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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Ti riveglierai vero? )O(

Ultimo Aggiornamento: 08/09/2012 12:56
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Stella dell'Alba
08/09/2012 12:54
 
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Cure Azhael [Incanto Guarigione 1/1 + Cure rivitalizzanti 2/2]

)O( RIASSUNTO )O(

Dopo esser stata guarita da Eiluned, aver cercato Azhael, essere ritornati al Tempio ed aver pulito la ferita del kuhan, la Stella del Meriggio tenterà di rimarginare la ferita e curarlo chiedendo l'intervento della Forza guaritrice di Cerridwen.
Se riuscirebbe nell'intento il kuhan finalmente si risveglierà, con la felicità della Fenice, e tra uno stanco sussurro e l'altro...Nivienne gli riferirà che l'alleanza ha vinto la guerra, mentre Azhael le chiederà di avvertire la Loggia. La Stella accetterà, promettendogli di scrivere ad Arhil il mattino dopo e troppo stanca si addormenterebbe accanto al compagno.


LINK FM


)O( REGISTRAZIONE )O(

Le forze alleate hanno abbandonato il vulcano, chi con più fretta e chi meno, e con i dovuti aiuti necessari tutti i combattenti sono stati portati nei luoghi di cura. Qualcuno ha potuto godere di cure subitanee subito fuori dalla caverna, altri hanno dovuto attendere di giungere al campo degli ospitalieri, altri ancora sono stati condotti fino al tempio. Tra questi ultimi c'è Azhael: il draconico non ha subito una ferita grave, ma il veleno sulle armi di Sayler ha causato un immediato e copioso sanguinamento, che l'ha ridotto peggio del più grave dei feriti sul campo di battaglia. Forse è stato il giusto prezzo da pagare in cambio delle vite che l'alfiere ha strappato dai corpi dei soldati drow. Dopo quell'ultimo colpo non è passato molto prima che la battaglia finisse e da quel momento gli occhi della Stella del meriggio non si sono mai staccati da lui. E' la prescelta di Cerridwen che si è assicurata che l'uomo arrivasse fino al tempio senza subire ulteriori danni ed è lei stessa che ora si occuperà di rimettere in sesto il suo prediletto. Lui, ignaro di tutto, sogna una battaglia che ancora non è finita. [GDR PLAY]

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { E' notte, ancora sempre la stessa notte. Eiluned l'ha guarita, preoccupata come solo una sorella poteva essere. E lei? Le è restata accanto così poco, per cercare e trovare lui, anche se stanca (//Resistenza +2), ma avrà tempo per riposarsi più tardi. Per farlo condurre lì, dove si trova ora. Uno dei tanti letti della sala visite. Gli avrebbe tamponato la ferita sul collo, quanto la presenza dell'armatura poteva permetterle. Ed ora che finalmente sarebbe riuscita a disfarsene, e giacerebbe accatastata sul pavimento accanto al letto insieme al resto di ciò che lui portava con sè, gli avrebbe controllato il resto del corpo. Nessun'altra ferita. Ma quella ferita minima ha fatto più danni di qualunque altra avesse potuto averne. Anche se sembra, ora, che il sangue finalmente non fuoriesca più. La veste completamente intrisa di sangue, dovrebbe giacere anch’essa accanto al letto. Smeraldine iridi che scruterebbero ancora la pelle più chiara, quasi esangue, del nordico. Un lenzuolo di lino pulito tirato leggermente fino a metà torace, il simbolo della Dea ben visibile, ed i capelli lunghi e scuri appoggiati sul cuscino. Lo guarda, mentre andrebbe a strizzare il panno nel bacile appoggiato al tavolo lì accanto, per poi tornare a passarlo su quella ferita per terminare di pulirla. } Ti risveglierai vero? { Batterebbe con uno strano ritmo il cuore della Rossa Ancella, mentre il dorso della mano destra andrebbe a sfiorare la guancia destra del kuhan. Sarebbe quasi un sussurro quello della Stella, un sussurro ansioso, non ci è forse già passata? Il suo incubo peggiore. }

AZHAEL [sala visite]La guerra è finita. Una verità assoluta di cui però l’alfiere non è affatto consapevole: lui ha fatto tutto quello che ha potuto, ci ha messo muscoli e sudore, esperienza e tecnica, rabbia e determinazione. Ci ha messo cuore e sangue, ma infine è caduto. Il buio l’ha avvolto, privandolo del piacere della vittoria, e nella sua memoria non verrà custodita alcuna immagine della sconfitta finale dell’armata di Sayler. Tutto quello che rimane della battaglia si materializza invece nella mente del vichingo, come un sogno che si sostituirà ai ricordi, facendosi vivido e reale. Così, mentre il corpo inerme affidato alle cure di Nivienne giace sdraiato su un letto del tempio, tra i pensieri il kuhan combatte ancora. Al suo fianco c’è Vesnah, l’incubo rosso, e davanti a loro diversi nemici dalla pelle scura vengono abbattuti uno dopo l’altro. Le lame del colosso disegnano archi di luce scarlatta, dilaniando corpi, tagliando arti, forando organi… Lui si prende la vita degli invasori, senza un briciolo di pietà e senza la minima esitazione. Il fuoco brucia tutt’intorno, ma il caldo opprimente per gli avversari è aria pura per il guerriero di Cerridwen, marchiato dalle fiamme della Dea e sostenuto da quelle del drago rosso; un fuoco che divampa con furia per seminare morte e distruzione tra chi non è giusto. Il furore della battaglia impazza, i movimenti si fanno sempre più concitati, i suoni dell'acciaio sempre più forti... Ma il sogno non può nulla contro la realtà e, nella realtà, non ci sono movimenti e non ci sono suoni: l'alfiere è immobile, steso, con labbra ed occhi chiusi, avvolto dal silenzio più assoluto. Non può sentire la domanda di Nivienne, né tantomeno può risponderle, ma questa volta non la farà penare più del dovuto... tornerà presto.

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Il crepitio del fuoco nel focolare le terrebbe quasi compagnia, non che questa notte non ne abbia avuto abbastanza di calore asfissiante e lava che ribolliva. Strani draghi di fuoco, e drow più tenaci di quando si aspettasse. Ma per i commenti, i pensieri, la stanchezza ci sarà tempo in un secondo momento (//Resistenza +2). Il resto della Sala Visite sembrerebbe ancora silenzioso, forse è stata la prima a farlo portare lì, forse ha fatto più in fretta delle sue sorelle che non ha ancora rivisto. Ma lui aveva bisogno d'aiuto e loro ora dovrebbero stare bene, no? Un respiro lento quello che le uscirebbe dalle labbra scarlatte, mentre lascerebbe cadere il panno all'interno del bacile. E' ora. Lo curerà almeno nel corpo, se Cerridwen vorrà aiutare nuovamente il suo guerriero. E se non si risveglierà tornerà da lui, a cercarlo. Non può ancora farne a meno. Si raddrizzerebbe così la Rossa Stella, permanendo alla destra del guerriero e lasciando che la veste rossa sporca e rovinata le ricada in pieghe sottili attorno, le mani posate a poca distanza dalla ferita alla destra del collo di Azhael. Non chiuderebbe gli occhi la Figlia Prediletta di Cerridwen, lasciando che lo sguardo smeraldino si perda fra le fiamme del focolare. E' un pò stanca, ma il contatto con le Sue Fiamme, con Cerridwen, dovrebbe permetterle di radicarsi maggiormente (//Resistenza +2). Tenterebbe di regolarizzare il proprio respiro la Fenice, inspirando ed espirando, quasi in sincrono con il guizzo delle Fiamme. Niuna strana espressione sul proprio viso (//Imperturbabilità lv. 5), lascerebbe che l'unico pensiero sia per la Guerriera, l'Amante, la Madre, la Signora del Cerchio. Tenterebbe così di concentrarsi per richiamarLa in modo da poter guarire Azhael, se Lei lo vorrà (Volontà ferrea lv. 3). } [Incanto di Guarigione lv.5 - Concentrazione - Fase 1/3]

AZHAEL [sala visite] Il corpo inerme è come un guscio che accoglie il marasma spasmodico di pensieri; un turbinio di immagini vivide colma ogni angolo della mente del Kuhan, riempiendo lo spazio immateriale di avversari da sconfiggere. E lui è lì, fiero e attento, pronto a riceverli e a metterli in ginocchio, perchè, anche nei sogni, l'uomo del Nord non può essere altro che quello che è: l'uomo più giusto con i giusti, il più spietato con chi giusto non è. Si muove rapido, seguito dalla bestia scarlatta, che semina distruzione sul campo di battaglia sterminando i mostri che lui non potrebbe abbattere. L'alfiere si occupa dei drow che lo circondano, menando colpi a destra e a manca, ruggendo d'ira e determinazione, disegnando traiettorie letali dalla precisione chirurgica. Eppure, nonostante gli sforzi, i nemici non sembrano finire mai... Si accalcano gli uni dietro gli altri, rigonfiando la massa nera che straborda dal ponte per riversarsi contro di lui. Dove sono gli alleati? Dov'è Nivienne? Il condottiero è solo col suo drago e guardandosi intorno non vede altro che opponenti pronti ad ucciderlo. Non si arrenderà nemmeno questa volta. Una nuova sequenza di colpi fa strage di carni scure e la fatica morde i muscoli del colosso, che li mette alla prova con testardaggine: aumenta il ritmo, cerca di limitare il flusso anche quando il fiato sembra venir meno. ''Vesnah...'' mormora tra i pensieri, cercando aiuto, e forse il suo corpo reale - quello sdraiato nel tempio - muoverà appena le labbra di riflesso.

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Permarrebbe nella stessa posizione la Stella del Meriggio, con le mani quasi a sfiorare il taglio sul lato destro del guerriero, lo sguardo sempre perso fra le fiamme. Respiri lenti e sincronizzati con il proprio cuore che sembrerebbe battere al ritmo dei tamburi di Beltane. E se la concentrazione venisse infine trovata, il calore del Suo Fuoco dovrebbe estraniare ogni rumore esterno, ogni percezione con quello che le sta intorno, se non ritrovarsi estraniata da uno spesso strato di Fiamme. Solo e soltanto Cerridwen (//Volontà ferrea lv. 3). E se fosse così non potrebbe nemmeno notare la leggera movenza delle labbra di Azhael, se queste si fossero effettivamente mosse. Tenterebbe così d'artigliarsi a quell'ardente respiro vitale. Battito dopo battito, respiro dopo respiro. Beandosi di quel contatto con la Madre Guerriera che sembra farsi spazio nelle vene della Sua Prediletta pulsazione dopo pulsazione. Sangue. Fuoco. Ogni singola fibra del corpo della Stella, del proprio essere, è come se ardesse al Suo tocco vitale. Nuovamente viva, nuovamente Lei. In così poco tempo. Così Lei prevarrebbe, scintilla che diverrebbe Fiamma divampando cullandola nell'abbraccio della Giusta. Ed in quell'istante, se Lei avesse risposto al richiamo dell'Ancella, la stella rossa marchiata a fuoco sulla sua fronte comincerebbe a rifulgere in un alone rossastro, andando a rinfrancare non soltanto il proprio animo dopo la guerra appena conclusa, ma forse anche quello di Azhael che svenuto giacerebbe ancora sul letto accanto a lei (//Luce di Stella lv. 5, Resistenza +2). } [Incanto Guarigione lv. 5 - Incanalamento - Fase 2/3]

AZHAEL [sala visite] Nell'immagine mentale della caverna tutto si tinge di nero: l'alfiere è soverchiato dalla fiumana di avversari e la sua lotta diviene via via sempre più inutile. Per ogni nemico che cade, altri dieci lo sopravanzano, rendendo impossibile ogni resistenza. Gli manca il fiato e boccheggia cercando uno spiraglio per respirare in mezzo alla calca di corpi, ma lo spazio manca e ben presto nemmeno le braccia hanno più modo di muoversi per costruire una qualsivoglia difesa. E' inerme, ma non si abbandona alla morte e grida con tutta la forza che ha in corpo, come se sperasse che la sua stessa voce potesse sbalzare via l'esercito nemico o che Vesnah possa farlo al posto suo. Ed è quando anche l'ultima ombra è calata su di lui, che ogni preghiera viene esaudita: nella realtà la luce di Nivienne splende di rosso, avvolgendo il corpo dell'alfiere privo di sensi; nel sogno la stessa luce rossa si espande con un boato, spazzando via l'oscurità. Il fuoco balena dalle fauci di Vesnah, ora simbolo della stessa dea, e fiammeggia sulla massa informe di drow. Le lingue di fuoco si sollevano tutt'intorno come muri invalicabili e gli oscuri gridano il loro dolore, condannati ad una morte atroce e inevitabile. Il fuoco è ovunque e, al centro di quel sogno cremisi, l'alfiere può nuovamente sollevare le braccia. Il suo ringhio diventa un ghigno folle, che echeggia nella grotta insieme al gorgogliare tra le fauci della simbionte. ''Fuoco per purificare!'' Urla con impeto, sollevando il viso alla volta e allargando le braccia come a voler invocare una forza ancora più grande di quella della Venerabile. Il corpo sul letto trema appena e sul viso immoto si mostra un lieve sorriso.

