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Forum delle Sacerdotesse del gioco di ruolo Isola di Avalon

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)O( Fine e principio )O( [Cure di Trago]

Ultimo Aggiornamento: 09/05/2012 20:36
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Luna Nera
17/04/2012 16:15
 
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Cure 1/1 + Incanto guarigione 1/1
Riassunto: Eiluned accoglie al tempio Trago e gli somministra le prime cure medicando le ustioni e le ferite riportate con un impacco di radici di sanguisorba e ponendo un unguento di betulla sugli ematomi. Tralascerà per il momento di curare il braccio rotto, riservando quelle cure, più complesse, a quando l'ex cavaliere dei draghi si sarà un po' rimesso in forze.




TRAGO [Esterno tempio] E’ stato accompagnato li dal Tuthen Ishtuk fino alla fine del sentiero, poi l’orgoglio del fu Iodrak si è fatto nuovamente sentire e vedere esigendo in maniera comunque educata e composto di essere solo nel percorrere gli ultimi metri che lo separano dal tempio. E sono proprio quegli ultimi metri i più difficili l’occhio sinistro l’unico libero dalla fasciatura è posto alla meta che è l’ingresso del tempio stesso, il passo vistosamente claudicante e tremendamente lento, il piede sinistro che viene praticamente strascicato sul terreno e il volto che compie continue smorfie segnando i lineamenti marcati coperti dalla corta barba ramata. Il colorito del volto pallido e la fatica che si fa sentire dopo il lungo cammino che ha compiuto questo pomeriggio. La manica sinistra della bianca camicia svolazza vuota accanto al fianco mossa dalla live brezza ed il gonfiore al petto fa ben comprendere che il braccio si trovi posizionato e fermato li. Sulla testa una fasciatura copre l’occhio destro e parte dei capelli ramati. E’ vistosamente in difficoltà ma non cede, fiero anche in quel momento la schiena cerca di tenere dritta il mediterraneo continua il suo percorso senza voler cedere mordendosi il labbro inferiore per sfogare quella forte senso di frustrazione che ha nel sentirsi e vedersi cosi, nel vivere quelle difficoltà completamente da solo senza nemmeno più l’aiuto della simbionte a sollevare le membra e la mente, tutto sulle sue sole spalle ma non si dà per vinto, non demorde e continua a camminare strusciando il piede sinistro sempre di più quasi sbilanciandosi in avanti con la schiena. E’ costretto a fermarsi davanti alle scale del tempio non perché la sua tenacia sia venuta meno, ma perché ha bisogno di riprendere fiato e studiare un qualcosa per riuscire a compiere quei gradini considerando in che stato sono i muscoli delle gambe e il fatto che non riesce poi a muovere tanto bene la gamba sinistra. Quindi si placa studiando quei gradini con l’occhio sano come se stesse studiando un avversario in duello con una intensità da annientare tutto quello che è intorno a lui, facendo esistere nella sua mente solo e soltanto quei gradini.

EILUNED { Tempio- sentiero- giardini esterni} Ormai il sole ha lasciato il posto alla bianca luna calante che sfiora i capelli corvini di Eiluned accendendoli di riflessi argentati, pallidi come la sua veste di stella dell'Alba. Tra le mani ella trattiene un grande cesto, all'interno del quale ha posto numerose erbe selvatiche raccolte durante il pomeriggio. Ed ora, ora che la notte abbraccia l'Isola dell'Estate ella ritorna al Tempio, alla sua casa, a quell'unico senso del suo respiro. Nonostante la scarsità della luce ella conosce bene la via e quasi non ha bisogno di guardare la strada che si snoda sotto i suoi piedi. Ma giunta ormai piuttosto vicina alla dimora della Dea scorge una figura, maschile di certo, ferma prima dei gradini che conducono al Tempio. Il passo si fa quasi corsaLa veste bianca svolazza alla sua andatura veloce. Non riconosce quell'uomo, sebebne bene presto riesca a rendersi conto che è ferito. Agisce d'istinto cercando di avvicinarsi il più velocemente possibile per vedere se è in grado di essergli utile, e comprendere chi egli sia.
TRAGO [Esterno Tempio] Non si accorge ancora della sacerdotessa che gli stà praticamente correndo incontro il suo sguardo è fisso su quei gradini che osserva quasi si fosse incantato il corpo si irrigidisce rendendolo ancora più fermo e statico, i denti digrignano e le labbra carnose e pallide come il resto del visto, si schiudono mostrando la bianca dentatura stridente, il respiro si fa sempre più profondo mentre l’occhio sinistro si arrossisce ed si inumidisce. La mano destra si chiude a pungo e la presa viene stretta cosi tanto che le stesse nocche sbiancano, il corpo è ora cosi teso che dei piccoli tremori ogni tanto scuoto il corpo del macedone il rossore sul volto prende il posto del pallore tanto che sembra quasi prendere fuoco ora, un ragazzone che stà per esplodere, una tensione che è fin troppo grande da sopportare e da vivere.

EILUNED {Esterno tempio } Ormai l'uomo è vicino abbastanza da poterla sentire, da poter udire i propri passi ed anche abbastanza da essere veduta senza alcuna difficoltà. Con un gesto leggero la Stella dell'Alba si pone al fianco dell'uomo e con voce ferma dice * Messere, sono una sacerdotessa del Tempio? Cosa cercate, siete ferito - dice dando solo una rapida occhiata da vicino- Vi occorre l'aiuto della Trina?* Ora che è sufficientemente vicina scruta il volto dell'uomo, ne scorge i capelli color rame e tratti che ritrovano corrispondenza nella sua memoria anche se ad essi non riesce a dare un nome, così domanda *Chi siete messere...?* L'istinto la porterebbe a ricorrere già al potere della Dea, ma la prudenza la blocca e non vuole esporsi troppo prima di sapere qualcosa in più su quell'uomo così malridotto che pare come incantato mentre osserva il tempio.

TRAGO [Esterno Tempio] Il respiro diviene sempre più profondo, avverte e sente la voce della sacerdotessa accanto a lui ma ancora non si gira continuando ad osservare quei gradini. [Non riesco... non riesco a fare questi gradini… Ho cavalcato Draghi, riso in faccia alla morte per due volte. Ho combattuto in battaglie inumane, potevo distruggere un nemico dell’isola senza alzare un dito… e ma la sua tensione è ancora palpabile nel pungo chiuso e nei tremori che pervadono di tanto in tanto il corpo in vistose scosse. [Avevo la forza dei Draghi in me, sono stato il condottiero della loggia e ora non riesco a compiere questi gradini…] lascia passare qualche istante mentre il suo sguardo cerca quello dell’altra, esprimendo il suo ora non riesco a compiere questi gradini.] la voce greve del macedone è rotta dalla tensione nervosa per quella che vede come una pesante sconfitta personale solo ora si gira vero la Sacerdotessa osservandola con il suo occhio color del miele stato di smarrimento, mostrando per la prima volta dopo mesi la sua debolezza. [Oggi ed ora più che mai ho bisogno della Dea… anche solo per comprendere se per me sarebbe stato meglio morire o no. Io ERO Trago Elmerick Basch ora non sono altro che la sua pallida ombra.] ed in quest’ultima frase torna ad osservare quei maledetti gradini che gli hanno fatto comprendere in che modo e in che mondo sta vivendo adesso.

