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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Torniamo a casa )O(

Ultimo Aggiornamento: 25/07/2012 14:21
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25/07/2012 14:21
 
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Guarigione Callista (Somma Stella) QUEST AF

Riassunto:
Mitrhil e Callista escono finalmente dai cunicoli, stanche e spossate per la battaglia infuriata contro l'Armata delle Fiamme. La Custode dell'Alba vuole accertarsi dello stato di salute della Somma Stella, insistendo per curarla, chiamando a sè il potere di Arianrhod.

Commento:
Come da accordi presi con Erebo durante la quest, ho mantenuto la carica di Somma Stella per Callista anche per la guarigione.

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MITRHIL {[ interno del vulcano -> esterno Boschetto ]} )O( [ La terra trema. Si scuote finalmente e si ribella a quell'esercito di profanatori. Quelli che cercano ancora di recare offesa vengono travolti, sprofondando nell'abisso, inghiottiti dalla stessa terra che è stata violentata più volte. Dura poco l'attimo, la custode perde l'equilibrio inginocchiandosi senza però perdere di vista i propri compagni e tutto quello che succede attorno a lei. Vede le creature oscure sprofondare negli abissi, quelli più fortunati sono travolti dalla frana; stessa sorte anche per il mostro e per il mago che cadono nella lava che ribolle violentemente. Poi il silenzio piomba in quel luogo come se non fosse successo nulla, come se tutto quello che la custode ha vissuto, visto, facesse parte solamente di un sogno. Ma le basta guardarsi attorno per capire che non c'è stato nulla di più reale come questa ultima battaglia che li ha visti, apparentemente
vincitori. Non sembrano esserci feriti gravi, chi più, chi meno si rialza a fatica, sporchi di polvere, oppressi da quel caldo infernale. Lo sguardo d'argento della Custode si posa sulla Somma Stella verso la quale si precipita nel vedere la veste lacerata e il rivolo di sangue che le cola lungo la scapola. } Callista! { La voce vorrebbe superare il brusio, ma la polvere alzata dalla frana, il calore, non le fanno che uscire un impastato suono, mentre, stanca ma indenne si avvicina alla consorella. }

CALLISTA {.Cunicoli.Verso esterno.} . Un silenzio innaturale si scatena d'improvviso, figlio di quei tuoni fatti di polvere e di lingue laviche, urla che muoiono nelle gole degli avalonesi, innalzandosi da quelle di quell'armata che come un cancro si è insinuata nelle viscere dell'Isola, combattendo per più di un giro di Ruota, convinta di potersi impadronire di quella terra. L'Isola si è ribellata, alla fine. Loro hanno vinto. Non c'è più alcun nemico e sebbene la Triade intera fosse riuscita, zoppicando e inciampando tra le nere vesti della Somma Stella, a manifestarsi, quello che la mezzelfa avverte è un silenzio completo. Non c'è potere tra le sue mani e nessuna luce sulla sua fronte. Completamente svuotata. E libera. Magnificamente libera. I suoi polmoni incanalano aria torbida e calda e la ferita tra le scapole ha finalmente il tempo necessario per torcersi dal dolore e far ricordare alla sua padrona che il sangue che sta baciando la sua pelle chiara non è del nemico. Un attimo solo, uno soltanto ancora. Uno sguardo per assicurarsi che davvero tutti siano periti, inghiottiti da quel fumo, a simboleggiare quello che ne è rimasto dell'armata delle fiamme. La terra trema, un'ultima volta, ma è come se volesse far sentire la sua voce, un urlo di vittoria. Basta questo, alla Dama del Lago, per annuire. Un cenno rapido, che le strappa un sorriso, lo stesso che mostra alla bianca Custode che urla il suo nome, a pochi passi di distanza { Va tutto bene, sorella. E' finita. } Ciò che la sua vista migliorata [//visione crepuscolare] ha cercato per prima, è stata proprio la loro vita, il loro splendore. E tutte quattro stanno ancora splendendo.