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Silenzio in quel limbo di fuoco. La Stella si troverebbe ancora in eretta postura, le mani poste ad un soffio dalla ferita sulla destra del collo di Azhael ed i palmi delle mani ancora rivolti verso di essa. Tenterebbe ancora di mantenere la concentrazione, di tenersi ancora a Lei, a quella Dea che è Madre e Guerra, che dovrebbe essersi manifestata (//Volontà ferrea lv. 3, Imperturbabilità lv. 5, Resistenza +2). E se così fosse non potrebbe nemmeno vedere il sorriso sulle labbra del proprio compagno. Rifulgerebbe ancora la rossa stella sulla sua fronte (//Luce di Stella lv. 5), riscaldandole l'animo e ritemprandoglielo, sfiorando ogni lineamento del corpo di Azhael. Il cuore della Stella del Meriggio batterebbe ancora come il rullo dei tamburi la notte di Beltane, ma non solo, anche come quello dell'attimo prima che precede la battaglia. E se Ea lo vorrà, se sarà il volere di Cerridwen, il potere che in lei s'è incanalato -fiamma, dopo fiamma- tenterebbe di riversarsi fuori da lei, di fluire come lava risanatrice nel corpo dell'alfiere rosso. Solo in quell'istante la stella rifulgerebbe nel suo splendore massimo, nelle tonalità del fuoco più puro, ed andrebbe ad illuminare l'intera stanza. E le Sue Fiamme ardenti andrebbero a purificare la ferita, ed a risanarla, così come il dolore dovrebbe iniziare a scemare, sino a dissolversi. Le fiamme dovrebbero fluire nel corpo dell'alfiere, donandogli Fuoco, Sangue e nuova Forza. Il rossore del taglio dovrebbe scemare, sino a dissolversi. La pelle dovrebbe tornare perfettamente liscia, priva di cicatrici, come se nessuna lama l'avesse intaccata, così come dovrebbe acquistare un pò di colore. Sol ora, se Cerridwen avesse risposto al richiamo della Sua Figlia Prediletta ed avesse guarito il draconico, questo dovrebbe incominciare a risvegliarsi, se possibilitato a farlo e se non fosse troppo stanco. } [Incanto Guarigione lv. 5 - Materializzazione - Fase 3/3]

AZHAEL [sala visite] La battaglia che è stata vinta e di cui l'alfiere non ha visto la fine ora va a concludersi anche nella sua mente e, almeno in quel sogno che si è colmato di fuoco, il draconico potrà godere del piacere della vittoria. Le fiamme, altissime e rombanti, illuminano la caverna e avvolgono i corpi dei nemici sconfitti, ormai ridotti a mucchi di cenere e carne carbonizzata. Il Kuhan osserva la scena, avvolto anch'esso dal fuoco, ma, al contrario dei drow, egli non brucia. Anzi, può trarre forza dall'elemento a cui è legato, assaporandone l'abbraccio caldo e rincuorante. La fiamma si fa rovente e la sua luce accecante, e l'uomo del Nord diventa un tutt'uno con essa; nelle lingue infuocate si alternano il muso di Vesnah, il volto di Cerridwen ed il viso di Nivienne, ora distanti, ora sovrapposti. Il colosso smette di ridere, traendo un lungo e profondo respiro che gonfierà i polmoni del suo vero corpo, poi chiuderà gli occhi sul sogno che svanirà nel buio dietro le sue palpebre e finalmente la realtà più consistente gli sfiorerà la pelle, provocandogli un leggero brivido sul collo. Sul letto della sala visite, il draconico apre gli occhi, con estrema lentezza, mantenendoli appena socchiusi per abituarsi al passaggio tra sonno e veglia. La mente non è ancora pronta a scindere il sogno dalla realtà e quella confusione viene ben espressa dalle prime deboli parole che l'uomo sussurra bassamente. ''Vesnah li ha bruciati tutti...'' Prova a muovere un braccio per toccare la compagna, ma i muscoli non rispondono a dovere, così fa un ultimo sforzo per parlare nuovamente. ''Eri con lei...'' Poi gli occhi dell'alfiere si chiudono nuovamente, ma ora il suo sorriso sarà ben visibile alla rossa Stella.

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Le Fiamme guaritrici della Giusta si dovrebbero esser levate, così come adesso si dovrebbero ritrarre. Una lingua di Fuoco dopo l'altra, dovrebbe iniziare a scemare il Potere della Madre, sino a spegnersi, o quasi. Come tizzoni ardenti che hanno disperso il loro calore, ma pronti a ridestarsi al prossimo tocco. Quell'energia che prima aveva avvolto la Stella del Meriggio, che si era incanalata in lei, ed era fluita dalle sue mani, dovrebbe smettere di scorrere lentamente, sino a non sgorgare più. Nello stesso modo la stella sulla sua fronte, quale sigillo di coloro che appartengono alla schiera di Cerridwen, comincerebbe a perder luminosità, sino a non rifulger più nel Suo Fuoco. Tenterebbe così Nivienne dell'Estate di ritrovar il nuovo ritmo del proprio respiro, ora che il Potere della propria Stella è scemato, lasciandola nuovamente stanca e svuotata. Ancora, questa notte. L'abbraccio ardente dovrebbe essersi sciolto, ma l'appagamento è ciò che Azhael potrebbe leggerle negli occhi. Felice, gli donerebbe un sorriso. Perchè tenterebbe di lasciar celato allo sguardo altrui la stanchezza e l'incompletezza, che potrebbero leggersi sul proprio volto (//Imperturbabilità lv. 5), fors’anche perché sa di poter resistere ancora (//Resistenza +2). Lasciando che lo sguardo smeraldino si perda in quello scuro del guerriero, che si fonda, in un attimo estatico di felicità. Stanca però appoggerebbe entrambe le mani sul letto, per posarsi, per trovare un appoggio. E poi una mano stringerebbe quella di lui, in quel richiamo. } Riposati. Devi riposarti! { Quante cose avrebbe voluto dirgli? Raccontargli? Urlargli? Forse abbracciarlo? E' quella la cosa migliore che è stata in grado di dirgli, in un forse stanco sussurro? Eppure il tempo non le sembrerebbe abbastanza. Un solo sguardo, prima che le palpebre di lui si richiudano ed un nuovo sipario le precluda quel mondo. Anche se spera non per molto. } [Incanto Guarigione lv. 5 - Riposo 1/1]

AZHAEL [sala visite] Gli occhi chiusi non precludono all'alfiere la vista dell'immagine di Nivienne, impressa nei pensieri con un'impressionante ricchezza di dettagli. L'uomo ne conosce ogni curva, ogni neo, ogni piccola ruga, ogni onda dei capelli scuri, ogni increspatura delle labbra scarlatte. Ne conosce le espressioni, fin dentro le sfumature più impercettibili, e ne conosce la gestualità. Così ora, dietro le palpebre abbassate, l'uomo del Nord può vedere la Stella che sta li al suo fianco, immaginandone il viso sereno. La voce di lei lo raggiunge, sebbene risuoni lontana ed ovattata, ed il tocco della sua mano lo conduce definitivamente fuori dal sogno. La stringe appena un poco, perchè non ha forze per fare di più, ma lo fa in una maniera inequivocabile: è felice, questo dicono le sue dita. Dopo un silenzio di chissà quanti minuti, il kuhan muove le labbra, appena un poco, per lasciar uscire un sussurro affaticato e appena percepibile. ''E' finita?'' domanda piano. ''E' finita davvero?'' Poi ancora silenzio.

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Lo sguardo della Stella non si sposterebbe dal viso di Azhael, attenta a scrutarne ogni movimento, al di là di quegli occhi che lui ha chiuso. Li riaprirà? Oppure il fatto che li abbia aperti, che si sia svegliato, potrebbe essere stato soltanto un segno della sua lenta ripresa? Non può esser certa di nulla. Le smeraldine iridi tornerebbero sulla ferita, che ora non dovrebbe più esistere, e poi salirebbe su per il collo, la linea della mascella, la sua bocca. Un sorriso le si aprirebbe sul volto stanco, e forse sporco, i riccioli in disordine scappati dallo stretto chignon, quando percepirebbe il tocco di lui, inconfondibile, stringerle la mano. Ed è forse quello che la ridesterebbe, che le donerebbe nuova forza. Se lui sta bene, presto riuscirà a riposarsi anche lei, senza precludersi un sonno ristoratore (//Resistenza +2). Un sorriso leggero, un sorriso felice, nonostante comprenderebbe che la forza del kuhan non è certo al suo massimo. Si chinerebbe su di lui, lasciando la man dritta stretta alla sua, mentre appoggerebbe il palmo della mano sinistra sulla guancia destra del draconico, il pollice che andrebbe a sfiorargli le labbra dopo averne sentito uscire parole sussurrate, cariche d'attesa. } Si. { Un sussurro anche quello della Fenice, che però risuonerebbero all'orecchio destro dell'alfiere. } Abbiamo vinto. { E le ultime parole sarebbero diverse. Risuonerebbero in un tono trionfale, carico della vittoria e del fuoco che la contraddistingue. }

AZHAEL [sala visite] Il colosso non si muove, ma il respiro costante che gli solleva il petto indica con chiarezza che la vita è saldamente ancorata al corpo ora privo di forze. E in quel respiro, laggiù nel profondo dell'anima, se ne mischia un altro: come la Stella non ha mai abbandonato il suo compagno, così non l'ha fatto nemmeno Vesnah, che ora ruggisce bassamente per pompare fuoco laddove il sangue è venuto meno. L'uomo del Nord è forte, un cuore immenso in un corpo statuario, e la sua testardaggine si è scontrata perfino con la morte. Ha vinto allora e non si arrenderà adesso. Al nuovo tocco di Nivienne viene restituito un incerto tentativo di baciarle le dita, le labbra si socchiudono appena sul movimento del pollice per poi richiudersi, ancora una volta senza realmente rispondere alla volontà dell'uomo che è decisamente troppo provato, ma che non rinuncia a tentarci [//volontà ferrea +1 | resistenza +1]. Ascolta parole che sembrano giungere da lontano, consapevole però della vicinanza della sacerdotessa, di cui può sentire il calore del respiro e l'odore della pelle. Poche parole, ma sufficienti a colmare un vuoto enorme, quello dell'incertezza di chi è caduto prima della fine. Il Kuhan è conscio di aver dato tutto quello che poteva, pur non sapendo di essere il guerriero che si è lasciato più morti alle spalle, e sa bene di aver contribuito in maniera sostanziale a quella che ora sa essere stata una vittoria. ''Te l'avevo detto...'' mormora piano, accennando appena un sorriso e dimostrando di non aver perso lo spirito nemmeno in quelle condizioni. ''Non gliela lasciavo la nostra isola...''

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Sarebbe una risata leggera, quella che si impadronirebbe della Stella, al tentativo di lui di baciarle le dita. Una risatina che dovrebbe aiutarla a spazzar via la tensione, l'angoscia, la stanchezza (//Resistenza +2). L'Isola è salva, lui sta bene, le sue sorelle anche. Cosa avrebbe potuto volere di più? } Si, me lo avevi detto, avevi promesso che avresti salvato l'Isola Sacra. Sei il Suo Guerriero, non ti avrebbe permesso di fallire. { E' determinata la voce della Fenice. Sa che lui è stato determinante e non soltanto perchè lo ama. } Così come Cerridwen non ti ha permesso di cadere, di morire. { Si, è caduto sul campo di battaglia, ma ogni volta Lei lo rigenera con la Sua Forza, con il Suo Fuoco. Con il Suo Sangue. La Stella appoggerebbe la sua fronte sulla tempia destra del kuhan, lasciando che le lunga ciglia sfiorino la sua pelle, per poi rialzarsi debolmente e lasciando che lo sguardo scivoli verso le sue labbra, lì dove infine cingerebbe nuovamente la loro unione. Un bacio delicato, casto, almeno per ora. Così come chiuderebbe gli occhi, mentre le labbra si sfiorerebbero. Aveva paura che non si sarebbe risvegliato, una paura che ora è stata lavata via, come il sangue da una ferita.}

AZHAEL [sala visite] La ascolta e ne comprende le sfumature nel tono della voce, che cambia da una frase all'altra per sottolineare con emozione diversa le parole. Crede in lui, crede nella sua Dea, e crede in sé stessa: questa è la forza della piccola Stella, che è la sola nel suo personalissimo firmamento. Vorrebbe parlare ancora, farle delle domande, ma non riesce ad aprire le labbra prima che il bacio della Fenice si posi sulla sua bocca. Lo accoglie come può, cercando ancora di socchiudere appena le labbra e ne assapora ogni attimo. Vesnah esplode un ruggito, ma questa volta il frastuono non arriva fino agli strati più esterni della coscienza per fargli del male, no, resta immerso nel profondo, solo a sottolineare una sorta di strana approvazione. La mano stretta in quella di Nivienne si stringe appena un poco di più, ma ben presto anche quei semplici movimenti diventano sforzi per il Vichingo, che non può fare altro che abbandonarsi alla volontà della sacerdotessa, non trovando le forze per replicare a dovere. Quando lei gli libererebbe le labbra, dopo un silenzio sereno, il cavaliere accennerebbe altre deboli parole. ''Non vivrei senza di te.'' Poi anche la stretta tra le dita verrebbe a mancare e i muscoli perderebbero ogni forza, lascando il corpo all'abbraccio meno consistente, ma non meno appagante, del sonno. In quello che è già dormiveglia, il kuhan parlerebbe un'ultima volta. ''Avvisa i draconici...''

