Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Samhain - Le nebbie di Avalon )O(

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2013 13:40
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27/10/2013 13:40
 
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Riassunto: Due sacerdotesse del Vespro alla baia, una sacerdotessa del Vespro e un’iniziata all’approdo. Giungono per celebrare il rito di Samhain e dopo l’invocazione le nebbie avvolgono le tre sacerdotesse, mentre l’iniziata le vedrà dall’esterno e sentirà gli spiriti sussurrare. Le tre sacerdotesse dovranno scegliere una tra le proprie sorelle, del presente e del passato: Eiluned, Callista e Nivienne, loro vengono scelte. Le tre guide le trasporteranno in un mondo antico e dimenticato, poi all’Avalon degli albori e infine al presente, con una visione che riguarda un gobbo, una torre, una tomba dissacrata e un ciondolo. Al termine della visione, ognuna avrà un segno tangibile sul proprio corpo.

Commento: Spero d’aver espresso bene cos’avevo in testa! Ci sarebbe stato bene un altro passaggio, ma era tardi e non volevo mettere in pausa…lo terrò per il futuro.

Da approvare:
- Sihne vede un gobbo lasciare la torre più oscura di Barrington. Le dita della sacerdotessa sono intrecciate e non si staccheranno per le prossime 2 role.
- Roseline vede un gobbo aprire una tomba con su scritto il nome Persefone. Sul palmo della mano destra ha un antico simbolo della Dea, dimenticato da secoli, che durerà per le prossime 2 role.
- Hagall vede una tomba aperta e un ciondolo lanciato al suo interno. Le sue mani brillano come stelle, per le prossime 2 role.

PS: La visione sul gobbo è a opera di Erebo. Il resto della visione non dovrebbe essere da approvare, non ha riscontri in gioco, tocca solo l’aspetto emotivo dei pg e ricalca, in alcuni punti eventi accaduti (la partenza di Callista, Sihne e Lairee, la scomparsa di Nivienne, ecc…)

[ATTENDERE ESITO]

Non è più troppo calda la notte che avvolge la terraferma, mentre più tiepida e gradevole risulta quella dell'Isola della Dea. Eppure, oggi è Samhain su entrambe le terre, il Cerchio gira anche dove la neve non ha mai la possibilità di posarsi. Da una parte del lago, sulla riva più gelida, a pochi passi dall'acqua, si trova Ardal, inserviente deTempio, che ha accompagnato le sacerdotesse >>

in terraferma ed ora è lì, pronto a supportare le nere vestali che hanno raggiunto il luogo scelto per il proprio rito. Sulla riva opposta del lago, dove regna la primavera eterna, se ne sta suo fratello, Aogàn, ma le vesti delle sacerdotesse che ha accompagnato lì, non sono del tutto nere...perché verde delle iniziate si nota, anche se a fatica, tra le ombre.

[GDR START - ORDINE: Hagall, Sihne, Roseline, Eilein]

HAGALL { Baia . FU } • { In questa notte scura, non ci sono confini. Non il Lago, le nebbie o la Terraferma, potrebbero cancellare Samhain, la notte degli Spiriti. Ed è circondata da anime che la Stella Oscura si è portata fino alla baia, ai piedi della distesa d’acqua che la separa dall’Isola delle Mele. Da questa parte fa freddo. La Sibilla indossa infatti il mantello >>

HAGALL donatole da Ringil tempo addietro. Sotto, non ha i pantaloni e la bandana di Lilith, ma la veste sacerdotale. In questa notte, la stella che ha tatuata in fronte non è celata, ma anzi si mostra come un oscuro presagio, illuminata dalla luce della candela viola che la Vestale ha fra le mani. Il volto è decorato da simboli di cui solo lei, probabilmente, conosce >>

HAGALL origine e significato. Sta zitta. Scalza. Immobile sulla battigia. Vicino a lei Ardal e Sinhè, ma anche tutte le sacerdotesse che prima di lei hanno indossato quell’invisibile, ma terribile, giogo }

SIHNE {Baia di Barrington} E' trascorso un anno. Tempestive, come i voli di corvi che annunciano Samhain, le Figlie della Notte -nonostante la lontananza: alcune sui lidi della sacra Avalon, altre lungo le sponde della fetida Barrington- sfidano le tenebre, le ricevono, le accolgono. È trascorso un anno da quando la Vecchia ha reclamato Sihné come sua Ancella, senza possibilità >

SIHNE d'appello: momenti indelebili in una memoria di lunga vita che s'è già lasciata molto alle spalle. Non una frase affiora dalle labbra della Mezzosangue, ferma a pochi passi dalla Stella del Vespro, che ha ritrovato dopo giorni di lontananza. Non le ha chiesto nulla, non è questo il tempo delle domande anche se, a ben guardare, gli occhi chiari della Sacerdotessa ne sono rigonfi: ci >

SIHNE sono piccoli e grandi perchè, incollati alle iridi, fissi come le poche stelle che osano rischiarare il cielo barringtoniano; sono lì, e li si può contare, uno ad uno, tanto sono espliciti. Dettagliati. Naturali. Per chi conosce le proprie Sorelle non sarà difficile far proprio quel piccolo dettaglio, che sfugge invece ai più, e che lei non reprime, per la prima volta dopo mesi. La osserva e >

SIHNE tace, perchè pur sforzandosi non è così semplice spiegare. Oh, Hagall, quante cose vorrebbe raccontarti la Meticcia. Ed è la donna -la giovane- che per un secondo emerge dalle fredde ceneri dell'Ancella, per tornare poi tra grigie spoglie da cui è affiorata e consente spazio alla Sacerdotessa, perchè gli Spiriti non lasceranno scampo, questa notte. L'ennesimo atto di fede, anche se resta >

SIHNE poco niente. Veste di nero, Sihné del Tempio, come sempre. I lunghi capelli castani sono stati racconti in una miriade di trecce sottili, che allontanano anche le ciocche più insidiose dalla fronte e dalle orecchie aguzze -ben visibili, perchè non c'è scrupolo nè discrezione nel rivelare quel tratto che da Lune ha riconosciuto-. Ha trascorso l'intera giornata a prepararsi. Ha fronteggiato >

