Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( La Ruota, Oggi, Ti Rende Omaggio )O(

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2009 16:00
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Polvere di Stelle
15/11/2009 16:00
 
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Arshal, Sacerdotessa del Meriggio [25/05/09]
)O( Riassunto )O(
V'è silenzio al Tor, in una sera di primavera. Kagome ivi sosta, intenta a riflettere, l'athame sacro e tre candele - una bianca, una rossa, una nera - posti sull'altare di pietra. La Dama del Lago aspetta paziente, quindi, all'improvviso, sopraggiunger Arshal, che da modo alla Signora di comprendere chi e che cosa stesse aspettando. Dopo un breve colloquio tra le due, difatti, Cerridwen si manifesterà, chiamando a sè quale sua nuova figlia la oramai fu novizia del tempio.


KAGOME { Sacro Tor | Vetta } - { Silenzio, occhi chiusi. Il mondo placido, quieto, quasi stesse ascoltando. O quasi desiderasse non disturbare la comunione della Sua Signora con Colei ch'è madre d'ogni cosa. Forse, invece, è tutta una casualità: quel **
KAGOME ** vento tra i capelli, leggero e tuttavia dispettoso, che strappa allo chignon qualche ciocca di capelli e la ingarbuglia; quell'abito dorato, splendente persino alla luce della luna, svolazzante all'aria; quel ciondolo a forma di stella e **
KAGOME ** ornato di smeraldo, freddo a contatto con la pelle bianca della Dama del Lago. Aspetta, Kagome di Avalon, con gli occhi socchiusi e la schiena volta al sentiero, il corpo a esigua distanza dall'altare in pietra, al centro del cerchio sacro **
KAGOME ** formato da dolmen e menhir, quasi attendesse qualcuno o qualcosa. Ma non è questo il filo conduttore di tutta la sua esistenza? Un passo, e l'attesa, costante, che Ella le riveli il successivo. Non è nient'altro che questo, Kagome: suo **
KAGOME ** strumento, sua voce, sua incarnazione. C'è un Athame abbandonato sull'altare, l'Athame sacro delle figlie del Tempio. Un sacchetto di rune, appeso alla cintura. E tre candele accese, bianca, rossa e nera, ed un rametto di betulla, spento, a incorniciare il **
KAGOME ** Simbolo. E' tutto pronto, qualunque cosa Ella abbia deciso accada stanotte: finora, la Dama del Lago sa solo di dovere attendere. }

ARSHAL [sentiero/cima] l'iniziata sale il pendio che conduce al sacro cerchio. Il busto ed il capo sono chinati in avanti e così il volto viene in parte coperto dai lunghi capelli, sciolti...eppure è così scura la sua pelle e nero il contorno della >>
ARSHAL stella che sulla sua fronte si trova, forse, sarebbe comunque difficile distingure chiaramente i suoi lineamenti, almeno da una certa distanza...e la luna dona così poca luce questa sera. Più in fretta del solito risale il sentiero ed è già >>
ARSHAL quasi giunta in cima, eppure i suoi passi non sono così affrettati da farla respirare in modo irregolare, nè da rendere sgraziata la sua andatura. Sente il vento leggero che gioca tra i suoi cappelli e tra le fronde degli alberi che ai lati >>
ARSHAL del sentiero crescono, ma pochi altri sono i rumori che giungono alle sue orecchie, poche le sensazioni sulla sua pelle, usuale ciò che le si presenta davanti agli occhi. Lo sguardo si posa sulle alte pietre e l'andatura si fa più lenta, mentre>>
ARSHAL la schiena ed il capo tornano a raddrizzarsi, ora che lei è giunta alla fine della salita.

KAGOME { Vetta | Altare in Pietra } - { Passi, respiri, soffi che si mescolano al lieve soffiare del vento. Occhi che sbattono, ciglia che si muovono e ricercano la luce, ma non sono le sue, nè lei si avverte di nulla di tutto ciò. O almeno, non nel **
KAGOME ** modo convenzionale. Arshal, ancora, non può sentire. Il battito del cuore, l'energia, l'affinità colmante che v'è tra tutte le figlie. Quel senso di comunione e fratellanza, e non è un caso che tra di loro si chiamino sorelle. Quel non **
KAGOME ** poter confondere nessuna di loro, per chi ne è la madre ed il conforto. E' nera la stella sulla sua fronte, nera come il contorno tracciato, tempo addietro, sulla fronte di Arshal; distese sono le sue braccia, a sfiorare con le mani pallide **
KAGOME ** la pietra fredda. E non v'è bisogno che Arshal parli o si manifesti, perchè Kagome creda d'avvedersi, con assoluta certezza, della sua presenza. } Rispectae Aveas, figlia mia. Vi aspettavo. { Ella le ha mandato Arshal. Vi sarà un motivo, no? **
KAGOME ** E' lei che attendeva, è lei che cercava. E' per lei che bruciano le candele, è per lei che attendono, immobili, le rune al suo fianco. E' per lei che l'animo si muove ed agita, come un filo d'aria, leggero, in cerca del nodo nel quale **
KAGOME ** perdersi. }

