Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Lughnasad 2009 )O(

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2009 01:14
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Luna Gelida
12/11/2009 01:14
 
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Riassunto: le Figlie della Dea si riuniscono sulla cima del Tor per celebrare il rituale di Lughnasad. Nella parte finale del rito la Somma Stella pronuncerà una profezia.

Commento: semplicemente... bello! Un grazie a tutte le player.

CALLISTA {.Tor.Innanzi all'Altare.} . Eccola, la Nona Signora di Avalon. Eccola, vestita d'oro, come le messi che già mature sono pronte per essere raccolte e custodite. Gira la Ruota e questa volta Lughnasad porta con sè un nuovo volto, un nuovo spirito, una figura che ha conosciuto più di cento inverni e che ora brilla come il sole più splendente, come l'aria più calda soffia la sommità della Sacra Collina. Le candide palpebre sono serrate, gli smeraldi ciechi dalla visione di quel panorama osservato da lunghi anni, nella protezione delle ombre e nella danza degli Spiriti. Quegli stessi che non s'arrestano neppure ora, ma che non sono più soli. C'è il profumo dei fiori freschi e ci sono le fiamme ad accompagnare colei che non è più solo Callista degli Spiriti. Lo è ancora, ma non solo. Sciolti i capelli che hanno la stessa tonalità dei campi di grano ormai maturi, trattenuti semplicemente dalla coroncina che ha trovato sull'Altare del Tempio. Una sola, ed era riservata a lei. Spighe che si celano tra lo stesso oro e tralci di vite intrecciati, a preannunciare già Mabon ed i suoi frutti. Ma no, non ancora. E' il tempo dell'Estate questo, l'ora del Raccolto. Perfino il momento di sorridere per la nuova Somma Stella, quando dalle vibrazioni della terra le sente giungere. Tre, come i Suoi volti. Due fiamme che hanno un colore differente ed una piccola luce che ancora stenta a trovare la propria via. A loro mostrerà solamente la propria veste, la schiena coperta da prezioso broccato. E a lei sola saranno per il momento visibili, nel ritornare con la vista in questa realtà, in questo tempo, gli oggetti già predisposti sull'Altare di pietra. Una ciotola di terra, una brocca d'argento contenente l'acqua della Sacra Fonte e dei rami di betulla. Giungete figlie della Triplice, Lei vi sta attendendo.

ARSHAL [sentiero] le ancelle della Dea percorrono la salita che le porterà al cerchio di pietre e davanti a loro Arshal avanza. Nella mano sinistra regge una candela, la cui fiammella non illumina i suoi passi, mentre la destra stringe alcuni chicchi di grano. Gli occhi chiari sono rivolti verso la cima, persi in quel buio che la nasconde e le impedisce d’osservare con chiarezza il luogo a cui sono dirette. Sente dietro di sé i passi leggeri di sacerdotesse ed iniziate, il frusciare delle loro vesti, i respiri appena percepibili sotto il soffio del vento che smuove le chiome degli alberi e che fa oscillare leggermente anche i lunghi capelli scuri della sacerdotessa, su cui una coroncina è posta…Il cerchio si fa sempre più chiaro ai suoi occhi, finché non raggiunge le pietre più vicine e può scorgere con chiarezza una figura che già da lontano l’era parso di notare. Le pare di riconoscere la veste dorata che quella figura indossa, eppure i capelli biondi della stessa le fanno dubitare di ciò che vede. Continua a camminare, avvicinandosi al punto del cerchio in cui i suoi passi si dovranno fermare ed il suo sguardo sfiora la Somma Stella... quella figura che s’aspettava di conoscere e che in realtà è mutata. Sorpresa si potrebbe leggere, forse, in fondo ai suoi occhi, eppure rimane in silenzio e concentrata su ciò che s’apprestano a fare.