EILUNED {Esterno tempio } Osserva ancora l'uomo che ha innanzi, la sua sofferenza e nonostante il pallore, le ferite, quel volto , i capelli color del rame, è certe di averli già veduti. E non appena egli inizia a parlare la memoria riporta a galla anche chi egli sia. *Messer Trago... non pensate a ciò che è stato, ogni morte, ogni fine porta in se un principio. L'essere venuto qui è stata una buona scelta!* L'osserva ora guardandolo negli occhi *Attendetemi un istante, vi porterò nel Tempio, è evidente che vi occorrono cure!* Detto ciò corre a poggiare, vicino alla colonna che delimita l'entrata dei guardini esterni, il cesto con le erbe, quindi corre accanto all'uomo e, ponendosi dalla parte del braccio sano, lo circonda con uno sto, al fine di sostenerlo. *Il mio nome è Eiluned messere, ancella della Vergine Bianca, non temete, ben presto starete meglio!* Terminate queste parole, pronunciate con la sua dolce voce soave, la Stella infonderà nel ex cavaliere dei draghi una dolce sensazione di speranza e di pace, che spera potrà essergli di conforto finchè non giungeranno in sala visite.[Infondere sensazione liv. 5]. Nel frattempo, con lentezza, inizierà a muoversi verso il tempio, in direzione della sala visite.

TRAGO [Esterno tempio] Ascolta in completo silenzio le parole della sacerdotessa per poi seguirla con lo sguardo verso la colonna e al suo ritorno una strana sensazione di speranza pervade il suo corpo facendo allentare la tensione dei muscoli cosi come addolcire i lineamenti del volto, sulle labbra carnose e pallide contornate dalla ramata barba appare un delicato sorriso [Lady Eiluned, siete stata su in loggia se non sbaglio… molto tempo fa.] fa un live sospiro mentre cerca di reggersi come può al braccio dell’altro e inizia a compiere i gradini zoppicando e alternando quel dolce sorriso a piccole smorfie di dolore. [Perdonate il mio sfogo di poco fa, spero di non avervi tediato con le mie parole, parole che poso si addicono ad un Draconico, anche se forse non ho più il diritto di essere definito tale.] Fa un lieve sospiro rimanendo lievemente pensieroso per poi tornare in silenzio per il tempo necessario al Macedone di salire le scale del tempio, un lungo periodo visto che ci ha messo un intero pomeriggio per scendere dalla loggia e arrivare nella dimora ufficiale della Trina.


EILUNED { Tempio-> sala visite } Seppure molto lentamente la sacerdotessa conduce l'uomo verso la sala visite, sforzandosi di non far nascere, nella sua mente, similitudini dolorose tra quella scena ed un'altra vissuta qualche tempo prima, un tempo che ora sembra quasi non essere mai esistito. *Non preoccupatevi messere, capita a tutti noi di sentirsi come vi sentite...ma non avete da temere, anche la notte più buia termina sempre con un alba'' Gli sorride appena in maniera sincera prima di continuare *Sì, venni alla fortezza tanto tempo fa...un tempo tanto lungo che sembra quasi appartenere ad un'altra vita'' Sospira appena, quindi afferma *Siamo quasi arrivati, appena un piccolo sforzo!* Di nuovo gli sorride, ormai sono nel Tempio e la sala visite dista solo pochi passi da loro.

TRAGO [Verso sala Visite] Se pur con evidente difficoltà il macedone segue il passo e la strada indicata dalla sacerdotessa cercando di riprendere il suo solito modo di essere e di fare, l’equilibrato e fiero cavaliere che anche senza la sua simbionte è pur sempre presente in lui. [Si, una vita fa… la vita della mia simbionte.] Sembra quasi rammaricato dicendo quella frase, ma dopo tutto è la realtà delle cose e lui deve assolutamente accettare quella perdita. [Sapete, appena mi sono risvegliato dal coma sono scappato per tornare qui, dai miei confratelli e alla Dea… può sembrare ridicolo ma è cosi. Ho iniziato la battaglia che ero Draconico e la gente credeva in me e dopo qualche tempo mi sono svegliato cosi… una pallida e squallida ombra di quello che ero. Io adesso non ho più nulla se non quest’isola, l’unico posto al mondo che posso chiamare casa.]

EILUNED {Sala visite } Finalmente la Stella apre la porta della sala visite, offrendo al suo sguardo e a quello dell'ex cavaliere dei draghi la visione dell'ampia stanza ordinata e riscaldata dalla luce dorata del camino e delle torce. Ancora per qualche passo la stella dell'alba lo conduce, fino ad accompagnarlo a sedersi sul primo letto alla loro sinistra, sul quale lo fa accomodare, seduto, per dare ristoro intanto alle sue gambe stanche. Quindi si allontana per raggiungere il bancone da lavoro dal quale preleva alcune bottigliette e delle bende che pone sul comodino vicino al letto sul quale Trago dovrebbe ora essere seduto. Quindi di nuovo torna al bancone e prende con se una pezza di lino pulita ed un bacile nel quale mette dell'acqua bollente e la mescola con altra fresca, contenuta in una brocca lì vicino. Queste cose saranno poste sul medesimo letto, facendo attenzione che l'acqua non si versi sulle coperte pulite. La sua dolce voce quindi di nuovo dirà * Siete stanco, oggi pulirò le vostre ferite e metterò un unguento sugli ematomi che già intravedo nonostante le vostre vesti- afferma osservandolo- Il braccio, sembra rotto- sussurra sfiorandolo appenaed osservandolo da vicino... questo richiederà del tempo ed ora siete troppo affaticato. * Un sorriso rassicurante rivolge di nuovo all'uomo prima di dire, con naturalezza *Dovete togliervi questi vestiti... vi aiuterò io, se non vi crea inbarazzo'' Lo sguardo di Eiluned è fisso su quello dell'uomo, ma non vi è malizia in esso.