SIHNE pensieri che la seguono da qualche giorno, imbrigliandoli tra le ciocche intrecciate, pur di non doverli fronteggiare, ché le ore della Saggia sono inviolabili. Draghi. Origami. Silenzi. L'Athamé è legato al fianco destro, stretto al bacino: ne percepisce la presenza costante, quasi fastidiosa, contro l'osso. Le dita pallide, affusolate come rami di betulla alle prime avvisaglie d'inverno, >

SIHNE reggono una candela viola. È accesa, ed il calore della fiamma si riverbera sulla cute della Meticcia che, seppur sensibile oltre la media, non fa nulla per allontanarsi dalla lingua di fuoco [Ipersensibilità]. È abituata ma, nonostante ciò, si riscopre ad osservare la luce rossastra con l'apatia di chi si smarrisce nell'inconsueto, nel labile. Gli occhi si abituano, con il susseguirsi >

SIHNE delle Visioni, a lasciarsi trasportare anche dalle minuzie. Si abituano a perdersi. Si abituano alle chimere. Questo è il prezzo da pagare.

ROSELINE { Approdo }{ Fu }{ C'è una Notte in cui il Mondo dei vivi e il Mondo dei morti si sovrappongono. Una sola Notte in cui gli spiriti smettono quasi di essere ombre fino a diventare tangibili. Su quella sponda del Lago che la Neve non tocca mai ce ne sono tanti, troppi. Eppure c'è anche qualcuno che respira ancora, e ha un cuore che batte. A chi possiede la Vista >>

ROSELINE >> risulterebbe quasi difficile distinguere le anime e i corpi, ma questo non significa che quella striscia di terra appartenga solo a coloro che vengono dall'Aldilà. Roseline dell'Inverno sta diritta, tesa come un fuso, sulla riva. Gli occhi azzurri, sbiaditi e appannati, fronteggiano la nebbia. Al suo fianco si ergono l'iniziata e l'inserviente, >>

ROSELINE >> e a loro è risparmiato lo scempio che invece circonda l'esile corpo della Magistra. Il suo sguardo, pur essendo in grado di viaggiare tra i mondi, non può valicare le nebbie che dividono la terraferma dall'isola; tuttavia non ha bisogno di vederle per sapere che le sue sorelle sono lì, e che attorno a loro ce ne sono tante e tante altre. Anime antiche, figlie della stessa Dea, >>

ROSELINE >> accomunate da un destino dolce e crudele al tempo stesso. Tra le mani della mutaforma, tra le dita adunche e ossute, vi è una candela viola che getta bagliori rossastri sul volto scavato e pallido. Su di essa c'è un'incisione, chiara a chi conosce le rune. E' Raido, il viaggio, è la comunicazione. Questo infatti si auspica la donna, ecco perchè si concentra e >>

ROSELINE >> stringe i denti, cercando di ignorare la massa d'acqua che si estende a pochi passi da lei e che le trasmette un timore a stento controllabile [Idrofobia] [ Volontà ferrea +2] }

EILEIN [Approdo] Lenta e con aria compita segue Roseline e l'inserviente lungo la strada che le porta lungo l'approdo per svolgere il rituale; é la prima volta che lascia il Tempio da quando é stata accolta dalla Dea e il rivedere tutto con occhi diversi le fa provare strane e nuove emozioni che credeva di aver sopito: nonostante tutto il mondo può mancare dopo che ci hai vissuto per quasi un secolo. >

EILEIN Ora si appresta a vivere un'altro dei rituali di cui ha sentito parlare quando era bambina e con la curiosità che la sta bruciando dentro continua il percorso tenendo con se una delle candele che le sono state affidate. La veste verde, da iniziata che nonostante il cielo ormai nero, si staglia nella notte, si muove soave al contatto dell'aria e mossa dai piedi e, >>

EILEIN i lunghi capelli portati sciolti battono sul manto appena appena appena appoggiato sulle spalle; rispetto alla Magistra mostra un aspetto più fresco e ancora poco turbato da quella che é la vera vita con e per la Dea. Giunta si guarda attorno come a cercare le altre consorelle che sa essere presenti anche se lontano da loro in attesa che tutto abbia inizio.

[ATTENDERE ESITO]

Eccole, tutte schierate davanti alle acque del lago. Hagall e Sihne percepiscono le ombre che avvolgono Roseline, al di là del lago e la luce senza colore che è Eilein. L'iniziata, dal canto suo, non può ancora comprendere molto, nonsente le luci e le ombre delle sue sorelle, soltanto il soffio del vento ed respiro di chi l'accompagna. Roseline...anche lei percepisce le ombre delle >>

sorelle e in più, i suoi occhi vedono che la nebbia, posata come un velo sul lago, freme appena. Un monito, o un presagio di ciò che potrebbe accadere.

[GDR PLAY, ORDINE INVARIATO]

HAGALL { Baia . FU } • { C’è un grande silenzio nel cuore. Un vuoto incolmabile che si riempie di ricordi, visioni, incubi e addii. Tutto si condensa in questa notte terribile, che ha visto grandi cose accadere. Esattamente un anno fa, ella divenne Stella del Vespro. Esattamente un anno fa, vide per l’ultima volta, seppure in una visione fittizia, PrimaRosa. >>

HAGALL Adesso non è rimasto più nulla. La Ruota ha girato e si è portata via tutto. Tutto e anche di più. Ma lei è ancora qui, con fra le mani una candela su cui ha inciso la Runa che le ha dato il nome: Hagalaz. Tutto è pronto, e dall’altra parte sa essere presente l’altra metà di tutto ciò che l’è rimasto: Roseline. Non dice nulla, solo prende ad avanzare >>

HAGALL per fermarsi poco prima di toccare l’acqua. Alza la candela alla volta notturna e la sua voce irrompe nel silenzio } Il velo s’alza e dal mondo dei morti gli spiriti sciamano, per danzare tra i vivi. { e la sua voce s'inanella con quella delle sorelle }