MARTIA { Sentiero -> Tor } . { La notte è calata, come ogni dì dall’origine dei tempi. La coltre di tenebra e stelle ha avvolto l’Isola Sacra con levità, con delicatezza, come mano gentile che accolga nel proprio palmo la corolla d’un fiore. Nell’oscurità tre figurette avanzano lungo lo sterrato sentiero che conduce alla Collina, nel mezzo incede la Nera Sapiente: il crine del colore dell’oro fuso è sciolto sulle spalle, cinto da una delle coroncine che giorni addietro insieme a Roseline aveva intrecciato. Grano e Sorbo. Lo sguardo ceruleo, così chiaro da parer di ghiaccio, è fisso avanti a sé, sul cammino, per evitar di inciampare in qualche ciottolo; l’espressione del volto è neutra, imperturbabile, ma le labbra son distese placidamente ed alcun’ombra pare attraversare i lineamenti d’ea. Ambo le braccia son piegate: la mancina è chiusa a pugno e custodisce dei chicchi di grano, la destra invece regge uno stelo spento. Cammina dietro la Figlia del Meriggio Martia e più s’avvicinano alla sommità più gl’artici occhi s’involano ad intermittenza per scorgere il Cerchio di Dolmen e, all’interno d’esso, la Nona Dama del Lago, la sua amata Callista. Non si potrà legger meraviglia nelle iridi di Blàth giacché ella già sapeva, aveva Veduto giorni addietro. Solo quando sarà tornata a camminare in piano potrà scorgere la figura abbigliata d’oro e dalle ciocche del colore del grano maturo, quel frumento di cui le stesse ghirlande son composte. Lughnasadh è giunto ed ha portato con sé una nuova Somma Stella. Lughnasadh è giunto ed ha recato con sé nuove messi, copiosi raccolti. Lughnasadh è giunto e con esso un altro giro di Ruota. Il mondo non si ferma, neppure quando siamo noi a credere che tutto s’interrompa per i nostri meschini dolori, atomi infinitesimali che altro non siamo quando paragonati all’universo. }

NIXI (sentiero-->tor) splende piena la luna, disco d'argento che rende chiara la notte stellata. Notte d'estate ancora che presto cederà il posto all'autunno. Si avvicina il tempo della mietitura, il tempo dei frutti. E' la notte di Lughnasad. Una fila di tre Sue figlie in questa notte si accinge a raggiungere la cima del sacro luogo. Una fila di rosso, nero e verde. Una Stella d'oro le aspetta sulla cima. Arshal e Martia la precedono. Camminano silenti nell'ombra serale. Nessun lume brilla nelle loro mani. Solo candele spente. E bianca come la luna è quella che tiene la giovane Iniziata. Una coroncina di grano adorna i capelli sciolti che ricadono liberi e ricci lungo la schiena. Una manciata di semi nell'altra mano. Una veste verde come l'erba l'avvolge, come sempre. Il tempo del raccolto, la notte dei frutti... Un sorriso c'è sul suo bianco volto, che il sole estivo non ha inscurito. E' tempo di festa, di gioia. Camminano, giungono sulla cima della collina. I loro passi le portano ad oltrepassare il cerchio di pietre. Eccola, lì la Somma Stella le attende, da loro le spalle. Solo quando raggiunge il suo posto nel cerchio gli occhi della nordica vanno a lambire la dorata figura che prima le era parso avesse qualcosa di diverso. Stupore nei suoi occhi: è Callista.

