Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Lughnasadh 2008 )O(

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2009 01:09
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Sesso: Femminile
Luna Gelida
12/11/2009 01:09
 
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RIASSUNTO: giunge nuovamente il tempo delle Messi e le Sacerdotesse si riuniscono nei Giardini Interni del Tempio per celebrare la Triade e ringraziarla per il Raccolto. D'Oro risplenderà la Decana del Tempio quando la Dea stessa scenderà in lei e tramite la sua Voce Nivienne verrà richiamata per una nuova Promessa, nominata quale Alta Sacerdotessa del Meriggio.


REGISTRAZIONE:

KAGOME {{ Giardini Interni | Sacra Fonte }} - {{ Ferma, la Decana del Tempio. Immobile nell'attesa, in quel vibrare della terra e dei mondi, in quell'unisono che ad ogni differente. Eppure, ogni volta incredibilmente intenso. Velata, di arancio, il colore di Lughnasadh. Vestita, di arancio, stretta tra le mani, una candela arancio. Colore così simile al Rosso, così vicino a quello del quale di solito si ammanta e abbiglia. Simile. Eppure. Ogni cosa è diversa, ed è singolare, per la Stella Rossa, che stanotte si tingerà dei Tre colori dell'Arcobaleno, delle Tre Luci del Tempio. Socchiusi gli occhi, al di sotto del velo. Chissà quale orna il suo viso: il nulla o quasi si manifesta, invece, sopra quel telo. Solo la punta del naso, sol il profilo del volto. Eppure, lei guarda, lei vede. Dinanzi ad una semplice distesa d'erba verde, a piedi nudi, con le formiche a cercar la scalata del suo corpo. E chissà, forse è questo ciò che le da ancora più fiducia, ancora più credo. Sei pronta, Stella del Meriggio? Chissà. Forse hai paura. Fiheèral e Samara ti dissero che è normale, aver timore di non essere all'altezza. Ma qualcosa ha imparato, in quegli anni. Arde intensa la Fiamma, e mai sarà dimenticata, anche se stanotte v'è posto anche per ben altro. Lotta. Determinazione. E candore, e saggezza, e sapienza, e mistero, ed innocenza, e purezza. Una e. Ricerca quei caratteri dentro di sè, e sa che li troverà pienamente solo quando sarà il momento giusto. Ora, è il tempo dell'attesa, anche se per poco. Da la fronte alla fonte sacra, bianca, limpida, con le sue acque chiare. Le spalle all'ingresso del Tempio. Giungete, Figlie. Non è la Vostra Domina che vi chiama, non ancora. Ma presto lo sarà. }}

MISTRAL [giardini interni] quieta la notte d’eterna primavera che immota il tempio circonda, par trepidar d’attesa anche l’aria questa sera. E tutto del potere della Triade par pregno in questa notte dalle stelle vegliata e dall’aria calda della terraferma appena cullata. Che ne è del sentor d’estate in quest’isola, in questo giardino baciato dall’eterno dolce vento? Eppure in questa notte inquieto s’aggira lo spirito delle figlie delle tre stelle, ancelle al servizio della triade votate. è il tempo della festa, stanotte, il tempo del raccolto. E tra di esse, ancella tra le ancella, per quella dimora vaga silente la minuta creatura dai anni avvolta nella sua purpurea veste. Il viso immoto, non v’è ombra dei pensieri che la pervadono, eppur lo sguardo par rifulgere questa notte. Avanza, silente e lascia che il vento e accarezzi i capelli, li scompiglia in una danza ma non tanto da impedirle di vedere la di lei meta. Eccola. Colei che nelle fiamme cammina, stanotte dei colori delle tre stelle sarà vestita. Eccola, attende. Cosa stringi tra le mani mezzosangue? Cosa tieni segreto e custodito come piccola creatura pulsante di vita, cosa alla vista celi ancora? Un raggio di luna appena illumina per un attimo la pietra giallognola che presto torni a celare. sicuro il passo solenne lo sguardo, così giungerà silente la sapiente della Giusta e innanzi alla maestra, guida, stella, a colei che da tanto di quel tempo non vedea… ma non è il momento dei ricordi no, prende il suo posto la mezzelfa e silente attende…

