Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Samhain 2008 )O(

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2009 01:10
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Sesso: Femminile
Luna Gelida
12/11/2009 01:10
 
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Per sempre insieme saranno Uno
CALLISTA {.Altare Maggiore.} - E' giunto il tempo. E' Samhain. Vibra l'aere intorno al tempio, trema la terra per la Stella del Vespro. Ma non è sola in questa notte che lunga si protrae, come il confine stesso che rappresenta. E' l'ora delle tenebre, l'ora dell'Oscura. E così l'esile ed alta figura della mezzelfa sosta innanzi all'Altare maggiore, ritta come sol una statua potrebbe fare, con il sol lento respiro a smuovere lo scarno petto di nero intrecciato. Gli occhi osservano quello che niuno può vedere, quelle ombre che le sussurranno la loro forza, quegli spiriti che volteggiano a lei attorno. Tutto sembra divenire così irreale, che solo un battito di candide palpebre potrà donarle il nuovo senso di realtà. E' Samhain. Ed ella, che più delle sorelle che ode non con le puntute ma tramite quel filo tessuto che insieme le riunisce, par già essere attraversata da quell'energia che tutte invade, quel gelo intoccabile che la mancina tuttavia le fa muovere, abbandonando la veste bicroma per raccogliere il rametto di betulla che sull'altare giace, uno dei tre ai Volti donati. Poi un passo che la costringerà ad abbandonare il primordiale giaciglio, così da distogliere il volto e l'attenzione alla Velata che l'osserva, erede del Suo potere e dei Suoi misteri. Così ondeggia il suo dorato crine nel movimento e la coroncina posta sul capo ondeggia, rilasciando il profumo di quelle erbe scelte per festeggiare la chiusura del Cerchio. Fili neri, viola e rossi a ricadere sul pallido suo volto, quando nel raccogliere l'athame benedetto, lo sguardo delle altre sorelle andrà a ricercare. E' ora di incamminarsi. Di raggiungere i giardini interni. E senza parola alcuna, la sua lunga veste verrà trascinata verso le arcate.

MITRHIL { Altare Maggiore } { giunge finalmente anche Samhain. La luna è poco più di una falce nel cielo scuro. Rhiannon è la Signora suprema in questa notte che da inizio al lungo inverno. Sereno è il suo sguardo mentre si preparano per dirigersi verso i giardini interni. Nonostante l’isola sia caratterizzata da quella eterna primavera, un brivido la coglie serpeggiando per tutta la schiena. Scivola la veste lungo il corpo sinuoso, non una sola grinza deturpa la stoffa liscia dal dal colore dei cieli tersi. Sciolti e liberi di muoversi nell’aree, i suoi capelli del colore del miele, solamente una delicata coroncina, i cui rametti di ginestra, si intrecciano con foglioline di quercia con fili neri, rossi e viola, impreziosisce il suo capo. Volto che dalla luce del sacro braciere viene illuminato, tremano le fiamme, ma non trema invece il suo amore per la Dea e per le sorelle riunite tutte insieme a rendere sacra la notte che è di passaggio dallo stato stato di veglia, allo stato di sopore. Stringe nella sua mano la fascetta di betulla, accesa al sacro fuoco mentre nell’altra, porta con sé una mela dal colore vermiglio. I ricordi si affacciano nella sua mente, ricordi di bambina, quando suo padre prima di spegnere i fuochi, che avrebbero poi acceso nuovamente a Beltane, faceva bruciare le loro promesse scritti su foglietti di carta. Sorriso che si delinea su quel volto lineare, senza ombra, mentre ormai le sorelle si incolonnano per raggiungere così i giardini interni. }

