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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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Nixi

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2009 16:39
17/11/2009 16:39
 
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Le onde del mare scrosciavano sulla costa rocciosa. Gli scogli erano grigi e acuminati, pochi erano i metri di spiaggia che quel paesaggio frastagliato offriva. Dall'alto della scogliera si potevano vedere le barche dei pescatori che ogni sera tornavano in paese. La Cornovaglia appariva una terra in capo al mondo, tutta roccia e mare; persino gli eserciti nemici non vi passavano. Eppure lady Nixi amava quei luoghi grigi e blu. Da diciannove primavere ormai viveva lì. Era una ragazza di carattere solitario, ma gentile. L’educazione ricevuta le imponeva di aiutare chiunque ne avesse bisogno senza distinzioni. Era una giovane carina, a sentir i compaesani. Non era molto alta, dai lunghi capelli ricci e castani e la pelle molto chiara. I suoi occhi erano grigio-azzurri come il mare. La sua era una famiglia di pescatori; quando compì otto anni la mandarono dalla guaritrice del paese come sua apprendista. E grazie al suo lavoro la ragazza non patì mai la fame, anzi, come la sua maestra, era tra i più ricchi del paese, sebbene il concetto di ricchezza in quella contrada isolata fosse un po’ distorto: un semplice vestito che non fosse nero o marrone era un vero tesoro. Sin dai primi giorni, l’anziana Norah le aveva insegnato a riconoscere le erbe e le loro proprietà. Aveva imparato a seccare le erbe e a farne decotti e infusi curativi. Sapeva creare tinture, vini medicamentosi. Usava il biancospino e la digitale per il cuore sofferente, la camomilla e edera per le infiammazioni, la menta, il timo e il castagno per i problemi alla gola… Inoltre sapeva che il profumo di alcune piante avevano la capacità di influire positivamente sull'umore delle persone. Tuttavia diverse erbe non crescevano in Cornovaglia, quindi ne coltivavano alcune piante nell’orto. La sua maestra in gioventù, durante il suo unico viaggio fuori dalla Gran Bretagna aveva trovato i semi di queste piante. Avevano una preziosissima pianta di lavanda, che curavano come fosse una piccola regina. Il campo in cui aveva più esperienza però era quello della terapia dei profumi. Usava la lavanda per rasserenare e dare lucidità allele persone ansiose, la rosa per chi soffre di emorragie e aborti, la camomilla per tranquillizzare…
Era un tiepido pomeriggio d’autunno. Nixi sedeva su uno scoglio vicino alla riva per riposarsi dal lungo lavoro di quel giorno. Si allontanò dalla spiaggia con il cesto pieno d’erbe e il coltellino legato alla cintura. Il profumo del timo si mischiava a quello della salsedine. Il sentiero fiancheggiava due grandi prati d’eriche. Arrivò nel piccolo chiosco dell’erborista. La vecchia Norah stava riponendo foglie di rosmarino.
-Ah sei tornata! Guarda questo rosmarino. Un mercante spagnolo è passato da queste parti oggi; questa erba è davvero preziosa.- disse l’anziana erborista.
-Un mercate spagnolo qui? Sono anni che non accadeva un fatto simile…- rise Nixi.
-Già, probabilmente aveva sbagliato strada. Per noi è stata una fortuna in ogni caso. A proposito Nixi. Devi andare a casa di Merial, sua figlia sta di nuovo male, la febbre non scende…-
-I decotti al sambuco non le hanno giovato?-
-Quella bambina non è mai stata forte: non riesce a smettere di tossire. Non smetteremo mai di ringraziare la dea se sopravvive- concluse Norah.
Nixi raccolse il sacchetto delle erbe e si avviò verso la casa di Merial. La notte stava scendendo rapida su mare, stranamente fredda per essere ancora autunno. Bussò alla porta della piccola casupola. Gli erboristi erano soliti a chiedere un piccolo compenso per il loro aiuto, ma mai avrebbero osato chiedere una sola pagnotta ad una famiglia così povera.
-Chi è?-
-Sono Nixi, l’erborista- rispose Nixi.
Una donna aprì la porta. La madre della bambina era in lacrime.
-Finalmente, sono così contenta che tu sia qui. La mia bambina… scotta ancora di più di ieri, la tosse ormai non le da il tempo di respirare…- singhiozzò Merial.
-Ha preso i decotti come aveva detto Norah?-
-Si, ma sembrano non aver fatto molto… non… non morirà vero?-
-E’ molto grave, è bene che tu lo sappia, ma farò tutto il possibile per lei- assicurò Nixi.
Dentro di se la giovane non aveva molta speranza per la piccola. Non era la prima ad essere colpita da quella malattia.
-Le farò un infuso diverso… Se vuoi Merial posso restare qui stanotte per curare la bambina-
-Oh sì! Grazie mille!- rispose la madre sorridendo.
La notte passò lenta, come le sofferenze patite dalla bimba. La tosse continuò a peggiorare, non vi furono erbe o decotti che riuscirono a far scendere la febbre; prima dell’alba non tossì più. Nixi tornò al chiosco dell’erborista in lacrime. Aveva visto molti bambini morire in quei giorni, ma partecipare così a lungo alla loro agonia era stato troppo per lei.