CALLISTA {.Giardini Interni.}.{Scende il Vespro sull'Isola, cala l'Oscurità sul Sacro Tempio, s'allungano le Ombre a coprir ogni Parete tinta d'Oblio che viene abbandonata dalla Magistra degli Spiriti, con lenti Passi misurati affinché Danza sembri la Processione per il Rito di Lughnasadh. Innanzi a lei le rosse Vesti delle Sorelle del Meriggio, ma già sfoca la Visione delle loro Imago per prender la Forma di ardenti Fiamme quali rappresentano, la Forza e la Vitalità della Triade intera. La segue la Bianca Luce dell'Innocenza, quel Candore ai suoi smeraldini Occhi ancora invisibile, eppur pulsante della Vergine Sposa. Ed Ella, portatrice di Misteri e Saggezza, Ancella dell'Oscura che Volto non disperde nell'Aere, bensì fisso su quel che presto diverrà loro meta, quella Figura d'Arancio vestita, che Spalle ancora offre loro, ma che presto diverrà pregna di quel Potere che è trino, Decana del Tempio. Come non riconoscere la sua figura, come non avvertire il Fuoco che in lei arde, per questo Rito che di Fiamme si nutre? Ma non vi sarà Verbo tra le esangui Labbra della Mezzelfa, solo la Candela accesa tra le sue Gemelle d'Alabastro, marrone come la Terra sacra a Rhiannon e quella Gemma d'Eliotite, dello stesso Colore di quell'Imago che sempre più vicina diviene. Percezione che sfiora la Realtà, Potere che diviene Realtà. Eccola, prendere Posto ove la Triade la reclama a sé, accanto alle Sorelle.}

EILUNED {Giardini interni} Il soffio del vento in questa notte sacra porta con sè l'odore di ere lontane. Il tempo si muove imperterrito lungo il cerchio ed ecco che anche di Lughnasadh è giunto il momento di celebrare la venuta. Le sorelle a breve passo, i capelli che alla luce della sola luna si accendono di riflessi argentati e scendono come manto sul vestito bianco. La mano destra stringe una candela del colore dei girasoli mentre l'altra lasciata lungo il corpo cela al suo interno una pietra di colore arancio. Pochi passi sicuri e silenziosi la conducono, seguendo la Magistra degli spiriti, ad occupare il suo posto nel cerchio che tra poco verrà aperto. La Rossa Stella velata da un drappello color arancio ivi le attende per richiamare la Signora

NIVIENNE { Corridoio Ala Sacerdotale --> Giardini Interni } – { Buio Infinito anche questa sera fra le mura del Tempio, i riccioli corvini sono raccolti in una treccia alta da un nastrino di velluto rosso, mentre avanza con lunghe falcate verso i Giardini Interni. Eccola l’erbetta verde e fresca che le solletica sempre la carnagione rosea, mentre l’argentea falce lunare è silenziosa spettatrice degli Incontri di questa Notte. Lughnasadh finalmente è arrivato, anche se è notte il Calore e la forza di Cerridwen permeano da ogni cosa, da ogni filo d’erba, da ogni albero, da ogni foglia, da ogni Sua creatura, sorride l’Ancella del Meriggio portando con sé il Sacro Braciere ed una candela rossa Sacra alla Giusta, bardata nella solita veste rossa. Lentamente si avvicina alla Sacra Fonte, mentre il sangue le pulsa vivo nelle vene, si sente più viva oggi, eccole le Sorelle, ognuna al proprio posto, niuna parola va favellando, a volte lo sguardo è carico di mille significati, si affianca a loro e poi poche falcate le permettono di avvicinarsi alla Stella del Meriggio e di posare di fronte ad ea il Sacro Braciere. }