HAGALL . { Ritualistica della Dea liv 5 }

SIHNE {Baia di Barrington} Sbatte le palpebre, e all'improvviso l'immagine della fiammella diviene nitida. Oltre la labile lingua di fuoco, c'è il banco compatto delle Nebbie: come colonne di fumo lattescente evaporano dalla superficie del Lago, precludendo la vista dell'altra sponda ad ogni creatura mortale. Avalon è là, da qualche parte. Il Tempio pure; e le altre Sorelle del >

SIHNE Cerchio. Il Velo tra i Mondi trema, vittima di una forza impossibile da tenere a bada; la Mezzosangue ne percepisce il riverbero lontano, attutito da un legame con l'Abisso che è ancora al proprio incipit. Gli Spiriti sciamano tra i vivi, alteri e feroci, ma alla Mezzosangue non è dato -per fortuna o per condanna- udirne le voci libere nell'atmosfera umida della Terraferma, non >

SIHNE come è concesso alla Stella della Notte. Ombre dense e gelide come le candide spire dell'inverno, che sussurrano un nome che orami credeva perduto tra le Nebbie: Roseline. Roseline che se n'è andata dal Tempio. Roseline che non ha più fatto ritorno. Difatti la Meticcia ancora ignora che la Magistra sia rientrata al Tempio: le notizie dall'Isola delle Mele giungono solo raramente, e >

SIHNE a lei nulla è stato detto. Trae un profondo respiro. Uno, due, tre. Infine l'unico modo per sbarazzarsi di quell'angosciante presagio è convincersi che sia la caligine stessa che svapora dal Lago ad instillare in lei quella sensazione di vicinanza: una scusa malfatta per mantenere i nervi saldi, proprio ora che il volto minaccia di tradire l'angoscia [Imperturabilità +1]. È difficile >

SIHNE cancellare dalla mente il volto della Francese che, prepotente, si condensa laddove dovrebbe esservi solo Rhiannon, almeno per questa notte. Avanza di un passo, seguendo in quell'antica danza l'Africana, fino a quando le punte dei propri piedi non sfiorano le acque scure. Non resta che insistere, e spezzare il silenzio, come poco prima ha fatto la Stella, per catalizzare la >

SIHNE propria attenzione su altro che non siano tali reminiscenze: «Il velo s’alza e dal mondo dei morti gli spiriti sciamano, per danzare tra i vivi». È così: Roseline è trasmigrata nel mondo dei vivi per volere della Vecchia, così crede la più giovane tra le Ancelle della Notte. Così, infine, il suo cervello si impone. Nulla di più sbagliato. [Ritualistica della Dea +1]

ROSELINE { Riva }{ FU }{ L'attesa si prolunga, in quel silenzio interrotto dai lamenti e dalle voci che solo lei può sentire. Non si volta a guardare l'iniziata, nè il giovane uomo al loro fianco. Sa già che sono lì, e al momento l'unica cosa che abbia importanza è Rhiannon. Avanza di qualche passo, deglutendo forte. Nemmeno la morte riesce >>

ROSELINE >> a spaventarla quanto l'acqua. Se poi si pensa che quelle stesse acque stavano per reclamare la sua vita solo poche lune fa, allora si comprenderà lo sforzo che ora compie la Magistra nel portarsi avanti, fino a quando i piedi scalzi sfiorano le piccole onde fredde che pigre si allungano sulla riva. Neve dentro di lei si ribella con rabbia, con foga, soffia e drizza il pelo. >>

ROSELINE >> la ragione però ha ancora la meglio sull'istinto e Roseline rimane al suo posto, senza retrocedere [volontà ferrea +2] La sua mente canalizza il potere che le è stato donato ormai... Quando? Quanto tempo è passato da quella notte che la vide nuda sul Tor sfuggire alle fauci della terra con la stella nera sulla fronte? L'animorph sembra ormai non ricordare più. >>

ROSELINE >> Pare quasi che non abbia mai avuto altra vita se non quella, accanto alle Ombre e agli Spiriti, sul fondo dell'Abisso . Le Nebbie davanti a lei, ad un tratto, hanno un tremito, un brivido che le si propaga lungo la colonna vertebrale mettendola in guardia. Esita un istante e poi, quasi ad un segnale prestabilito, la sua voce si unisce a quella delle due sorelle >>

ROSELINE >> in Terraferma } Il velo s’alza e dal mondo dei morti gli spiriti sciamano, per danzare tra i vivi. { c'è solennità in quella voce roca, c'è potere [ ritualistica della dea lvl 3] Gli spiriti attorno a lei lo percepiscono, e per un istante solo sembrano ammutolire }

EILEIN [Approdo] Ferma li attende continuar a guardarsi attorno quasi con fare stranito non avendo ancora inteso il rituale in se.. non é allegro come quello settembrino svolto con Arshal,.. non ci sono luci suoni e colori.. ma solo ombre e vento.. piccole raffiche che sembrano correre intorno a lei come fossero richiami ..ma di cosa? >

EILEIN Ancora non lo capisce non del tutto cosciente di quanto accade e muovendo ancora lo sguardo ritorna a sé e alla candela viola, viola come i suoi occhi e, da come le hanno spiegato é quella che potenzia le facoltà visionarie e quindi il contatto con il sovrannaturale: la guarda, la studia rapita mentre la testa si riempie di mille domande ma, >

EILEIN dopo poco, alza gli occhi sentendo Roseline muoversi ed avanzare verso le acque. Lei invece rimane li accanto all'inserviente ad osservare e restando pronta a rispondere alle sue richieste.. solo un fremito di rinnovata paura quando intona quelle parole ma non si muove, non commenta lei é li.