MISTRAL [tempio- altare maggiore] Giunto è il tempo dei corvi. Lambiscon le tenebre profonde in questa notte che traghetta l’anime oltre il cancello sì cupe nel tempo che le porte trai mondi apre, che pure l’aere terso e caldo d’eterna primavera dell’isola delle male par vibrare. E’ il tempo della notte eterna, il cerchie che gira, il sole che alla luna cede il passo, l’eterna danza. E questo le figlie della triade celebrano stanotte, il cerchio che di nuovo gira. Di rossa veste cinta, sul nero crine posata corona intessuta di foglie di quercia, cardi, ginestra, che piccoli nastri viola, rossi e neri tengono insieme e legati ad essa fiori d’egual colore, ben salda sulla fronte ma non calata abbastanza da celar la ciocca del color della neve che sulla fronte spicca, così, spettrale fiamma fuggita alla tenebre avanza tra le colonne del tempio la figlia di Cerridwen, solo il sordo tonfo del piede nudo sulla nuda pietra n’annuncia l’arrivo al mortal sguardo… ma non allo spirito delle ancelle. Tiepido, malizioso sorriso, il capo che per un attimo si china, cose celi dietro quello sguardo mezzosangue? Quello che alle consorelle volgi, pria che di tenebre stanotte torni a farsi specchio il tuo viso, ombra dalle fiamme scaturita. E si lente verso l’altar maggiore avanza la creatura dei cento anni, il viso sempre più si fa discoste ad ogni passo. Il tempo è giunto. Lesta la mani allunga a raccoglier quel che sull’altare solo lei stanotte attende, il rametto di betulla, i semi di mela. Il primo nella dritta stringe, nella mancina gli altri. E non v’è sguardo al ungo volto alle consorelle che come gli spiriti erranti du questo tempo ad occhi mortali parrebbero aggirarsi, come iniziate ai misteri antichi, ancelle dalla triade scelte a chi ai misteri è iniziato invece appariranno, armonica danza. Lesta verso il sacro foco avanza, tra le sue braccia lascia avvolger il rametto di betulla, finchè delle fiamme non divien preda. Il tempo è giunto. Non v’è esitazione, lesta muoverà verso l’arcata che ai giardini porta, dietro colei che stanotte dell’alba sarà volto..


HAGALL { Giardini Interni } • { La notte degli Spiriti è giunta. Essa riempie l’aria come nube di ragnatele che colano da ogni Ombra, da ogni albero. La Sacerdotessa stringe nella mancina una Runa, quella che le salvò la vita il giorno della sua nascita, strano gioco del destino. Figlia dei Morti. Si, e non sapete quanto. La man dritta tiene una candela viola. C’è quiete nella notte di Samhain. C’è tumulto fra i granelli scuri che lei scalza calpesta. Il Silenzio le si attorciglia addosso al pari dei nastri della coroncina, ma lei non può percepire tutto questo, non ancora. La brezza sempiterna di Avalon le smuove appena la Veste nera, ed il vento che carezza gli astri e la luna, le sussurra che il tempo è maturo, che la notte pullula di Anime incagliate fra i Mondi, di sospiri che possono varcare il Velo. Attende la bambina, silenziosa, con gli occhi che si guardano attorno, vispi, come quelli di ogni bambino, ma lontani al contempo, come chi ogni giorno compie un passo dopo l’altro verso l’Oscura. }

YARIN [Altare Maggiore > verso Giardini] Con l'approssimarsi di Samhain, la gallese si è concessa un po' di tempo per rimanere da sola per prepararsi convenientemente a questa importante ricorrenza. La giovane ha lasciato vagare le sue emozioni ed i >> suoi pensieri perché assumessero ano ogni tipo di forma: che cosa avrebbe voluto dire prima che fosse troppo tardi? Che cosa è rimasto in sospeso? Che cosa manca di più? Le meditazioni si sono susseguite con calma, nei giorni precedenti. Ecco è giunto anche questo Samhain, che costituisce il cancello che si schiude al passaggio dell'inverno, la metà oscura dell'anno. Quindi la ragazza si è preparata per la serata da dedicare alla Dea ed al compimento di quest’anno. Indossata una coroncina di rametti di quercia e ginestra adornata da fili neri, viola, rossi l’iniziata si ritrova intorno all’Altare Maggiore, stretta nell’abbraccio della Sorelle e della Dea. In coincidenza di quella serata, il sipario che divide la vita dalla morte è più sottile che mai, gli spiriti dei morti vagano attraverso i veli del mondo per benedire o maledire i vivi. Poco importa come abbiamo agito, ci ritroviamo con il fardello dei gesti incompiuti, di parole non dette, di sentimenti inespressi. È giunto il tempo di prepararsi per l'oscurità che verrà. Raccolta nel tenue chiasmo della navata insieme alle Sorelle che sembrano rifulgere dell’amore che le lega alla Trina, la giovane osserva i gesti aggraziati della Stella del Vespro che apre il muliebre corteo diretto ai giardini e le movenze sinuose delle Sorelle che la seguono.