TRAGO [Sala visite] Ecco che finalmente arrivano, con fatica e emettendo qualche gemito di dolore si mette quindi a sedere sul bordo del letto, anche in quelle condizioni il macedone sembra lentamente riacquistare quella fierezza nella postura riportando diritta la schiena e grazie anche alle spalle larghe. [Si il braccio è rotto, l’occhio destro è molto molto indebolito, una conseguenza di un mio vecchio potere. Mi da fastidio la luce anche minima, ho sforzato troppo la vista ed una forte luce mi ha ridotto l’occhio cosi. Il corpo è pieno di ustioni e come avete non riesco più a muovere perfettamente le gambe. Sono precipitato con Plathredenth in volo, - +lei era già ferita… dopo lo schianto ricordo che lei è morta e io sono ridotto cosi.] fa un lungo sospiro lasciando che lo sguardo si perda per qualche istante nel vuoto al ricordo vivido di quella senta e nel sentire la morte arrivare nella sua mente e poi l’assoluto silenzio, la debolezza e poi il buio. [Non avete idea, mia Lady di cosa vuol dire sopravvivere al proprio drago.] fa un lungo sospiro e poi annuisce alla richiesta di togliersi i vestiti. [Non importa, dovrei farcela da solo.] cosi sposta la mano destra ad allentare il nastro che tiene chiusa la camicia bianca, e questa si apre palesando corpo muscoloso del macedone, sull’ampio petto è fissato con delle fasce di lino non troppo sporche, il braccio sinistro steccato all’altezza dell’omero, la fascia copre l’avambraccio poggiato sugli addominali lasciando liberi i pettorali. Con qualche movenza e piccoli lamento riesce a scostare la camicia, la pelle è bruciata in più punti con ustioni non troppo gravi più da sfregamento cosi come delle grosse chiazze violacee sono presenti su tutto il busto e lungo il braccio libero, il destro. Si alza quindi dal letto emettendo un piccolo gemito di dolore per via delle movenze che è costretto a compiere, la mano destra scioglie il nastro che teneva su le braghe e queste cadono lungo le forti e muscolose gambe rivelando anche qui ustioni e contusioni varie. Torna quindi seduto emettendo dei nuovi gemiti di dolore e china in avanti l’ampia schiena per sfilare via i pantaloni e gli stivali aiutandosi a sfilarli con un gioco di tacco e punta lento e doloroso. Ed ecco che si tira su, qua è la nel corpo ci sono alcune fasciature a coprire le ustioni un po’ più gravi ma nonostante questo il fisico del macedone risulta ben allenato e proporzionato nei muscoli ben sviluppati, fiero con la schiena dritta ora si gira verso la sacerdotessa per nulla imbarazzato, non sono quelle le cose che lo imbarazzano. [Sono proprio ridotto male eh?] dice poi infondo cercando di scherzare un minimo sulle sue condizioni.


EILUNED {Sal visite } Attende che l'ex cavaliere si spogli, da solo come egli desidera. Nel frattempo utilizza il tempo rimastole prendere delle radici sbucciate di sangusorba, che cureranno le sue ustioni. Anche queste saranno posate, avvolte da candido lino, sul comodino a fianco del letto. Una volta che l'uomo si sarà tolto tutte le vesti ella procederà a togliere, inumidendole appena, le bende che fasciano le ustioni. Quindi con un panno pulito procederà a mondare tutte le ustioni e le ferite, affinchè ogni traccia di sporca sparisca da esse e queste possano meglio guarire e rispondere alle cure che ella andrà ad utilizzare. data la quantità di ustioni presenti sul corpo di Trago l'operazione le prenderà un tempo piuttosto lungo, anche perchè ella desidera ridurre al minimo il dolore che toccando quelle ustioni di certo gli provocherà. Di nuovo inoltre ella, per aiutarlo, gli trasmetterà la sensazione di benessere che già prima egli aveva sperimentato, sperando che quella gli renda più facile sopportare il dolore che potrà sentire. [Infondere sensazione liv. 5]


TRAGO [Sala visite] Visto il silenzio che l’altra propone lui non si scomoda a rovinarlo stando quindi zitto e buono. Osserva il fare della sacerdotessa nel toglierli le bende per assumere poi qualche smorfia di dolore a seconda dei movimenti che deve compiere per facilitarle il compito. Le stesse smorfie si presentano quando passa con il panno sulle numerose ferite che si trova lungo tutto il corpo ma cerca di non dire nulla ne di sottrarre gli arti interessati alle cure della sacerdotessa. Fa dei lunghi e profondi respiri cercando di scacciare la sensazione di dolore e accogliendo dentro di se quella strana sensazione di pace che avverte da quando ha incontrato la sacerdotessa fuori dal tempio. Ma alla fine una sola frase viene pronunciata con tono serio, con quella sua voce greve e avvolgente. [Perdonate se vi ho portato molto disturbo.]

EILUNED {Sala visite } Lunghi minuti silenziosi trascorrono mentre Eiluned pulisce e toglie le bende sporche dalle ustioni di Trago, quindi ella , terminato quel lavoro getta a terra le bende sporche e prende le radici di sanguisorba tagliuzzate. Ma proprio mentree sta per iniziare ad usarle per medicare le ferite lìex cavaliere parla ed ella non può fare a meno di volgere ancora una volta il suosguardo al volto di lui. * Non mi state disturbando- afferma seria- voi avete cercato l'aiuto della Dea, e queste mie mani, sono le sue mani questa notte. Non è me che dovete ringraziare, ma Lei, che vi ha tenuto in vita nonostante tutto ciò che vi è accaduto, e che vi ha condotto in salvo qui al Tempio*. Un lieve sorriso rivolge all'uomo prima di iniziare a medicare con le radicile sue ustioni e a ricoprirle di nuovo con delle bende pulite.



TRAGO [Sala visite] Fa un lieve sorriso verso la sacerdotessa mentre ascolta le sue parole, se gli avesse tolto la benda anche all’occhio destro lui cercherebbe di tenerlo sempre chiuso, ma il sinistro ci vede e ci vede bene, sguardo che nuovamente segue il suo fare espero e quel sorriso scompare per un attimo emettendo in piccolo gemito di dolore quando nuovamente si va a toccare la pelle ustionata dalle abrasioni. Solleva quindi lo sguardo dalle ferite e sposta il volto verso il caminetto osservando le sinuosi fiamme ed lo scoppiettio della legna sul fuoco. [Chi sa che disegni avrà la Dea su di me adesso che l’Ishtuk è morto.] sospira pensieroso e quella frase sfugge dalle sue labbra più come un pensiero ad alta voce, per poi fare un nuovo grugnito di dolore e girarsi di scatto verso la ferita che viene fasciata dalle delicate mani della sacerdotessa.