[ATTENDERE ESITO]

Le voci delle sacerdotesse s’alzano, da una parte e dall’altra del lago e nel momento in cui la prima sillaba risuona, il vento s’alza e spegne le fiamme delle candele che hanno tra le mani…ma non solo, perché quella brezza porta con sé le voci che dall’altra parte del lago pronunciano la medesima invocazione. Questo per tutte: Hagall e Sihne sentono le voci di Roseline ed Eilein, >>

come un sussurro lontano. Questo è ciò che tutte e quattro percepiscono, ma è soltanto l’inizio, perché le nebbie s’alzano e le raggiungono, inghiottendo le sacerdotesse del Vespro, senza esitazione. Soltanto Eilein verrà risparmiata, ma non del tutto, perché lei riuscirà a vedere all’interno di quelle nebbie, pur essendone esclusa e faticando a capire se ciò sia un dono della Dea, >>

o del suo retaggio elfico, che rende acuto il suo sguardo. Vedrà le tre sacerdotesse del Vespro muoversi all’interno delle nebbie, come se lo spazio si fosse annullato e le tre fossero vicine, in quello spazio fuori dal tempo. Vedrebbe anche altre figure, ma sfocate e lontane, difficili da distinguere. Le tre sacerdotesse, invece, che cosa vedranno? Sihne si ritrova all’interno >>

delle nebbie e per lei sono talmente fitte, che a stento le è possibile distinguere ciò che ha davanti: figure femminili, vestite di verde, bianco, rosso e nero…figure che lei conosce bene, perché hanno i volti di tutte le sacerdotesse e iniziate che, al momento, servono la Dea. Anche Roseline è immersa tra le nebbie, ma per lei sono maggiormente diradate, vede più lontano e alle spalle >>

delle sacerdotesse del presente ci sono quelle che lei ha conosciuto in passato, da quando ha messo piede, per la prima volta, al Tempio. Hagall? Per lei le nebbie sono un velo leggero e dietro alle sacerdotesse che ha conosciuto, ben più numerose di quelle che scorge Roseline, ci sono tutte le sacerdotesse che, in passato, hanno servito la Triade. La Stella del Vespro le riconosce come >>

tali, non ha dubbi, ma sa che ci sarebbe un altro velo da scostare, un velo più antico ancora che, per questa notte, rimarrà celato. ''Scegliete.'' un sussurro alle orecchie delle ancelle dell'Oscura, poi il silenzio.

[GDR PLAY - ORDINE: Eilein, Sihne, Roseline, Hagall]

[Eilein esce, vai Sihne!]

SIHNE {Baia di Barrington} Che sensazione causa una vicinanza che si crede apparente? Gelo. Un brivido freddo rotola lungo la colonna vertebrale della Sacerdotessa che, in un respiro più accentuato degli altri, inspira il profumo dolciastro della cera e del fumo che si libra nel silenzio. Vuoto. Perchè una Sorella che lascia vuota la propria alcova e svuota di lacrime gli occhi >

SIHNE di chi resta, sembra non aver chiesto un destino così ferale per tutti. Ansia. Poichè dopo essersi affacciati ed aver saggiato le profondità dell'abisso, non c'è Dea che tenga: ogni secondo che passa non è che il preludio per una nuova morte, un nuovo addio, l'ennesimo miraggio che si polverizza. Deve allontanare quel pensiero, o sarà il delirio. E questo non è il momento di >

SIHNE rinnegarsi nell'ennesima crollo: la Sacerdotessa si erge solenne, spazzando via ogni baluardo di umanità, che viene soffocata dall'impellenza del rito. Uno sdoppiamento che, per la prima volta, trova un confine netto. Da una parte la donna, messa a tacere, ma viva e combattiva. Dall'altro la Sacerdotessa, che prende le redini della circostanza, zittendo i ricordi. Stringe la candela >

SIHNE con entrambe le mani, la stringe forte, tanto che le nocche sbiancano per la tensione, mentre le unghie scavano nella cera violacea, tracciando piccole mezzelune dove il materiale è reso morbido dal calore della fiamma. La sente. Sente Roseline come se il suo sussurro roco sgorgasse poco distante. La sente, mentre si lascia trasportare dai filamenti nebbiosi, sempre più coesi. >

SIHNE Scorge poco niente, nel bianco lattescente delle Nebbie, nonostante i suoi sensi siano più acuti di quelli umani; assottiglia le palpebre, cercando un punto fisso su cui concentrarsi, ma è tutto un vorticare di colori. Respira, ma l'aria è satura di umidità. E poi: quella Voce. Allunga la mano sinistra, mentre nella destra resta la candela spenta, facendosi largo tra la caligine, fino a >

SIHNE individuare un volto ben noto: Eiluned. Non c'è dubbio: le sembra di scorgere la Somma Sacerdotessa, sì. Ed è lei che sceglie: «Madre...» così la chiama, in un sussurro, che infine muore, non appena la Mezzosangue mette a fuoco le due immagini poco più distanti -al proprio fianco-: la Stella Nera, con lei da quando hanno raggiunto le rive della Terraferma, e Roseline >

SIHNE dell'Inverno. Lì, in carne ed ossa. Le si mozza il respiro, da qualche parte tra gola e polmoni, senza che possa varcare la soglia delle labbra. Ormai le unghie della mano destra sono affondate nel tutto nella cera molle, preludio di un'inquietudine ben maggiore. Affanno. Nera inquietudine. Il vuoto che torna. Come può essere? La credeva perduta per sempre. La Dea è cinica, e >

SIHNE Sihné ora sa fino a che punto.