MITRHIL { lento l’incedere, solenne quel corteo che dalle arcate del tempio passa ai giardini interni. La luce della Luna rischiara i volti di tutte voi, mentre lentamente la fanciulla della Vergine si accinge a formare il cerchio intorno alla pira che a breve verrà accesa. Avanza di qualche passo, insieme alle sorelle che incarnano gli altri due volti, mentre morbide le labbra si dischiuderanno e il verbo verrà enunciato. } Giunto è il tempo in cui tutto ha fine, Giunto è il tempo di un nuovo inizio, Che sia la luce ora a passar lo scettro, Il cerchio ha girato Il tempo è giunto! { Il rametto acceso viene fatto cadere nella piccola pire, un crepitio di legna, per poi avvampare fortificate dagli altri due fascetti lanciati dalle sorelle. Il cerchio è così aperto, Tocca ora alla chiara fanciulla invocare la Saggia, l’Anziana. Lo sguardo rivolto verso la volta scura, mentre dalle sue labbra l’invocazione giunge. } luce io sono stata, luce io sarò acqua che tutto purifica vergine sposa mi chiamano che il potere del sacro cerchio dalla luce sia sostenuto { nella mano ancora la mela che rifulge sotto la luce delle fiamme sacre, che viene alzata verso la volta scura a dare ulteriore conferma a quel richiamo. }

MISTRAL [Tempio- Giardini interni] Silente processione d’anime e spiriti, avanzan le figlie della Dea, tra esse la mezzosangue. Danza spettrale l’ombre che sul niveo viso della centenaria ancella disegna le fiamme. Ombre dalle fiamme scaturite, fiamme che stanotte tu rappresenti figlia della Giusta. Dietro le consorelle avanza, il capo alto e fiero, il passo solenne. Attende che la stella del vespro e l’alta sacerdotessa dell’alba si sian posta nel cerchio prima di far il suo ingresso. Osserva il fascetto in terra pronto, non vi sarà bisogno di osservar la consorelle, l’armonia che le lega, filo ndissolubile, farà il resto. Come danzatrici esperte, avanzeranno in simultanea, Callista, Voce della
Velata, Mitril, ancella della Vergine Sposa e Mistral, figlia del Meriggio. Perfetta simbiosi, perfetta armonia quella che le ancelle della Triade lega. E non volgerà lo sguardo l’ancella di rosso manto cinta, solo s’inginocchierà, deporrà le fiamme che la betulla portano sul fascetto finchè questo non prenderà fuoco e di nuovo, in prefetta armonia, con le consorelle si porterà in eretta posa. Ecco, è tempo di prende il suo posto nel cerchio, di elvar la voce. Di nuovo, non v’è apparente cenno d’intesa, solo lo spirito che fremo come sa fremer quello delle figlie della Dea, donne e più che donne… e le voci delle due consorelle si leveranno, eco d’un'unica voce cui la sua s’unisce “In queste tenebre che covano rinascita Io chiamo il potere del sacro cerchio…” e quando il fuoco inizierà a lambir bene la legna di nuovo eco d’un'unica voce si levarà quella delle tre ancelle “Giunto è il tempo in cui tutto ha fine Giunto è il tempo di un nuovo inizio! Che sia la luce ora a passar lo scettro Il cerchio ha girato Il tempo è giunto”il capo per un attimo china. Le braccia distese lungo i fianchi… ecco, giunge la voce della figlia dell’ alba… e cresce nello spirito della mezz’elfa il legame che tra di lei e la Signora del cerchio s’è stretto. È tempo. Sii voce di colei cui la vita hai dedicato mistral. Al termine le loquir della consorella, concentrata, assorta, lontano il viso estatico lo sguardo, le braccia solleva alte “fuoco io sono stata e fuoco sarò ardore di amanti il mio verbo, per sempre fertile il mio grembo che possa la mia forza sostenere il sacro cerchio”