Le onde del mare s’infrangevano sugli scogli aguzzi, il vento gelido del mare riempiva l’aria di tristezza. Persino il cielo, nel suo grigiore, sembrava piangere per quei dolorosi giorni. Il solo suono dell’acqua rompeva il funereo silenzio.
Era mattino inoltrato, il sole sembrava non voler spuntare dietro alle grigia coltre del cielo; Nixi entrò nell’erboristeria. Vide Norah seduta vicino al fuoco che mescolava un decotto nella grossa pentola; eppure c’era qualcosa che non andava. La fanciulla si avvicinò; Norah era stranamente pallida, la mano le tremava come se il mestolo fosse un grande peso.
-Norah, sei pallida, ti senti bene?-
-Sì tesoro, non preoccuparti per me. Piuttosto vai a raccogliere la lavanda, ci sono ancora così tanti bambini ammalati da curare…-
Nixi si accinse a raccogliere il cesto e il coltellino. Poi sentì un tonfo alle sue spalle; si girò di scatto. La vecchia era caduta semisvenuta. Si affrettò a raggiungerla e a portarla nella stanza da letto, poco lontana. Le tastò la fronte: scottava. La paura prese la ragazza. Cercò di tranquillizzarsi, dopotutto non era certa che i suoi sospetti sul male di Norah fossero fondati. Poi l’anziana donna emise un colpo di tosse, poi un secondo e dopo ancora un terzo. Nixi impallidì: la strana malattia aveva colpito anche la sua maestra. Si affrettò a tornare nell’altra stanza a preparare un decotto medicamentoso. Si occupò di lei per due giorni e tre notti. Molti erano gli abitanti del villaggio che ad intervalli venivano a far visita a Norah che tanto aveva fatto per loro. Era quasi il tramonto del terzo giorno, alcune persone erano radunate attorno al giaciglio della vecchia. La febbre non aveva mai accennato a scendere, la tosse non diminuiva, anzi peggiorava. La donna dormiva quasi continuamente, non aveva le forze per reagire alla malattia, oramai si potevano leggere i segni della morte imminente sul suo viso.
Improvvisamente si mosse, come se si stesse sforzando di mettersi a sedere.
-Non devi agitarti Norah… Rimani distesa- disse premurosamente Nixi.
-No tesoro… ormai non mi rimane molto tempo… devo usare bene ciò che mi resta…- rispose faticosamente Norah.
-Non dire così, sono certa che guarirai- interloquì Merial che era venuta ad assisterla.
-Norah…- cominciò Nixi- non c’è proprio null’altro che posso fare? Tutte queste persone ammalate…-
-Tesoro… io non conosco… la cura… ma c’è un luogo… al nord… lì c’è un tempio… le sacerdotesse forse la conoscono…-
-Dov’è questo luogo?- incalzò la giovane.
-Questo luogo… si chiama… Avalon…-
La vecchia Norah non parlò più. Cadde il silenzio in quella stanza fiocamente illuminata popolata da pianti silenziosi. Poi una folata di vento e neve aprì la porta. Il fuoco si spense. Il buio della notte cadde sui quei cuori tristi.
Il cielo grigio divenne tempesta di ghiaccio. Il mare infuriato sembrava voler distruggere quelle coste rocciose. Il gelo rendeva la vita difficile. Nevicò a lungo: fino alla primavera le strade furono impraticabili. La strana malattia che aveva colpito il paese lentamente scomparve ma non senza vittime. Nemmeno la più fine arte di Norah o Nixi, che ora era l’unica erborista del villaggio, poteva sconfiggerla.
Un mattino Merial uscì di casa, aveva un dono per Nixi. Sapeva che prima o poi sarebbe partita per quella terra lontana di nome Avalon. Arrivò nell’erboristeria che la giovane aveva ereditato dalla maestra.
-Nixi?-
-Entra pure Merial-
La donna entrò nella casa.
-Buon giorno, Nixi. La primavera è finalmente arrivata. Come sono belle le giornate! Presto partirai per Avalon, vero?- chiese la donna.
-No, non credo…- rispose Nixi.
-Perché?-
-A cosa servirebbe andarmene ora? La malattia è scomparsa… Tutte quelle persone ormai sono già morte…-
-La malattia è scomparsa, ma potrebbe tornare- rispose –inoltre hai talento come erborista, penso che lì potresti diventare una vera maestra. Forse potrai imparare anche l’arte della magia, chissà-
Nixi sospirò.
-Guarda ti ho portato un regalo- Merial prese il cesto che aveva portato con se e tolse il fazzoletto che lo copriva. All’interno vi era un cucciolo di cane da caccia addormentato. Nixi non potè fare a meno di sorridere a quella pallina di pelo raggomitolata.
-Ti accompagnerà nel tuo viaggio-
-Grazie- rispose Nixi senza trovare altro da dire.
Le onde giocavano sulla superficie dell’acqua. Il mare era calmo e si infrangeva sulla scogliera rocciosa con un dolce suono. Il profumo del mare riempiva l’aria mite. Le rocce grigie sembravano sorridere sotto il dolce sole primaverile.
“Addio azzurro mare della Cornovaglia. Forse un giorno tornerò a vedere queste sponde rocciose”
Nixi inspirò l’aria che odorava di salsedine. Diede un ultimo sguardo alla distesa blu. Poi si voltò, verso nord.
Il suo cagnolino Cuscus le saltellava intorno, felice. La giovane lo prese in braccio e salì a cavallo.
-Andiamo Cuscus. Ora vedremo l’isola di Avalon…-

Allineamento: Neutrale-Buono
Aspetto: Nixi è graziosa e delicata. Ha lunghi capelli castani e ricci, occhi grigio-azzurri come il mare. La pelle è chiara, quasi bianca.
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