ROSELINE { Nebbie ? }{ Fu }{ Le voci si intrecciano, e la brezza leggera trascina con se quelle di Hagall e Sihnè come se fossero foglie morte. Ha giusto il tempo di sorridere la Magistra nel percepire quei suoni, poi il mondo si capovolge. La candele si spegne, e l'unica luce rimane quella che arriva dal cielo. Una luce fioca che non riesce a contrastare la Nebbia che sale >>

ROSELINE >> inesorabilmente, cingendola. Suda freddo ora, e ancora una volta non può che fare appello alla propria forza di volontà per rimanere saldamente ancorata a se stessa. Lei che ha provato il bacio delle Nebbie sulla pelle non può che essere terrorizzata, atterrita. La fronte è imperlata di sudore freddo, la stellina nera increspata da rughe sottili. Poi il velo bianco si >>

ROSELINE >> si solleva appena attorno a lei, ed è come guardare attraverso un fumo leggero. Accanto a sè Hagall e Sihnè. Vorrebbe toccarle, agganciare le sue dita adunche alle loro, altrettanto sciupate, altrettanto magre. Non la fa, non lo farebbe mai. E' una lezione antica questa, e fu l'Africana ad impartirgliela: sono sole in quel cammino, drasticamente sole. Possono >>

ROSELINE >> solo illudersi convincendosi del contrario. La realtà è che quella veste nera che indossano inghiotte ogni cosa. Non sono le uniche ad essere avvolte dalle Nebbie, in ogni caso. Davanti a sè ci sono i volti di tutte le sorelle che abitano la Sacra dimora. Stanno una vicina all'altra, come in attesa. Qualcosa però la induce a girarsi, e nel farlo incontra una schiera ben più >>

ROSELINE >> nutrita. Bianco, Rosso, Nero e Verde si mescolano sotto i suoi occhi e per un attimo Roseline dell'Inverno vacilla. Sono tante le donne che vede, troppe. Guardare ogni viso risulta doloroso, come se non ci fosse abbastanza aria nei polmoni. In quella schiera, due figure sembrano essere più vivide, almeno ai suoi occhi. Elysiane e Callista troneggiano sulle altre, l'una con le >>

ROSELINE >> sue fiamme, l'altra con le sue Ombre. Avesse ancora lacrime da versare, Roseline scoppierebbe a piangere; ma non ne ha più, ormai da tempo. E quando la voce raggiunge anche il suo orecchio, il braccio destro si alza con lentezza esasperante. La mano, scarna come un ramo in inverno, indica chiaramente la mezzelfa, mentre gli occhi sembrano mormorare una scusa silenziosa, >>

ROSELINE >> tutta per colei che fu Diaconessa del Meriggio }

HAGALL { Baia . FU } • { Chiude gli occhi, come una figlia che sta per ricevere in fronte il bacio della propria madre. Chiude gli occhi e si affida alla cecità, al buio, alle ombre della Velata. Chiude gli occhi e si consegna alla Dea e alle anime, come ogni singolo giorno della sua esistenza. Ma oggi un po’ di più. Questa è la Sua notte. La Notte Sacra. La notte in cui >>

HAGALL persino la bestia che si porta in petto prega. Il vento si solleva dal lago e spegne le candele che tutte loro hanno fra le mani. Gli spiriti volteggiano. Danzano tutt’attorno in un sabba di gioia e dolore, di vita e di morte. Li sente, anche se non li sta guardando. Sente il loro sciamarle accanto e attraverso, e non si muove. Inspira profondamente l’aria >>

HAGALL fredda della sera. La stella, sulla sua fronte, prende vita, in questo tumulto di morte (//Luce di Stella liv5). È in quell’istante che la sente. Che sente il gelido abbraccio di Rhiannon. Le nebbie si gonfiano e si nutrono di loro. Tutte loro. Quando riapre gli occhi, il lago non c’è più. Gli occhi si aprono e raccolgono con lo sguardo tutte le Sacerdotesse presenti >>

HAGALL e passate. Fra loro ci sono anche Sianna e PrimaRosa. PrimaRosa. La guarda a lungo, mentre una voce le dice di scegliere. La guarda in silenzio. La guarda come fece esattamente un anno fa. Ma non è verso di lei che si allunga il suo braccio. No. La mano che afferra, delicatamente, è a capo di una manica rossa. Rossa come le fiamme di Cerridwen. Nivienne. }

[ATTENDERE ESITO]

Le voci delle sacerdotesse s’alzano, da una parte e dall’altra del lago e nel momento in cui la prima sillaba risuona, il vento s’alza e spegne le fiamme delle candele che hanno tra le mani…ma non solo, perché quella brezza porta con sé le voci che dall’altra parte del lago pronunciano la medesima invocazione. Questo per tutte: Hagall e Sihne sentono le voci di Roseline ed Eilein, >>

Eilein rimane all’esterno e non vede che nebbie e quelle tre figure, che ai suoi occhi risultano immobili. Giunge anche qualche suono e sono sussurri, forse, quegli spiriti da cui le sacerdotesse del Vespro sono circondate e che di cui lei, ora, ha un breve assaggio. Per l’iniziata, quest’oggi, non ci sarà altro da vedere. All’interno delle nebbie, invece, le sacerdotesse compiono >>

le proprie scelte. Sihne…è la Somma Stella del Tempio che guarda, ma ai suoi occhi Eiluned indossa la bianca veste della Vergine ed è candida la stella che orna la sua fronte. Senza che vi sia movimento, la mezzelfa si trova davanti a lei, ma solo per un istante, poi le nebbie le inghiottono entrambe e la sacerdotessa del Vespro si ritrova su un terrazzo che da sul >>

mare, davanti ad una bambina bionda, vestita di bianco e azzurro, che ha tra le mani i fili di un telaio e le parla, senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro “M’insegnerai tutto, non è vero? M’insegnerai e un giorno servirò anch’io al Tempio.” Questo vede la vista, ma qualcosa di meno definito le dice che quella bambina è Eiluned, ma in un altro tempo, ben più antico, dove i loro >>

spiriti si sono incontrati e hanno camminato insieme (// www.globopix.net/foto/turchia/tessitrice-istanbul.jpg ) . Roseline risolve i propri dubbi e dunque, ora, per lei esiste soltanto Callista, vestita di nero, e con la sua stella intatta, com’era un tempo. Anche per lei, però, quest'immagine non dura che un istante e anche lei si ritrova in un altro tempo: una spiaggia assolata, >>

un mare cristallino ed infinito. Davanti a lei Callista, ma non ha più il suo aspetto: è una donna di mezza età, dai capelli e gli occhi castani, vestita completamente d'azzurro e con un cerchio dorato a cingerle la fronte. Non parla, ma traccia un simbolo nell'aria, un simbolo antico, che la Magistra non ha mai scorto in vita sua, un simbolo dimenticato da secoli, ma che lei comprende, >>