NIVIENNE { Tempio (Sala Visite)} - { Un bacio casto, che però saprebbe di fuoco. Caldo. L'unica cosa che avrebbe potuto coronare quel momento, la notte della vittoria. Si crogiola in quell'istante estatico, per poi staccarsi lentamente, le palpebre che si riaprirebbero, mentre lo sguardo tornerebbe su di lui. Parole deboli, sussurrate, che le arriverebbero all'oto. Così come un altro sorriso trionfale si disegnerebbe sulle labbra rosse della Stella, che però non replicherebbe, ma andrebbe soltanto a stringerlo nuovamente, ora che sentirebbe la forza di lui venire meno. } Riposati ora. { Gli sfiorerebbe ancora la guancia con la mano sinistra, preoccupata. Anche la Fenice è stanca, è stata una lunga notte. Eppure non sarebbe ancora pronta a separarsi da lui, a lasciarlo andare. Così, anche se con fatica, ma determinazione (//Resistenza +2), si stenderebbe sul letto, accanto a lui se glielo permetterà, appoggiando la testa sul petto di Azhael. } Rimarrò qui con te per un pò. { La mano destra che si sposterebbe, andando a posarsi sul simbolo della Dea che ha marchiato a fuoco sul petto. } Domattina avviserò Arhil. { Le ultime parole della Sacerdotessa si perderebbero nell'aria, quasi vagando. E prima che il sonno la prenda, gli donerebbe un altro bacio, lasciando che le labbra sfiorino il petto del vichingo. Poi il sonno li avvolgerà entrambi. }






"Non è possibile suonare senza uno strumento Mitrhil e io ti ho scelta per far risuonare il mio volere tra i mortali. Fai che la tua voce sia la mia melodia nel parlare, che i tuoi gesti siano armonia e che tutta te stessa sia il mio canto. Tu sei la mia Stella Mitrhil, ed io sarò con te in ogni tuo passo"

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1/2 role di riposo per Azhael

)O( RIASSUNTO )O(

Azhael è in cura presso il tempio dove riceve la visita del vecchio confratello Trago, accompagnato dal giovane Tuor Keris. I tre si concedono un breve dialogo, mentre Sihne, inizata del Tempio, porta all'alfiere del pane, del miele e della carne, per aiutarlo nel recupero delle forze, venute meno in seguito al copioso sanguinamento causato dalla ferita al collo subita durante lo scontro col generale Sayler.


.COMMENTO.

Per permettere all'organismo di recuperare le forze, viene servita della carne rossa, che aiuterà l'alfiere a combattere l'anemia dopo la gran perdita di sangue.
Il miele invece è un alimento salutare che fornisce all'organismo energie immediatamente disponibili.


)O( REGISTRAZIONE )O(


TRAGO [Esterno-Tempio] Il viaggio dalla cordigliera è stato tranquillo, in questo pomeriggio di eterna primavera in cui si trova l’isola, il macedone è vestito come suo solito con una casacca bianca senza maniche, un pantalone marrone e un paio di stivali abbastanza leggeri adatti per queste temperature. Al fianco sinistro dimostra la sua spada. Arrivato con a fianco il Tuor per andare a fare visita all’istuk, quel famoso istuk a suo tempo l’ha fatto veramente tribolare. Il volto coperto dalla ramata barba e gli occhi color miele attenti ad osservare dove stia mettendo i piedi, le braccia ciondolano seguendo il passo lungo i fianchi. [Cosa mi sapete dire del Kuhan Isthuk, Tuor?] chiede con il suo solito tono gentile verso il ragazzo che lo segue lungo il cammino, stranamente gentile, per il momento ha abbandonato quell’aria austera che lo contraddistingue, volge il ramato capo verso di lui in attenta attesa di una risposta.


KERIS [Esterno Tempio] Cammina tranquillamente al fianco destro di Trago, la loro meta è il Tempio, per fare visita al confratello. Indossa una camicia di cotone nera e un paio di pantaloni a fasciargli le gambe, ai piedi un semplice paio di stivali. Il medaglione da Tuor sempre appeso al collo ben visibile sul suo petto. Le spade legate alla cintura di cuoio alla sua vita: la lunga a sinistra e la corta a destra. Il crine sciolto come sempre che gli ricade fin sulle spalle mentre lo sguardo va per alcuni secondi verso il cielo limpido, con quel sole che riscalda fin troppo l'isola. Ma poi la domanda dell'uomo al suo fianco lo fa voltare verso egli con un'aria leggermente pensierosa ''beh...di sicuro sa il fatto suo, è un ottimo cavaliere e combattente, per quel poco che ho potuto vedere'' un sorriso sul finire della frase. Lo sguardo ora passa sul Tempio ormai quasi raggiunto ''ma di sicuro l'avrete conosciuto prima della vostra partenza o sbaglio?'' chiede curioso ma sempre con quel fare gentile che lo caratterizza.


AZHAEL [sala visite] Dopo le prime cure prestate da Nivienne, l'alfiere non si è mosso dal letto su cui è stato lasciato: la ferita è chiusa, ma l'uomo ha perso troppo sangue per poter sperare di sollevarsi senza sforzo sulle sue gambe. Dovrà aver pazienza e sopportare l'infelice condizione finchè le forze non gli saranno tornate. Non è la prima volta che si trova sdraiato su un letto del tempio, ma questo è parte del destino che spetta a chi combatte (e anche di chi ama una sacerdotessa) e ormai l'uomo del nord sa accettarlo senza lamentarsi. Leggermente sollevato sui cuscini appoggiati alla testata del letto, e coperto da un leggero lenzuolo bianco e fresco, il Kuhan osserva la stanza senza dedicare alcun pensiero a ciò che lo sguardo coglie. La mente è distante e cerca di ricostruire per l'ennesima volta quanto accaduto durante la battaglia. [Cos'è successo, Vesnah?! Come ho fatto a cedere in quel modo? Un solo colpo... e non ricordo più nulla...] I dubbi dell'alfiere sono comprensibili: il generale dell'armata è riuscito a ferirlo, ma il taglio non sembrava così grave da giustificare uno svenimento immediato e tanto sanguinamento. Il ruggito che esplode nella mente arriva forte e denso, e nelle parole della Venerabile non c'è nemmeno una briciola del dubbio che affligge il cavaliere. [**Veleno, sciocco moscerino... Veleno... Non ne hai mai sentito parlare?!?!**] La Furia Rossa non è certo campionessa in gentilezza, ma le sue parole sono sufficienti se non altro a rispondere alle domande del draconico. ["Dannato vigliacco..."] Commenta tra i pensieri, chiudendo poi per un attimo gli occhi, per abbandonarsi ad un ennesimo momento di stanchezza. Quando le forze son così poche, anche pensare diventa faticoso.


SIHNE { Cucina } Ha osato abbandonare ancora la propria alcova, la mezzosangue. Nel silenzio del primo pomeriggio si è incamminata lungo il corridoio, con la segreta speranza di non dover fronteggiare nessuno. Nè forestieri nè le sue sorelle. Soprattutto Hagall e Rose. Inspira lentamente, osservando il piatto ligneo abbandonato sul tavolo, e con ancor più attenzione il suo contenuto: una dozzina di fette di pane, ancora tiepido. Prima ancora che lo sguardo si renda veramente conto di quella bontà, è lo stomaco a farsi sentire. E' da qualche tempo che la dieta della mezzosangue non è più regolare, anzi: sta diventando sempre più saltuaria. Si stropiccia il volto, abbandonando dunque le braccia lungo i fianchi, per dunque dirigersi verso la credenza, alla ricerca di chissà che altra prelibatezza. Non è golosa, no: ma la fame si fa sentire. Seguirebbe i dettami del proprio stomaco se non fosse per una piccola distrazione. Oltre la soglia della cucina, e oltre quella spalancata della mensa adiacente scorge qualcosa di inusuale, almeno per lei ( Sensi sviluppati ). La sala visite non è vuota. Tutt'altro. Improvvisamente il terrore l'assale: chi vi sia qualcuno pronto a farle del male? Inarca le sopracciglia, restando immobile come una statua, e solo una volta tranquillizzatasi, sbattendo le palpebre, scopre sulla mensola qualcosa di particolarmente invitante: un barattolo di miele. Inclina il capo verso sinistra, mordicchiandosi appena il labbro ed afferrando il contenitore di vetro spesso per poggiarlo sul tavolo. Ora l'inquilino della sala visite non sembra esser più il soggetto delle attenzioni della mezzosangue, intenta a cercare un cucchiaio in una delle madie della cucina. Dopotutto, se qualcuno si trova in sala visite non dovrebbe essere in grado di alzarsi dal letto, dunque la bastarda, almeno per ora, è tranquilla. Anche se i suoi sensi sono sempre all'erta, pronti a captare qualsivoglia segnale di pericolo.


TRAGO [eterno tempio->S.V.] Torna ad osservare la strada che stà compiendo, annuendo vistosamente alla domanda che l’altro gli pone. [Non siamo mai riusciti a capirci io e il Kuhan..] il tono pensieroso a quello che fu il suo passato. [Mi domando che espressione farà una volta che ci rivedremo.] e questa frase gli nasce spontanea quasi fosse un semplice pensiero espresso ad alta voce. Ecco che arrivano ai tre gradini del tempio, l’ultima volta che è stato qui ha avuto bisogno di un grande aiuto per riuscire a compierli ridotto come era, ma grazie all’intervento della Dea, finalmente può riuscire a compiere tranquillamente quel tragitto. Compie quindi i tre gradini preparandosi a oltrepassare il portone del tempio ma ferma immediatamente il passo, alzando un braccio per fermare anche il passo del Tuor. [Dimenticavo che qui le armi non sono ammesse Keris, Vedete un posto dove possiamo metterle?] e il capo ramato si gira in perlustrazione del luogo. Non notando nulla di particolare, si sposta verso l’ingresso del tempio e velocemente le mani vanno a scogliere il nodo che lega l’elsa alla cinta per poi poggiare la spada accanto all’ingresso. [Venite, la sala visite è oltre quella porta.] il suo unico commento mentre ora si dirige verso la porta dopo aver dato un silenzioso saluto alle statue della Dea e al fuoco sacro con un cenno della testa in segno doveroso di rispetto per il luogo e ciò che essa rappresenta.


KERIS [Esterno Tempio--> sala visite] Ancora continua a camminare arrivando ormai all'ingresso del Tempio, lo sguardo passa da esso all'uomo al suo fianco, ascoltandone il dire. Rimane un pò dubbioso da quelle prime parole ''come mai?'' altra domanda che sorge spontanea ma forse non ci sarà tempo per la risposta. Distrattamente andrebbe a slegare le armi dalla cintura per poi poggiarle di fianco a quelle dell'uomo nei pressi dell'ingresso. ''Sì mi ricordo dove si trova'' dice divertito, in effetti l'ultima volta che si era recato in questo luogo era stato con Arhil per fare visita a Trago, chissà se prima o poi qualcuno farà visita a lui. Meglio non fare questi pensieri e concentrarsi di più sul confratello adesso, quindi varcherebbe la soglia, seguendo l'uomo all'interno del Tempio. Uno sguardo al luogo non del tutto sconosciuto, anche se i particolari non erano rimasti impressi, mentre compie un leggero inchino con il capo in segno di rispetto.


AZHAEL [sala visite] Abituato com'è a vestire d'acciaio ed a sentirne il tintinnare ogni volta che compie un movimento, stare nudo, avvolto solo da un lenzuolo - che di rumore, anche impegnandosi a strattonarlo, invero ne va davvero poco - è abbastanza strano per il kuhan, ma gli dona una certa sensazione di leggerezza che in questo momento gli fa solo bene. Con estrema lentezza cerca di sistemarsi sul letto, cambiando posizione per evitare che i muscoli si intorpidiscano a furia di rimanere immobili. Si spinge più indietro, provando ad alzare maggiormente la schiena per adagiarla completamente contro i cuscini alle sue spalle. Il braccio destro si piega per portare il palmo aperto dietro la nuca, mentre la mano sinistra si muove pigramente sul simbolo che l'uomo porta impresso sul cuore. E' il simbolo della dea, ma non è ne una cicatrice, ne un'ustione, ne tantomeno un tatuaggio: quel Sigillo è comparso da solo, come protezione per l'animo del Guerriero benedetto da Cerridwen, riportato alla vita dalla stessa Trina e dagli sforzi di Nivienne. La morte non è riuscita a prenderselo, la Madre l'ha protetto, e non sarà certo un pò di riposo forzato a preoccuparlo, anzi, ne approfitterà per rilassare il corpo e per liberare la mente dal peso degli impegni che, nel lungo periodo prima della guerra, si erano fatti gravi come macigni. Quando alcuni rumori lontani si insinuano nel silenzio del tempio, gli occhi ancora chiusi vengono costretti ad uno sforzo, le palpebre si sollevano e il capo si rivolge all'ingresso della sala. C'è del movimento. Forse Nivienne sta tornando da lui...