CALLISTA {.Tor.Innanzi all'Altare.} . Tuonano i loro passi, seppure siano leggeri come piccole farfalle che posano ora le loro ali sulla Collina. Rossa la prima che giunge, vermiglia l'aria si colora al suo passaggio, nell'incrociare lo sguardo della mezzelfa che non è più soltanto oscura, ma che d'ogni colore risplende in questa notte illuminata da una luna gravida, pronta a raccogliere ciò che sotto l'occhio giusto della Madre è cresciuto amorevolmente. Le braccia rimangono distese lungo i fianchi, accarezzano la stoffa del suo abito che d'oro s'è tinto solo qualche notte fa ed è con il solito sguardo di rapace, affamato, che si volge per concentrarsi sulla vespertina Sapiente, colei che ha guidato nei primi passi nelle Ombre. Sguardo fiero le rivolge, sguardo che tutto conosce, che oltre lo stesso Velo è in grado di scorgere, sguardo che raccoglie ciò che grazie alla Morte è rinato. Muta poi l'espressione della mezzosangue, si rivolge alla piccola candela bianca che viene sorretta da una fanciulla vestita a primavera, che rappresenta la Fanciulla, ora. A lei sola rivolge un sorriso che mai nessuno ha visto sul volto di Callista, sorriso pronta a raccogliere ciò che da candide mani è stato piantato e che ha trovato vita. Il Cerchio è pronto, la Ruota ha girato. E' il momento di invocare Colei che in questo Passaggio andrà a reclamare il proprio diritto su questa Terra, su questo Vento, su queste Fiamme e sulle Acque del lago. Braccia dorate che s'innalzano in un tripudio d'oro colato, occhi d'uno smeraldo vivo e splendente che alla volta stellata si rivolgono { Io sono Figlia e sono Madre. Io sono la Vecchia e sono Fanciulla } Quante volte udite queste parole, ma per la prima volta emesse da una profonda voce, rauca e penetrante {Io sono la sposa per sempre vergine, la madre per sempre fertile, la saggia che tutto vede. Ascoltate la mia voce!} E tuona veramente la Somma Stella, la sua voce par propagarsi come un eco per tutta l'Isola { Vi chiamo figlie delle tre stelle, la ruota gira, il tempo della mietuta è giunto, mostratemi dunque il vostro raccolto}

ARSHAL [Tor] il silenzio permane ed i passi della sacerdotessa si fermano, attendendo che anche le altre raggiungano la propria posizione all'interno del cerchio. Ancora gli occhi chiari sono fermi sulla Somma Stella che volge il proprio sguardo su ognuna di loro…poi la voce della Somma Stella risuona ed è diversa da quella che ormai Arshal è abituata a sentire. Ascolta in silenzio le parole che vengono pronunciate e quando queste giungono al termine, quando viene richiesto di mostrare il raccolto, avanzerà, ma solo dopo che anche l'iniziata, che oggi rappresenta la Vergine, si sarà mossa. Dopo di lei, si porterà vicino all'altare e qui poserà il grano che la sua mano destra ancora stringe. Tornerà, poi, a voltarsi ed attenderà che anche l'ancella del vespro abbia fatto lo stesso...nuovamente ferma nel cerchio che le tre formano. Quando le altre due sono tornate ai loro posti, nuovamente Arshal si fa avanti, raggiungendo il fuoco che sull'altare risplende. Posa a terra la candela che tiene ancora nella mano sinistra, poi entrambe le mani tornano a riempirsi e questa volta dei semi che sull'altare sono appena stati posti. Le mani colme s'alzano, poi, sopra la testa della sacerdotessa, mentre le labbra si schiudono ''Giungo al vostro richiamo Signora, io sono la signora delle fiamme, io sono la voce della Giusta.'' alta risuona la sua voce, diversamente da com'è di solito, perchè tutte possano udirle ''Ecco, questo è il nostro racconto, questa l’abbondanza che oggi celebriamo questo il seme fecondo e il frutto maturo bendici signora il raccolto l’abbondanza che c’ hai donato.'' Tutti i semi ora vengono racchiusi nella mano desta, che chiusa si va a portare sopra alle fiamme, senza che queste ne brucino la pelle, poi prosegue ''Questo il nostro raccolto, questo ci hai donato Sia benedetto il dono e chi lo riceve!'' e la voce si spegne, la mano d'estra s'apre ed i semi precipitano tra le fiamme. Il fuoco s'innalza in modo innaturale ed al posto dei semi Arshal può scorgere una spiga dorata. La mano destra ancora una volta avanza per prendere quella spiga e la solleva sopra la sua stessa testa. Si chinerà, poi, per riprendere la candela che ha posato a terra e ritornare infine all'interno del cerchio.