CALLISTA {.Interno Tempio->Giardini Interni.} - Brucia il rametto di betulla nella sua mancina mentre con lenti e misurati passi supera le ultime mura del tempio, scure come la notte stessa ch'ella si prepara ad affrontare, nell'immergere le sue nude estremità nell'oscurità del suolo dei giardini, rischiarato proprio da quella naturale torcia che funge da segnale anche per le sorelle che la stanno seguendo, nel fruscio delle stoffe che alle sue puntute giunge. Le accompagnerà nelle tenebre, farà loro da guida, finchè non sarà la luce a riemergere nuovamente. Così termina il suo avanzare, sol il pallido suo volto s'innalza per ricercare la sottile forma della luna che il rito si appresta ad osservare, come candida spettatrice, come eletta nell'astro. E la Stella del Vespro par assorbire ogni energia che dal suolo proviene, ogni parola che gli Spiriti le sussurranno. No, non badare a loro. Ora è il tempo d'accendere il fuoco, di lasciar cadere il bianco ramo di betulla che ancora arde nella mancina, che s'unirà con quello candido portato dall'alta sacerdotessa dell'alba e con quello pieno d'ardore della sapiente del meriggio. Unite nella Triade, unite nelle ombre che stanno iniziando. {Giunto è il tempo in cui tutto ha fine, giunto è il tempo di un nuovo inizio, che sia la luce ora a passar lo scettro} Emerge dalla stessa oscurità la voce della mezzelfa, suono antico e gravido di misteri, che s'unisce nella stessa nenia cantata dalle sorelle {Il cerchio ha girato, il tempo è giunto} Unico coro che nella notte si disperde, finchè il silenzio nelle sue esangui labbra nuovamente fa ritorno, quando alle sorelle passa lo scettro della parola. Solo brevi istanti, in cui la vespertina Stella altro interesse non avrà che gettare le proprie smeraldine iridi in quel fuoco che s'appresta a prendere potere, a gettare nuove ombre sui loro volti, sul suo che muto rimane, come se l'onda del cerchio non riuscisse ad attraversare la sua maschera. All'interno del cerchio farà quindi ritorno, nel proprio silenzio che non a lungo durerà, nell'invocazione all'Oscura, alla Regina dell'ultimo cancello {Saggia io sono stata, saggia per sempre sarò. Che possa il velo esser sollevato stanotte, che giunga il tempo della conoscenza e possa il potere del’ombra sostenere il sacro cerchio } Nuovamente l'eco dei corvi risuona, la sua voce solo un basso mormorio, le braccia levate verso la notte che l'osserva. E l'athame che fermo rimane nella sua diletta. –

HAGALL { Giardini Interni } • { Ed eccole, le sue sorelle. Ecco che, come gli stessi Spiriti che oggi danzeranno fra le fiamme del fuoco, camminano lente in un placido corteo ordinato e pulito. Qualcosa che sa di sacro silenzio. Di fine ed inizio. Di inizio e Fine. Tutto ruota, come i passi scalzi, come il vibrante ondeggiare delle loro vesti, dei loro capelli sciolti o raccolti. Solo quando tutte saranno attorno al fuoco la Vespertina abbandonerà il suo “riparo” fra le fronde piene del Melo. Si distanzia da esso di uno, due, tre passi. Passi che si susseguono lenti, senza fretta. Passi che raggiungono il cerchio e che la immettono come fiore nero fra le altre Sacerdotesse. Splendida ghirlanda che solleva le braccia al cielo e invoca l’esordio del Rituale. Ma la bambina tace. Sol si china piano, allungando la mano verso le fiamme, ed accendendovi la candela. Quindi la schiena torna eretta e chiude gli occhi. Sente le loro voci, il loro canto simultaneo e bellissimo. Il loro verbo che si libra nell’aria e si condensa fra i capelli degli Spiriti e delle Anime }

YARIN [> i giardini interni] È la fine del ciclo agricolo e della raccolta finale, comincia il periodo scuro. È giunto il tempo di prepararsi per l'oscurità che verrà. È tempo di saldare i debiti e i crediti ed eventualmente di riscuotere gli interessi. Il velo fra i mondi si assottiglia e la comunicazione fra i vivi e le anime erranti dei morti si fa più facile. La tranquillità che sembra pervadere questa notte di Samhain è solamente apparenza. L’energia sembra quasi ribollire nell’oscurità. Gli spiriti sono particolarmente attivi in questa notte. Lento, invece, avanza il silente corteo, diretto ai giardini interni. Le sorelle, una dopo l’altra, si avvicinano ad un cumulo che diventerà il sacro Falò di Samhain, ed una dopo l’altra ciascuna prende il suo posto nel cerchio. La gallese segue muta al pari delle Sorelle, stringendo tra le mani una candela rossa ed una candela bianca. Come da tradizione, ogni fuoco oggi è stato spento, in attesa di questo falò. Una dopo l’altra le Sorelle si posizionano a formare un cerchio intorno alla pira, spezzando il silenzio che le avvolge. L’iniziata prende il suo posto nel cerchio insieme alle sorelle ed il silenzio viene spezzato dalle voci delle Sacerdotesse. Il ramo di betulla cade sulla pira che s’infiamma crepitando. Il falò comune sacro è acceso.Al momento opportuno la gallese avvicina gli stoppini delle due candele che stringe tra le dita. Quando il fuoco comincia a divorare lo stoppino di fibra, la ragazza posa le candele in terra e si rialza,restando in attesa, le braccia lungo il corpo e gli occhi puntati sul fuoco.