SIHNE { Cucina > Sala Visite } Ecco: trovato. Afferra con la mancina il cucchiaio di legno, iniziando a spalmare il miele su una fetta di pane. Arriccia il naso, ma non per fastidio, quando il piacevole profumo del miele le giunge alle nari. Una volta conclusa l'operazione afferra una seconda fetta, cospargendo anche quest'ultima di miele. Quel suo strano comportamento non è dettato dall'ingordigia, anzi: curiosamente afferra entrambe le fette di pane, dirigendosi verso la Sala Visite. I piedi nudi della mezzosangue non fanno alcun rumore sul pavimento laterizio. La novizia, forse immersa nei propri pensieri, forse eccessivamente condizionata dal timore di incontri indesiderati si accorge degli altri presenti solo una volta raggiunta la soglia della Sala Visite. Per ora sono solo suoni, suoni di passi pesanti in rapido avvicinamento (Sensi sviluppati). E poi c'è il degente, che ovviamente aveva già calcolato. L'incedere dell'iniziata si tronca bruscamente proprio in corrispondenza dell'arco di soglia. Rimane lì, immobile ed all'erta, con lo sguardo fisso sul Kuhan Ishtuk, le labbra serrate e le fette di pane e miele ancora in mano. Le sopracciglia si inarcano pericolosamente in un'espressione interrogativa e timorosa, mentre alcuna parola viene elargita, presagendo che sarà difficile ottenere qualche favella da parte della bastarda. L'uomo che scorge sulla branda ha il fisico di un guerriero, nonostante la spossatezza che gli si legge negli occhi (Empatia +2): sembra capace di ferire, di uccidere.. per questo l'iniziata non muove un solo passo in più, restando con la propria insignificante presenza sulla soglia. Con quegli occhi grandi e chiari fissi sul Cavaliere, alla ricerca di una risposta, come se quel giovane combattente potesse rassicurarla per quanto riguarda il suono di passi che si avvicina, minaccioso -almeno per lei- ed inarrestabile.


TRAGO [S.V.] [Tuor, volete sapere un po troppo… alcune cose è bene che restino private, credetemi.] la risposta alla domanda che viene data senza nemmeno voltarsi verso il suo interlocutore intento ad osservare la porta che dà sulla sala visite e la destra si solleva ad afferrare la maniglia una lieve torsione del polso un’altrettanto lieve spinta e la porta si dovrebbe aprire, ecco che lo sguardo del macedone si sposta all’interno, tutto è rimasto come quando lui occupava quella stanza, il volto torna serio ora che riesce ad osservare la figura del Rosso disteso sul letto. Fa un lieve sospiro e compare nuovamente quella sua aria austera e fiera. [Sid, Khuan] la voce greve si dovrebbe far sentire bene in quella stanza dove regna il silenzio lo sguardo per quello che può va alla ricerca di alcuni segni sul corpo dell’ex confratello cercando di comprendere come egli stia, nonostante non abbia basi mediche, di ferite dovrebbe capirci un minimo. Fa qualche passo in avanti verso il letto occupato dal draconico lasciando libero passo al tuor che lo sta seguendo, lo sguardo calamitato ora su Azahel non sembra aver intenzione di modificare la sua postura ferma il passo a qualche metro dal letto attendendo una risposta, sperando che questa arrivi non sapendo realmente le condizioni dell’altro. Preso come è non fa assolutamente caso a cosa gli succede dietro le spalle, non si accorge quindi dell’arrivo silenzioso della sacerdotessa che ora si trova quasi al proprio fianco volando quasi nella stanza della sala visite


KERIS [Sala Visite] Il passi si susseguono mentre gli stivali battono sul pavimento del tempio creando forse qualche leggero eco sulle pareti. Ormai sono praticamente arrivati nella sala visite ma prima di varcare la soglia sembra ricevere una risposta dall'uomo di fronte a lui ''perdonatemi, non volevo essere invadente'' il tono lievemente rammaricato. Segue l'altro all'interno della sala, ora che la porta è aperta, andando a studiare l'ambiente circostante con lo sguardo. Finalmente le iridi di ghiaccio trovano la figura di Azhael sul letto e un sorriso cordiale e felice si apre sul suo volto ''Kaetaa Khuan Isthuk''. Qualche passo farebbe verso il letto, dopo aver richiuso la porta alle sue spalle, con lo sguardo sempre sul confratello che tutto sommato non sembra messo troppo male ''come state?'' il tono cordiale mentre pone quella semplice domanda. Forse però con la coda dell'occhio riuscirebbe a notare la figura della sacerdotessa ferma sull'altro ingresso della sala, il capo si volta lentamente verso quella direzione, studiandone il volto non del tutto nuovo. ''Sid et Lex Draconis milady, ci conosciamo vero?'' il tono sempre sereno mentre cerca di rammentare il loro incontro.


AZHAEL [sala visite] Mentre le dita della mano mancina continuano a sfiorare le linee del sigillo, il resto del corpo resta immobile e un lieve sorriso muta l'espressione del viso serio. Si aspetta di veder comparire la Stella del Meriggio e le labbra stanno già per aprirsi e lasciar uscire un saluto entusiasta, ma chi si affaccia alla soglia non ha la fisionomia di Nivienne, non ha i suoi capelli, non ha i suoi occhi verdi, e non è nemmeno della stessa razza... No, decisamente non è lei! Le parole si fermano sulle labbra del colosso, che tornano a chiudersi in un'espressione prima seria, poi curiosa, infine perplessa. I grandi occhi scuri scrutano la figura della mezzosangue per qualche secondo prima di notare anche il pane che ella porta con sè. Ecco finalmente un pò di energia per il corpo debilitato! "Venite pure avanti..." La invita con un leggero mormorio. Non la conosce, nonostante frequenti il tempio da molto tempo, ma comprende con facilità dal profilo di stella che la giovane porta sulla fronte che ella sia un acquisto relativamente recente della Casa della Dea. Dopo aver pronunciato le poche parole è costretto a togliere l'attenzione dall'iniziata per intercettare invece l'ingresso dei due confratelli provenenti da un'altra direzione. O meglio, un confratello e chi lo era stato molto tempo prima. Scuote la testa per lo stupore, nell'incrociare lo sguardo di colui che fu Iodrak prima di Lady Arhil. "Lord Trago..." sussurra in un misto di stupore, commozione e gioia. "Anche con voi la morte ha fatto fatica..." scherza, con la voce che però è tanto bassa e affaticata da arrivare appena a destinazione. Un ultimo sforzo per salutare anche il Tuor "Kaetaa Keris, grazie per la visita..." Poi rivolgendosi a entrambi, conclude rocamente. "Venite, avvicinatevi, raccontatemi tutto quello che mi sono perso... " Non gli piace mostrarsi debole e, benchè le sue condizioni siano facilmente intuibili, cerca in ogni modo di apparire forte e risoluto [//resistenza +1 | volontà ferrera +1 | Sangue freddo 3].


SIHNE { Sala Visite } Ci sono due porte che conducono alla sala visite: una collegata direttamente con la mensa –sulla soglia della quale si trova la mezzelfa- ed una attigua alla stanza circolare –dalla quale sopraggiungono Trago e Keris-. Non abbandona per un solo istante il volto del Rosso, la novizia, indugiando solo per qualche attimo sul sigillo che il Cavaliere reca sul petto, riconoscendovi qualcosa di simile a quanto recano le ancelle della Madre. Anche lei reca una stellina, però sulla fronte. Ed è incolore. Vuota. Pronta, se la Dea lo vorrà, per essere campita con uno dei tre toni che rappresentano i Suoi Volti. Quello è l’unico simbolo ad identificarla come iniziata, dato che non indossa la veste verde destinata alle novizie, bensì una larga tunica grigia, troppo larga per quel suo fisico piatto, più da fanciullo che da donna. Non si volta verso l’altra entrata, udendo però le parole che da quella zona sopraggiungono. Qualche lemma le è estraneo, ma non manca di accorgersi che son due differenti voci, quelle che si librano nell’aria, confermando così la precedente ipotesi che i visitatori fossero due. Torna ad osservare il Cavaliere, notando un certo interessa da parte sua per il pane e miele che ella reca seco. Abbozza un lieve sorriso, quasi impercettibile, attendendo ancora, però prima di avvicinarsi a lui, diffidente come solo i mezzosangue sanno essere. Sembra pesa in un mondo tutto suo, il cui unico punto di riferimento è l’Alfiere semi-seduto sul letto della Sala Visite, eppure non ignora la domanda del Tuor. Si volge lentamente verso di lui, frugando nei propri ricordi più recenti alla ricerca di un nome che possa combaciare con quel volto, effettivamente giù visto in precedenza. Schiude appena le labbra per rispondere, ma alcun suono esce da quella bocca arida. Attende qualche attimo, prima di annuire, e dunque tornare con il proprio sguardo chiaro a cercare quello del Rosso, le cui parole sembrano rassicuranti, prive di qualsiasi cattiva intenzione (Empatia +2). Si avvicina con lentezza al suo capezzale, continuando a tenere sott’occhio gli altri due, guardinga, e rannicchiandosi a terra, vicino al letto del Kuhan, dopo averli porto una fetta di pane. Resterà così, silenziosa, ad osservare i due giunti, dalla parte opposta del letto verso il quale si stanno dirigendo.


TRAGO [S.V.] Si accorge solo ora della sacerdotessa, alzando lo sguardo in direzione di quello del rosso e fa un lieve inchino con il volto in segno di saluto e rispetto verso ella. Torna quindi verso il nordico accennando un lieve sorriso verso di lui. [al contrario Azahel, dovreste raccontarmi voi quello che mi sono perso.] il tono rimane identico a prima cosi come lo sguardo. [Per quanto riguarda me, credo che la vostra simbionte possa dirvi tutto quello che mi riguarda.] poi verso la sacerdotessa. [Ero giunto per fare visita, se dovete prestare cure e siamo di disturbo ci allontaniamo tranquillamente dal tempio.] gli sorride cordialmente facendo un nuovo inchino con il capo per tornare con l’attenzione ai due draconici


KERIS [Sala Visite] Lo sguardo passa dalla mezza al Kuhan ascoltando le sue parole ''figuratevi, è un piacere rivedervi intero'' un altro lieve sorriso ''non vi siete perso molto, solo qualche ospite qua e là, la Loggia si sta un pò affollando'' conclude divertito. Ascolta poi le parole di Trago a cui aggiunge ''infatti, com'è andata? ci vuole un resoconto dettagliato'' il tono sereno mentre porta le braccia ad incrociarsi di fronte al petto. Un altro sguardo verso la sacerdotessa cogliendo anche quel suo tacito assenso alla sua domanda, a quanto pare anche lei ricordava. Ma non aggiungerà altro, restando a guardarla per qualche secondo mentre si siede a terra, per poi tornare sull'Ishtuk, attendendo risposta.


AZHAEL [sala visite] La situazione lo costringe a dividere le proprie attenzioni da entrambe le parti del letto, girando il collo prima da una e poi dall'altra parte per dedicare lo sguardo a tutti i presenti attorno al suo giaciglio. L'iniziata gli si è avvicinata silenziosamente ed altrettanto silenziosamente gli porge la prima fetta di pane e miele, prima di ranicchiarsi sul pavimento. "Grazie..." sussurra l'alfiere, prendendo il cibo e portandoselo subito alla bocca. Continua ad osservare la femmina mezzosangue, trovando abbastanza inusuale il suo comportamento: in fondo ora è lei la padrona di casa, eppure si comporta come la più timida delle serve. Gli occhi gentili restano posati sulla giovane, finchè il pane non viene consumato completamente. "Potrei avere anche quella?" Domanda infine, sempre faticando a parlare con un tono più alto di un sussurro, indicando con il mento il resto del pane che ella tiene tra le mani. Attendendo una reazione, si dedica per un attimo a Trago. "Vi siete perso una guerra", replica all'uomo. "Ma suppongo ne abbiate combattuta una anche voi." Gli sarebbe facile stringere il legame mentale con l'ex Iodrak - ignorando che non sarebbe possibile farlo - per farsi mostrare ciò che è accaduto dopo la sua partenza, ma ora non può permettersi uno sforzo tale. "E' meglio che Vesnah riposi come il suo cavaliere", spiega lentamente. "Ma, appena mi sarò rimesso, mi parlerete dettagliatamente del vostro viaggio..." Una pausa per indugiare negli occhi di miele di Trago. "... sono felice di rivedervi." E lo è davvero. Cercando di raccogliere i pensieri, si massaggia leggermente una tempia, poi, schiarendosi prima la voce, risponde brevemente al Tuor. "I dettagli ve li illustrerò quando sarò meno affaticato, ma non vi lascerò tutta la curiosità. Com'è andata? Noi abbiamo vinto, loro sono caduti a decine. Tanti piccoli manichini neri, ridotti a un mucchio di carcasse." Nelle parole, seppur sussurrate, risuona tutto l'orgoglio battagliero dell'alfiere rosso. "Non mi aspettavo tanta resistenza, ma ce l'abbiamo fatta..."


