscienti e serie degli insegnamenti. Mentre avviene il miracolo del Velo che si tramuta in Veste, la Grandine prende scalza a camminare, ponendosi vicino a Roseline e posando la candela a terra, come fosse una forma geometrica che si comprenderà soltanto quando anche la Somma poserà la propria }

CALLISTA {.Tor. Cerchio di Pietre.} . Un brivido nell'aria quando a muoversi è colei che è al suo fianco, nera Sapiente dalle parole spietate, amata sorella che oggi conosce la profondità della Sua voce. Così vicine da potersi sfiorare se solo lo volessero, da potersi osservare se solo fosse loro concesso. Ma gli occhi della Dama del Lago rimangono fissi, come incantati, sulla nera candela tra le sue mani, incurante, apparentemente, degli eventi che si stanno scatenando. Eppure ogni cosa passa sulla sua candida pelle come un sospiro di morte, una gelida carezza. Loro sono l'Anziana e Lei è lì, d'improvviso, salita dagli Inferi, discesa dalla notte. E poi, dall'opposto lato, l'Alta Sacerdotessa l'abbandona, un refolo freddo l'accompagna. Eppure nuovamente lo sguardo della Somma Stella non s'alza a raccogliere l'eredità di quegli istanti. { Scoprirai la Morte, Roseline. Il dolore, il sangue, la fine. Ogni segreto sarà tuo, ogni angoscia ti apparterrà. } Ecco che giunge per ultima la sua voce, così simile al gracchiar di neri corvi, profonda quanto le viscere della stessa sacra collina {Sprofonderai nella terra,incapace di risalire. Perirai se ti verrà richiesto. E rinascerai nelle Sue ombre, inetta nel trovare la luce.} Solamente in quell'istante il suo volto verrà alzato e le verdi iridi, frammentate nel ghiaccio della sua espressione, andranno a ghermire la figura della giovane ora vestita d'oscurità. Sarà uno sguardo da predatrice, terribile a mostrarsi tra le pieghe di quel cappuccio, d'una fiera pronta a scattare, d'un mostro leggendario di rara bellezza { Questo è ciò che ti chiede. Sarai abbastanza forte per superarlo? Onorerai le ombre e gli spiriti, sarai degna d'udirli, nei loro silenzi?} E senza lasciare quella presa, le oscure stoffe avanzano sull'erba della sacra collina, portandosi direttamente innanzi a colei che fu Iniziata, da cui attende una degna risposta, prima di poggiare la propria candela, dal colore della notte, accanto ai suoi piedi, formando un triangolo perfetto con le altre del colore della terra delle sorelle. Eppure, anche in quei gesti, il suo verde sguardo non demorde, come se volesse veramente afferrarla e cibarsi di lei. Spietata. Ritorna sui propri passi, tra le due figlie del Vespro. Silenzio in lei ed una maschera di puro alabastro sul volto.

ROSELINE { Tor }{ S'avvicina la sapiente, poggia ai suoi piedi un oggetto di cui non le interessa la tipologia. Rimane a fissare il viso della giovane che viene scoperto, e che viene identificato dalla fu iniziata come quello dell'Irlandese. la stoffa nigra va a ricoprirle il corpo magro, condotta dalle mani scheletriche dell'adolescente, modellandosi sulle forme acerbe e tramutandosi nella veste delle Sacerdotesse del Vespro. Rimane stupito per un momento lo sguardo, incatenato alla stoffa nigra che ora cela le sue nudità, prima di spostarsi sulla Grandine che avanza e che depone senza una parola la candela marrone ai suoi piedi, prima di tornare al proprio posto, accanto alla Domina. Ed è proprio lei che ora avanza verso la piccola francese, che nascosta sotto il cappuccio del manto artiglia gli occhi azzurri con i propri verdi, che ruba tutta la sua attenzione con quella voce che è un gracchiar di corvi. Una voce che è terribile da udire, parole che sono terribili da ascoltare, Ma la fanciullina ascolta, in silenzio, con attenzione, il suo dire, la sua richiesta. Sarà abbastanza forte da sopportare tutto quello che le si preannunciò? Riuscirà ad essere serva fedele e capace anche quando le sembrerà di essere dilaniata da spiriti, tenebra e dolore? Per Lei? Potrebbe farlo per Lei? Lei cui tempo addietro ha offerto la propria vita... E' pronta a mantenere la promessa? E la risposta, forse, la si può leggere già nei suoi occhi} La mia vita è Sua. Farò ciò che mi chiede. Accetto con consapevolezza ogni sorta di dolore che verrà da questa scelta. Per Lei { le labbra sottili si muovono, la voce scivola via sottile, eppure un po' roca per il lungo silenzio. E attende, fissando la Dama del Lago che sembra quasi volerla trascinare lei stessa in un abisso e farla a pezzi }

