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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( E' solo questione di attimi... )O(

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2012 23:06
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Stella dell'Alba
28/05/2012 23:06
 
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[ tentativo di risvegliare Nephasto ]

)O( RIASSUNTO )O(

Mitrhil dopo aver accolto Nephasto ed averlo sistemato in sala visite, tenta di risvegliarlo da quello strano sonno richiamando il potere divino di guarigione di Arianrhod.


ROLE DI RIFERIMENTO

LINK FM


)O( REGISTRAZIONE )O(

MITRHIL {[ Nicchia Arianrhod -> Sala visite ]} )O( { Le ombre si sono allungate, la notte è scesa portando con sé i suoi profumi e il canto degli uccelli notturni, ma lì, nell’alcova della Vergine Fanciulla, la luce risplende come se l’alba non avesse mai fine. Inondata di quell’aurea se ne sta la custode della luce affidando ad Arianrhod quella che è stata la sua giornata e quello che dovrà ancora terminare. La figlia dell’aurora si alza lasciando che la veste bianca scivoli fino a lambirne i piedi nudi, semplice e regale allo stesso tempo, i lunghi capelli sono lasciati sciolti sulle spalle, onde dorate che fanno da cornice ad un viso dai lineamenti gentili e delicati. Nessun ornamento futile adorna la giovane se non per quei pochi fiorellini di caprifoglio che spuntano da un delicato intreccio ai lati delle orecchie e per la stella che scende fino alla curva del seno. Si muove silenziosa verso la sala visite e con lei sembra portarsi dietro un raggio di luce catturato dalla Nicchia della Bianca Signora. Il corpo che giace incosciente nella sala visite la preoccupa un po’, l’ecchimosi che ha intravisto non dovrebbero essere così importanti da giustificare quello stato di incoscienza ed è proprio al potere di Arianrhod che vorrebbe appellarsi la giovane Custode, per tentare di destarlo da quel sonno particolare. La porta non produce nessun cigolio, mentre viene lentamente aperta, il fuoco scoppiettante è l’unico rumore che si ode all’interno della stanza. Lo sguardo si posa sulla donna che l’ha portato al tempio crollata per la stanchezza sul lettino vicino. Avanza silenziosamente per non disturbare il riposo della giovane avvicinandosi al letto dell’albino per osservare il suo respiro leggero ma regolare. }


CALLISTA {.Giardini Interni.} . E quando la luce abbandona l'Isola ed il manto del cielo si tinge di nera oscurità, ecco che compare la Sapiente di Rhiannon. Puntuale, perfetta, irremovibile. Spunta da alcuni rami di un vecchio salice, dalla corteccia rugosa e dal tronco quasi completamente cavo. Proprio come lei, che dentro di sè ora porta il nulla ed il silenzio della morte. Avanzano i suoi piedi nudi, la sua semplice veste che ha il colore della notte, involucro per una pelle così candida da far impallidire la neve. Una cascata d'oro, morbida, forse anche un po' ribelle, scende sulle spalle, come a voler ricordare che ci fu un giorno in cui anche la luce osava comparire tra quegli occhi verdi e su labbra che ora sono strette, sottili come lame affilate. Quello che rimane ora di quei ricordi, è stato inghiottito dalle ombre e dalle armate di spiriti che avanzano con lei, passo dopo passo, lungo sentieri che non sono stati creati, partoriti e poi presto celati dalla sua stessa presenza. Nel suo cammino, oltre i rigogliosi giardini della Vergine, tutto muore, per poi rinascere quando il suo tocco leggero è passato, serrando ogni cerchio affinchè altri Volti possano riaprirli. Davanti a lei, nella dolce curva richiesta alla sua figura, si ergono le spesse mura del Tempio, specchio della sua stessa stellina colore della pece, zitta e tranquilla dall'alto della fronte. Eppure parla, alla Sapiente. L'avverte della presenza della bianca Custode, di quella sorella che non è più riuscita ad incontrare, una raccolta nella Sua dolcezza più pura e l'altra persa nelle tenebre più fitte.