SIHNE { Sala Visite } C’è un terrore ancora vivido, nello sguardo dell’iniziata. Il terrore per quel pomeriggio durante il quale due sue consorelle la bendarono e la avvicinarono alle fiamme del sacro braciere, la spinsero sott’acqua e le fecero sentire il vuoto sotto i piede, oltre la scarpata del Tor. E tutto ciò senza alcuna pietà. Sono quei ricordi pulsanti che, nella sua mente, le impediscono di proferire parola alcuna, per il panico che, una volta di dischiuse le labbra, potrebbe uscire solo l’urlo mostruoso che tacque quel pomeriggio. Rimane seduta a terra, con le gambe incrociate, senza premurarsi di assumere una postura un po’ più composta, magari consona ad una giovane fanciulla. Il crine castano, inanellato di piccole perline vitree, quasi raggiunge il pavimento, e lo sguardo color ghiaccio –forse l’unico particolare in grado di attrarre un po’ d’attenzione in quel volto irrilevante- scivola lento dall’Alfiere a coloro che son giunti a fargli visita, man mano che la loro conversazione prende forma. Scuote il calma il capo alla domanda di Trago: lei è solo una novizia, non può prestare cura alcuna, casomai portare qualcosa da mettere sotto i denti per il degente, nulla più. Quando il Kuhan chiede anche la seconda fetta di pane l’iniziata gliela porge senza riserve, abbozzando un lieve sorriso: quell’uomo deve aver davvero fame! Attende qualche attimo, prima di alzarsi in piedi e far cenno al giovane di aspettare, prima di allontanarsi dalla Sala Visite e tornare alle cucine, passando attraverso la mensa attigua. Forse si comporta come una serva, ma non lo è affatto. Quel suo comportamento non è un vezzo infantile: ad una più attenta analisi si potrebbe capire che quel suo atteggiamento ha un perché. Ma meglio non indagare troppo: si potrebbero scoprire aspetti dell’essere Sua iniziata che sono sconosciuti allo sguardo dei più.


TRAGO [SV] sorride verso la sacerdotessa indaffarata a portare il cibo ai feriti, lascia che ella compia quello che fare senza disturbare troppo, rispettando lo strano silenzio che ella sta mantenendo senza rivolgergli ulteriori domande. Un nuovo cenno della testa mentre l’altra si allontana dalla porta secondare da dove è apparsa e poi il volto torna ad osservare il Kuhan. [Per quanto il mio passato possa dire il contrario…] esordisce verso l’altro con il suo classico tono sicuro mantenendo le braccia incrociate al petto. [Io ho sempre odiato le guerre, hanno sempre un esito cosi incerto.] e poi lo sguardo si alterna tra i due serio e attento osservatore di ciò che lo circonda. [Ho avuto occasione di notare, dal giorno del mio arrivo come le cose siano mutate tra i confratelli della loggia, tutto è cosi meno…] non sa nemmeno lui come definirlo, fatto stà che molte cose e molte maniere di porsi che hanno i Tuor verso i superiori ai suoi tempi non potevano nemmeno essere contemplate mentalmente figuriamoci fatte poi… cosi come i superiori si rivolgano ai tuor… tutto è diverso in quelle mura di roccia cosi diverso da far apparire la loggia una novità agli occhi di colui che è stato signore dei draghi. [Anche a me fa piacere incontrarvi Azhael e sono lieto che la morte non vi voglia nel suo manto. Sono certo che avete portato alto il nome della loggia, ed il vostro.] dopo tutto Trago è cosi, anche se in silenzio qualcosa dentro di lui inizia a mutare e lo si può vedere da quel lieve sorriso che nasce dalle sue labbra.


KERIS [Sala Visite] Ancora presterebbe attenzione alle parole proferite dal Kuhan osservando anche la sua immensa fame ma almeno mangiare gli dovrebbe far riacquistare le forze. Alla sua risposta sorride osservando quella fierezza che lo caraterizza ''immagino sia stata una grande battaglia, per fortuna e finita bene e, per i dettagli, avete ragione ci sarà tempo'' un altro sorriso va ad allargarsi sul volto del Tuor. Le iridi di ghiaccio poi seguono l'allontanamento della sacerdotessa verso la mensa, ancora silenziosa, non ha detto neanche una parola da quando sono arrivati, che lui ricordi prima non era così, chissà cosa le sarà successo? Una domanda che muore nella sua mente tornando ad ascoltare le parole proferite da Trago. Uno sguardo perplesso si palesa sul suo volto, il sopracciglio sinistro si inarca lievemente mentre gli occhi tornano su di lui. Ma non dice nulla, non volendo interrompere il discorso dei due, lascerà che sia Azhael a dire qualcosa, in fondo loro si conoscono meglio.


AZHAEL +[sala visite] L'iniziata non interrompe il suo silenzio e comunica unicamente col linguaggio del corpo. Non può essere solo timidezza. Mentre il Kuhan prende l'ultima fetta di pane cosparso di miele, ricambia il sorriso alla giovane, guardandola con occhi che sono gentili, ma anche comprensivi. Annuisce appena quando gli viene fatto cenno di aspettare. [si, aspetto qui, e che altro potrei fare?] scherza da solo tra i pensieri, pronunciando invece un breve ringraziamento per il nuovo cibo ricevuto. "Grazie ancora, giovane ancella, dopo di questa andrà decisamente meglio." La guarda allontanarsi, tornando poi a voltarsi dalla parte opposta del letto. Ascolta quindi le parole di Trago, che nel loro tono sicuro, risuonano sempre come se fossero avvolte da uno strano velo di malinconia. L'alfiere annuisce alle prime. "Nessuno ama la guerra, se tralasciamo Vesnah, ma la guerra spesso è necessaria Trago... E di guerre ne combattiamo ogni giorno, volenti o nolenti." Nella voce del colosso traspira una consapevolezza che è ben distante da quella del guerriero impulsivo che fu un tempo e la piccola dose di saggezza messa in mostra sottolinea il pensiero di Trago: i tempi sono cambiati davvero e anche gli uomini lo sono. Probabilmente in meglio. "Ci sono stati tanti arrivi e tante partenze. Così tanti volti si sono avvicendati tra le pareti della Loggia, che stento a ricordarli tutti... Ora il gruppo cerca di farsi forte e qualcuno ha piantato solide radici nell'arida roccia della cordigliera." Il capo si solleva per portare il mento ad indicare Keris. "Il tuor è uno di questi... e, avete ragione amico mio, molta formalità ha lasciato il posto a rapporti più diretti. Ma il rispetto non è venuto meno... E se mai succederà, non risparmierò lividi a nessuno." L'alfiere scherza, ricordando il suo ultimo incontro con Keris in sala d'arme, ma quello che ha detto è l'assoluta verità: alle nuove leve viene permessa qualche libertà in più, ma nessuno si dimentica di cosa vuol dire essere Cavalieri dei Draghi. "Il nome della congrega è stato onorato e anche nella battaglia i prescelti dalle antiche stirpi si sono fatti valere! Il Braccio si è fatto forte... Il Cuore batte senza interruzione con la guida di Lady Arhil. Vorrei che anche la Mente trovasse lo splendore di un tempo..." Forse un invito il suo? "Forse oltre il portale ci saranno delle risposte anche in merito a questo..." Conclude, parlando sovrappensiero.


SIHNE { > Sala Visite > } giovane! Se l’Alfiere immaginasse che quella fanciulla ha visto molti più inverni di lui, forse desisterebbe nell’usare quel particolare aggettivo. Ma poco le importa. Dalle cucine si dovrebbe udire qualche suono sordo: la mezzosangue sta frugando tra le mensole. È rimasta stupita dall’appetito del Kuhan, tanto da cedergli anche la fetta di pane che aveva preparato per se, deve ammetterlo. Qualche attimo dopo fa ritorno alla Sala Visite, portando con se ancora pane con miele ed una ciotola con qualche pezzo di carne cotta, ma fredda. Non ha voluto avvicinarsi al fuoco: poco male, ma è certa che all’Alfiere –ed al suo stomaco vuoto- andrà bene ugualmente. Mentre raggiunge il letto del degente indugia una manciata di secondi nell’osservare il volto del Tuor e dell’altro uomo, quello con il crine color fuoco. Da quel poco che ha udito della loro conversazione l’argomento che prepondera è la battaglia. Che si tratti di quella per cui tanto a lungo si è discusso anche sull’Isola o di un’altra, non le è dato saperlo, almeno per ora. Ciò nonostante, per quel che può, cerca di memorizzare i pochi dettagli uditi dal loto scambio di battute. Poggia la ciotola con la carne ed il piatto con il pane e miele vicino al bordo del letto dell’Alfiere Vermiglio, attenta che nessuno dei due contenitori resti in bilico, rischiando così di cadere. Una volta sistemato anche ciò indicherebbe il loro contenuto al degente, con un cenno della mano, invitandolo a servirsi. Attende qualche attimo per osservare la sua reazione e, una volta accertatasi che tutto vada per il verso giusto dirigerà un cenno del capo ai tre presenti in quella stanza. Un cenno ora più sicuro, non più timido o indulgente, ma fermo.. e silenzioso. Dunque, rivolto loro un ultimo saluto, si allontanerà da dove è venuta, a passo scalzo, e con perline di vetro a tentennarle tra il crine castano: l’unico suono concesso da quella mezzosangue, che sembra invece –una volta di nuovo sola- voler gridare tutto il suo terrore. { Exit }


TRAGO [S.V.] Fa un mezzo sorriso amaro il mediterraneo sentendo le parole dell’altro, soprattutto nelle ultime battute ed è quello che più lo lascia pensieroso. Lascia che la sacerdotessa che ritorna da chi sa dove compia quello che deve fare in perfetto silenzio, l’osserva e osserva anche il tuor, attende che questa si allontani e torna quindi a parlare dopo che l’ha salutata a dovere con un nuovo inchino del capo. [Siete maturato Khuan, anche se ormai le mie parole non contano poi molto in loggia, ma credete, quanto dite e quanto avete fatto vi hanno reso quello che speravo diventaste. Dovete perdonarmi per i mei fallimenti Azahel, non sono riuscito ad essere per voi quel maestro che avrei voluto essere.] poi sposta lo sguardo verso il tuor indicatogli prima e questa volta un sorriso più ampio si disegna sul suo volto [Per il momento lui è colui con cui ho avuto più a che fare, sembra che lo Iodrak voglia a tutti i costi che passi sotto le mie grinfie.] ridacchia divertito. Nuovamente torna ad osservare l’alfiere. [La mia mente è morta da tempo, e altrettanto è successo in loggia, mi spiace veramente che la mia partenza abbia portato una cosi grave mancanza alla loggia.] parole piene di significati le sue ma sicuro che almeno l’alfiere comprenda parte di quello che voglia dire.


KERIS [Sala Visite] Gli occhi ritornano su Azhael mentre permane nella sua posizione a braccia conserte, solo l'espressione si ridistende, tornando più serena. Alle sue parole su di lui nasce un sorriso, quasi con orgoglio, per quello che sta diventando e sempre aiuterà la congrega, la sua famiglia ora. La parte sui lividi gli ricorda qualcosa anche se in quella circostanza non aveva fatto nulla per meritarseli, solo puro allenamento ''a proposito di questo, quando vi rimettete vi aspetto in sala d'arme, sapete dopo un pò i manichini sono noiosi'' il tono divertito, sperando di non mancare di rispetto e di non prendersi più botte di quante ne vuole per quell'attimo di spavalderia. Lo sguardo torna sulla mezza che porta al Kuhan altri rifornimenti per poi andare via con un cenno del capo. Altrettanto farà lui restando ancora un pò perplesso per quel comportamento ma nuovamente l'attenzione verrà riportata sui due, precisamente su Trago, ascoltando il suo dire. Un altro sorriso si apre sul suo volto commentando ''a quanto pare non sono l'unico che se ne accorto'' breve pausa ''ma sono sicuro lo voglia perchè vi ritiene un buon maestro'' il tono sereno, restando infine in silenzio, passando lo sguardo dall'uno all'altro.