immediatamente, con i sensi di qualcuno che lei è stata in passato: un simbolo che indica la Dea come Grande Madre. (//http://lenebbiediavalon.files.wordpress.com/2012/12/nebelvonavalon_viviane_schluss.jpg?w=500 ). Infine Hagall...sì, c'è anche la sua scelta e ricade su qualcuno che non da molto ha lasciato la terra della Dea e non per sua volontà. Prende la mano di Nivienne ed è per >>

mano ad una donna, quando le nebbie si diradano...ma anche questa volta è una donna diversa, molto più alta di lei, tanto che la Stella del Vespro avrà l'impressione di trovarsi nel corpo di una bambina. La donna è bionda, indossa candide vesti bianche ed anche la sua fronte candida è cinta da un cerchio dorato. ''Io ci sarò sempre, l'ho giurato, le nostre vite saranno sempre legate e >>

sempre la Dea veglierà su di noi.''

( // xoomer.virgilio.it/kittenscosplay/rinoa/gallerygaladriel/galadri...

[GDR PLAY, TURNI INVARIATI]

SIHNE {Baia di Barrington} Sente le ossa tremare, mentre il respiro torna pian piano a gonfiarle il petto ancora acerbo, anche se a fatica. La mano sinistra, prima tesa verso il riflesso evanescente di Eiluned, viene istintivamente abbassata, come spesso accade alla Gorgone quando sono le Visioni a dettar legge, a stropicciare le pieghe nere della veste che indossa. C'è tensione in >

SIHNE ogni gesto, nervosismo in ogni scatto. Qualcuno, giorni addietro, le ha ricordato di respirare, eppure, in questo momento, non trova la forza nemmeno per inalare l'ossigeno necessario alla sopravvivenza. Ora, più combatte per gonfiare i polmoni di nuova aria, più quella sembra mancarle, sottratta da una Nebbia che del proprio candore non ha l'innocenza. Il corpo della Meticcia >

SIHNE si rifiuta di credere, di vedere, perchè ormai sono troppi gli addii che le hanno strappato brandelli di sè, senza lenire le ferite causate. Di tutti i modi possibili ed immaginabili per rendersi conto dell'evidenza -del ritorno della Magistra- quello, fra ogni, è forse il peggiore. La Sacerdotessa ha imparato, con il tempo, la potenza delle Visioni, incontrollabili di loro; se a queste si >

SIHNE unisce l'imprevisto, il risultato non è che una trappola fatale architettata ad arte. E il respiro è cosa vana, a confronto. Le lacrime non fanno altro che scavare più a fondo dove i nervi sono scoperti. Tutto. Fino a quando non riesce ad insufflare aria, ma aria differente, aria di mare. Osserva bene, ed invero il mare è davanti a lei: tra loro c'è soltanto il parapetto di un terrazzo, presso>

SIHNE il quale si trova una bambina. Una bambina che la Sacerdotessa non ha mai visto ma che ha la certezza sia Eiluned. In questi casi non c'è da porsi troppe domande: semplicemente si sa. Si accavallano vite, e morti, e poi si torna dalle ceneri, in un eterno ciclo. E si sà, semplicemente. Sihné comprende, come nel mondo dei vivi, anche nella Visione. Resta immobile, la >

SIHNE Mezzosangue, percependo il sapore dell'aria che reca con se il gusto salino del mare. Respira. Eppure l'incertezza vibra forte, e la comprensione è solo un miraggio lontano, perchè quando è Rhiannon a traghettare le proprie Ancelle lungo i fondali dell'Abisso, nulla è certo. Eppure, eppure bisogna aver fede. Non le resta che annuire alle parole della bambina, senza spendere >

SIHNE per lei nessuna parola; tende una mano verso di lei, nulla più, ma il suo sguardo s'ammorbidisce di poco. Un traguardo non dei migliori ma, in ogni caso, è cosa rara.

ROSELINE { Nebbie }{ Fu }{ Tutto intorno a lei si dissolve, e rimane sola con Callista. I capelli biondi della mezzelfa, gli occhi verdi amari come fiele, i polsi sottili, tutto come il giorno in cui la lasciò andare via. E' un battito di ciglia comunque, perchè la visione cambia di nuovo, portandola in luogo sconosciuto, ma che sa aver già visitato. Il sole è forte, >>

ROSELINE >> le sembra di non aver mai visto tanta luce tutta assieme. Le mani si sollevano sulla fronte, creando uno schermo che le permette di osservare la distesa infinita di acqua davanti a sè, e per una volta non ha paura. Non c'è solo mare però; percepisce chiaramente la presenza di Callista, e infondo non è poi troppo sorpresa quando la guarda e non vede il corpo >>

ROSELINE >> sottile della mezzelfa, ma quello solido e vitale di una donna umana vestita d'azzurro. La guarda in silenzio, in un attimo che ha il sapore dell'attesa. La donna fa un gesto con le mani, e subito la magistra percepisce che quello è un gesto antico, che ricorda albe molto lontane nel tempo. Eppure, nonostante se ne sia persa memoria e nessuno più >>

ROSELINE >> si produca in quei movimenti, Roseline comprende, e annuisce, tentando di riprodurlo a sua volta }

HAGALL { Baia . FU } • { Nivienne torna e se ne va di nuovo, senza lasciarle la mano. Le nebbie si diradano lentamente e quando vanno via del tutto, accanto a lei c’è una donna bellissima, con i capelli che hanno il colore del sole e ricadono morbidi su una veste immacolata. Attorno al capo ha un cerchio d’oro e la sua voce è soave ed in grado di placare >>

HAGALL la tempesta che, finchè c’era Nivienne, si agitava nel petto della Nera Stella. Ascolta le sue parole e ad esse replica con una domanda, sussurrata così piano da essere quasi inudibile } Chi sei? { e quella figura cresce, o e lei a diventare più piccola. Quasi una bambina, la bambina che non ha mai avuto il tempo di essere. E quelle parole le si insinuano >>