EILUNED {Sala visite } *La Dea ci riserva di percorrere strade che spesso non riusciamo neppure ad immaginare...abbiate fede, quale che sarà la vostra strada, se sarà quella voluta da lei, vi troverete ciò che è più giusto*. Una volta terminata la bendatura delle ustioni Eiluned prende una delle bottigliette che ha posto sul comodino, dove a chiare lettere è scritto '' Unguento di betulla'' . Con delicatezza quindi ella lo spalmerà sugli ematomi presenti sul corpo di Trago affinchè possano assorbirsi più in fretta. Quindi uno sguardo preoccupato si poserà sul braccio rotto * Cambierò anche questa fasciatura- dice con decisione- ma per guarire questo braccio vorrei aspettare che vi riprendiate un po'... io o una delle consorelle ce ne occuperemo'' Detto ciò si avvicina a lui, dal lato del braccio e con attenzione toglie le fasciature mantenendo la steccatura. Quindi prende la benda più lunga tra quelle poste sul comodino e blocca di nuovo il braccio cercando di metterlo nella posizione corretta. Prima di fare ciò ha però offerto una pezza di lino da mettere tra i denti a trago, per sfogare il dolore. Una volta terminata la fasciatura lascerà Trago sul letto per andare a prendergli una camicia da notte pulita e quindi mormora *Per oggi direi che basta così messere, avete bisogno di riposare*. Detto ciò si allontana di nuovo verso il comodino a prendere l'alta bottiglietta ed un cucchiaio.

TRAGO [Sala visite] Accetta di buon grado la benda da mettere tra i denti e subito la colloca li, pochi secondi dopo è li che stringe ringhiando di dolore, gli occhi vengono strizzati e quel verso ben riempie la stanza, stringe forte i denti e gira la testa dall’altro lato, cerca di non strattonare il braccio quando la dama di lavora e una volta che questa conclude la sua medicazione cerca di respirare profondamente cosi da calmare i dolori ed il battito cardiaco che aveva accelerato di botto tingendo di un rosso accesso le gote del pallido macedone. Lentamente tutto torna alla normalità e quando Eiluned si sposta per prendere la vestaglia il suo sguardo si sposta automaticamente ad osservare la nuova fasciatura, mentre la mano destra si sposta rapida a liberare la bocca dalla stoffa di lino che ancora tiene stretta. Afferra poi la camicia per indossarla e cerca delicatamente di sdraiarsi sul letto. [siete stata molto gentile con me Eiluned, non dimenticherò i vostri gesti ed i vostri sorrisi.]


EILUNED {Sala visite } Versa sul cucchiaio lo sciroppo di valeriana *Bevete questo, vi calmerà e vi aiuterà a dormire* Dice porgendogli il cucchiaio pieno, mentre risponde *Spero di aver agito bene messere, e spero che la Dea vi aiuti a guarire tutte le vostre ferite, sopratutto quelle che i doni suoi in mano a me non possono curare* Detto ciò la sacerdotessa mette al loro posto tutto ciò che ha utilizzato per le cure e si avvia all'uscita * Vi lascio riposare messere, una buona dormita alle volte è la cura più efficace. Che Arianrhod vi benedica!* Saluta infine prima di lasciare la sala visite


TRAGO [Sala Visite] Prende e beve lo sciroppo dal cucchiaio per poi tornare ad osservare la sacerdotessa. [Ancora vi ringrazio.] Ne segue quindi con lo guardo la dipartita dalla stanza mantenendo quel lieve sorriso ed una volta che questa sarà uscita si gira dall’altra parte. [Chi sa che avrebbe detto Plath di tutto questo…] borbotta tra se [No, so perfettamente cosa avrebbe detto e fatto.] e si lascia andare ad una strana risata liberatoria, per poi cercare una posizione migliore nel letto, più comoda favorendo il sonno vista la stanchezza per lo scombussolamento avvenuto nella giornata.







Stars can't shine without darkness

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Polvere di Stelle
09/05/2012 20:34
 
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Riassunto: Link FM


Nivienne passeggia per i Giardini Interni, quando è incuriosita dalle luci provenienti dalla Sala Visite. Si addentrerà così nella stanza trovandovi un degente. Poche parole quelle scambiate ed inizialmente la mediterranea giudicherà il macedone per aver lasciato senza una Guida il Clan Mediterraneo. Si dovrà ricredere la Stella del Meriggio, ponendo però insistenti domande sulla sua richiesta di aiuto alla Triade tutta. Perchè proprio adesso? Le giuste parole di Trago convinceranno infine la Stella ad intercedere per lui. Il Potere di Guarigione di Cerridwen si manifesterà così, guarendolo non soltanto nelle ferite, ma anche nell'animo. Ora apparterrà al Tempio.


//Commento: Che dire, mi sono divertita un sacco.
Nivi mi fa sempre morire dal ridere da come si comporta XD

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NIVIVENNE { Giardini Interni --> Sala Visite } - { E' calata la Notte sull'Isola Sacra tingendo ogni cosa del colore caro alla Velata. E col Vespro anche le mura del Tempio hanno cambiato colore divenendo d'un blu scuro, rischiarato soltando dall'astro argenteo e dalle sue stelle. Passi lenti quelli della Rossa Stella, fruscio di vesti che la accompagna, come se petali scarlatti si staccassero dalla sua figura, come gocce di sangue, pronte ad esser inghiottite dalla terra, dal buio, dalle sue ombre. Fuoco ed Ombra che si scontrano, ma in lei vive la Fiamma, in lei vince il Fuoco ed il Suo ardente respiro. Passeggia lasciando che le mani sfiorino corolle e steli nel suo dolce passaggio, ripensando ad ogni cosa che sta accadendo...l'armata, la piccola Elysiane, Roseline partita alla ricerca dell'amata Sorella. Le rimangono soltanto più la sua sapiente Rossa e quella Magistra che cresce ogni giorno di più nelle Sue Fiamme. La sente ravvivarsi nel Suo Fuoco. Nonostante un'altra enorme perdita. Il capo verrebbe leggermente scosso, quasi a separarsi da quei pensieri, ed in quell'istante potrebbe scorgere la luce filtrare dalle finestre della Sala Visite. I riccioli corvini si muoverebbero con lei ondeggiandole lievemente oltre le spalle. Come meta quella stanza, dentro alla quale sa non vi troverà niuna Sorella, tutte dedite ad altri compiti. Passi nudi sull'erba fresca, sino a quando non incontrerebbero la pietra serena e la man dritta andrebbe a posarsi sulla maniglia. }

TRAGO [Sala visite] Sdraiato in quel letto, completamente in mobile ed in completa solitudine il macedone non può far altro che pensare e pensare, sente e avverte ogni giorno di più la mancanza della simbionte nella sua mente, quella continua presenza e quelle continue parole. L’occhio sano si sposta dal fuoco del camino alla finestra. Il suo sguardo è melanconico e triste, in quella pupilla color miele si riflette tutto quello che è accaduto da quando ha lasciato l’isola fino al giorno in cui la Stella dell’alba l’ha accolto al tempio. Coperto dalla candida coperta il mediterraneo ha il braccio destro fuori da essa, il resto del corpo completamente in asse. Sembra quasi una statua al momento ed il suo sguardo è ora completamente perso nel vuoto, solo il suo corpo è rimasto al tempio mentre la sua mente vaga e vaga ancora in continui pensieri uno più oscuro dell’altro per il carico emotivo di cui sono pregni, pensieri a cui non riesce a sottrarsi nemmeno volendo.