AZHAEL [sala visite] La seconda fetta di pane e miele viene divorata e l'organismo del colosso ringrazia per le proprietà energetiche del cibo, che dovrebbe aiutare a garantire un più rapido recupero. E, come se sapesse quanta voglia il Kuhan ha di rialzarsi da quel letto, l'iniziata torna con nuovi rifornimenti: ancora pane, ancora miele e anche della carne. Nessuno dovrà pregare l'uomo perchè approfitti di ognuna di quelle offerte. Lo fa con calma, mentre ascolta le parole di Trago, portandosi i bocconi alle labbra con le mani, ma cercando di mantenere una certa compostezza. Quando il mediterraneo avrà concluso, l'alfiere manderà giù un ultimo boccone, per poi replicare con un filo di voce. "Non siete riuscito ad essere un maestro per me, perchè le nostre strade erano troppo diverse... Faccio fatica io stesso a contenere la Fiamma, io che ne padroneggio il significato... Solo qualcuno legato ad una Furia simile avrebbe potuto mostrarmi la via." Illustra il suo pensiero con calma ed in maniera quasi comprensiva. "Non avete fallito, Trago. I Destini a cui siamo uniti spesso ci conducono lontano dalla meta, ma voi ora siete qui, o sbaglio?" Riesce a sorridere appena, con la stanchezza che si fa sentire ogni minuto di più. "E' vero, siamo rimasti senza guida, ma questo è successo quando Ruh ci ha lasciati... E' allora che tutto è precipitato nell'oblio. Mi rammarico di non avervi sostenuto... Forse ho fallito io più di voi a non essere uno dei piedistalli su cui appoggiare i pesi che ci opprimevano, ma ora ci siamo rialzati e si guarda avanti... Gioite per questo Trago, e dimenticatevi del passato." Un sospiro. Poi la mano libera cercherebbe di afferrare l'avambraccio dell'uomo, per accennare quella che vorrebbe essere una stretta. Anche per Keris c'è un sorriso. "Io vi consiglio di farmela trovare in ordine quando tornerò..." Gli parla con la solita vena scherzosa, che però in qualche modo, in bocca al colosso, ha sempre un non so che di preoccupante."...e vi assicuro che non manca molto!" Conclude, abbandonando poi le palpebre sugli occhi per risparmiare energie.


TRAGO [SV>uscita] [Forse la partenza di Ruh è stato l’elemento più destabilizzante, e altrettanto forse il fatto di aver passato il medaglione da Iodrak a Arhil è servito a più di quello che immaginavo. Io e quella ragazza siamo cresciuti assieme Azahel, ci conosciamo cosi bene, e sapevo che lei sarebbe stata la chiave di svolta giusta.] fa un leggero sospiro notando forse ora per la prima volta la stanchezza dell’alfiere. Fa un mezzo sorriso e allunga la mano per rispondere alla stretta dell’altro e poi si volge verso Keris, [E’ giunto il momento di andare, lasciamo che il tuo superiore riposi, avremo modo di rivederci in loggia… voi andate se dovete io ho bisogno di pensare…] un ultimo sguardo a azhal che molto probabilmente stà già dormendo, e quindi si gira per uscire dalla stanza senza attendere il tuor, avendo già esposto il fatto che non sarebbe tornato subito in loggia preferendo finire quella giornata in completa solitudine. [Ketaa…. Perdonate] si corregge subito [Sid Draconici.] e cosi richiude la porta dietro le spalle scomparendo dalla vista e dal tempio frettolosamente dopo aver recuperato la propria arma.


KERIS [Sala Visite -->uscita] I due continuano a parlare mentre il Tuor cerca di ascoltare e capirne il significato, anche se sul passato non sa molto. Alle ultime parole di Azhael verso di lui sorride ''non vi preoccupate, ora abbiamo anche un'aiutante che ve la farà ritrovare in perfetto ordine'' risponde divertito, infine torna serio concludendo ''per ora riposate e recuperate le forze, vi aspettiamo tutti con ansia''. Si volta quindi verso Trago ascoltando l'ultimo suo dire ''d'accordo, come volete, io penso tornerò in loggia, a presto Trago'' il tono sereno mentre da un ultimo sguardo al Kuhan salutando anch'egli ''Kaetaa Azhael''. Quindi varca la soglia della sala anche lui diretto all'uscita del tempio, per riprendere le sue armi e tornare in loggia.




"Non è possibile suonare senza uno strumento Mitrhil e io ti ho scelta per far risuonare il mio volere tra i mortali. Fai che la tua voce sia la mia melodia nel parlare, che i tuoi gesti siano armonia e che tutta te stessa sia il mio canto. Tu sei la mia Stella Mitrhil, ed io sarò con te in ogni tuo passo"

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08/09/2012 12:56
 
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Cure rivitalizzanti 2/2

)O( RIASSUNTO )O(

Dopo diversi giorni di riposo al Tempio, Azhael fa il primo tentativo di alzarsi dal letto. Dopo un'imbarazzante siparietto dovuto all'improvvisa comparsa di Mitrhil di fronte alla completa nudità dell'alfiere, egli testa la propria resistenza per verificare l'ormai quasi completo recupero. Sacerdotessa e draconico si dividono quindi pane e miele - non certo in egual misura -, mangiando tutto con le mani, un pò per la foga dell'uomo di riempirsi la pancia e un pò perchè lo stesso convince la donna che in quel modo il cibo si gusta decisamente meglio. Infine Nivienne fa il suo ingresso in sala degenze e prende il posto di Mitrhil che lascia la stanza. I due compagni restano soli e si dedicano ad un breve gioco che sfocia nella passione del loro fuoco.


.COMMENTO.

Molto divertenta il siparietto, ma tanto Mitrhil non si è scomposta più di tanto, visto che: 1) l'aveva già visto nudo e non c'ha manco fatto caso, 2) è troppo professionale e abituata a curare per soffermarsi su certi "dettagli"


.CURE.

- Considerando che Azhael è stato già curato da Nivienne usando il potere di guarigione della Triade, al draconico sono state somministrate solamente bevande e tisane energetiche per fargli recuperare le forze.
In questo caso Mitrhil gli porta pane e miele, considerato un alimento salutare che fornisce all'organismo energie immediatamente disponibili.
E' consigliabile a chi compie sforzi fisici, mentali.




)O( REGISTRAZIONE )O(


MITRHIL {[ Nicchia Arianrhod -> Sala visite ]} )O( { Il giorno volge al termine. Gli ultimi raggi del sole colorano di un rosso acceso la superficie delle colonne che ben presto prenderanno le tinte della Signora Oscura. L’eterna primavera sempra aver ceduto il passo ad una stagione ben più calda, e l’avanzata della notte è quasi un piacevole refrigerio per chi ormai non è più abituato ai cambiamenti climatici. Questo altro fenomeno ha interessato l’isola, finita la guerra qualcosa sembra smuoversi ulteriormente… cosa altro dovrà succedere? La bianca custode alza lo sguardo d’argento sulla figura candida della Vergine Fanciulla, riservando una muta di preghiera di ringraziamento per la giornata trascorsa, affidando a lei ogni singola consorella. L’aria è carica di piacevoli odori di spezie, fiori e incensi, il caldo sembra amplificare le essenze che permangono come spore luminose in quella finta staticità, come se fossero sospese nel tempo e nello spazio. Scivola silenziosa lungo la navata centrale, la veste bianca fluttua al suo incedere, come delicate ali di farfalla, una fonte luminosa, chiara, nella penombra del tempio. Ha i capelli completamente tirati su, in un acconciatura tanto casuale quanto complessa, un modo per tenere a bada il caldo quasi insopportabile della giornata. Il ciondolo a forma di stella è l’unico monile che indossa, non ha bisogno di altri ornamenti, se non qualche fiorellino di caprifoglio che spunta qua e là tra i ricci dorati. E’ decisa a raggiungere i giardini esterni agognando che scenda presto la notte, per poter respirare un po’ d’aria fresca, quando si sofferma davanti alla sala visite. Molti sono ancora i guerrieri che la occupano dopo esser stati di ritorno dalla battaglia contro l’armata delle fiamme, lascia dunque per il momento il tanto atteso riposo per verificare se qualche ospite necessita della sua attenzione. Si soffermerà davanti alla porta quel tanto che basta per aprirla senza fare troppo rumore, Rois avrà sicuramente provveduto a dar loro da mangiare, ma meglio essere scrupolosi quando c’è la vita in gioco. }


AZHAEL [sala degenze] Se durante i primi giorni di riposo il confinamento obbligato in un letto non aveva pesato più di tanto all'alfiere, ora che quei giorni sono diventati settimane il peso inizia a farsi sentire. Poter stare per un pò lontano da impegni e responsabilità era piaciuto al draconico, che si è goduto il silenzio e la tranquillità del tempio, ma il suo piacere sta cominciando a diventare noia e la sopportazione dell'uomo sta per arrivare al termine. Come se non bastasse, oltre alle fastidiose e sempre più frequenti lamentele di Vesnah, il Kuhan si trova a dover sopportare anche un inspiegabile calura che, mai prima d'ora, aveva avvertito sull'isola. Un clima nemmeno troppo asfissiante, ma sufficientemente caldo per irritare chi non ci è abituato e chi, come Azhael, è sempre stato abituato a temperature del tutto opposte. Fortunatamente la sera ha portato con sé un pò di sollievo, ma quello che serve al draconico ora è fare un pò di movimento! [''Hai ragione''] mormora rivolgendosi mentalmente alla venerabile [''siamo stati sdraiati fin troppo!''] Un basso ringhio di approvazione echeggia nelle membra dell'uomo, che scosta con una mano il lenzuolo leggero per sollevarsi con accorta lentezza e mettersi a sedere sulla sponda del giaciglio che l'ha ospitato per giorni e giorni. Un respiro profondo gli basta per sondare il proprio stato di salute: le forze dovrebbero essere ormai del tutto tornate, benchè il sangue perso durante lo scontro nel vulcano non era affatto poco. ''Forza...'' sbuffa piano, appoggiando un piede nudo sul fresco pavimento di pietra, nell'atto di iniziare ad alzarsi in piedi.


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { La stanza è illuminata da qualche torcia appesa ai muri, la fonte principale di luce proveniente dall’ampia vetrata, si sta lentamente spegnendo. Ci sono vari letti occupati, anche troppi per la verità, ma la sua attenzione si sofferma sull’uomo che sta cercando di alzarsi. Si avvicina con le braccia incrociate al petto e con un’espressione piuttosto seria, anche se nel timbro di voce traspare una certa ilarità. } Ma possibile che vi devo incontrare sempre qui dentro e in queste condizioni? { Alza appena un sopracciglio, osservando intanto lo stato fisico del draconico. Ferite fisiche non ne vede, ma a suo tempo la Stella del meriggio si era occupata di lui, certo però che a forza, lascia ancora un po’ a desiderare, ma aspetta pazientemente che Azhael si sistemi almeno seduto, stare troppo a letto non fa nemmeno bene e, ormai, ne sono passati di giorni da che la guerra è finita. } Volete appoggiarvi a me e fare due passi? Magari fino al tavolo al centro della sala, così vediamo se riesco a farvi recuperare un po’ di energia… mi sembrate … alquanto …. Uhmmm… deboluccio! { Picchiettandosi il mento con il dito indice, con aria assorta, per poi sorridergli divertita ben sapendo che l’uomo non è più in pericolo di vita. }


AZHAEL [sala degenze] Il tocco del pavimento sotto i piedi nudi è piacevole e le gambe sembrano reggere bene il peso del colosso, che continua però ad essere cauto in ogni movimento onde evitare una caduta dovuta ad un calo improvviso di forze. Si rende conto di non essere ancora in piena forma, ma è altresì consapevole di aver ormai recuperato quasi del tutto. Sopportare la debolezza rimanente dovrebbe essere una così grande fatica, aiutato da una tempra al di sopra della media [//resistenza +1]. Sta per muovere un passo, ma non ci riesce, interrotto dall'arrivo improvviso della Bianca Custode. Ciò che aveva fatto in maniera del tutto spensierata, come se fosse nella sua stanza privata, ovvero alzarsi da quel letto senza avere nemmeno un paio di mutande addosso, diviene nell'arco di un solo secondo un atto consapevole di cui la ragione si accorge nell'attimo esatto in cui la voce di Mitrhil rompe il silenzio. Durante lo stesso secondo gli occhi scuri del Kuhan si sgranano in un espressione che ha insieme dello stupito e dell'imbarazzato; il braccio destro si allunga verso il letto per cercare una presa sul lenzuolo, mentre le gambe si lasciano andare in modo che, con un tonfo sordo, l'uomo torni a sedere sul letto nella maniera più veloce possibile. Sembra che l'ancella non abbia notato nulla o, se l'ha fatto, ha fatto finta di nulla, ma questo il draconico non può certo saperlo! ''Ehm.. Ben trovata lady Mitrhil...'' mormora incerto, preso alla sprovvista nella sua nudità. ''Se non mi incontraste qui dentro, vorrebbe significare che non ho fatto il mio dovere'', prova a scherzare. ''Ma credo sia quasi giunto il momento che io lasci nuovamente il tempio... Mi trovate così tanto debole? Credo di aver consumato tutta la vostra scorta di carne per l'inverno!!!'' All'espressione imbarazzata se ne sostituisce una divertita, mentre ormai il lenzuolo è tornato a coprire le parti basse del Vichingo. ''Credo di riuscire a camminare da solo...'' sostiene annuendo una volta, iniziando a legarsi le bianche stoffe attorno alla vita alla bell'e meglio.