ARSHAL [cima tor/cerchio di pietre] ancora avanza e le pare di scorgere una figura all'interno del cerchio, che si fa più chiara man mano che l'iniziata s'avvicina. I palmi delle mani sono posati sulla verde stoffa della veste che indossa ed il capo >>
ARSHAL si china leggermente di lato, facendo così ricadere diverse ciocche scure sulla spalla destra. Una voce risuona e lei la riconosce, del resto il senso di quelle parole le farebbe comprendere chi ha davanti, anche se lei non le avesse mai >>
ARSHAL udito pronunciare alcuna parola. ''Sid, mia signora, siate benedetta dalla Dea.'' pronuncia rispondendo al saluto ed il tono della voce è mantenuto basso, dato che ora è abbastanza vicina da essere udita con facilità. I passi si fermano e >>
ARSHAL tutto il suo corpo rimane immobile, se non fosse per i capelli e le vesti che il vento continua a sfiorare. Poca è la distanza che la divide dalla Somma Stella, circa un metro, ma l'iniziata non s'avvicina oltre, anche se le stato appena detto>>
ARSHAL che era attesa.

KAGOME { Vetta | Altare in Pietra } - { Passi, che ora sente. Respiri, occhi che sbattono, ai quali i propri si uniscono: eppure, ancora non si volta, nè abbandona l'Altare posto esattamente nel punto più alto del Tor. Non guarda Arshal, non ne ha il **
KAGOME ** minimo bisogno: sene la Ruota scricchiolare, girare, determinando il tempo di qualcosa di nuovo. Ed è cosa sia tutto ciò che, in questo momento, la Dama del Lago cerca di comprendere. } Venite, Arshal. Venite davanti a me. { Oltre l'altare, **
KAGOME ** di modo da poterla guardare negli occhi senza sforzo nè fatica, di modo da non doversi muovere di un millimetro, come se non vedesse il motivo per farlo. O forse, semplicemente non è il momento. Attenderebbe altre parole da parte della **
KAGOME ** novizia, o il suo gesto e la sua obbedienza: solo allora riprenderebbe a parlare, con voce perfettamente calma, misurata, pacata. Con la stella nera sulla sua fronte, fin troppo scura. Ma stanotte la luna è poca... } Come state, figlia mia? **
KAGOME ** Cosa avete imparato su di Lei e voi, da quando Ella vi ha accolta? { E non cerca nozioni che possono essere dispensate, migliorate, dimenticate. Cerca l'io, la verità, la sincerità e la spontaneità assoluta. Cerca il perchè della propria **
KAGOME ** attesa di stanotte. Le rune le parlano, insieme agli spiriti, alle fiamme, alle acque del lago poco lontane. Eppure, ha bisogno di una guida, in tutto questo: di una voce, e di un'anima vivente, appartenenti a colei che, ora, le starebbe **
KAGOME ** di fronte. }

ARSHAL [cima/altare] ancora la Somma Stella parla e l'iniziata obbedisce a quelle parole, portandosi di fronte ad ella, gli occhi chiari fissi sulla figura che hanno davanti e poi sul viso, su quelle labbra che nuovamente si schiudono per pronunciare>>
ARSHAL altre parole...domande...''Sto bene, mia signora.'' ed è vero, per breve tempo il suo animo è stato inquieto, ma ora tutto è tornato alla normalità e lei è nuovamente serena. Per pochi istanti pare riflettere e gli occhi s'alzano verso il cielo >>
ARSHAL scuro, per poi tornare a cercare il volto e lo sguardo della Somma ''Da quando m'ha accolta,'' dice mentre ancora le immagini delle sorelle che con lei hanno condiviso la loro conoscienza viaggiano nella sua mente ''ho potuto comprendere meglio >>
ARSHAL quali siano i suoi volti, quali gli oggetti che ad ognuno d'Essi è sacro e quali le feste che ad Ella sono dedicate...'' piccola pausa, solo per prendere fiato, poi l'iniziata conclude ''...ed ho appreso quali erbe vengono utilizzate al tempio >>
ARSHAL e come ci si serva delle candele. O almeno, queste sono le conoscienze che mi sono state concesse, ammesso che io le abbia apprese nel modo corretto.'' Tace ora e nuovamente il suo corpo tente all'immobilità.