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { Si corruga appena la fronte, un cipiglio che la indurrà a portare delicatamente le dita a sfiorare la fronte dell’albino, fino a scendere all’altezza del cuore. La vita scorre nell’uomo, l’avverte sotto i polpastrelli che gentili si soffermano sul petto. Un unguento potrà di certo assorbire gli ematomi, ma non ci sono erbe o medicamenti per riportare indietro una persona da quello stato se non provare direttamente a chiedere aiuto alla Signora della Rinascita. Ed è a lei che si affida, riportando lentamente la mano destra sulla fronte dell’albino. Il silenzio è tale nella sala visite, ma ciò non toglie che ricercherebbe dentro di sé ugualmente quella concentrazione e quel silenzio da permetterle di trovare la fonte della vita. E la troverebbe, in fondo alla sua anima pulsare come il primo battito primordiale, e proprio come una donna attingerebbe alla fonte con il catino, anche la custode protenderebbe la sua volontà per far suo quel barlume di luce. [ // Concentrazione – Guarigione 1/3 ]


CALLISTA {.Tempio.->.Sala Visite.} . E' una luce che abbaglia, che stordisce, che fa sorridere ma capace anche di distruggere. Lei, nonostante sia la totale oscurità ciò che la caratterizza e la circonda, ben conosce quel potere. L'ha vissuto sulla sua pelle, l'ha visto con i suoi occhi. Ma non riesce ad essere lieta, nemmeno quando, alzando la mancina sulla serratura di quella stanza divenuta ormai la sua più grande sconosciuta all'interno della sacra Dimora, riesce a scorgere la figura di colei che non con la vista aveva dapprima scovato. Così come non ha bisogno di abbassare lo sguardo su quel corpo che giace esanime accanto alla sorella. Sa già tutto. E' la Sapiente della Vecchia, non ci sarebbe da stupirsi. Un messaggio letto con occhi che hanno ormai perso ogni lacrima e ogni sofferenza, proprio come quando lo incontrò la prima volta. Silenziosi sono i passi sotto i ceri accesi lungo i muri della stanza, ombre che si allungano non solo sulla pietra, raggiungendo le guance scavate della mezzelfa, baciando le impronte bluastre di notti strappate al riposo e ad una degna nutrizione. Sfuggono gli occhi davanti a quei capelli argentati, scivola la comprensione nell'osservare colei che ora riposa, stremata figlia della foresta. Si ferma tutto quanto, nell'attesa di un'esplosione, di una rottura. Ma non accade. Zitta ed immobile, dietro a Mitrhil, alla sua veste candida, che nemmeno riuscirebbe a sconfiggere la sua oscurità.


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { Le dita continuano a permanere sulla fronte di Nephasto mentre lo sguardo d’argento si fisserebbe su quel viso dall’incarnato pallido, mentre ora cercherebbe di far sua quella luce che Arianrhod le concede ogni volta che a lei si appella. Come figlia e custode della Sua luce tenterebbe di incanalare quell’energia vitale, espandendola dal nucleo centrale per tutto il suo corpo. Ogni fibra del suo essere sarebbe posseduto da quella luce che lentamente si trasformerebbe nel dolce fluire dell’acqua fresca. L’acqua che monda, l’acqua che è portatrice di vita, la sentirebbe scorrere dentro di sé come un giovane ruscello in piena, capace di rigenerare. Ma non è la sola cosa che avverte. Una luce nera si avvicina, tanto buia e paradossalmente brillante. Non potrebbe confondersi con nessun altra… ma qualcosa di atipico avvolge la figura della consorella, che non sembrerebbe più brillare della luce della Triade. Ma questo non è il tempo per porsi domande, cercherebbe così di non lasciarsi distrarre dalla presenza di Callista. [// Volontà ferrea lvl 3 ] Il contatto con Arianrhod scorrerebbe delicato e prepotente e la Vergine fanciulla manifesterebbe la sua presenza facendo illuminare la stella posta a marchio sulla fronte di Mitrhil. [ //Luce di Stella lvl 4 ] [ // Incanalamento – Guarigione 2/3 ]