HAGALL { Cerchio di Pietre } . { Ed infine ecco che il turno la raggiunge come se la inseguisse da sempre. Conscia dell’importanza del suo gesto, al pari di quello delle altre due, si accosta a Roseline ponendosi di fronte a lei e calandosi il cappuccio sulle spalle per palesare i ricci biondi e selvaggi, il volto ambrato e la stellina scura della fronte. Brilla e vibra ora quel marchio, divora la luce che la circonda e la rende tenue bagliore argenteo (Luce di Stella Liv.2). Un tenue sorriso le illumina per pochi istanti il volto, che subito viene illuminato dalla luce del rametto infuocato che accosta al petto nudo dell’altra, poco sotto la gola, qualche dito sopra lo scollo della veste. } Roseline. La carne è stata vestita, ora il cuore verrà coperto e dopo la mente sarà marchiata { mormora andando a disegnare con la punta rovente del rametto una stella sullo sterno. Eppure nessun dolore verrà da lei provato, che anzi potrà soltanto ora cominciare a respirare veramente, percependo nell’aria qualcosa di diverso. } Questo gioiello ti appartiene come tu appartieni a lui. Come tu appartieni a Lei. Presto comprenderai. { laconiche parole che non dicono nulla di più circa la pietra e le sue proprietà. Il ciondolo del Vespro si fonderà infatti nascendo dal suo petto calcando le linee di carne bruciata che l’Alta Sacerdotessa ha appena tracciato }

CALLISTA {.Tor. Cerchio di Pietre.} . Torna nel centro della postazione l'alta ed esile figura della Dama del Lago, solamente per udire la risposta che è certa verrà dalla giovane francese. E non la lascia attendere che il tempo di qualche respiro, intrappolato in una prigione oscura, per renderla fiera di ciò che è avvenuto, colmarla d'orgoglio che risale lungo le sue membra, facendo eco al tremar della terra sotto i loro scalzi piedi. Nuovamente attende l'Alta Sacerdotessa nel gesto rituale compiuto, tornando a posare il proprio sguardo verso il basso, come se si fosse spenta in lei ogni scintilla di vita. E quando il ciondolo con l'ametista apparirà dalle mani di Hagall, allora tutto verrà compiuto, tutto avrà una fine ed un nuovo inizio { Procedi guidata dalle stelle e dal fato, Roseline } Un sussurro, nulla di più sconvolge il silenzio di quella figura simile ad una statua, che con fare brusco allontana da sè quell'oscuro mantello che ricade oltre le sue spalle, scoprendo lo splendore di mille veli ricamati nell'oro, lo stesso che discende dal suo capo, scivolando verso la fresca erba. Brilla la stellina tatuata al centro della sua fronte, brilla d'ogni colore possibile, di quelli oscuri come la notte, di quelli tenebrosi come ogni mistero [//Luce di stella liv.6] E nuovamente viene varcato il confine tra la Dama del Lago e la nuova Sacerdotessa di Rhiannon. Nuovamente così vicine da avvertire l'una dell'altra il profumo ed il battito del cuore. Scompare dalla vista di Roseline solo per un attimo, quello che le basta per chinarsi a terra, per raccogliere una manciata di terra sacra dal terreno della collina. L'elemento che farà da tramite per la Sua volontà { Sei Roseline dell'Inverno, ora. Senti la terra che vibra per te, senti le ombre che ti chiamano e ti desiderano. Non ci saranno segreti, solo verità } La mancina della mezzelfa afferra quel terriccio per poterlo utilizzare come pennello, riempiendo di nera pece la stellina della bionda francese { Benvenuta, Sacerdotessa del Vespro }