MISTRAL [Tempio- giardini interni] ombra dal fuoco scaturita, sorgi e cogli le voci delle consorelle stanotte, voci che celebran l’eterna Danza. Il cerchio si chiude, uno nuovo se ne principia. Fatti fiamma in questa notte, mezzosangue, ricorda quel viso che una volta tra le fiamme hai visto, sii la sua voce. Solo per lei il tuo corpo stanotte, solo per lei la tua voce, il tuo pensiero il respiro che ti accarezza la carne. Meccanico potrebbe apparire il gesto, come di chi in ipnotico stato muove… ma per volete della Madre stanotte da quel corpo ogni gesto vien compiuto. Non marionetta vuota, ma spirito vibrante d’estasi preso, della Signora della fiamme accoglie l’essere e per suovolere si muove. Scendon le braccia dapprima alte. Un passo, alle fiamme s’avvicina. La dritta sopra le fiamme si distenderà chiusa a pugno, celato il suo contenuto. Fissa le fiamme e nel ceruleo di le sguardo di queste si riflette il cupo riflesso questa notte. È tempo mezzosangue. Scivola fuo dal corpo la voce “Ecco mia signora, giunge il tempo della conoscenza, l’ora in cui il velo dei mondi sia aperto questa luce fin qui ci ha guidati, questo il nostro raccolto” e s’aprirà la mano, tra la fiamme cadranno i semi…

MITRHIL { giardini } { infine le invocazioni sono salite verso la volta celeste come fili d’argento ad impreziosire una trama oscura. Lieve il vento agita le vesti carezzando i volti delle fanciulle. Attende dunque…attende che anche l’ultimo seme sia bruciato prima di percorrere i pochi metri che la separano dalla stella del vespro. Volto diafano, immortale in un corpo di che ha in sé duplice natura. Avanzi fino al suo cospetto tendendo il braccio in avanti, il palmo rivolto verso l’alto e sopra ancora la mela che doni perché tutto abbia fine…e tutto abbia inizio. }

CALLISTA {.Giardini Interni.} - Scendono nuovamente le braccia, rivolti verso la terra, sacro elemento dell'Oscura, i nivei palmi. Perchè è da lì che tutto proviene, che tutto ha origine. Così quei semi caduti dalle mani della Sapiente del meriggio divengono piccole gemme infuocate agli occhi della Stella del Vespro, che attenzione altrove non porge, lasciando che la purpurea sua luce illumini il candido suo volto e la nera stella che dalla fronte d'oscurità stessa riluce { Che
sia l’offerta a chi viene, che sia l’offerta chi chiede, giunga il tempo della terra,giunga il tempo della notte. Si chiuda il cerchio e uno nuovo se ne principi } Gracchia nuovamente la voce della mezzelfa e profuma di sapienza e di antichità, di misteri sepolti nella tela tessuta dall'Oscura, mentre la rossa candela al suono delle sue parole si smorza, da un colpo di vento derubata dalla sua stessa vita. Quella stessa brezza innaturale che non deruba la voce della vespertina, anzi, ne accresce il tono, che seppur rauco rimane, risuona di quella maestosità che solo l'invocazione alla Velata potrebbe rivelare { E' giunto il tempo, che il velo si squarci! Mostraci Signora il tuo volto! } Di nuovo le magre braccia, rivestite da nero tessuto, s'innalzano al suono delle sue stesse parole, di nuovo si levano verso l'oscura volta, ferita solo da una lieve luce selenica { Che s’apra la porta dei mondi. Che il verbo di Colei che tutto vede ci sia guida nelle tenebre che verranno } S'eleva la sua voce tra quella delle sorelle, ma il bianco bagliore della Figlia dell'Alba farà sì che quel frutto offerto venga accolto dalla sua mancina, inciso con l'athame che mai ha abbandonato, così che due parti uguali ne vengano ricavate. Il pentacolo al suo interno offerto alla vista di tutte loro.