KAGOME {{ Giardini Interni | Sacra Fonte }} - {{ Ed è il tempo, è il luogo. Lo sente, fluire attraverso la terra e la vita stessa, quegli elementi che sono, al contempo, suoi da sempre e mai completamente compresi. Erba, natura, Cerridwen del fuoco nel quale è cresciuta. Probabilmente anche nata, senza saperlo. Rhiannon dell'Inverno e degli Spiriti, la cui ombra ha sempre sentito, ma mai colto completamente, come qualunque ancella che ad una stella differente dalla propria ponga il proprio sentire e la propria anima. Eppure, ora percepisce, nettamente. Comprende, più a fondo, scavando alla ricerca della fine del pozzo. Ma non c'è un fine a Lei, e Kagome lo sa. E mai cesserà di stupirsi dell'onore cui Ella l'ha innalzata, degli oneri che Ella le domanda, lieta di ogni più piccola cosa, per quanto insignificante - per taluni - o difficile - per talaltri - possa essere. Lughnasadh. Lo sente in ogni cosa, nell'aria che respira, nell'acqua che gorgoglia, nei carboni ardenti del braciere. Ed è come se non avesse bisogno di respirare invero, come se l'aria che entra ed esce lentamente dai suoi polmoni non avesse importanza o significato. Le sente, quelle che eran sorelle, ma che ora dovranno esser Figlie. Le sente ed ascolta, con le sue orecchie umane, e con quelle dell'anima. Con la Vista che non ha mai posseduto, e con quelle percezioni che invece ha veduto da sempre ampliarsi. Mistral. Sorella, amica, allieva...e Nivienne, oh Nivienne. Callista. Animo oscuro, ancilla velata, sorella delle ombre. Eiluned. Bianca, pallida, chiara come l'acqua che scorre davanti ai suoi occhi, oltre quel velo, vista e non guardata. Stringe tra le mani l'Arancio, quella candela. E non è più il tempo del timore. Si erge, la Signora del Meriggio, ma non è più questo, ora. La sua anima non è fatta solo di Fiamme. Lascia che gli occhi restino chiusi, per qualche momento. Vede il Bianco, e lo afferra. Accoglie le Ombre, si avvinghia al loro abbraccio. E poi la Fiamma, quella da sempre nascosta nell'animo. Bruciami, Dea. Soffocami. Donami la Vita. Solleva le palpebre. Alza le braccia al cielo, stringendo quella candela. Le sente, alle spalle. Ma loro non sono più sue sorelle. Sono sue figlie. Decana. Una e Trina. No, non ancora...ma quasi. E non si girerà.}} °° [[ Venite, Sorelle, Venite, Stelle! Figlie Mie, Io esigo la vostra presenza! ]] °° {{ E sta lì, ferma, velata, il viso alzato al cielo così come le braccia, dicendo quelle parole che son sì rituali, ma che ella sente vere, e che sgorgan spontanee, sincere dall'anima. Dalla parte più intima, dell'anima. }} °° [[ Giunge la prosperità Io la sento! ]] °° {{ Ed è vero. Lei la sente. In quelle formiche., In quei carboni. In quell'aria, in quella terra, in quell'acqua. }} °° [[ Io sono l'Acqua, che scorre e ribolle, Io sono il Fuoco, che riscalda e distrugge, Io sono la Terra, che vibra e da frutto. ]] °° {{ Sì, questo è stanotte Kagome. Una e Trina. Non c'è più solo il rosso. C'è l'arancio. L'Oro. L'arcobaleno. }} °° [[ Mia Signora, Mia Essenza, Mia Dea, Noi ti invochiamo! Mostraci il tuo splendore dorato, Donaci il raccolto, Donaci l'Abbondanza! ]] °° {{ Lughnasadh. Ed il pensiero, se non fosse tanto perduto in Lei, tanto ancorato a quel rituale, di certo volerebbe a Beltane. Raccolto. Prendete, figlie. I semi di Beltane sono cresciuti. Ammirate il raccolto. E siate pronto a strapparlo alla terra ed alle sue radici...questo è il tempo. Muoverà solo due passi, la Decana. Verso quel braciere poggiato dinanzi a sè, da Nivienne. Diletta allieva? Forse. Un Tempo. O forse mai. Ma ora non ha importanza, ora c'è soltanto Lei, così vicina, così potente, così bianca e nera e rossa. Muove, posa quella candela esattamente al centro del braciere. E poi la cerca. Dove sei, mezzelfa? Dove sei, Mistral? Questa non è più la tua maestra, è la Decana, è colei che La incarnerà. Ed in queste vesti Kagome cercherà la Sapiente, andandosi a fermare di fronte a lei. Velata, di nuovo immobile. }}