CALLISTA {.Sala visite.} . Perfino il respiro sembra essersi allontanato dal sottile corpo della mezzelfa. Il mondo intero si scioglie, crollando sul suo capo. Il filo logico dei suoi pensieri raggiunge l'apice, non spezzandosi, bensì trovando la giusta forza e volontà necessarie per abbassare, finalmente, quegli occhi che la Vecchia ha ormai derubato quasi completamente dal loro colore. Nebbia, Nephasto, non ha importanza il nome. E nemmeno i lineamenti di quel volto che ha imparato a conoscere anche quando celati da una sciarpa. Non c'è espressione che riesca ad emergere su quella maschera d'avorio, non paura, non timore. E' tutto nelle mani di Mitrhil, nella sua stellina che inonda il giaciglio dove il protettore della foresta è stato adagiato. Per lei ci sono altre strade da seguire, nuovi incroci dove fermarsi a riflettere, luoghi nei quali quel nordico viaggiatore non ha alcun motivo di esistere, tra le ombre che solo lei riesce a raggiungere, scavando nelle profondità della terra con le unghie spezzate, piangendo lacrime di sangue. Nessuna esplosione, nulla. Gli occhi che lo osservano sono spettri solitari ed il cuore batte solo per il potere che la bianca sorella chiama a sè, certa che anche questa volta, il dolce volto di Arianrhod saprà sanare quello che la natura, ed il destino, ha potuto vincere, senza alcuna difficoltà. Per la figlia delle tenebre non c'è spazio, nè qui, nè ora. Può solamente allontanarsi da quella luce splendente, da quelle mura troppo strette, da un corpo che non necessita delle sue cure. Ritornare a perdersi nella notte, che l'attende, che la desidera.


MITRHIL {[ Sala visite ]} )O( { Ed è nelle mani che convoglierebbe tutta quella energia vitale, fino a concentrare quel flusso fino ai polpastrelli che delicati sfiorano la fronte dell’albino. La luce della stellina brillerebbe di una luce pura, talmente luminosa da illuminare non solo il suo viso ma buona parte della stanza. Sentirebbe scorrere la linfa vitale in maniera quasi inarrestabile tanto da volerla sprigionare di getto, proprio come una cascata che si riverserebbe a fondo valle. Ma cercherebbe di trattenere quel fluire impetuoso per donarlo delicatamente, perché dalle sue mani passi fino a penetrare dolcemente nella fronte dell’uomo, perché da lì, dove è racchiusa la ragione, ma anche i sogni… possa poi fluire in tutto il corpo dell’uomo per riuscire a destarlo e a riportarlo fuori dal mondo onirico nel quale sembra essere caduto. [ //Lancio – Guarigione 3/3] La stellina brillerebbe nel suo massimo splendore nel momento in cui l’energia vitale verrebbe donata con generosità e abbondanza per poi lentamente ritirarsi come dolce risacca che lambisce le coste dell’isola, così perderebbe splendore anche il marchio della Dea sulla fronte della Custode, fino a far tornare nella penombra la stanza. Avvertirebbe un senso di spossatezza e avere accanto la sorella le sarebbe di aiuto, ma percepirebbe la sua luce allontanarsi da lei, ritornando a perdersi tra le ombre di Rhiannon. Non si volta nemmeno verso Callista. Le loro anime sono intrecciate come fili d’argento a tessere una trama fitta, spesso le parole tra loro sono anche superflue, tale è il legame che c’è l’una con l’altra. Avrà tempo la Custode per ritrovarla, ma ora si lascerebbe cadere sulla sedia posta vicino al letto, sebbene il suo fisico e la sua mente avrebbero bisogno di riposo [ // spossatezza ], non vuole abbandonare quell’uomo finchè l’incanto non abbia fatto realmente effetto… ma tanto è solo questioni di attimi… }




"Non è possibile suonare senza uno strumento Mitrhil e io ti ho scelta per far risuonare il mio volere tra i mortali. Fai che la tua voce sia la mia melodia nel parlare, che i tuoi gesti siano armonia e che tutta te stessa sia il mio canto. Tu sei la mia Stella Mitrhil, ed io sarò con te in ogni tuo passo"

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