HAGALL { Giardini Interni } • { Ed Ella parla. Bella come la notte che la veste e la circonda. Ed ella parla. Con voce che sa di corvi in volo che gracchiano profetici sussurri. E lei parla, Callista. Stella del Vespertino Volto. Regina incontrastata di questa sera che li vede tutti in fila, gli Spiriti. E danzano, agli occhi ciechi della bambina, che segue le loro movenze disegnandole tramite i pastelli della sua fantasia. Eco di eco la sua voce infine sorge. O tramonta? Figlia anch’ella dell’Oscura, Scelta unica della Vecchia } è giunto il Tempo, che il Velo si squarci! Mostraci Signora il tuo Volto! { Innalza le braccia sopra la testa, stando attenta a mantener dritta la candela e celta in pugno la Runa. Gli occhi sol con la bocca si aprono, rivelando uno sguardo che oggi più che mai appartiene a chi solca altre terre. A chi varcò altri Veli. A chi appartiene alla Saggia. } Che s’apra la Porta dei Mondi! Che il Verbo di Colei che tutto Vede ci sia guida nelle Tenebre che verranno! { Ora tutto taccia. Solo Una Voce s’elevi in questo istante che stilla e che brucia }

YARIN [giardini interni] La Ruota gira inesorabilmente dall'Oscurità alla Luce e dalla Luce all'Oscurità. Le giornate si accorciano e i venti gentili si trasformano in gelide burrasche. Il sole è debole e pallido, mentre la notte è forte, imperante. Le foglie cadono dagli alberi e i giorni si accorciano sensibilmente. I poteri naturali della crescita e della luce declinano ed entrano nel loro lungo sonno invernale. Anche gli animali si preparano al letargo. La Natura muore apparentemente, ritirandosi in se stessa come i semi si ritirano nel terreno. La mente inizia a scivolare dall'esteriorità all'interiorità. Ora è tempo che la nostra attenzione passi dal lato materiale a quello spirituale. Quando brucia il fuoco del Samhain, ci si gettano dentro tutti i fallimenti, le paure e le colpe, cancellandole dalla nostra vita, mentre il fuoco dirada le tenebre, relegando le ombre lontano, dove non possono più nuocerci. E tutto rinasce, nel Cerchio in cui tutte le Sorelle sono riunite, per render giusta lode all’Una e Trina, nel giorno in cui si rinnova l’ordito del mondo, per celebrare il sonno della terra ed il velo che divide le dimensioni che si assottiglia....

HAGALL { Giardini Interni } • { Le mani tornano all’altezza del ventre, fino a scivolare entrambe verso il suolo con l’andamento lento delle ginocchia ad accompagnarle. La candela viola vien qui posata ed abbandonata. Tornata in eretta postura la bambina si avvicina a Callista, le sfiora le mani, sente la sua pelle gelida, quasi non appartenesse più al loro mondo. Eppure non trema e non fugge la piccola dalla pelle ambrata, che anzi annuisce appena prima di mettere la Runa fra le due metà e prendere il tutto come fosse di cristallo. Piano si avvicina quindi alla Sorella che reca il Colore del primo Albeggio e a lei passa quel tesoro di frutta e legno. }