HAGALL nella mente con decisione, annidandosi in un angolo dove resteranno indimenticate }

[ATTENDERE ESITO]

La bambina si volt verso Sihne, le sorride, e quel sorriso è indubbiamente quello di Eiluned, infinitamente dolce. La nebbia s'alza ancora e la mezzelfa si ritrova in un luogo ancora diverso, in una terra che sente di conoscere, ma in un tempo diverso da quello che le appartiene, anche se più recente del precedente. Vede il Tor, come se lo guardasse dall'approdo, poi una voce la >>

chiama, con un nome che lei sa essere suo, ma che non ha mai udito ''Doreas...'' se si voltasse, vedrebbe una donna dai capelli rossi ed ondulati, che regge un bambino tra le braccia ''Aiuta la bambina, solo tu puoi, ora.'' una madre e una figlia, questo lei ha davanti, ma Sihne sa che non è tutto: la donna è ancora Nivienne, non può averne dubbi, ha il suo sguardo, e la neonata, anche se >>

del tutto umana, è la figlia di Nymeria. (//http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/nebbie_di_avalon_anjelica_huston_019_jpg_iqba.jpg) Roseline ripete il simbolo segnato nell'aria dalle dita della donna che è stata Callista e tra di loro il simbolo si forma nell'aria, brillando di una luce dorata e lentamente si trasforma nel simbolo delle tre lune, quello che la sacerdotessa >>

conosce come il simbolo della Dea. Eppure non è Avalon quella che lei vede, quando le nebbie s'alzano e s'abbassano. Si trova in un Cerchio, ben più grande e maestoso di quello che si trova al Tor, circondata da sacerdoti e sacerdotesse vestiti di bianco, intenti a cantare. Tra loro scorge Callista, che ora ha l'aspetto di una vecchia curva, m i suoi occhi potranno incontrare anche altri >>

volti, conosciuti e sconosciuti allo stesso tempo: Elysiane, poco più che bambina e dai capelli neri come la pece, Arshal pallida come Roseline, Mitrhil alta e bellissima, Samarah non più giovane e dai capelli castani. (// mikepitts.files.wordpress.com/2009/06/druids.jpg ) Hagall è l'unica a parlare ''Sai chi sono, l'hai sempre saputo.'' stringe ancora la sua mano e Hagall sa che >>

quello è il volto che Nivienne possedeva in un'altra vita, ma c'è un'altra voce che risuona nella sua mente ''Io sono la Dea, come un tempo tu l'hai servita e sono la Dea che sempre servirai.'' ma non è Nivienne a parlare, ora, è una voce che la Stella conosce e che risuona nel suo animo. Le nebbie e poi...per lei non si dissolvono, anzi, Hagall si ritrova su di una barca, che >>

si muove sulle acque del lago e davanti a lei c'è una donna che le da le spalle, piccola e scura. Ancora Nivienne, l'animo della sacerdotessa la riconosce. La piccola donna alza le mani e le abbassa e solo a quel punto le nebbie si diradano, mostrando l'Isola che lei conosce, ma più primitiva e selvaggia. (// spazioinwind.libero.it/tanachvil/Avalon_file/image031.jpg)

[GDR PLAY - ORDINE INVARIATO]

SIHNE {Nebbie} In alcune Visioni ha percepito i mondi collassare attorno a se ma, questa volta, è un intero universo a prendere forma -quasi concreto- dalle Nebbie. Per una volta tanto la sensazione di vuoto che di solito impregna i viaggi nell'Abisso, non è che un labile, nero ricordo, lontano anni luce dall'esperienza che la Mezzosangue sta vivendo in questo momento. La calma che >

SIHNE trasuda dalle immagini che la circondano ha la sapidità dell'irreale ma riesce a distendere un poco -quel poco che basta- i nervi della Sacerdotessa, che per un istante accantona il pensiero pressante di Roseline, del suo volto, della sua presenza terribilmente concreta. Accoglie il sorriso della piccola con un cenno del capo, anche se a stento la curva delle proprie labbra si arcua ancora >

SIHNE di più. Poi la Visione la trascina altrove, e la Mezzosangue non ha potere per variare quel percorso, che la conduce all'approdo e, in lontananza, il Tor: lo vede nitidamente, come nemmeno lo ricordava, dopo quasi una Luna distante dalla Sacra Avalon. Doreas. Quel nome le strappa un respiro più profondo dei precedenti, che la obbliga a voltarsi, fin quando gli occhi chiari >

SIHNE della Veggente non incontrano quelli di una donna dai capelli rossi che regge tra le braccia una neonata; a seguire un'esplicita richiesta d'aiuto, che conflagra nelle sue orecchie aguzze con l'irruenza di un parere non richiesto; un parere che, però, non dà possibilità d'appello. Nivienne e Lairee: l'associazione è fulminea, anche se nessuna di quelle due creature reca i tratti o >

SIHNE della fu Stella del Meriggio o della Figlia di Beltane. Annuisce lentamente, in quel silenzio ch'è possibile solo per il battito indolente di un cuore che, ormai, vive d'inerzia nelle vesti della Sacerdotessa. Passano lunghi attimi, durante i quali quel gesto è prolungato con calma assoluta, insopportabile, prima che trovi un vigore nuovo, carico di convinzione: all'essenza sacra >

SIHNE della Mezzosangue s'affianca quel poco che resta di quella umana, ancora forte, ancora integra. È quella, l'ennesima rivincita che si prende sulla Vecchia, pur non scalzandola dal Suo trono di stelle e buio. «Così sia» risponde solamente, allungando le braccia per prendere tra le proprie la piccola. Del sorriso non resta che una labile traccia, l'ansia viene mitigata dal dovere: ora l'onere >

SIHNE si fonde con l'onore, perchè lei è un'Ancella della Sacra Avalon, sempre e comunque. La stellina nera che le marchia la fronte è, ancora una volta, garante del Voto. L'hanno chiamata con molti nomi, ma il destino di Sihné è sempre stato uno solo: servire la Dea, ovunque fosse. Chiunque fosse.