NIVIENNE { --> Sala Visite } - { Quante volte ha calcato la stessa strada? Ma per altri motivi. Riassettare, dover rifornire la stanza di erbe od unguenti, oppure molto altro. Quante volte s'era soffermata lì quando v'era lui in quel letto? Sperando in un segno, in un risveglio. Ed invece sono dovute ricorrere addirittura ad un rituale per riportarlo indietro, ma lo aveva promesso alla piccola Aingeal. Beh, piccola...un sospiro le uscirebbe dalle labbra ripensando all'ultima delle loro conversazioni. Una conversazione che la aveva agitata enormemente, così come ne è certa avrà agitato anche Alexandra. Nello stesso istante farebbe scattare la serratura, aprendo così la porta e lasciando che il volto roseo, capeggiato dalla stella scarlatta sulla sua fronte che la identifica come un'ancella di Cerridwen, spunti in quello spiraglio che ha appena creato. Lo sguardo smeraldino, già incuriosito prima a rimirar oltre la finestra, ora si poserebbe su chi sosta inerme su un letto dal lato opposto, accanto alla porta che dà sul Sacro Luogo. Un sopracciglio s'inarcherebbe lasciando svanire ogni curiosità. Se si trova lì una delle sue Sorelle lo avrà accolto, ma chi è? Si potranno fidare? Con i tempi che corrono non si fida nemmeno d'un ciottolo rinvenuto all'approdo. Spalancherebbe di più la porta entrando così completamente nella stanza. } Rispectae Aveas. { La voce morbida e calda si spargerebbe per l'aere, ma con un tono cauto. }

TRAGO [Stanza visite/Letto] Rimane immobile in quella posizione per chi sa quanto tempo, non ha molto la cognizione di quest’ultimo visto che ogni minuto che passa in quella stanza è cosi simile all’altro, solo la voce che avverte in quel saluto riesce a riportarlo con l’attenzione a ciò che lo circonda. Ruota quindi il capo verso la fonte della voce sperando forse nell’arrivo di Eiluned, ed un lieve sorriso appare sul suo volto non tanto per quel pensiero ma perché automaticamente pensa a cosa avrebbe detto Plath riguardo a questo. L’occhio sano, il sinistro si ferma ad osservare la figura della sacerdotessa che non aveva mai avuto l’onore di incontrare prima, o almeno non ricorda mantiene comunque il sorriso verso di lei. [Mare Asperum] dice verso la sacerdotessa e quasi in automatico la voce greve del mediterraneo riempie l’irreale silenzio della stanza e forse quello ancora più irreale della sua mente non ancora abituata ad essere abbandonata a se stessa. [Sono Trago Elmerick Bash, mi ha accolto la Sacerdotessa Eiluned, come vedete ho bisogno di cure.] e la mano destra istintivamente va ad indicare la benda che ha sull’occhio destro, beh almeno la più vistosa, anche se le coperte che lo coprano fino a metà del busto appena sopra gli addominali lasciano vedere ben altre ferite d’ustione e contusione, e il braccio destro steccato all’altezza dell’omero e fermato con altre fascia al busto. [Perdonate se ho tolto la camicia, ma avevo caldo, se non è permesso la rimetto subito.] anche in quelle condizioni comunque la sua fierezza non viene meno cosi come il suo animo rispettoso ed educato verso gli altri e verso i luoghi dove si trova.

NIVIENNE { Sala Visite } - { La porta verrebbe richiusa dietro di sè, ma resterebbe ancora lì per alcuni istanti. L'attenzione della Fenice è tutta per l'uomo disteso in quel letto. Capelli rossi, occhio chiaro -almeno per quello che riesce a scorgere-, quasi come del miele più dorato. Eppure non ricorda di averlo mai visto. Un nuovo avventore? O peggio? Si lascerebbe così andare a quel dono che la Dea le ha donato, sondando chi le ha sta innanzi. Un tocco scarlatto, che l'altro non potrebbe minimamente percepire, ma che servirebbe a lei per comprendere se potrà fidarsi oppure no. Non può fidarsi a priori, anche se è visibilmente ferito, e l'incolumità delle Sorelle e della Domina è sempre la cosa più importante (//Sesto senso lv. 5). Eccola la Rossa Guardiana assumere ora un'altra posizione, molto meno difensiva. Un semplice uomo bisognoso di cure. Il sorriso leggero, o forse di circostanza dell'altro, la spiazzerebbero. Così come il saluto. Voce grave quella del mediterraneo che ancora non riconosce. } Mare Asperum. { Le labbra piene e scarlatte accennano un sorriso, mentre la Fenice si avvicinerebbe al letto, in modo da poterlo vedere meglio. Sguardo smeraldino che si poserebbe su ogni benda messa pazientemente da Eiluned. } Lord Trago... { La voce della Stella del Meriggio cambierebbe tonalità, un tono più grave. } ...e così siete ritornato. { Il sopracciglio destro s'inarcherebbe leggermente. No, non si conoscono. Ma lei ricorda lui negli scritti e nella sua sparizione. } Vi credevamo scomparso, ed ora invece tornate ferito e bisognoso di cure. { Scomparso, lasciando un clan senza una guida. La rossa figura si sposterebbe su un lato del letto, alla sinistra del mediterraneo. } E noto che Eiluned Vi ha già medicato, ma chi Vi dice che la Triade sia disposta a guarirVi? E' mai stata nei Vostri pensieri? Nelle Vostre preghiere? { Il capo verrebbe mosso leggermente in senso di diniego. } Potete stare anche senza. { Ovviamente ora intende la camicia. }