CALLISTA {.Giardini Interni.} - E questo dono della Terra, della Triade stessa riunita dalle mani di chi decreta la Nascita, viene infine racchiuso da Perth, la runa del mistero, la runa del tempo di trasformazione. Così è Samhain. Si chiude un Cerchio, ma nella Spirale tutto ritorna. Ora è il tempo di chiudersi in se stessi, di prepararsi alle tenebre. E quel tesoro verrà raccolto dal grembo della giovane sacerdotessa di Rhiannon, quella bambina che già nel gelo vive, che gli spiriti già accompagnano nei suoi passi. Un lungo sguardo donerà ad ella, poi di nuovo risuona la sua voce, lenta ad aprirsi un varco tra i veli { Giunto è il tempo della Saggia, giunto è il tempo della notte. Saggia signora che la Tua voce in questo tempo oltre il tempo risuoni! } Tuona la terra, trema ogni granello di polvere che sotto le nude estremità della Stella del Vespro si trova. Par risucchiarsi entro le labbra aperte della mezzelfa ogni folata di vento. Ma non è più colei che conoscevate in quel corpo che esile ancora tenta d'aggrapparsi a ciò che la vita lotta aspramente, quella coscienza vecchia d'oltre un secolo che viene arginata, quella nuova vita che s'impossessa di lei, facendone una bambola al Suo servizio. Trema il corpo della mezzosangue, sussulti e scosse che irreale rendono ogni suo movimento, la corona che a terra cade, accolta dallo stesso suolo che a sè richiama la Stella del Vespro, in ginocchio costretta ad arrendersi, a far sì che mezzo divenga per le Sue parole. Ma quel volto che mostra alle sorelle non è quello che loro hanno imparato a conoscere, nel suo silenzio e nella sua freddezza. E' lo sguardo di Rhiannon, uno sguardo che uccide all'istante, che solo morte e dolore accoglie nelle verdi gemme che furono di Callista. Così come divengono le Sue parole, che non hanno lo stesso ricordo di quelle della mezzosangue, ma d'un suono innaturale, grave come se fosse la stessa terra a parlare { Sapienti } Ed ecco la prima parola, ed è come se ogni animale si fosse arrestato, come se niuno volesse interrompere il Suo dire, la Sua volontà. Ma il Suo sguardo, attraverso il volto di Callista, tutte osserva. { Il potere dell'Isola le fu donato e ancora le ritorna. Diverso. Ma i due si ritroveranno, si uniranno. Per sempre insieme saranno Uno. } Una ad una, quello sguardo di ghiaccio si sofferma sui volti delle sacerdotesse, le studia, le priva d'ogni volontà. Perchè Lei può. Lei è la parte oscura d'ognuna, Lei è la Notte. { E altra giungerà. Di sangue vestita, d'arme abbigliata. Così sarà } E come s'era pronunciata, Ella tace, non prima d'aver alzato il braccio che fu della Stella del Vespro, per disegnare nella terra la stessa Runa che Hagall ha deposto nella mela. Poi abbandonerà quel corpo scosso, mentre la candela violacea cesserà la sua vita, per ritornar a far sì che sia il volto di Callista ad osservare ora le sue sorelle, non senza quegli stessi tremori che completamente a terra la faranno distendere, sopra quel disegno creato dalla sua mano che allora non le apparteneva. E così rimane, viva, cosciente, ma priva del ricordo della Sua voce. -

MITRHIL { Folate di aria gelida, non addette al clima temperato e perpetuo dell’isola, soffiano all’interno dei giardini spegnendo le fiammelle. La Signora Oscura, la Saggia, l’Anziana è stata invocata. La voce della stella del vespro, Callista, ha tuonato per volere della Dea…in essa ha trovato il grembo in cui infondere la sua presenza. Non più la dualità nel suo corpo, ma imperiosa e oscura la triade si manifesta nel volto di Rhiannon. Da brividi è scossa, tormentato il suo animo che inerme si abbandona ad Ella. Sguardo d’argento che in quello smeraldino, del quale più non porta l’anima di Callista, si fissa. Attratta dal magnetismo della Signora Oscura non può che protendersi verso di lei. L’ombra sembra assorbire la sua luce, si sente privata sotto il suo sguardo della propria volontà. Ascolta le parole che dalle labbra gelide vengono professate. Parole che al momento celano la verità. Samhain è terminato. Il cerchio concluso, il tempo del raccolto è terminato. Il cerchio concluso, il tempo del raccolto è terminato. La terra si prepara per la lunga notte, così da essere pronta nuovamente al sorgere del sole. Giace a terra, priva di forze. Avanza ora nuovamente verso di lei la luce di Arianrhod e nuovamente le sua labbra si apriranno. } Oltre la notte, oltre il tempo, nel grembo della terra io attendo perché nuovo cerchio questa notte ha avuto inizio nuova luce dalle tenebre sorgerà un cerchio si è chiuso uno
uno nuovo principia. { solleva la mela, che la sacerdotessa Hagall le ha nuovamente consegnato, verso il cielo. Tutto è compiuto… tutto è morto… in attesa di rinascere. Si inginocchia verso Callista così
così da aiutarla a rialzarsi, mentre quell’aurea di sacralità assunta poc’anzi lentamente scemerà dai suoi occhi.