MARTIA { Tor ° Cerchio di Pietre } . { Selene paffuta come vigilante occhio segue la piccola processione di donne, di Sacerdotesse e con i suoi argentei raggi illumina tenuemente l’ambiente e noi, noi spesso siamo persuasi che la Luna stia lassù nel cielo sol per farci da lume di notte, come il Sole di giorno e le stelle per donarci un magnifico spettacolo e ci curiamo così tanto delle nostre penurie da non realizzare che, se fossimo veramente compenetrati di quello che siamo, dovrebbero sembrarci incalcolabili miserie. Lo sguardo d’acqua gelida della Vespertina si posa per un solo istante sull’Ibrida ed in tal attimo come una folgore verrà attraversato da una luce di fierezza, d’orgoglio e di felicità. La diletta di Rhiannon è divenuta incarnazione dell’Una e Trina, è divenuta la mano della Triplice sulla Terra. Avanza Martia fino a portarsi di fronte all’altare, lontano da esso di alcuni passi per formare insieme alle Sorelle un cerchio intorno alla Signora di Avalon; si ferma in corrispondenza della ciotola di terra ed ivi attende fino a che la prima invocazione aleggerà nell’aere, nata da quella voce che ben conosce e che per lungo tempo ha udito sussurrarle i segreti dell’Anziana Tessitrice. Solo una volta che si sarà fermata, trovando il proprio posto e deponendo momentaneamente in terra la candela spenta, avvertirà il suolo sotto i suoi piedi brulicare come sempre, dando origine ad un formicolio che pervaderà inizialmente le nude estremità per poi ascendere lentamente, qui dove la Potenza della Dea è ben tangibile. Una volta che Callista avrà terminato giungerà il tempo del Meriggio e quindi, a seguire, il Vespro: avanza dunque la Sapiente per deporre i chicchi di grano insieme a quelli posati da Arshal per tornare a formare il Cerchio. Quando il primo giro di danza sarà concluso la Rossa Sacerdotessa compirà la propria invocazione ed al cadere dei chicchi di grano nel fuoco una vampata avvolgerà i semi e la fascetta lasciando in dono una spiga. Incede nuovamente il Nero Bocciolo accogliendo fra le affusolate dita lo stelo di frumento che le verrà offerto ed incominciando ad estrarre i chicchi dalla spiga esclamerà } Giungo al vostro richiamo Signora, io sono la signora dei corvi, io sono la voce della velata. { Uno ad uno i granelli verranno deposti sull’Altare in Pietra serena, mentre l’invocazione procederà } Il frutto maturo mietuto raccolgo, il seme fecondo prendo per me che muoia tra le mie braccia fredde che conosca il gelo e il freddo dei tempi che verranno del raccolto io chiedo la mia parte. { L’ultimo seme di grano verrà invece teso verso la Dama del Lago mentre gl’ultimi verbi risuoneranno nella notte intessuta di infiniti baluginii, caratterizzati da quell’accento franco strascicato ed addolcito dalla erre arrotata } Questo il seme fecondo che il raccolto ci ha donato. Sia benedetto il dono e chi lo riceve! { Verrà quindi lasciato cadere tale chicco nella ciotola, la terra si separerà per accogliere il seme per quindi ricoprirlo e custodirlo. Indietreggerà l’Irlandese, dunque, e tornerà a prendere il proprio posto raccogliendo lo stelo ancora spento e tenendolo saldamente fra le mani. }