MISTRAL {Giardini interni} Silente osserva la creatura dei cento anni, lo sguardo fisso sulla schiena di colei che questa notte di tutti i colori della triade è vestita. Un breve sorriso solo per un attimo mentre l’animo par gioire, par cantare al risponder dell’eco del richiamo lontano delle sorelle a lungo perdute. E lo spirito pria dello sguardo riconosce in quel che solo alle figlie della Dea è concesso vedere l’ineguagliabile aura delle consorelle tutte… chi a lungo fu lontana e infine torna, colei che da tanto tanto tempo più non vide, sorella chge fosti lontana, che dalla Signora si stata accolta ancora, che nelle ombre guidi le figlie della velata… sorella che della luce e dell’acqua sei figlia, a lungo lontana e la piccola fiamma che nel fuoco per un po’ hai guidato… e lei infine. Colei che assieme a te al tempio giunse, colei che divenne la prediletta tra le figlie della Giusta, colei che ora avanza ammantata di tutti i poteri della triade. Non è lei stanotte, al di là del velo che la sua imago nasconde, non è lei. E anche se ad occhi mortale potrebbe nno apparir la differenza, allo spirito sarà ben chiara. …sorride la mezzelfa senza voltarsi, sorride cullandosi del poter della triade di nuovo riunito questa notte. Uno sguardo al cielo, poi di nuovo a colei che della Dea è voce. E attende il di lei loquire , la voce della Dea che alle sue figlie si manifesta. E ora, ora che tra le figlie del meriggio questa notte è la mezzosangue colei che più le è vicina, e ora lo sguardo alto, fiero, solenne, ardente … senza esitazione senza timor lascerà che la Madre del suo corpo si faccia veste, della sua voce eco. Per te Madre, Signora del Cerchio il mio spirito, tutto. Un lungo respiro, un soffio di vento, le mani alte a coppa si levano, tra di esse s’adagia una piccola pietra gialla gemella a quella che le consorelle tutte stringono “Mia Signora, Mia Dea Io ti rispondo Io ti acclamo! Giunge la prosperità ed anch'io la >>
MISTRAL sento! Il Fuoco brucia le mie carni Il Fuoco muove la mia mano La Giusta domina la mia anima. Dama del Rosso, Signora del Meriggio, Io ti consacro la mia esistenza. Mostraci il tuo splendore dorato, Mostraci il tuo viso luminoso Signora del Meriggio, Io ti consacro la mia esistenza. Mostraci il tuo splendore dorato, Mostraci il tuo viso luminoso Mostraci la tua gloria E Donaci il Raccolto.” Voce che solenne, fiera per i giardini risuona, alta…

CALLISTA {.Giardini Interni.}.{In un Moto continuo, una Spirale che rappresenta lo Scorrere delle Stagioni, finchè non è il Volto della Signora Oscura a dover esser rappresentato, Colei che presto farà discendere il Silenzio sulla Terra. Ma non Oggi, non in questa Notte che il Raccolto celebra, tingendo ogni Cosa di Luce, che perfino l'esile Mezzelfa riesce a cogliere a sè, quando le Sorelle si voltano nella sua Direzione, come se il suo Crine tinto nell'Oro riuscisse a placar la sua Sete d'Oscurità, avvolta in quei Veli che nella Notte stessa la potrebbero far disperdere, eppur salda rimane la sua Figura, già pregna del Richiamo che non la Stella del Meriggio ha fatto, ma colei che Decana del Tempio è stata chiamata, vibrante del Potere che è Uno e Trino. Tutto assume un Disegno ed è da Colei che ora osserva che tutto ha Origine.} Mia Signora, Mia Dea, Io ti rispondo, Io ti acclamo!{ Rauca la Voce che dal Volto d'Avorio della Magistra degli Spiriti s'innalza, Tono che del Sapore di Corvi rimanda l'Eco nella Notte silente} Giunge la prosperità ed anch'io la sento!La Terra sommerge le mie carni, La Terra avvolge la mia mano, La Velata domina la mia anima {Eccolo scorrere come Fiume in piena, come Argine spezzato dalla Forza stessa della Terra, quel Richiamo che la lega a doppio Filo con la propria Signora} Dama d'Oscuro, Signora del Vespro, Io ti consacro la mia esistenza. Mostraci il tuo splendore d'arcobaleno, Mostraci il tuo viso oscuro, Mostraci la tua gloria E Donaci il Raccolto. {Come appaiono già diverse le Figure delle Sorelle che l'osservano, dietro quella Coltre con cui Rhiannon l'ha investita, ognuna brillante dello stesso Colore della propria Stella, ognuna differente eppur senza Valore se priva delle Altre. Muto ora il suo Dire, gracchiare che si disperde per esser accolto dal Vespro stesso. E la Postazione viene abbandonata, Passi che lenti s'inseguono tra la fresca Erba dei Giardini, trovando Destinazione al centro del Cerchio creato, ove accanto al Braciere già la Candela di Fiamma è stata riposta. Alla sinistra troverà perfetta Locazione la propria, dall'Oscura consacrata, dal colore del Suolo stesso. E ritornerà quindi l’esile Magistra, vestita di Spettri e Fantasmi ove Rhiannon a sé la richiama, nel Cerchio con le Sorelle unite, innalzando all’Astro selenico la gemma di eliotite che nella mancina ancora trattiene.}