KAGOME { Vetta | Altare in pietra } - { Ascolta Arshal, e la risposta che riceve non è tuttavia quella alla domanda fattale: in effetti, tuttavia, non è che le Dama del Lago si sia spiegata poi così bene. Così, Kagome sorride lievemente, scuotendo **
KAGOME ** lentamente la testa: e ancora, tuttavia, le mani non si spostano. E ancora le candele ardono, sciogliendo la cera. Manca una lezione, le rune. E forse è questo il tempo che Arshal le apprenda? } Non intendevo questo. Intendevo domandarvi cosa *
KAGOME ** avete appreso, da voi. Se abbiate capito quale sia il vostro futuro, il vostro scopo. Se il vostro spirito, rispetto a quando Ella vi chiamò, sia cambiato, e in che modo. { Ora dovrebbe essere stata più chiara ed esaustiva: e non svanisce quel
KAGOME ** sorriso, mentre se ne sta lì, immobile, ad aspettare. Ad attendere una risposta ad un quesito che all'apparenza potrebbe parire semplice, ma che in realtà non lo è affatto. E, nel frattempo, gli spiriti le si avvinghiano ai polsi. La ruota **
KAGOME ** scricchiola, imperiosa. E' tempo, è tempo, è tempo. Ma di cosa? }

ARSHAL [cima/altare] ascolta l'iniziata e nuovamente il capo si china verso destra, in quel gesto per lei tanto comune che spesso assume quando ascolta con attenzione le parole altrui, ma questa volta in modo quasi impercettibile. Rilfette ora >>
ARSHAL che ha compreso megli ciò che le è stato domandato, per poi rispondere con maggiore lentezza, perchè questa non è una domanda a cui si possa rispondere senza un'attenta riflessione, soprattutto perchè l'oggetto è lei stassa. ''Sì, quando >>
ARSHAL Ella mi chiamò avevo forse ancora dei dubbi, esitavo in ogni cosa e temevo sempre di non essere degna, di non essere adatta. Ora ho compreso del tutto che sarà sempre la sua volontà a contare e non la mia...certo, questo già lo sapevo e >>
ARSHAL m'era stato detto, ma prima non erano che parole, che credo d'aver ora compreso in un modo diverso. Ora so che il mio giudizio, per quanto inevitabilmente si possa fermare, dev'essere sospeso, perchè è il Suo l'unico giudizio che ha importanza.''>
ARSHAL e nuovamente tace, nuovamente resta ferma.