TRAGO [Stanza Visite/Letto] Mantiene il suo sorriso quando sente il saluto, evidentemente hanno le stesse origini. Solleva il sopracciglio quando sente il resto del discorso andando a modificare la linea che crea la vecchia cicatrice che ha sulla fronte e che taglia in due lo stesso sopracciglio sinistro. [Mi conoscete dunque… ma io non ho ricordi di voi perdonatemi, ma sono stato molto tempo senza coscienza dopo la battaglia che ha visto morire il mio drago, e ho ancora i ricordi un po confusi.] Il tono è comunque gentile anche se composto e rispettoso del luogo e di ciò che la dama rappresenta. [non ho detto che la Dea mi concederà la guarigione, sono qui per chiederlo.] fa una piccola pausa nel suo dire dove si schiarisce un poco la voce. [Non per pretenderlo. Ho comunque avuto molti rapporti con le Sacerdotesse e ci siamo aiutati più di una volta vicendevolmente. Ma ditemi, la somma è sempre Callista? E’ da tempo che non vedo e mi farebbe piacere poter parlare ancora con lei… Mithril come stà? Perdonate le mie domande, ma non vedo nessuno da ieri, e quando la vostra consorella mi ha trovato fermo davanti ai gradini, beh non ho avuto tempo e modo di chiedere queste informazioni.] fa un lungo sospiro ma viene interrotto da una piccola fitta di dolore e quello stesso dolore si legge nella smorfia che ora compie.

NIVIENNE { Sala Visite } - { Smeraldo e oro che si fondono per un istante. Entrambi con un sopracciglio alzato, ognuno la pensa in maniera differente. Oppure, semplicemente, entrambi pensano di avere ragione. } Beh, Lord Trago... { Il sorriso di lui non scema, ma le parole di lei hanno un lieve tono pungente. } ...non pensate anche Voi che un mediterraneo sia a conoscenza di chi sia il proprio Capo Clan? Così come sappia che sia sparito lasciando un popolo nel caos? { E' la mediterranea ed il Prefetto che scalpitano in lei e che giudicano, ma non la Sacerdotessa. La Stella sa che il Giudizio spetta soltanto a Lei, e pare sia già stato catastrofico per lui. Perdere un drago, nemmeno immagina la pazzia che potrebbe scatenare quell'assenza. Sarebbe come essere abbandonata da Cerridwen. Annuirebbe lievemente. } Siete qui per chiederlo, non per pretenderlo, ma perché? Perché dovrebbe aiutarVi? { Chiede ancora, si informa. Perché quello è il dovere della Fenice. } Si, è sempre lei. { La Domina. } E Mitrhil sta bene. { Noterebbe quella smorfia, quella punta di dolore (//Empatia lv. 1), ma attende ancora. Ha lasciato soffrire la Signora dei Boschi molto di più. Ma vuole soltanto comprendere. Sa di esser stata molto più che diretta, ma lei è questo. Fuoco e Fiamme. }

TRAGO [Sala visite/letto] Ascolta le parole dell’altra, e cruccia la fronte pensieroso quando gli vengono dette quelle parole. [Comprendo la vostra diffidenza nei miei confronti, ora son qui, solo un’ombra di quello che ero e non è da me, con tutto il dovuto rispetto, dire “la Dea deve guarirmi perché io ho compiuto qualcosa per la Dea”. Non è nelle mie corde, non lo era quando ero Iodrak o Isthuk, e non lo è ora. Quindi se sono queste le parole che cercate da me non le avrete. Sono qui perché credo fortemente in lei, non ho altro che la loggia e l’isola… e l’isola è la Dea stessa, quindi non mi è rimasto altro che lei ed il suo sguardo.] fa un ennesimo sospiro dopo aver detto queste parole ma questa volta non fa nessuna espressione di dolore, il sospiro è dovuto al fatto che ora come ora gli è diventato difficile anche parlare e questo lo dovrebbe ben avvertire la sacerdotessa perché ogni sua frase ha sempre un tono più basso rispetto alla precedente. [Per quanto riguarda il clan, anche li comprendo il vostro rancore. Ho raccolto un branco di uomini allo sbaraglio, gli ho dato uno statuto e delle nuove cariche, l’ho fatto cresce amorevolmente e quando è giunto il momento mi sono semplicemente fatto da parte. Quando abbandonai la carica di Primo Console direttamente a Lady Delphinea, ho anche indicato chi poteva sostituirmi e questo è accaduto poco dopo la mia nomina a Iodrak, quindi non sono scomparso ma sono rimasto in queste terre e credo voi sappiate cosa ho compiuto per l’isola quando ero il signore della Loggia. Dopo lasciai l’incarico a Ledy Arhil per motivi personali e anche li sono comunque rimasto per aiutare.] Fa una nuova pausa dove ingoia vistosamente per poi riprendere. [Solo dopo, sono andato via dall’isola perché avevo bisogno di vivere direttamente con la mia Simbionte, per ritrovare una strada che avevo smarrito… ma questa unione ha portato alla sua morte, e mi ha ridotto quello che sono ora.]

NIVIENNE { Sala Visite } - { Le smeraldine iridi sono sempre fisse su di lui, non soltanto nello sguardo color miele, ma ne seguirebbe ogni lineamento, ogni cicatrice, ogni ruga che par assumere la fronte corrucciata. Ogni singola movenza di quel viso stanco e bendato. E lei lo sa, lo incalza, chiede con il suo tono pungente. Ma è ciò che va fatto e non le interessa una risposta sciocca o superficiale che verrebbe scartata come prima ipotesi. Lei sonda, ha bisogno di arrivare in ogni anima. Di sentire quella scintilla vitale. Annuisce alle sue parole, lasciando che un sorriso leggero sbocci sulle labbra rosse e carnose. } Si, la Dea è l'Isola stessa, così come senza le Sue Sacerdotesse l'Isola Sacra non esisterebbe. { Il tono tornerebbe più mite. } V'è rimasto ciò che riempirà le Vostre giornate { In assenza di un drago.} una Dea in cui credere e per la quale vivere. AffidateVi sempre a Lei. { Il suo pensiero, ciò che gli dona. } Mi dispiace per la Vostra simbionte. { Infine le labbra s'aprirebbero in modo stupito. } A Lady Delphinia? Anche lei ha lasciato queste terre, molte lune fa ormai. Ora potete trovare la Prima Lady nella figura di Alexandra Wright. { La madre di Aingeal, ma questo lui dovrebbe già saperlo. } Il Conclave era convinto che avevate abbandonato il Vostro popolo. Ma ne sarà adeguatamente avvisato. Ed ora, come allora, i mediterranei non hanno una guida. { Ma spera vivamente che Ser Uinen o Lady Dodaiux ne saranno all'altezza. } Ora rilassatevi e lasciate che sia la Triade a decidere se avrete l'occasione di imboccare un nuovo bivio. A voi la scelta, a Lei il Giudizio. { Qualunque esso sarà. }

TRAGO [Sala visite/letto] Rimane quasi interdetto, sentendo quello che dice la sacerdotessa più che altro sul fatto che il conclave lo credeva quasi un traditore. [Non ho lasciato niente e nessuno, sono ancora qui, se la Dea vorrà e se il conclave crederà alle mie parole, sarò ben lieto di tornare ad aiutare nella costruzione di questo.] Ma si zittisce ora rimane ad osservare la sacerdotessa. Come sempre la fierezza dei Draconici non viene mai meno, nemmeno quando scompare la propria simbionte, nemmeno quando non indossi più le effigi della loggia. E quella stessa fierezza si legge nel suo occhio color miele che fissa l’altra attentamente.