EILUNED {Giardini interni} L'aria fresca sul viso, i volti delle sorelle, quello della Stella, tutte quelle cose stanno per mutare grazie alla potenza delle Dee che si stanno richiamando. La Triade tutte è stata invocata, quindi Cerridwen e Rhiannon. Ma il cerchio deve compiere ancora una parte del giro, ed ora è la Vergine Arianrhod che con voce chiara la giovane Magistra dovrà invocare. Compie alcuni passi fino a trovarsi di fronte al Kagome.Con naturale grazia poggia la candella gialla sulla destra del braciere quindi la sua voce cristallina intrisa della dolcezza della Sua Signora risuona nell'aria notturna:* Mia Signora,Mia Dea Io ti rispondo Io ti acclamo! Giunge la prosperità ed anch'io la sento! L'Acqua invade le mie carni L'Acqua muove la mia mano La Lucente domina la mia anima. Dama di Bianca Luce, Signora dell'Alba,Io ti consacro la mia esistenza. Mostraci il tuo splendore d'arcobaleno,Mostraci il tuo viso luminoso Mostraci la tua gloria E Donaci il Raccolto.* Terminata l'invocazione che è parsa quasi un canto dolce come il volto di Colei alla quale Eiluned è consacrata, la Magistra alza entrambe le mani aperte come a voler dare un'offerta mostrando all'interno di esse l'eliolite mentre ogni fibra di essa pare essere attraversata dalla Luce che ha invocato