MITRHIL {[ cunicoli -> boschetto ]} )O( [ Sfugge dalle labbra della Custode un sorriso, così come le lacrime scendono a rigare il viso, lasciando il segno sulle gote appena impolverate. Lacrime di gioia, come se in quelle piccole gocce d'acqua salata, si riversassero tutte le tensioni accumulate portandole via con loro. Annuisce alla sorella affiancandosi a lei per prenderla sottobraccio. } Andiamo fuori da questo posto e lascia che ti guardi la ferita che ti hanno inflitto! { Lo sguardo di Mitrhil non può fare a meno di cercare le altre sorelle ma le loro stelle brillano e sono fulgide in quell'oscurità. Un sospiro profondo, prima di incamminarsi con Callista lungo quei cunicoli che li hanno condotti nel cuore dell'isola, fino a sbucare nel piccolo boschetto. Inala quell'aria fresca a confronto di quella che ha respirato fin'ora all'interno della montagna, tutto rifulge della luce dell'astro notturno. Luna calante. La fine di un incubo e l'inizio di una nuova epoca, dove gli avalonesi e anche forze contrapposte, hanno cooperato insieme per abbattere l'orda nemica. Insieme, uniti per donare nuovamente quella terra alla Dea. }

CALLISTA {.Cunicoli->Boschetto.} . E che sia la luce ad accompagnarla, lontano da quei fetori, da quel sangue metallico che ha inzuppato la terra di Avalon, da quei volti scuriti dalla polvere che lentamente riprendono coscienza di sè, trovandosi a collaborare forse per un'ultima volta, così che nessuno possa rimanere in quei stretti corridoi di pietra. E' davvero tutto finito? Che sia stata la Dea a chiudere il loro cerchio, incatenandolo a doppio giro? La fede della prescelta fra le Sacerdotesse le fa credere questo e non potrà che trovarne conferma nell'assaggiare i grigi occhi di , luccicanti di lacrime eppure portatori di speranza e di gioia. Il sorriso sulle labbra della mezzelfa non si spegne, rimane ancorato per qualche istante, cercando di donarlo a chi, in questi istanti, più ha bisogno del volto amorevole della Vergine, ora che la Guerriera ha affondato le sue lame, affidando il destino degli usurpatori alla Vecchia. Tutto si è chiuso, è ora di iniziare una nuova vita. Accoglie sottobraccio la candida Sorella, lasciando che il dolore fisico possa trovare ristoro in quella posa, fino a che le stoffe di opposti colori si intrecciano, a formare qualcosa che può ancora esistere, l'inizio e la fine. Si allontanano insieme, reduci non da una semplice scampagnata nei boschetti di Avalon, ma vincitrici di una battaglia. { Va bene, tutto pur di rassicurarti che non è nulla di grave } La stanchezza piomba addosso a quel corpo esile, il potere richiamato e gli orrori che avanzavano. E' tutto finito. La sua mente lo ripete mentre ricalca i passi che l'hanno condotta fino a qui, fino ad emergere nell'assoluta tranquillità dell'Isola, ove piccoli animaletti hanno continuato la loro vita, ignari di quello che accadeva sotto i loro piedi, ignari che tutto sarebbe potuto cambiare.

MITRHIL {[ boschetto ]} )O( [ L'oppressione che nel cuore e nell'animo di Mitrhil gravavano, comincia a sciogliersi man mano che l'aria dolce e profumata dell'isola si spande nei suoi polmoni. Non ha mai creduto che potessero venire sopraffatti, la luce della speranza non si è mai spenta, ma il timore, il dubbio fanno parte dell'essere umano e, per quanto la bianca vestale possa essere custode della vita, la paura l'ha sopraffatta per un momento, facendola sentire debole e smarrita. Non ha vergogna a mostrarlo, non cela quel suo stato d'animo a colei che è più di una consorella nella Trina. } Lascia che sia io a verificarne la gravità! { Le sorride, bacchettandola come fosse una tra le più giovani sacerdotesse del tempio. Il suo sguardo attento però ha già parzialmente sondato la ferita che effettivamente non sembra essere particolarmente grave. } Sediamoci un momento qui, sotto questa grande quercia' in qualche modo mi sembra di essere protetta, con i suoi ampi rami'. Come l'abbraccio di un padre affettuoso. { E' spossata, ma non così tanto da non poter richiamare ancora una volta il potere purificatore della Vergine Fanciulla. Si siede all'ombra dell'albero con le spalle poggiate al tronco vigoroso, come una rosa bianca colta da mano sapiente. Le bionde ciglia si accostano alle gote, un momento di silenzio, dove è solo il canto della foresta a salmodiare per la Custode che, cerca all'interno di sé, di arrivare nuovamente a percepire la luce della vita. [// Incanto di guarigione ' Concentrazione 1/3] }