KAGOME { Vetta | Altare di pietra } - { Silenzio. Per lunghi momenti, non c'è nient'altro che il soffio del vento e quello del proprio respiro, in lei. E tutto si fonde, lentamente. Le candele, sulle quali il suo sguardo si abbassa, mentre Arshal parla.
KAGOME ** Le parole, che divengono un tuttuno con il proprio spirito, con l'Athame, con il rametto di betulla e i ceri stessi. Gli spiriti, che fuggono via quasi spaventati, come se avessero inteso che, ora, non è il loro momento. Non è il momento **
KAGOME ** di esigere una vita, di recidere un filo. Non è il momento di questionare su quali nozioni formali Arshal abbia o meno effettivamente memorizzato. Gli occhi si alzano, mentre l'abito dorato, alle sue percezioni, comincia quasi a scottare. **
KAGOME ** Mentre, nella sua mente, v'è un solo colore, e la stella, da nera, oscura, prepotentemente ombrosa, si tinge di altri colori. Lo vedi, Arshal, il Bianco? Puro, luminoso, acceso e scintillante. Quella speranza di cui le figlie di Arianrhod **
KAGOME ** sono imbevute e di cui sono emblema. Lo vedi il giallo, il colore della cera vergine? E il verde, la natura nel suo rigoglio? E il blu, l'azzurro, le acque cristalline del lago e della fonte sacra? Ma non v'è solo questo, non v'è solo **
KAGOME ** Arianrhod. Il nero non svanisce, il nero prepotente si erge. Assorbe gli altri colori, ritraendosi e manifestandosi, continuamente. E il grigio, il viola, i colori delle visioni e degli spiriti, maligni o benigni che siano. O solo morti, a **
KAGOME ** seconda dei casi. Tuttavia, anche quei colori sono costretti a cedere il passo: perchè c'è qualcosa di più forte, di più intenso, di immensamente prevalente, in questo momento. L'unico colore che Kagome possa vedere. L'unico colore che, **
KAGOME ** infine, si sviluppa dalla sua stella. Il rosso, infuocato, acceso, abbagliante [Luce di Stella Liv.6]: il colore del fuoco, il colore della passione, il colore di quella candela, esattamente al centro delle altre due, che viene ad essere **
KAGOME ** alzata. E, per un momento, non ci sono parole. Ci sarebbe solo la mano destra, che prenderebbe l'Athame, e la sinistra, che reggerebbe la candela: e poi l'unisono dei movimenti, il colare della cera sulla fronte, e il disegnare in essa una **
KAGOME ** stella. Brucerebbe, forse, per il calore della cera, per qualche stilla di sangue strappata alla fronte dall'Athame. Ma non ci può essere sofferenza pi
KAGOME ** stella. Brucerebbe, forse, per il calore della cera, per qualche stilla di sangue strappata alla fronte dall'Athame. Ma non ci può essere sofferenza pi
KAGOME // **
KAGOME ** più dolce, dolore più bello, sereno, lieto. Ed infine, le parole che sgorgano: ed è una voce possente, quasi ridondante, quella che si svilupperebbe dal petto magro della donna vestita d'oro, di colei che un tempo fu vessillo del Rosso, che **
KAGOME ** poi si tinse d'ogni colore, e che ora, per qualche momento, ritorna del colore del Fuoco. Ma non per se stessa, stavolta. Stavolta, c'è una nuova fiamma che arde, e non nel suo petto. E sorride, Kagome del Lago. Sorride di goia. } Il **
KAGOME ** Giudizio, Arshal, è ciò di cui io sono Signora. Tu mi hai cercata, e io ti chiamo. Tu sarai mia serva e figlia, tu accoglierai in te l'ardore di un'amante, e la forza di una madre. Proteggerai il mio Tempio, veglierai sulle tue sorelle. **
KAGOME ** Dispenserai la mia giustizia ed il mio volere, e accoglierai in te la mia fiamma, il mio calice, la mia spada. La Ruota, oggi, ti rende omaggio: tu, figlia mia, sei ora Sacerdotessa del Meriggio. { E così cesserebbe di parlare, riportando il **
KAGOME ** busto indietro, in posizione eretta, di modo da poter adagiare nuovamente Athame e candela sull'altare. Di modo da poter contemplare, in tutto il suo splendore e la sua neonata forza, la nuova ancella del Rosso. }

ARSHAL [cima/altare] ancora fermo sul viso della Somma è lo sguardo chiaro, quell'unica luce sulla pelle scura...e vedono mutare la stella sulla fronte di chi le sta davanti, vede una miriade di colori tingerla e lei rimane in silenzio, osservando. >>
ARSHAL Le palpebre quasi smettono d’abbassarsi, come per permettere agli occhi di vedere più chiaramente. Vede le mani che sollevano la candela centrale e l’Athame…e poi avvicinarli alla sua fronte. Come quando Ella l’ha chiamata quale >>
ARSHAL sua iniziata, la cera brucia la sua pelle, ma questa volta anche la lama si posa e provoca dolore…e sì, quel dolore non è totale, non è quello che darebbero cera e lama in un’altra circostanza. Per un attimo le palpebre si chiudono sulle >>
ARSHAL iridi chiare e le labbra si socchiudono, poi nuovamente lo sguardo si posa sul volto che è ancora lì davanti e sorride. Risuona ancora la voce, ma è una voce diversa da quella che fino ad ora ha sentito. Anche le sue labbra si piegano in un >>
ARSHAL sorriso, che non esprime solo gioia...china poi il capo Arshal, che ora non si può più dire iniziata e lei rimarrà immobile, ringraziando in silenzio la Dea per il cammino che le è concesso di percorrere.


o0)O(0o Nivienne dell'Estate o0)O(0o
Pura Estasi di Fuoco e Fiamme
Polvere di Stelle

Figlia di Cerridwen








Brucia, difendi, attacca.
Lei così ha deciso.
Sarai la Guerriera che incute timore,
la Madre che protegge ogni Suo figlio,
la Giusta che mai permetterà al Caos di dominare.

o0)O(0o La Fenice o0)O(0o

Sii forte,
Sii gentile,
Sii bellissima.

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