NIVIENNE { Sala Visite } - { Lo ascolterebbe ancora per un istante, annuendo leggermente. Non conosceva ogni tassello nel giusto ordine ed il suo giudizio da semplice umana s'era rivelato inutile, ma senza rancore come ha precedentemente asserito il draconico. Gli crede? Una parte di sé stessa è portata a farlo (//Empatia lv.1). Uno sguardo a quell'occhio color miele, prima di sollevare il lenzuolo in un gesto secco, ma senza togliere le bende che ancora porta, perché non ne ha bisogno. Lascerà decidere alla Dea, come infine fa sempre, se curarlo oppure no. Se Ea si manifesterà il potere filtrerà oltre quel lieve strato di garze. Tenterebbe così di perdersi nelle fiamme della Giusta che potrebbe ritrovare nelle ombre della stanza. Uno sguardo che all'ex draconico potrebbe sembrare assente, distante. Eppur la Rossa Stella tenterebbe così di ritrovar la concentrazione lei stessa, permanendo in quella postura eretta, ma posizionando entrambe le mani a poca distanza dal torace dell'uomo. Permarrebbero così, a mezz'aria, con i palmi rivolti verso il basso, senza sfiorarlo, ma come un soffio tiepido d'estate. Inspirerebbe ed espirerebbe lentamente, ricercando la regolarità del proprio respiro, ricercando in sè stessa la calma e la scintilla che le serviranno per richiamare il Potere della Giusta (//Volontà ferrea lv. 3, Imperturbabilità lv. 5). Così tenterebbe la Fenice di non udir più nulla attorno a sè, lasciando dietro di sè anche ogni respiro dell'uomo. Attenta a ricercar quelle Fiamme che sono l'animo di Cerridwen. Tenterebbe così di divenir il Suo umile mezzo, se Ea accetterà la richiesta del mediterraneo. } [Incanto di Guarigione - Concentrazione - Fase 1/3]

TRAGO [Sala visita/letto] Quando l’altra gli strappa via le coperte il suo primo istinto sarebbe quello di spostare la mano sana a coprire le zone intime, anche se ha in dossi un paio di mutandoni abbastanza corti, l’istinto è sempre l’istinto. Ma non si muove rimane fermo comprendendo quello che ella ha in mente e quindi in completo silenzio chiude gli occhi lasciandosi completamente andare ora nelle mani della Sacerdotessa e nel fondo del suo animo cercare lui stesso la Dea, ha bisogno di questo per poter riprendere le redini della sua vita.

NIVIENNE { Sala Visite } - { No, non si curerebbe di lui o del suo istinto. Di ciò che all'inizio potrebbe pensare l’ex draconico. Gli occhi della Stella Rossa permarrebbero sempre aperti, incantati da un punto lontano, assenti. Quasi stesse tentando, grazie alla propria accecante fede strisciante, di trovare uno spiraglio fra le Fiamme della Giusta. Le brama, le ricerca, più d'ogni altra. Lei, la Sua
Figlia Prediletta. Tenterebbe così di mantenere la stessa postura eretta e le mani quasi a sfiorare il costato del draconico. Eppur niun tocco fra di loro. Le labbra piene e scarlatte sempre chiuse. Sol un unico movimento, il suo respiro. Inspirerebbe ed enspirerebbe la Fenice, ricercando la quiete prima della Tempesta. Se riuscisse a trovare la concentrazione riuscirebbe nel suo intento, ovvero annullare ogni singola percezione esterna. Il respiro di colui che fu un draconico, le fiamme del focolare, ogni singolo rumore che potrebbe trarla in inganno e non permetterle di ritrovarsi fra le braccia di Cerridwen. Lasciando così che il Suo Fuoco possa iniziare ad inondarle tutto il corpo (//Volontà ferra lv. 3, Imperturbabilità lv. 5). E se Ea decidesse di farle questo dono, il
cuore inizierebbe a batterle più velocemente al ritmo dei tamburi dei Guerrieri prima della battaglia, mentre la Scintilla della Madre Guerriera si farebbe strada fra le vene della Rossa Stella. Fiamme che infine divamperebbero, mentre la rossa stella tatuata sulla sua fronte inizierebbe a rilucere in riverberi scarlatti ed inondando tutta la stanza. Cosa potresti vedervi, Trago? Ogni sfumatura del Fuoco (//Luce di Stella lv. 5). Luce che potrebbe iniziare a rincuorare il ferito, ma potrebbe esserne solo l'inizio. } [Incanto di Guarigione lv. 5 - Incanalamento - Fase 2/3]

TRAGO [Sala visite] Quello che dovrebbe essere il rito è forse iniziato e anche se il volto nasconde bene quelli che sono i suoi pensieri il suo cuore batte all’impazzata quasi per l’agitazione. Apre l’occhio sano non occultato dalla morbida fascia di lino e vede quella stella illuminarsi, solleva le sopracciglia… in anni che vive sull’isola ed in altrettanti anni che frequenta le sacerdotesse mai prima ha avuto modo di vedere un tale manifestarsi della volontà divina, quella scarlatta luce che illumina non gli crea comunque agitazione, ma al contrario sembra quasi rilassarlo anche che l’occhio vigile rifiuta di chiudersi rimanendo attento alla scena che si stà palesando davanti a lui. Il petto si muove un po assecondando gli atti respiratori del Macedone che ritmici si susseguono l’un l’altro quasi sfiorando le mani della sacerdotessa del meriggio ma senza toccarle.