CALLISTA {.Boschetto.} . Mai i suoi occhi hanno così anelato le stelle e la forma di quella luna, alta nel cielo, pronta a mostrare la sua gobba calante. Si spegne il sorriso colmo di gioia che finora aveva dipinto il volto, solitamente serio, della mezzelfa, respirando a pieni polmoni l'aria frizzante della notte che avanza, come se nulla fosse realmente accaduto. Lì è tutto come prima, le stesse stelle, le stesse foglie che avrebbe potuto dimenticare per sempre, fino alla prossima rinascita. Differente la trama che la Tessitrice stava tessendo, se ora entrambe fermano i loro passi presso le grosse radici di un'imponente quercia, arrivando a poggiare il palmo della propria mancina sulla rugosa corteccia, bisognosa d'avere un contatto fisico con la terra, con l'Isola. Annuisce nuovamente alla Sorella, comprendendo che non potrà avanzare oltre fino a che non le avrà concesso ciò che chiede. Ed, in effetti, il solo salire lungo quei cunicoli ha spossato le sue membra ed i polmoni ora paiono pronti ad ardere, là dove il segno dell'acciaio ha toccato la sua pelle. La vita dell'albero scorre in quel tocco ed il desiderio di affidarsi a quel padre protettivo è talmente alto da lasciare che anche la guancia sinistra ne assapori l'esistenza, non pronunciando altre parole che potrebbero distogliere la bianca Custode dal suo compito, nel richiamare il potere di guarigione della Fanciulla.

MITRHIL {[ boschetto ]} )O( [ Gli orrori che ha visto all'interno del vulcano, l'odio che ha provato per quei dissacratori, lentamente si affievoliscono, la mente si libera dolcemente, come se si disfasse di una coltra di cenere lasciandola nuovamente limpida e luminosa e libera di richiamare nuovamente il potere dell'acqua risanatrice. Tiene le palpebre abbassate perché la sua concentrazione possa risultare più salda, dopotutto è appena uscita da una battaglia violenta e conoscendo la sua emotività, preferisce rimanere in quello stato di stasi per trarre tutta l'energia che le occorre. [// volontà ferrea lvl 3] La avvertirebbe lentamente spandersi all'interno del suo corpo, come se avesse trovato il bandolo di una matassa luminosa, comincerebbe a sbrogliarla per attirare a sé quel filo luminoso e farlo suo. Lascerebbe così che quel filo si legasse a lei, ad ogni singola fibra del suo essere, impregnandosi dell'acqua risanatrice. Quell'acqua che monda e sana le piaghe, inizierebbe a scorrere dentro di lei, rinfrescando dapprima il suo corpo e mondandolo degli orrori vissuti. La stellina sulla fronte rifulgerebbe di quel chiarore luminoso, tanto da illuminare quella piccola porzione di boschetto,amplificando la luce argentea della luna. [ // Luce di stella lvl 4 ] La custode alzerebbe le mani chiuse a coppa all'altezza del seno, come se aspettasse solamente che Arianrhod le riempisse con la sua acqua ristoratrice. [// Incanto di guarigione ' Incanalamento 2/3] }

CALLISTA {.Boschetto.} . Se ne rimane così, con il fianco sinistro appoggiato alla corteccia della quercia, la mano che sembra voler ascoltare il battito dell'albero, pronta per l'attesa di quello che è sicura, praticamente certa, avverrà. La dolce luce di Arianrhod, il perlaceo bagliore che nasce dalla fronte della Sua Custode, meraviglioso e tiepido come solo la Vergine riesce a donare. Le palpebre si abbassano un poco ed il corpo sembra volerle seguire, scendendo lentamente per quella via legnosa e rugosa, fino a che le ginocchia, ormai esauste, sfinite per la tensione accumulata, sfiorano la fresca erba ai suoi piedi, per trovarsi alla stessa altezza di Mithril, pronta per essere bagnata dalla Sua discesa, da quel bianco fulgore. Arriva, sì, quella luce candida e perfetta, ma qualcosa stona, come se mille macchie nere riuscissero a spezzare quell'incanto. Ecco quello che sente la Dama del Lago. O, meglio, quello che non avverte, quello che non fa vibrare ogni muscolo del corpo, che non le toglie il respiro per l'innata bellezza. Non c'è armonia che le sue labbra riescono a bere. E' soltanto una luce, seppur stupenda, che riesce ad immergere il corpo della nordica sorella in un bagno di dolcezza e di amore, ma che sembra riservato solamente a lei, che nemmeno riesce a porgere le proprie dita luminose su quel bocciolo sfiorito che è ora il corpo della Somma Stella, accovacciato ai piedi di un albero, con la stoffa strappata e il sangue che dipinge un lago su quella tela immacolata.