NIXI (cima tor) il cerchio si completa, formato da quattro punti di colore diverso. Ancora lo sguardo è puntato sulla Dama del Lago. Un sorriso da essa riceve, un sorriso forse mai visto prima sul volto della mezzelfa. Un sorriso a cui un'altro andrà in risposta. L'attenzione della nordica torna tuttavia ben presto al rituale. La voce di Callista si erge rauca e penetrante, eppure potente. Le Figlie sono chiamate. E una dopo l'altra si recano all'altare per posare i semi che portano in mano. Poi Arshal per prima si avvicina all'altare ponendosi vicina al fuoco. L'Iniziata la ascolta mentre invoca la Madre a cui è votata, la osserva mentre compie i gesti rituali. Lo stesso fa Martia invocando l'Anziana. Il seme grazie al fuoco diventa spiga. I chicchi della spiga tornano alla terra sacra. Ora è il turno dell'Iniziata. Si avvicina all'altare e raccoglie la brocca d'argento, dopo aver posato a terra la candida candela. Si porta poi dinnanzi alla terra dove il seme è stato posto. Solleva la brocca, rivolta alla Somma Stella. E per la prima volta la sua bassa voce si leva per invocarLa durante un rituale. "Giungo al vostro richiamo Signora, io sono la signora del mattino, io sono la voce della Vergine sposa." comincia. Una brevissima pausa. "Questo frutto accolto nel grembo della terra Per me io reclamo. Questo seme attenderà nella terra Ma oltre il freddo e il buio rinascerà Che sia grembo la terra per il seme fecondo Che rinasca alla vita quello che ci hai donato" alto è il tono. Ancora è rivolta verso Callista. Inclina dunque la brocca. Scorre l'acqua lentamente. Lentamente ricade sulla ciotola, argentea per nutrire il seme che la terra ha accolto. "Da questo seme fecondo nasca il raccolto che ci donerai sia benedetto il dono e chi lo riceve." Così si spegne la voce dell'Iniziata che dopo aver riposto la brocca riprenderà il suo posto nel cerchio. Una piantina inizia a nascere e crescere nella ciotola.

CALLISTA {.Tor.Innanzi all'Altare.} . Le braccia rimangono levate verso l'oscurità d'una notte che ora la vede differente, accarezzandole delicatamente il dorato crine, solleticandole la stella che nuovamente nera è divenuta, dopo aver conosciuto il candore dell'Alba e il granato del Meriggio. Sembrerebbe ancora lei, la Stella Oscura. Ma nemmeno lei si riconoscerebbe, tra le maniche d'oro che discendendo verso le sue esili spalle, mostrando nell'argentata luce di Selene le candide e magre braccia d'una donna non umanamente mortale, che l'intera sua vita ha donato all'Una e Trina. Offerte, chicchi di grano che vengono bruciati dalle fiamme, divorati dalla terra, bagnati dall'acqua. Per rinascere, come lei stessa è rinata, come una Fenice, come una Lepre. Per Sua volontà ogni Mistero viene riproposto, in un teatro che la Dama del Lago non ha bisogno di vedere, ma che sente attraverso la stessa forza del Sacro Cerchio, pregno d'un potere antico che sta per risvegliarsi. Lo sentite, vero, Figlie della Triade? Sta arrivando, rinasce in quella piccola pianticella che dal fango riemerge, respirando quel vento che porta il profumo delle acque del lago, vorticando attorno alla stessa meraviglia. Ed è in quel momento che lo sguardo della Somma Stella ritorna sull'altare, nel momento in cui le tre candele prendono vita, illuminando le figure delle quattro Ancelle disposte nel Cerchio. No, non è lei in realtà che vi sta osservando, non è la mezzelfa dai sottili lineamenti elfici quella che mostra il suo volto e non è la sua voce quella che si lascia udire, leggera e tenue come un fiore appena sbocciato { Io vi vedo, Figlie mie. } Eppure già muta il suo sguardo, la sua postura par farsi più eretta, la sua ombra nella verde erbe del Tor diventa più rotonda { Io vedo una terra bruciata, arsa dal sole. Oh, che desolazione, Figlie mie. } E poi è nuovamente quel Corvo conosciuto che ritorna, mentre le ombre trovano rifugiano sul suo volto, che come celato da un nero velo si mostra { Io vedo mostri annidati nelle viscere della terra, nella foresta a Me cara, bestie forti, pronte a vincere } Brillano gli occhi di quel corpo che ormai è divenuto solo un burattino nelle mani della Triplice, che da Arshal si posano su Martia, infine su Nixi. Uno sguardo che impaurisce. { E questa terra che io vedo è la Nostra. Non ha colori, ma solo di bianco e nero è dipinta. Da un evento ne dipendono altri. Da un pericolo ne dipende un altro. } Questa voce è il suono di tre voci differenti, che insieme si uniscono tra le corde vocali dell'ignara mezzelfa, che probabilmente nemmeno riuscirà a sentire le sue stesse parole, o che sembrano tali, rilegata in una dimensione distante, lontana { Questo il presagio, questo il frutto, questo il raccolto. Sia benedetto il dono e chi lo riceve } Di nuovo quelle braccia sollevate, il volto distorto in un'espressione d'estasi, la bocca spalancata, ad accogliere le ombre che dal cielo stesso provengono. Poi, il nulla. Solo lei, Callista. Le candele prive di vita, come la stessa Dea che l'abbandona. Gli occhi di chi non comprende cosa sia successo. Chi potrà spiegare ogni cosa alla nuova Signora di Avalon? Tutto diviene pieno d'una forte luce, che impedisce la vista, bagliori che non hanno origine, che provengono dal cielo, dalla terra, dalle pietre stesse. La vista diviene un senso inutile, in quella tempesta che probabilmente s'abbatterà sull'intera Isola, o forse solamente nel Cerchio creato dalle Sue figlie. Ma altro della Somma Stella non si potrà sapere, perchè ai piedi dell'altare cederanno le sue forze. Solamente l'oro della sua veste e del suo crine rimarrà. Ma lei era lì, è lì ora e lo sarà sempre.