KAGOME {{ Giardini Interni | Sacra Fonte }} - {{ Sì, immobile, ancora, di nuovo. Mistral risponde, Mistral giunge, e lei sente tutta la dirompente forza del Meriggio. Sente quell'animo che brucia, e sente le fiamme dentro di sè. Ravvivate, più intense. Pervase. Cerridwen, amata Signora, ecco la tua schiava. Il Fuoco brucia le carni della Sapiente del Meriggio, ed anche quelle della Decana. Brucia, l'animo. Sente tutta la forza della Rossa investirla, proprio mentre la mezzelfa parla, proprio mentre quell'invocazione termina, e Cerridwen vi risponde. Come una Madre con i propri figli. Come la Guerriera, con il proprio Campione. E sia, Dama del Rosso. Sia il tuo volere. E poi gira, il cerchio, gira verso sinistra. Mabon. Quel rituale che lei stessa a scritto, e l'Equinozio che s'avvicina. Ma è ancora lontano, ora, ora è il tempo del raccolto, è il tempo di Lughnasadh. E sia come è da sempre stato scritto, e sia come dall'alba dei tempi è e dev'essere. Fermati, Cerchio. Eccoti, Callista. Terra, Velata, Oscuro e Sapienza. E come la Magistra degli Spiriti, la Custode dei Mondi parla, Kagome sente ogni cosa passarle attraverso, investirla, riempirla e colmarla. Nero. Buio. Spiriti millenari ed anime appena nate. Lei sente, e vede tutto questo. Non c'è più la Stella del Meriggio, resta solo la Decana, che si riempie, di Rosso e Nero, senza credere di poter contenere di più. Per la prima volta, percepisce distintamente la terra. Le rocce nascoste sotto metri e metri di morbido terriccio, e quelle da cui sgorga la sorgente sacra ad Arianrhod. Le grotte nascoste dell'isola. Le piante della foresta di luce. Gli arbusti tranciati e quelli rigogliosi. Gli spiriti aggirarsi tra i tempi e gli spazi, senza limiti nè confini, inarrestabili, impotenti, forti. Altra candela che s'aggiunge. Altra fiamma, altro potere, marrone come la terra dell'Oscura. Colma. No, non è vero. Gira ancora il Cerchio, ma si ferma, la Ruota. E' tempo della festa, è tempo della Celebrazione, e Kagome lo avverte sempre di più, sempre più intensamente, sempre più vicino. Chi mi porti, Cerchio? Eiluned. Bianca, cristallina, trasparente. Maestra, quando era ancora una iniziata. Ed ora...Figlia Mia. Sorella Mia. Se tu potessi sapere, l'amore che la Stella prova per te...l'amore che la Decana prova per ogni singola ancella. Ma non è necessario che tu lo sappia, perchè Lei si mosterà, tra poco, e questo è più importante di tutto. Parla, anche la Magistra delle Guarigioni, ed altro investe colei che fu Stella Rossa. Acqua, Luce, Bianco accencante, candore inimmaginabile. Splendore, innocenza, vergine bambina e fanciulla, sposa novella pria della sua prima notte, accanto al Cervo. Ed ancora, come un vaso il cui fondo divien sempre più profondo, Kagome si riempie anche di tutto ciò. Anche del Bianco. Crollerebbe, se non fosse il Tempo. Se non ci fossero le sorelle a sostenerla, e Lei a comandare, a indurre la Stella ancora una volta alla lotta, alla fermezza. Vede infanti, neonati, gravide. Ed è un Tutto che ucciderebbe chiunque altro, ed anche Kagome stessa, se fosse sola. Ma c'è Lei. Oh, Lei. Signora Mia...Dea Mia. Schiava. Completamente asservita, completamente Sua, come ha giurato, da sempre, da ora, per sempre. E sentirebbe, poi, quel fascio investirla, ancora. L'ultima - o quasi - prova che le è richiesta, l'ultima resistenza. Non tremano le gambe, non ancora. Vi sarà tempo, per crollare, esausta e sfinita, ma felice come non mai. Arancione. Pietre che si alzano, mentre lei resta immobile, e tutto diviene, per un lungo istante, arancione, d'oro. Luce. Arcobaleno, Una e Trina, che investe la Prescelta, colei che ora è - davvero - Una e Tre. Muta, la veste, muta, il velo, e quel semplice tessuto mortale ed insignificante si disintegra, strappato, spazzato altrove dalla Sua potenza. E Kagome non c'è più. O meglio, è da qualche parte, lontana agli occhi delle Sorelle, ed in estasi completa. Sente solo che Lei l'investe, il suo potere, la sua presenza abbagliante e splendente, con le sue luci e le sue ombre, bianche, rosse, nere. Non c'è spazio per nient'altro, per **
KAGOME ** nessun altro, nè in lei, nè fuori di lei. Contemplate, Figlie. Beatevi della Dea, della Domina di Avalon, dei Mondi, dei Tempi, e di Qualunque Altra Cosa. }} °° [[ Mi mostro, Stelle, Vi accolgo, Figlie! Contemplate la mia luce, Osservate il mio potere, Ed amate ciò che vi dono! ]] °° {{ E Lei alza le braccia, Lei si volta, e guarda ogni ancella, negli occhi. Le tende. Verso una di loro. Nivienne del Meriggio, la tua signora ti cercava, e ti ha trovato. Ed è allora che un fascio d'arcobaleno, d'oro, colpirebbe quell'ancella, quella giovane donna che a Cerridwen s'è consacrata. E poi, percorrendola, riempiendo anche Nivienne del Rosso che Kagome porta in corpo insieme ad Arianrhod e Rhiannon, fino al terreno, eccolo, vi sarebbe il fuoco, a bruciare tutto il Cerchio, ma senza danneggiare nessuna delle Sacerdotesse. }} °° [[ Questo è il mio splendore, Questa è la mia luce. Agite nel mio nome, Figlie, Difendete l'Abbondanza, Operate l'Equilibrio! Il mio abbraccio vi accoglie, La mia innocenza vi sarà di conforto, La mia forza vi sarà di sostegno, Il mio sapere vi sarà di consiglio. Questo io vi dono, e la mia Fiamma Rossa ti riempirà, Nivienne del Meriggio, sostenendoti nel servirMi come Alta Sacerdotessa del Meriggio. ]] °° {{ E poi, ancora, le mani in basso, tra le fiamme, tant'è che le mani di Kagome, le mani della Dea, sono indistinguibili da quel balugnare di rosso ed arancione. }} °° [[ Eccovi l'abbondanza, Eccovi il Raccolto, Eccovi Lughnasadh! Cercate il frutto di Beltane, Cercate i frutti della terra e dell'acqua. Ricordate la mia luce Amate il mio arcobaleno! ]] °° {{ E poi, è solo un momento. Lampo, vortice che cessa, Fiamme che si spengono, e che continuano ad ardere. Erba, Braciere. E Kagome che torna se stessa, esausta, ancor piena del Suo potere, del Suo completo, Uno e Trino, mai compreso in questo modo, mai sentito in questo modo. Sublime. Ma...sfiancante. E s'accascia, cade, le ginocchia non reggon più. La lotta è finita, la lotta contro se stessa, la lotta per non ceder e terminare il proprio compito. Kagome vi è riuscita. E la Decana del Tempio è felice, mentre crolla distesa accanto alle fiamme del Simbolo alla Rossa Sacro. }}