MITRHIL {[ boschetto ]} )O( [ Arianrhod pervaderebbe tutto il suo essere come una cascata rigogliosa che si getta nella piccola e segreta baia che è il suo corpo. E' da lì che attingerebbe l'acqua per poter sanare lì dove è stata recata offesa. L'avvertirebbe l'acqua tra le sue mani, un distillato di energia e vitalità, fresca come l'acqua di un ruscello, la terrbbe ancora tra quelle mani come il più prezioso dei doni, mentre la stellina risplenderebbe nel suo massimo splendore di quella luce divina e candida. [// Potere della Stella lvl 4 ] Si alzano le palpebre, lo sguardo d'argento va posarsi in quelle verdi iride della sorella, le labbra appena secche, ma tornite si allungheranno in un sorriso, mentre simbolicamente verserebbe la stilla di vita sulla ferita di Callista, che smetterebbe di sanguinare fino a vedere lentamente la ferita rimarginarsi del tutto per lasciare la pelle candida della Dama del Lago, nuovamente intatta. Non sembra una ferita troppo profonda, la Custode della Vita lascerebbe che il potere defluisse in maniera costante fino ad esaurirlo del tutto. [// Incanto di guarigione ' lancio 3/3] Ma il sorriso sulle labbra si chiude in una linea sottile nel cogliere qualcosa nello sguardo della Signora delle Stelle, qualcosa che la Custode attribuirebbe probabilmente ad una stanchezza emotiva e fisica [// Empatia lvl 3] }

CALLISTA {.Boschetto.} . Gli occhi della Dama del Lago, riflessi in quelli della Custode, riescono a vedere. Osservano la luce divina espandersi sempre di più, ricalcare i contorni della Figlia della Fanciulla, rendendola creatura eterna e bellissima, ma quello che non può assaporare è il gusto di questo bagliore, la dolce brezza che lenisce ogni ferita, il fresco ruscello che purifica, il canto del pettirosso che fa rammentare l'infanzia. Come se fosse protetta da uno specchio che non riesce a rompere, che le dona solo l'effimera sensazione di quello che realmente è avvenuto sulla sua carne, cucendo i lembi di pelle senza alcuna cicatrice, come nemmeno la migliore delle sarte riuscirebbe a fare. Ha smesso di sanguinare, ma la mente è sconvolta per quello che è accaduto, per le urla di dolore che si sono propagandate tra i cunicoli sotterranei, per il fragore dell'acciaio e per la morte che ha visto davanti a sè. E a tutto questo si va aggiungendo quella sensazione di non far parte di qualcosa che è disceso nella fronte e nelle mani della Sorella, qualcosa che le sfugge, come un pesce preso e poi fuggito. { Grazie } Solo una parola, nulla di più. D'altronde sa che cercare di nascondere qualcosa a Mitrhil è un'impresa assai ardua, se non impossibile. { Dovremo tornarcene al Tempio. Siamo tutte e due molto stanche } Sa che anche Eiluned e Nivienne presto le seguiranno, così come ogni altro avalonese che ha posto la propria vita nella mani della Triade, per assicurarsi una pronta guarigione. Ciò che la Somma Stella comunica con le parole, cerca di trasmetterlo anche con lo sguardo, con quegli occhi così chiari che sembrano aver sempre vissuto tra le ombre. Stanchezza, deve essere solamente quello. Ora che il dolore tra le scapole dovrebbe essere definitivamente scomparso, rialzarsi da quella posizione alquanto inadatta per il ruolo che ricopre sull'Isola, diventa una priorità. Il sangue e lo strappo all'abito non migliorano certo la sua posizione, ma un po' di dignità dovrebbe essere stata recuperata.

MITRHIL {[ boschetto -> tempio ]} )O( [ Per un momento i loro sguardi si incrociano, sorride a quel ringraziamento, alzandosi a sua volta lasciando la stabilità della quercia per incamminarsi con la Dama del Lago verso il tempio. la Custode ha imparato a cogliere ogni piccola sfumatura sui volti che ha davanti a sé, gioia, frustrazione, dolore' a leggere attraverso gli occhi dell'interlocutore, direttamente nella propria anima. Ma per il momento non vuole approfondire, hanno vissuto una esperienza forte, ed è del tutto comprensibile che Callista porti su di sé il peso maggiore di questa battaglia. Non indaga, non invade più l'intimità della consorella. Per ognuna di loro servirà del tempo perché i frastuoni della guerra possano allontanarsi dalle loro orecchie e dal loro cuore. } Si! Torniamo a casa! { La ruota gira, il tempo oscuro sembra volgere al termine per lasciare che sia nuovamente l'alba a tingere di una nuova luce il cielo avalonese.


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