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { Sta per afferrare il draconico per le braccia ma poi si accorge del perché l’uomo si sia lasciato nuovamente cadere così di botto sul letto. Le gote si infiammano e si gira di scatto, dando le spalle al draconico il quale tenta di coprirsi alla bene meglio con il lenzuolo. } …Forse sono troppo abituata a curare e faccio poco caso a certi… “elementi”… ma forse ormai siete abituato a mostrare le vostre grazie... Qui al tempio c’è sicuramente chi apprezza…. { Il tono della Custode è sicuramente divertito, ma fortunatamente è talmente abituata a curare ogni tipo di creatura che, fortunatamente o sfortunatamente, è passata inosservata la virilità del Kuhan. } Posso girarmi… siete vestito? Sarete poi voi a dovermi raccogliere da terra se mi sottoporrete ad altri simili spettacoli! { Un accenno di risata risuona soffocata da quel tono che vorrebbe rimanere serio. } Se non altro siete pronto di riflessi… è già un punto a vostro favore… probabilmente siete in grado di tornarvene tra i vostri confratelli quanto prima. Ma se mi date il permesso di voltarmi, vi accompagno a sedervi vicino al tavolo, è bene che non esageriate se è la prima volta che mettete i vostri… ehmmm… piedi fuori dal letto! { Nell’attendere il consenso da parte di Azhael il suo sguardo si sofferma sulla credenza dove Rois ha lasciato un cestino di pane fresco, frutta e formaggio. }


AZHAEL [sala degenze] Il lenzuolo bianco assicurato alla vita non è poi così tanto diverso, se non per il colore, da ciò che comunemente copre le gambe dell'Alfiere, abituato a vestire la sua tenuta dalla gonna ampia, e l'uomo si trova quindi abbastanza a suo agio sistemato in quella maniera. Il petto resta scoperto e mette in mostra una muscolatura imponente, ma ciò che più può impressionare non è la struttura muscolare del torso, bensì il sigillo impresso su di esso: non un tatuaggio, non una cicatrice, non una bruciatura... Un segno impresso dalla forza divina di Cerridwen, per preservare l'anima del suo guerriero. I piedi tornano a posare al suolo e, sempre lentamente, le gambe spingono per risollevare il draconico da giaciglio. ''Scusatemi... Non avevo proprio pensato che potesse arrivare qualcuno, né tantomeno che una sacerdotessa potesse sorprendermi in quel modo!'' Mormora, avanzando due brevi passettini per scostarsi un pò dal letto. ''Potete girarvi pure, sono coperto!'' Il collo si piega a destra e sinistra per tendere i muscoli e far scricchiolare le vertebre, in quel movimento istintivo che fa chi ha bisogno di sgranchirsi. Lo stesso fanno le braccia, ruotando sulle spalle, e il Kuhan ricomincia a prendere consapevolezza del proprio corpo! ''Avete acceso un braciere più grande?'' Domanda nel frattempo alla Custode. ''Ho sentito un caldo mai provato prima... '' Una considerazione a cui il colosso non dà poi tutto quel peso, concentrato maggiormente sulla voglia di rimettersi in sesto e tornare alla sua vita normale.


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { Con le mani intrecciate dietro la schiena attende pazientemente che il kuhan si ricomponga. } Azhael, non c’è problema, se vi può togliere dall’imbarazzo non me ne ero nemmeno accorta… e poi io nudo vi ho già visto!!! { E’ dolce e divertito il tono della bianca ancella che si volta appena con il capo inclinandolo appena per constare se effettivamente il guerriero sia nuovamente presentabile. } Bene… se non altro non mi sembra che abbiate perso tonicità nei muscoli! { Fa scorrere appena lo sguardo sul torace del draconico, soffermandosi sul marchio impresso dalla Dea. Sorride amabilmente, per sorpassarlo e dirigersi verso la credenza per prendere quanto Rois ha lasciato ed appoggiarlo sul tavolo. } Su coraggio, ora venite qui e non strafate perché non ce n’è bisogno… { Gli scosta la sedia dal tavolo mentre nel frattempo torna nuovamente verso la dispensa da dove tirerà fuori un vasetto il cui contenuto è piuttosto denso dal color ambra, tipico del miele di acacia. } Un paio di fette di pane con questo sopra e vedrete che domani mattina sarete un leone… ehmm… o un drago… fate voi, non vorrei che la vostra compagna si offendesse! { Appoggia così anche il vasetto di miele sul tavolo prendendo il coltello per tagliare tre belle fette di pane. } Lo avete avvertito anche voi eh?... no nessun braciere acceso, anzi abbiamo abbassato pure le fiamme nel camino, sembra che l’ago si sia spostato dalla primavera alla piena estate… non so sinceramente cosa sta accadendo all’isola. { Si siede su una sedia libera davanti al posto che occuperà Azhael. } Da che la guerra è finita sento comunque che l’isola sta cambiando…. E ora questo caldo insopportabile… { Sospira appena lasciando che quel sorriso si smorzi leggermente. }

NIVIENNE { Ala Sacerdotale --> Tempio } - { Il passo è lento, leggero. Le ombre agguantano il vestito della Rossa Stella, sembrano non volerlo lasciare. Ha tentato di dormire, di riposare, di tornare ai propri compiti, ma mille pensieri le vorticano nella mente. Si, dovrebbe riposarsi ancora. Prima però ha una visita da fare. Una visita che potrebbe essere obbligata per una Sacerdotessa, ma che è tutt'altro per lei. Le piace averlo qui, al Tempio. Dove può guardarlo dormire, sognare, dove sa che è al sicuro. Purtroppo non può pensare di tenere un cavaliere in una campana di vetro. Ognuno ha il suo compito, no? Le ombre sembrano agguantarla maggiormente, quando si soffermerebbe innanzi alle stanze di Callista, Nixi e Chloe. Da quanto non le percepisce? Cosa manca? Chi manca? O semplicemente le manca stare col Giglio bianco o con colei che è stata la sua maestra. Muoverebbe leggermente il capo, lasciando che i riccioli ribelli le si muovano appena attorno al viso. Lascerebbe dietro di sè le stanze sacerdotali e con esse l'arcata che vi conduce. Un'altra sosta, non per il fisico, quanto per la sua mente affaticata. Sguardo che si poserebbe leggero prima sul Sacro Fuoco, poi sulla statua di Granito di Rosso. Eccola la Madre. La Guerriera. E' pace per lo spirito, per l'anima, ma non per il sangue che pulsa nelle vene della Sua Figlia Prediletta. Palpebre che si chiuderebbero, quasi un velo che calerebbe su quell'istante, mentre un sospiro le fuoriuscirebbe dalle labbra scarlatte. }


AZHAEL [sala degenze] Mentre gli occhi scuri scrutano con attenzione i movimenti della Custode, le gambe si avvicendano una dietro l'altra per muovere piccoli passi. L'alfiere saggia la resistenza dei propri muscoli con paziente attenzione, facendo suo il consiglio della sacerdotessa dell'Alba. I piedi toccano la pietra fresca inizialmente con leggerezza, per poi accogliere cautamente il peso del corpo cercando di dividerlo sempre equamente tra destra e sinistra. Dopo i primi passi incerti e decisamente brevi, il colosso inizia a prendere sicurezza e prova ad allungare leggermente la falcata, muovendosi però sempre lentamente. Intanto le braccia continuano il loro tentativo di sgranchire i muscoli della parte superiore del corpo, con semplici movimenti di tensione e rilascio verso i due lati del corpo. Il percorso tra il letto ed il tavolo è abbastanza breve e l'uomo non avverte particolare fatica nel compierlo tutto e comunque dovrebbe sopportare bene l'incertezza dovuta alla lunga mancanza di movimento [//resistenza +1]. Raggiunta la sedia, si accomoda cercando di sistemare come meglio riesce l'abbondante lenzuolo e lo sguardo vagherà sul cibo presente sulla tavola. ''Non mi sono mai sentito meglio, lady Mitrhil, ma se proprio insistete...'' Sorride, mentre una mano si appropria di una delle tre fette di pane e l'altra va ad infilarsi - non tutta, ma due dita almeno si - nel vasetto di miele. Il movimento è rapido e, prima che la sacerdotessa abbia mosso il coltello, l'ALfiere dovrebbe già aver tolto le dita piene di miele dal contenitore e spalmato lo stesso miele sulla sua fetta di pane. ''...Non faccio complimenti!'' Termina, e gnam... Un gran boccone gli riempie la bocca. Il capo intanto fa su e giù per annuire alle parole riguardo il caldo e, bofonchiando tra una masticata e l'altra, l'uomo commenta con semplicità ''Di cose strane... ne succedono ogni giorno da queste parti... E' Avalon, no?'' Gnam... Gnam... Gnam...


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { Non fa in tempo a porgergli il cucchiaino che le dita dell’uomo affondano nel vasetto di miele senza scomporsi troppo. Le palpebre sbattono ripetutamente per poi scoppiare in una delicata risata. } L’appetito non vi manca di certo… ma a buone maniere, mio figlio è molto più educato… { Si sofferma qualche attimo pensando al bambino. } Uhm…. No… forse andate a braccetto, solo che lui ha otto anni… e voi quanti? { Sorride divertita, incrociando le braccia sul tavolo osservando con quanto gusto l’uomo si sia fiondato sul cibo che gli ha messo sul tavolo. } Giusto perché vi conosco da tanto tempo ormai e conosco la vostra impeccabile quanto rigorosa condotta! { Se ne rimane per qualche istante in silenzio divertita dalla voracità dell’uomo. } Beh a questo punto avete fatto venire fame pure a me a forza di guardarvi ingozzarvi in questo modo! { Dicendo così taglierebbe a metà la fetta di pane, seguendo il gesto del Kuhan, infilerà anche lei due dita nel vasetto per raccogliere un po’ di miele. }


NIVIENNE { Tempio --> Sala Visite } - { Passi, fruscii, nuova brezza estiva che sembra giocare con i riccioli ribelli intessendo nuove danze. Danze di guerrieri che acclamano la guerra, danze di madri che richiedono un raccolto migliore, danze di fanciulle che festeggiano i fuochi di Beltane, ma anche di donne che chiedono vendetta. Sangue e Fuoco. Ciò che la contraddistingue, ciò che ha scelto di essere e che Lei ha voluto che fosse. Luce. Bianca e luminosa. Purezza e dolcezza nella figura di Mitrhil. Ed un solo posto in cui trovarla, quello che stava tentando di raggiungere. Un sorriso affiorerebbe sulle sue labbra, felice di rivederla. E' stata troppo da sola dopo quella notte. Si è occupata troppo poco delle piccole luci e di tutto il resto. Ma non ne aveva la forza. Si fermerebbe dietro alla porta della Sala Visite, lasciando che la mano destra si posi prima su quel rubino incastonato nel ciondolo che porta al collo. Un nuovo lento respiro, ricercando quella calma e tranquillità di cui ha bisogno. Risa. Ecco cosa proviene dall'altro lato della porta. Lui e lei, e lei si sarà accorta di quella sorella che la sta raggiungendo? Forse si, forse no. Dita che scivolerebbero sul pomello per poi farne scattare la serratura, forse di quello si accorgeranno. Porta che s'aprirebbe, mentre un ammasso di riccioli corvini sbucherebbe nella stanza, sguardo curioso. } Disturbo, forse? { S'inarca un sopracciglio inaspettatamente a vederli con le dita nel barattolo del miele. }


AZHAEL [sala degenze] La fetta di pane non ci mette molto a scomparire, lasciando si sé solo il ricordo e qualche piccola briciola sulla superficie del tavolo. A seguire, il draconico si infilerà in bocca le dita ancora piene di miele per pulirsele e gustare il sapore della gustosa sostanza. ''Oh, su, Milady... Non siamo ad un banchetto regale...'' Riprende appena la bocca sarà nuovamente libera. ''E poi vi conosco da così tanto tempo che posso anche permettermi di non seguire l'etichetta!'' Sul viso c'è una chiara nota di serena tranquillità e nel tono quella schiettezza sincera che l'alfiere sa dedicare alle persone che si sono meritate la sua fiducia. ''Ecco, brava, fate così anche voi!'' Annuisce convinto, mentre la Custode imita il suo gesto, mettendo da parte la posata. ''Così il cibo è ancora più buono! Così mi diceva il vecchio Rume... E, come per altre mille cose, aveva ragione!'' La fetta di pane rimasta viene presa, questa volta con più lentezza, e le dita della mano libera rimangono pronte in attesa che Mitrhil finisca col miele, prima di infilarsi nuovamente nel vasetto. ''D'altronde, si è mai sentito si una coscia di maiale che non sia stata mangiata con le mani?! Per la dea, non priviamoci anche di questo piacere!'' Le parole del Vichingo echeggiano brevemente nella stanza, quando altre parole giungono a riempire il nuovo silenzio. La riconosce ancor prima di guardarla, solo dopo la prima sillaba pronunciata, come se anche lui avesse un qualche potere che gli permetta di sentire quando la Sella del Meriggio gli si avvicina.