ROSELINE { Nebbie }{ Fu }{ L'aria trema davanti a lei, dopo che quel gesto è stato compiuto. E, luminoso, appare il simbolo della triade, quello inciso sul suo athamè e all'ingresso del Tempio. Le tre lune, una accanto all'altra, brillano tra lei e Callista, quasi fosseno una minuscola riproduzione di Selene in tutte le sue fasi. La scena tuttavia non >>

ROSELINE >> è destinata a durare. Le nebbie si alzano, la sommergono di nuovo, e quando s'abbassano tutto è mutato. Non c'è più il mare davanti a lei, ma un cerchio immenso di Dolmen. Sente il potere della Terra sussurrare attraverso i megaliti, percepisce le linee di potere che attraversano quel luogo e sa che ad esso è appartenuta, molti anni or sono. La somiglianza >>

ROSELINE >> con il Tor sta nella disposizione delle pietre in nient'altro. Quel luogo emana un'aura ben più forte di maestà e potere, forse anche a causa di tutte le anime che stanno lì, in cerchio. Le guarda e, come già accaduto, le riconosce. Elysiane alla fine l'ha raggiunta. La vede, bambina come fu non appena arrivò al tempio. Arshal, c'è anche lei, pallida ed emaciata come non l'ha >>

ROSELINE >> mai vista. Mithril, anche lei, racchiusa in una bellezza eterea, assieme a samarah. Le guarda per un momento, prima di tornare su Callista che ora appare come una vecchia ricurva, specchio dell'Anziana che ha incarnato a lungo. Non può fare a meno di ricordare la prima volta che si incontrarono. Era poco più che una bambina allora, la mezzelfa le prese le mani, >>

ROSELINE >> scrutandola per un tempo che sembrò infinito, per poi dirle che l'aveva già conosciuta in una vita passata, in un luogo lontano perso tra le nebbie del tempo. Solo ora, a distanza di molti anni, Roseline capisce davvero. E forse uno dei doni di Samhain quest'anno è proprio questo. }

HAGALL { Baia . FU } • { Quella è la Dea, dunque. La sua Dea. La Dea Nera, Bianca e Rossa. Quella stessa crudele sterile madre che le ha strappato di dosso qualsiasi aspettativa di felicità. Ed ora, con le mani con cui l’ha percossa, la stringe amorevolmente. E lei, dal canto suo, non lascia la presa. Si crogiola in quel attimo di fragilità concessole, limitandosi >>

HAGALL ad ascoltarla. Poi tutto cambia, e il suolo sotto di lei oscilla come condotto dai flutti. Si trova in una piccola imbarcazione e, davanti a lei, una figura minuta e dal crine corvino, abbassa le nebbie. Nivienne, ancora. Vorrebbe tendersi in avanti e abbracciarla. Stringerle le spalle ed impedirle di andare via di nuovo, ma non si muove, perché sa che non >>

HAGALL può impedire che ciò accada. Attorno a lei prende forma un paesaggio familiare e nuovo -o meglio, vecchio- al contempo. È Avalon. L’Avalon di molti anni prima. La guarda con attenzione, in silenzio, sentendo quella terra primitiva e selvaggia dannatamente simile a lei. Cosa le sta mostrando Nivienne? Cosa, la Dea? }

[ATTENDERE ESITO]

Sihne sente il peso della bambina tra le braccia e vede il volto di Eiluned mutare: è nuovamente lei ed indossa l’abito della Somma Stella, ma declinato per il volto del Vespro, perché è nero e con paramenti dorati. Anche la stella sulla sua fronte è nera. “Ora guarda, Sihne.” È nuovamente con il suo nome che le si rivolge e la mano destra s’alza, andando >>

ad indicare qualcosa: una torre oscura, sull’altra riva del lago, là dove si trova Barrington, la torre più oscura tra quelle che la mezzelfa può scorgere ed una figura, gobba, che esce da essa e s’allontana…sì, perché nel sogno le distanze non hanno importanza. Il Cerchio di sacerdoti attorno a Roseline pare brillare, di una luce tanto intensa da diventare accecante, poi, >>

la Magistra si ritrova in un luogo ben più oscuro, come s'addice a Samhain e alla notte senza luce. Il bagliore delle stelle, soltanto, le permette di scorgere le lapidi che la circondano ed una, in particolare, che un uomo gobbo sta profanando. Su quella lapide, a lettere ben leggibili, è scritto un nome: PERSEFONE. E' solo Roseline, in quel luogo, non ci sono guide per lei, soltanto le >>

ombre. Hagall...la barca ondeggia pericolosamente, Nivienne si volta ad osservarla ed ha il volto che la Stella del Vespro ha conosciuto in quella vita, ma la sua pelle, i suoi capelli, le sue vesti, tutto brilla, come potrebbe fare una stella ''Sono lontana come lo è l'immagine in uno specchio, ricordalo Hagall e ricordato a tutte loro.'' infine alza la mano destra ed indica qualcosa, ai >>

piedi della sacerdotessa: una fossa, una tomba chiaramente profanata ed un ciondolo che viene gettato all'interno, cadendo con un tintinnio. Come sono venute, le nebbie si diradato. Hagall e Sihne sono ancora alla baia, Roseline in terraferma, con l'iniziata. Le candele sono spente e ognuna di loro sembra aver riportato qualcosa da quel mondo lontano. Sihne sente che le sue braccia sono >>

pesanti e vedrà che le sue mani sono unite, le dita intrecciate e che è impossibile scioglierle. Roseline, sentirà la mano destra bruciare e vedrà il simbolo della Madre inciso sul palmo...ma non quello che conosce, è quello antico, ormai perduto e dimenticato. Infine, Hagall vedrà che le sue mani brillano, di una luce simile a quella che irradiava Nivienne, ma per lei quella luce è >>

limitata alle mani. Samhain è giunto, la notte è buia e gli spiriti vagano nel mondo.

[GDR END]



"Io sono sempre stata te."






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