MISTRAL [Giardini interni] Il cerchio ha girato, il tempo è giunto. Danzan l’ombre attorno al fuoco in questa notte e tu mezzosangue delle fiamme figlie il tuo spirito levi in questa danza eterna. Non un verbo non più una parola la rossa ancella vorrà loquire. Attenderà silente, fiamma dalle tenebre carpita questa notte, attenderà, lo spirito volto alla contemplazione dell’eterno, di quell’ombra che le fiamme che t’han forgiato sempre generano. Fissa losguardo si perde tra le fiamme, estatico, lontano, tra le fiamme e l’ombre da esse scaturite che arabeschi disegna sulla terra, sulle vesti sui volti delle ancelle della dea… arabeschi come quelli che disegna il destino. E si
leva la voce della Velata questa notte. Giunge la Signora dei Corvi. E restan concentrate la mente e lo spirito verso colei che delle fiamme e Signora, Madre e giusta. sii la nostra guida in queste tenebre Madre… Danza lo spirito assieme a quello delle consorelle, danza in questa notte. Sorgi Signora dei Corvi, il tuo tempo è giunto. Eco lontano parranno suonar le parole delle consorelle, voci di donne e non solo di donne in questa notte che sa di magia. Non un passo muove la figlia della fiamme, non uno al veder la vespertina stella crollare in ginocchio. Non domande si pone la mente ormai avvezza… Lei è giunta. Eppure un brivido percorre la schiena, le membra tutte, come chi dal freddo resta attanagliato. Il capo chino resta, sulle fiamme, sul fuoco. Madre, sii la mia guida! Sibilo di morte il loquir della vespertina stella, voce di colei che dietro il velo tutto vede. Morte par giunger tra di esse, morte e desolazione. Uno stolto o un ingenuo a tal vista impazzirebbe o morirebbe. Ma chi nella Dea ha fede, chi tra le sue ancelle è stato accolto può a tal vista resistere. E solleva appena il capo la mezzosangue, piccola fiamma, troppo debole per sorregger a lungo lo sguardo dell’Ombra. Uno sguardo rapido, tenta di resister la mezz’elfa, ma il capo di nuovo china e tra le fiamme lo sguardo depone. Sibilo di morte le parole della Signora che i mondi cavalca, quale verità celan quelle parole? Non v’è risposta, non adesso. Il cerchio s’è chiuso, uno nuovo se ne principia. Così com’era giunta l’Oscura s’allontana. La runa il suo sigillo. Giungerà come canto d’acqua trai monti la voce della figlia della vergine sposa. Il capo risolleva, le braccia si fanno alte. Inspira profondamente: “Il tempo è giunto…Il tempo è passato.Ciò che era più non è …Sia benedetta la fine .Sia benedetto l’ inizio .Sia benedetto l’eterno cerchio.” Il cerchio ha girato, inizia il tempo dell’oscura. Tra le fiamme per un attimo lo sguardo di volge pria di muover passo verso la parirazza ancora in ginocchio, pria di andare a prestar aiuto alla consorella che stanotte dell’oscura è stata voce…

YARIN [giardini interni] L’aria improvvisamente si fa ghiaccio, sull’Isola della bella stagione perpetua. Ella giunge alle Sue ancelle racchiudendole nella Sua gelida morsa. E parla usando le labbra della Sua Stella, lasciando rotolare parole oscure, come fossero sassi che franano lungo il fianco di una montagna. Il rito viene terminato. Una dopo l’altra le Sacerdotesse si avvicinano a Callista, così pure l’iniziata si avvicina alla Stella del Vespro. Ancora scosse per il rito, le Sorelle si stringono insieme per sostenersi vicendevolmente. Così si conclude il giro del Cerchio. Sperando che sia stato un buon anno e che sia stato raccolto a sufficienza, in modo da passare indenni attraverso la lunga, fredda notte, si conservano le risate e l'amore per trarne calore, tenendo lontana la paura con la luce dell'amicizia e della famiglia. Se il raccolto è stato magro, resta la solitudine, in attesa dell'arrivo della luce, sperando che il raccolto seguente sarà più abbondante. Il ciclo resta fedele alle leggi della natura: tutto quello che vive dovrà morire. Anche se alcuni fili sembrano più lunghi di altri, alla fine noi tutti faremo parte dell'Eternità. Seguendo la Ruota si vede che dall'Oscurità nasce la Luce, in un'eterna spirale di nascita, morte e rinascita. Questa notte è una meravigliosa opportunità per sancire le chiusure, è il momento più propizio per guarire le ferite, per contemplare la nostra mortalità, è tempo di abbandonare le cattive abitudini, di cambiare la propria vita, poiché prima che la nuova crescita possa iniziare, il suolo deve essere fecondato con i resti dei raccolti dell'anno precedente.


Io sono la Madre e la Figlia.
Sono la Prostituta e la Santa.
Io sono la Carezza che placa il dolore e la Lama che ferisce e uccide.
Io sono la mano che regala morte e il grembo che dispensa vita.
Sono il fuoco che Distrugge e Crea.
Sono la Voce della Giusta.
Rispettami sempre.
Perchè io sono la Scandalosa e la Magnifica














... e ... la casinista dietro lo schermo...






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