MARTIA { Sacro Tor ° Cerchio di Pietre } . { Le tre Moire compiono il proprio ufficio, la propria mansione. Nell'antichità tali divinità, le Fatae, non erano soggette agli Dei: le loro decisioni erano immutabili, imprescindibili, inderogabili. E così le tre Donne sono questa notte come un tempo erano le Parche: guidate dalla Velata che, chiamata fra loro all’interno del Cerchio di Dolmen, si manifesterà a breve nelle parole della Domina del Lago. Per il momento quel che ne annuncia la venuta è il tremore del terreno, fremito che s'espande alle estremità della Sapiente e sale fino ad avvolgerne le caviglie ed i polpacci. Avanza l’Alta Sacerdotessa a depositare il proprio lume accanto a Roseline e così fa la Signora di Avalon ponendo poi quesiti cui immantinente la Francese dovrà andar a donare replica. Il Destino si compie, l’Anziana reclama questa sua nuova Figlia così come la Vergine chiamò a sé Nixi e la Giusta Elysiane. E’ un Cerchio che si chiude ed uno novello che s’apre. Il tempo d’Iniziazione è terminato, incomincia il percorso all’interno del Cammino prescelto. La Grandine disegna con il rametto di Sorbo infuocato la stella sul petto della giovinetta e da essa nascerà il ciondolo in oro bianco ed ametista ch’ogni Vespertina Ancella indossa. Sarà dunque nuovamente la Somma ad avanzare ed in lei ora l’Anziana sarà incarnata: voce di corvo, voce che sa di gelo e metallo, di cristallo d’ametista e fredda pietra di Dolmen. Carne intinta nella terra e quindi portata sulla fronte di Roseline il cui pallido profilo di stella verrà sporcato di nero. Corpo, cuore e mente ora appartengono alla Tessitrice, a Colei che conclude il Cerchio, condivide silenzio e respiri ultimi e dona la Vista, la possibilità di scostare il Velo che separa i Mondi alle sue dilette Figlie. Il Destino s’è compiuto, la Volontà d’Ella s’è manifestata per ben tre volte. }

ROSELINE { . Tor .}{ E così il destino si compie. Non è più colei che giunse al Tempio e che offrì la propria vita alla Triade, non è più colei che fu accolta ed educata, e chiamata Roseline dell'Estate. E' Roseline dell'Inverno ora, ora che quella veste nera le cinge il corpo, che l'ametista le pende dal collo, e che la terra va a far da pannello alla Somma, alla Dea. Ora che una nera stellina giace sulla pallida fronte, riempiendo con la tenebra uno spazio prima vuoto. E così il cerchio si chiude. Coloro che erano state iniziate assieme vengono reclamate dalla Dea, ognuna da un volto differente, ognuna prende la sua strada. Dove condurrà quella che ha intrapreso la giovane francese? Sarà davvero capace di accudire gli spiriti, di sollevare il velo tra i mondi? Riuscirà ad portare i compiti che le verranno assegnati? La mancina sale, quasi inconsciamente, e va a sfiorare la stella sulla pelle. China il capo e ,dopo un'attesa di qualche battito cardiaco, mormora} Così sia mia Signora. Ti chiedo solo di guidarmi nelle Tue Tenebre { e poi silenzio, il silenzio della notte. Il silenzio di una notte cui ora Roseline appartiene nuovamente. Perchè è tutto un ripetersi, perchè tutto era scritto. Perchè come in chissà quali altre vite passate torna ad onorare un giuramento}

Non ci saranno danze e festeggiamenti per questa nuova Sacerdotessa. O meglio, saranno quelli invisibili di spiriti erranti e di spettri implacabili a colmare l'aria tra il sacro Cerchio, unendosi in battaglie con le ombre che parranno più fitte, ora che possono disporre di una nuova Figlia, di una nuova Forza. Canti antichi si disperderanno nella notte d'una luna crescente, una luna per le iniziazioni, una luna che già odora di Samhain e di rinascita. Supera ogni confine e risplendi nelle Sue ombre, Roseline del Vespro.

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