NIVIENNE { Giardini Interni } – { Rimane silente dopo aver sistemato il Sacro Braciere davanti a Colei che questa notte Incarna la Sacra Triade, non più Stella del Meriggio e Giusta Maestra, ma Dea Velata dal Triplice Aspetto. Immobile, attende, ascoltando verbo che Ea proferirà, la sua voce si spande per l’aere sicura, mentre la Invoca…ed il Cerchio che non ha mai fine inizia e mai si fermerà, mentre Mistral del Meriggio, Callista del Vespro ed Eiluned, Figlia della Bianca Signora posano le loro candele crepitanti vicino al Braciere ed alzano le mani al cielo, che per questa occasione sono giunte a formare una coppa all’interno della quale brilla l’eliotite. Sorride mentre la Fiamma della Rossa Candela crepita fra le sue, attende il manifestarsi della Triade ora che è stata Invocata, ne ascolta verbo mentre le smeraldine iridi si perdono nei suoi occhi, occhi senza fine, occhi senza Tempo. Questa è la notte Sacra a Cerridwen, diletta Cerridwen, eppure in pochi secondi viene raggiunta da quello strano fascio luminoso, prima d’ogni colore e poi dorato che era stato catalizzato da Kagome, anche se non era più lei, Dea…Non v’è tempo di pensare, il Rosso la abbraccia, la sostiene, pare che nelle vene le scorra il caldo fuoco di Cerridwen e non più il sangue pulsante di poc’anzi. } Cerridwen, diletta Dea, prometto di servirVi sempre e di fare il Vostro volere. { Parole che risuonano nell’aere forti, tonanti, e come non servire colei che la sostiene e l’ha accolta fra le sue amorevoli braccia di Madre anche se a volte severa? Oppure le ha solo pensate? Minuti che paiono non passare mai, oppure semplici secondi che racchiudono in loro molta più di quello che alle altre potrebbe sembrare? Ed ecco che il momento scema, il raggio pare disperdersi sull’erba senza bruciarla, non comprende appieno cosa sia successo e lentamente i suoi occhi cercano di ambientarsi nuovamente a quell’oscurità, la mente, le gambe paion cederle, solo pochi passi prima di inginocchiarsi accanto alla Stella del Meriggio. }