MARTIA { Tor ° Cerchio di Pietre } . { Ed ecco. Dopo il Vespro viene l’Alba, come in seguito alla notte vi sarà sempre il lucore del mattino. Invoca la Vergine Nixi e sol quando sarà tornata ad occupar il proprio posto un refolo di vento avvolgerà la pianticella ed i candidi stoppini incominceranno ad ardere. La Nona Somma di Avalon incomincerà a favellare e non sarà più sua la voce che abbandonerà le pallide labbra di Mezz’elfa, ma quella dell’Una e Trina: di profezie s’empirà l’aere all’interno del Cerchio di Dolmen, aere che si farà elettrica, frizzante. Le smeraldine iridi di Callista, verdi colline sì simili a quelle della rigogliosa Eiru, si posano sulle Ancelle, soffermandosi su ognuna: è uno sguardo che intimorisce, che inquieta. Di stragi e rovine loquisce, di Morte e dolore e non può che scorrere un brivido freddo lungo la schiena della Sapiente, che raggela per un effimero istante. Già, lei ch’è messaggera dell’Oscura, lei che è usa sollevare e scorgere oltre il Velo, trema. Trema perché in fondo è ancora una ragazzina, nel fiore dell’adolescenza. Trema: chi non avrebbe paura di simili parole e di simili occhi? Soltanto un folle e Blàth non lo è per certo. E quando le ultime parole concluderanno il rito il vento spegnerà gli steli accesi ed i chicchi di grano deposti sull’altare s’infiammeranno e verranno trasformati in pani. Un’accecante luce catturerà lo sguardo delle Sacerdotesse ed esse per un momento altro non potranno scorgere che quel bagliore abbacinante. Quando questo scomparirà, così com’era giunto, la Signora del Lago giacerà riversa in terra, priva di sensi. Il Cerchio si spezzerà quindi, mentre le Sorelle riprenderanno la via del Tempio. Tutte tranne Martia, che rimarrà a vegliare sull’Ibrida, su colei ch’è divenuta ora Domina e Madre di tutte le Ancelle ma che nel cuore della ragazzina rimane l’amica, la confidente. Attenderà ch’ea si desti per ricondurre entrambe alla Sacra Dimora; ora cala il sipario su questa notte di Lughnasadh, su questa notte di festa e di raccolto. La mietitura è stata abbondante, la terra s’è rivelata feconda, donando una novella Dama del Lago, una novella Somma. }

Io sono la Madre e la Figlia.
Sono la Prostituta e la Santa.
Io sono la Carezza che placa il dolore e la Lama che ferisce e uccide.
Io sono la mano che regala morte e il grembo che dispensa vita.
Sono il fuoco che Distrugge e Crea.
Sono la Voce della Giusta.
Rispettami sempre.
Perchè io sono la Scandalosa e la Magnifica














... e ... la casinista dietro lo schermo...






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