MITRHIL {[ Sala visite -> Ala sacerdotale ]} )O( { Le sembra un po’ sfacciato, ma ha le dita impiastricciate di miele e, ormai arrivati a questo punto che lei si lecchi le dita oppure no, non fa molta differenza. Lo spuntino le ha messo un po’ di colore sulle gote, così come le risate hanno giovato al suo umore. } Ma si,alla fine avete ragione e poi è notte inoltrata ormai… e non ci vede nessuno, saprete tenere il segreto vero? { Mormora come se qualcuno potesse sentirla realmente. } E poi sapete, anche le risate a volte sono un potente curativo… { Si finisce di pulire le dita su di un panno dopo aver tolto il più leccandosele una ad una, quando avverte la danza, nell’oscurità, della Fiamma più fulgida del tempio, colei nelle cui vene scorre il fuoco dell’ardore e della passione. Il suo sguardo si sofferma sulla porta nell’attimo stesso in cui l’uscio viene aperto e la voce di Nivienne giunge alle sue orecchie. Finisce di pulirsi frettolosamente le dita per poter andare incontro alla sorella per abbracciarla. Sono molti giorni che non si incontrano, ma sicuramente la Stella del Meriggio sarà venuta per assicurarsi che lo stato dell’alfiere dei draghi sia migliorato. } Nivienne… mia sorella carissima… { Allungherebbe le braccia con l’intento di abbracciare la consorella. Acqua. Fuoco. Opposte, eppure unite da quel vincolo invisibile tessuto abilmente dalla Triade. } Sono venuta per vedere se qualcuno avesse bisogno di qualcosa e alla fine è diventato uno spuntino notturno! { Sorride dolcemente, con le labbra vagamente sporche ancora di miele. } Ma per me è ora di ritirarmi. Azhael, mi ha fatto piacere vedere che, nonostante tutto, siete di tempra superiore a qualsiasi mortale che io conosca! Mi auguro davvero che la prossima volta il nostro incontro sarà in altro luogo che non sia la sala visite con abiti sicuramente a voi più consoni! { Brilla il suo sguardo di quella gioia pura e semplice, fresca come l’acqua della sorgente. } Sorella, credo che abbia bisogno delle vostre attenzioni ora, noi avremo modo di conversare domani! Che Arianrhod vi illumini sempre! { Rivolgendo un piccolo cenno di saluto al draconico e poi alla consorella, per poi lasciare silenziosamente la stanza, lasciando dietro di sé quel vago profumo di caprifoglio. }


NIVIENNE { Sala Visite } - { Lama di luce che inonderebbe inizialmente il viso, quella stella rossa marchiata a fuoco sulla fronte ed una parte del vestito della Stella, per poi metterne in luce l'intera figura entrando completamente nella stanza. Richiuderebbe la porta dietro di sè, appoggiandovisi per un momento. Una Fenice che non rifulge del suo solito Fuoco, opaca, ma non ancora del tutto spenta. Deve morire per rinascere nelle proprie ceneri? Oppure le basterà dormire e riposarsi ancora? Spera vivamente la seconda delle opzioni. Le piace quando la chiama, il suono della sua voce. Così, come di contrasto non sopporta quando le da del voi. Sguardo che si riaccenderebbe quasi divertito a quella strana scena, sicuramente poco convenzionale. } Allora forse non disturbo. { E' un sorriso leggero, stanco quello che s'apre sulle sue labbra. Eppure il tono è divertito. Lui sta meglio. Questo è tutto ciò di cui le importa. Si scosterebbe dalla porta, avvicinandosi e lasciandosi andare fra le braccia della Sorella. Un contatto che la rasserena, che la fa stare bene. In pace. Avrebbe dovuto pensarci prima, se solo non avesse avuto paura di disturbarla, le avrebbe chiesto di dormire con lei. Le carezze che le dona ogni volta sui capelli sono come il mormorio dolce dell'acqua della sorgente. Fanno venire sonno. Si, lei sarà sempre la sua salvezza. La lascerebbe quasi controvoglia, rimanendo per qualche istante con le mani nelle sue, se lei glielo permetterebbe. } Pare che il miele sia sempre una tentazione per te. Dovrò abbondare nella quantità dei prossimi biscotti. { Il tono della voce è sicuramente migliorato. Per poi quasi spegnersi in un sussurro per l'altra. } Grazie. { Per essersi occupata di lui, per averla abbracciata, per esistere. Per tutto. } Buona notte. { La lascerebbe infine, seguendola con lo sguardo fino alla porta. Si avvicinerebbe ad Azhael, ma non siederebbe accanto a lui. Gli poserebbe una mano sulla spalla, per poi passargliela fra le scapole e fermarsi sull'altra, sfiorandogli i capelli. } Ero stanca. E sono passata, ma dormivi.


AZHAEL [sala degenze] Miele e pane, un connubio perfetto che dona immediata energia al corpo e che l'alfiere si gode con immenso piacere. Nei giorni passati ha riposato e ha mangiato per un intero esercito e ora questa sembra la ciliegina sulla torta, l'ultimo passo per ricaricarsi del tutto, la prova finale prima di potersi dire guarito. Con due morsi, più di metà della seconda fetta di pane viene divorata e in mano al colosso rimane un solo ultimo boccone. Mentre mastica, non toglie gli occhi dalle due sacerdotesse, quelle che meglio conosce al tempio: una perchè è la prima che ha conosciuto e la prima che gli ha fatto sentire la forza del potere divino, l'altra perchè è quella con cui ha condiviso di più e con la quale tutt'ora condivide la sua stessa vita. Quando Mitrhil lascia la stanza, l'uomo la saluta con un breve inchino del capo ''Non mi sorprenderete più in quello stato, ve lo prometto!'' Assicura convinto. Poi, rimasto solo con Nivienne, le dedica tutta la sua attenzione. Lascia che il tocco di lei gli passi sulle spalle, e istintivamente vorrebbe raggiungere la mano che traccia quel breve percorso, ma le sue sono una impegnata dal pane e l'altra sporca di miele... ''Potevi svegliarmi... O passare ancora... Ho dormito così tanto?'' Domanda con un basso sussurro. Poi si affretta a mettersi in bocca l'ultimo boccone e con la mano ora libera andrebbe a stringere quella di lei, sopra la propria spalla. ''Ora comunque sto bene, credo di aver recuperato tutte le forze... Ma tu? Nella tua voce c'è ancora tanta stanchezza.'' Dovrebbe aver imparato a conoscerla più che bene e non gli dovrebbe sfuggire la sfumatura nel tono di Nivienne. ''E' ancora colpa della battaglia, o qualcosa non va?'' Cerca quindi di girarsi, in modo da riuscire a guardarla bene negli occhi, a pochi centimetri dai suoi.


NIVIENNE { Sala Visite } - { Le piace il tocco della sua pelle calda. Quasi non potesse farne a meno. } Abbastanza, avevi perso molto sangue. Il problema non era la ferita in sè. { Pensosa, per poi aggiungere. } Ed anche io ho cercato di riposare. { Per lo più incubi. Che l'hanno appesantita e stancata. E dubbi. E questo cambiamento nella temperatura dell'aria, in ciò che la circonda. } Si, ora stai bene. { Si lascia stringere la mano, mentre un nuovo sorriso si dipingerebbe sulle sua labbra. Come ha fatto a stargli così lontana? E per di più sotto lo stesso tetto? Sospira lievemente. } Si, sono ancora stanca. Eiluned mi ha subito curato la spalla, ma ho attinto troppo al Potere di Cerridwen. Mi ha lasciata stanca e svuotata. { Come un guscio vuoto, si sente quasi inutilizzabile, anche se un pò ha riposato. } Ci vuole soltanto del tempo. { Lo rassicura, guardandolo ora negli occhi visto che s'è girato verso di lei e lei s'è abbassata di conseguenza. } E forse qualcosa di dolce. { Uno sguardo vago, prima di indicare con lo sguardo il barattolo del miele. } Potresti condividere il cibo, o devo procacciarmelo da sola? { Forse è proprio venuta a disturbarlo ed a portargli via il miele. Attende per qualche istante, lasciando che lui realizzi, o forse prima che lui vi riesca tenterebbe di prendergli la mano con le dita sporche di miele e portarsele alla bocca, andando a cibarsi di quel nettare dorato. Gli scoccherebbe infine uno sguardo da sotto le folte e lunga ciglia, prima di lasciarlo andare. Una risata leggera e cristallina, prima di passarsi la lingua sulle labbra per finire di assaporare quel sapore dolce e pieno. Che arriva subito alla mente. O è il sapore di lui. Cos'era già che la preoccupava? Perchè sparisce tutto quando sta con lui? E' una medicina per lei, peggio di Mitrhil. Di lei forse potrebbe farne a meno, di lui no. }


AZHAEL [sala degenze] Un sospiro leggero sottolinea il suo annuire, nel prendere consapevolezza che è solo un po’ di stanchezza – probabilmente sia fisica che psicologica – a turbare la Stella. Non le chiederà altro, lasciando che lei prenda la sua mano e cominci il gioco che li avvicinerà nuovamente dopo tanti giorni di lontananza. Le dita scivolano sulle labbra scarlatte e vengono accolte all’interno di queste, così che il calore e la passione di quel gesto possano traferirsi dalle dita fin nel più intimo scrigno del Vichingo. Non le stacca gli occhi di dosso, ma si gira ancora un po’, così da mettersi quasi del tutto frontale alla sacerdotessa e far si che le gambe di lei si allarghino ai due lati delle sue, che restano invece chiuse. Con la mano libera la cingerebbe all’altezza dei reni e farebbe una leggera pressione per invitarla a sedersi sulle sue cosce, uno fronte all’altra. Se, come è facile, non incontrerà la resistenza della donna, farà più stretto il suo abbraccio in modo da avvicinare il più possibile i due corpi. “Il tempo non manca…” sussurra ad un palmo dalle sue labbra. “Ora non ci corre dietro nessuno.” Detto questo, ritrae la mano dopo averle passato l’indice un ultima volta su tutto il profilo della bocca. Si sporge ancora un po’ in avanti e cerca le labbra di lei con le sue, andando ad abbracciarla anche con l’altro braccio e annullando così ogni millimetro di spazio tra di loro. Il fuoco avvampa nella fibra del colosso, il cuore comincia a pompare sangue in abbondanza e Vesnah si fa distante e silenziosa, lasciando del tutto soli gli eletti dalla Fiamma. L’alfiere non si stupirebbe se la stellina rossa cominciasse a brillare…


NIVIENNE { Sala Visite } - { Lui non la ferma, e lei lascia che quel gioco infantile e divertente si trasformi in qualcos'altro. Si lascia scivolare in quella spirale di lentezza e passione, continuando a guardarlo con uno sguardo divertito ed al contempo sembri contenere qualcosa di più. Brama, forse. In entrambi. Continuerebbe a sostenere quello di lui nocciola scuro e quando il vichingo si sposterebbe per esser completamenti frontali, quello che accadrebbe dopo sarebbe solo consapevolezza. Lo asseconderebbe quindi così che le sue gambe si ritrovino divaricate ai lati di quelle di lui. In quel tocco gentile ed inesorabile sulle proprie reni è come se ci fosse un ordine che non ammetterebbe disobbedienza. O forse, avrebbe potuto scostarsi, ma semplicemente non ne ha alcuna voglia. Non chiedere nulla perchè potresti ottenerlo. Lei non ha chiesto nulla, semplicemente s'appartengono. Non si lascerebbe nemmeno distrarre da quei dubbi che ultimamente la assalgono e cioè al pensiero di quando Lei deciderà di separarli, sarebbe come un dolore improvviso e violento che le trafiggesse il cuore ed ora non avrebbe la forza per sostenerlo. La distanza infine si annulla, mentre si lascia avvinghiare e stringere più forte da lui, così come lei appoggerebbe entrambe le mani contro il petto di lui, per poi farle risalire verso l'alto e ricongiugerle dietro il collo di Azhael. Giocando ora con i suoi capelli. La Sala Visite ed il crepitio delle fiamme nel focolare con le sue sfumature rosso sangue si riversano come una cascata di miele su quei sussurri a fior di labbra. } Solo io e te. { Non permetterà che altri incubi si insinuino nei suoi sogni agitati. Non questa notte. Così come ci saranno mille altre cosa da dire, ma non in questo momento. Ora, è soltanto lui che vuole. Le labbra si cercano, incontrano, scontrano. Solo loro due, irrimediabilmente persi in quel Fuoco che li contraddistingue. Si, presto la stellina comincerà a brillare in una notte calda, dolce ed appagante. }





"Non è possibile suonare senza uno strumento Mitrhil e io ti ho scelta per far risuonare il mio volere tra i mortali. Fai che la tua voce sia la mia melodia nel parlare, che i tuoi gesti siano armonia e che tutta te stessa sia il mio canto. Tu sei la mia Stella Mitrhil, ed io sarò con te in ogni tuo passo"

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