CALLISTA {.Giardini Interni.}.{Delicata la Voce dell'Ancella della Bianca Signora a seguirla, in netto Contrasto con la propria che dalle profondità della Terra stessa pareva provenire. E poi, il Fuoco, il Potere, l'Estasi. Nulla è più, il Tutto diventa. Esplode la Terra, esplode l'Aria, esplode il Cielo stesso. Abbaglia ogni Cosa quella Folgore che d'Oro si tinge, culminando la sua Potenza nelle Vesti della Decana, che tale più non è. E' la Dea stessa che appare, che a sè richiama la Sacerdotessa del Meriggio, per un nuovo Patto, una nuova Promessa. E le smeraldine Iridi della Magistra degli Spiriti accolgono ogni sublime Visione, raccogliendola e portandola con sè, nel freddo del suo gelido Cuore, che Maschera priva d'Espressione disegna su quel Volto candido d'Avorio. Eppur si posa infine il suo Sguardo sulla nuova Alta Sacerdotessa, carezzandone il Profilo con un muto Sostegno, e la vede risplendere di quella Passione che le Figlie di Cerridwen portano con sè, di quelle Fiamme che mai cessano di ardere. E Colei che di tale Potere maggiormente è investita, al Suolo giace, inerme, ancora gravida di quella Forza che l'ha sostenuta finora. Kagome, Sorella. Volano come Ali di Corvo le nere Stoffe della sua Veste e già Ella è accasciata accanto alla Stella del Meriggio; la gelida Mancina, cadaverica nel suo Candor, osa attraversar quel Confine che per Ella nuovo diventa, portandosi a poggiar sulla rovente Guancia dell'Umana. Non Parola accompagnerà quel suo Gesto, non mutar d'Espressione varierà sul suo Volto dai fini lineamenti.}

MISTRAL {Giardini interni} Un brivido scuote il fisico, un brivido appena percepito al momento in cui la pietra prende a rifulger della luce del sole. Inspira, trattine in fiato, quasi senza rendersene conto quel piccolo centenario corpo mortale. E ardon di riflesso gli occhi di rapace fissi ogni momenti su kagome colei che questa notte è voce, veste, poter della Dea. Il respiro si fa affannoso, cosa pervada lo spirito… impossibile saperlo. Mia Signora… Arde di luce riflessa stanotte lo spirito della figlia della Giusta, dell’ancella delle fiamme. Arde in risposta alla presenza di colie che una e trina s’è manifestata. Urla in silenzio lo spirito, urla. La braccia alte restan tese, lascian che da esse, dalla pietra che sorregge si diparta la luce, lascia che ad avvolgerla sian le parole della Dea e … il suo richiamo… nivienne… urla lo spirito urla di nuovo… si innalza, vola. E infine giunge il tempo, com’era giunta la Dea s’allontana, le fiamme.. le fiamme… lo sguardo appena le percepisce, l’occhi mortale di esse appena si cura, sol da kagome par rapito. E dalla sua presenza che non è la sua. Ma non pre molto ancora… il tempo è giunto e le fiamme del meriggio presto accolgono colei che una notte tutte e tre le stelle ha incarnato in una. E cala la luce, si spenge, mentre una fiamma a nuova vita risorge, mentre lo spirito alla consorella una benedizione leva e lo sguardo la stella, la decana segue sfinita cader a terra. E come lei ricadon le braccia… il potere se n’è andato… un lungo respiro, la testa che gira… e lo sguardo sulla stella sfinita , sulla nera magistra che verso di lei s’avvicina che accanto a lei s’inginocchia e infine sulla rossa ancella, sorella nelle fiamme, di nuovo chiamata dalla Giusta, sfiancata in terra e verso di lei, passo tremante muove, e accanto a lei s’inginocchia “Nivienne… “ un sorriso, un abbraccio null’altro…
Callista

Io sono la Madre e la Figlia.
Sono la Prostituta e la Santa.
Io sono la Carezza che placa il dolore e la Lama che ferisce e uccide.
Io sono la mano che regala morte e il grembo che dispensa vita.
Sono il fuoco che Distrugge e Crea.
Sono la Voce della Giusta.
Rispettami sempre.
Perchè io sono la Scandalosa e la Magnifica














... e ... la casinista dietro lo schermo...






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