NIVIENNE { Sala Visite } - { Immobilità. O almeno è ciò cui tenterebbe d'assomigliare la Rossa Stella. Tenterebbe così di rimanere nella stessa posizione, le mani sempre poste sopra il torace, ma senza sfiorarlo. Non dovrebbe esser difficile per colei che è stata messa alla prova in molte maniere, situazioni ben più sgradevoli di questa, tentando così di mantenere quella concentrazione forse prima trovata (//Volontà ferrea lv. 3). Sguardo smeraldino perso nel nulla, mentre la stella scarlatta sulla propria fronte continuerebbe a brillare in ogni tonalità del Fuoco più puro. Cuore che continuerebbe a martellarle nel petto, quasi fosse l'urlo dei Guerrieri che scendono in campo. Eppur il suo volto permarrebbe impassibile a chi potrebbe guardarla (//Imperturbabilità lv. 5). Se Cerridwen rispondesse al richiamo della Sua Figlia Prediletta il Potere che ha raccolto in sè stessa, lingua di fuoco, dopo lingua di fuoco, si riverserebbe fuori da lei. Come Fuoco che divamperebbe dalla scintilla nel braciere. Ogni gesto della Stella del Meriggio verrebbe così guidato da Ea, mentre la rossa stella brillerebbe nel suo massimo splendore, andando ad illuminare quasi l'intera stanza (//Luce di Stella lv. 5). Quasi che Trago potesse trovarsi fra le braccia di Cerridwen, di Colei che è Madre, Passionale e Guerriera. Le rosse fiamme della Giusta andrebbero così a purificare ogni ferita, già in via di guarigione grazie all'intervento della Stella dell'Alba, poi le carni lacere comincerebbero a risanarsi, così come quelle ustionate. Guarendo così le ferite esterne e lasciando al loro posto soltanto pelle rosea e perfettamente liscia. Eppur v'è altro da rinsaldare all'interno del corpo e non solo. E' soltanto l'inizio. } [Incanto di Guarigione lv. 5 - Materializzazione - Fase 3/3]

TRAGO [Sala Visite] Quella luce che diviene sempre più potente non sembra per niente spaventare il mediterraneo che al contrario si lascia andare e si fa invadere da quella potente ondata di magia, il suo corpo e la sua mente sono già abituati ad ospitare queste grandi fonti di potere e quindi per lui il rinascere e il riacquisire un vecchio splendore perduto con la morte di Plathredenth. No, non fa resistenza, nemmeno quando il suo sguardo si abbassa andando a vedere quello che accade al proprio corpo, le ferite e la pelle che lentamente si rimarginano in quell’abbraccio che solo la Dea può donare a chi ha creduto in lei e chi ha cercato di aiutarla in passato. Un leggero sorriso si palesa sulle labbra dell’ex draconico quasi trovasse anche sollievo mentale in quel momento vivendo in se quell’episodio come la sua ennesima rinascita sull’isola quella stessa isola che l’ha già visto morire e rinascere una volta ora gli concede una nuova esistenza. Rimane fermo immobile volutamente cosi da non disturbare il fare della sacerdotessa e la sua concentrazione mentre lentamente quelle garze che proteggevano la pelle diventano quasi del tutto inutili.

NIVIENNE { Sala Visite } - { Concentrazione. Ma v'è bisogno di ricordarle che deve tentar di rimanere ancorata a Lei? No, non v'è. Perchè è tutto ciò che vuole, tutto ciò che desidera. Pura Estasi di Fuoco e Fiamme essere con Lei ed in Lei. Perfettamente immobile ed ancora accoccolata in quell'abbraccio di Madre. Abbraccio che Arde e la ingloba in qualcosa che può esser incomprensibile a chi non è mai stata Sua (//Volontà ferrea lv. 3). Stella scarlatta che continuerebbe a rilucere senza perder d'intensità sulla sua fronte, Fuoco che s'espande, quasi quelle Fiamme siano passate in un diamante che ne amplia la luce e le sfumature (//Luce di Stella lv. 5). Eppur il suo volto permarrebbe sempre impassibile alla vista di Trago (//Imperturbabilità lv. 5). Il Potere della Giusta continuerebbe a fluire da lei, in una cascata di lingue di fuoco che scaldano e rinsaldano, come lava incandescente. Fuoco che divamperebbe ancora, ma senza distruggere. Forza rigeneratrice che si dispiegherebbe all'interno del corpo di colui che fu Primo Console, arrivando sino all'occhio destro e passandovi all'interno purificandoglielo e guarendolo completamente. Impressionato da una nuova fonte di luce, eppur quella Divina risana e guarisce, così come si dispiegherebbe all'interno delle sue membra andando a ricostituire ogni muscolo, riformandolo. Guarendo ogni trauma. E' il Potere Divino di Cerridwen. Un Potere che deve ancora finire di manifestarsi appieno. } [Incanto di Guarigione lv. 5 - Mantenimento - Fase 1/4]

TRAGO [Sala Visite] Un’ondata di energia invade il corpo del macedone, una calda energia che riempie ogni suo fibra muscolare e a quella sensazione lo sguardo dell’altro si sposta verso il volto della sacerdotessa, lo sguardo fiero persiste anche in quell’istante dove il suo corpo viene nuovamente pervaso da una fonte di energia rendendo forse il macedone quello che era. il fiero e impassibile combattente Signore dei Draghi, quasi fosse rinato in quell’istante anche se tale titolo non gli appartiene più per propria scelta quella fonte di energia che avverte dentro se quell’ondata di calore gli fa ricordare molte cose e in quei ricordi si palesa nella sua mente un’immagine, un ricordo misto a sensazioni nuove pensieri che gli si palesano. In essa vede le potenti fiamme dell’energia divina e davanti a queste alte e sinuose fiamme quello che era il corpo e la siluette della gemmata, potente drago antico ad ali aperte e in posizione rampante, con le fauci completamente aperte a ringhiare potente la forza e l’anima del fu signore dei draghi e alfiere dei gemmati… un’immagine questa proiettata dalla propria mente nella sua mente, nessuna magia l’ha imposta e nessun particolare potere un richiamo da quella sensazione alla fonte di potere che più conosce meglio e con cui ha condiviso i lunghi anni trascorsi… accostandola quindi a questo ricordo Trago non solo dovrebbe guarire nel suo aspetto fisico ma anche in quello mentale, rivivendo in quell’istante quello che è stato per anni, per questo quello sguardo fiero e deciso piantato sul volto della sacerdotessa che al momento sta dimostrando appieno il potere della Trina diventando suo diretto strumento, una sensazione che ben conosce… certo non a quei livelli ma già altre volte in passato il suo corpo era divenuto manifestazione del potere degli antichi.

NIVIENNE { Sala Visite } - { Il cuore della Fenice continuerebbe a pulsare al ritmo dei tamburi, un ritmo incessante ed incalzante, mentre nelle sue vene il sangue fluirebbe ribelle. E' il Potere di Cerridwen, della Sua Stella, al quale tenterebbe di rimaner ancorata e concentrata. Istante, dopo istante (//Volontà ferrea lv. 3). Non sa quanto tempo è passato, secondi, minuti, ore. Ma sicuramente non troppo, sa che se non vi fosse Lei a trattenerla, forse in questo istante si sarebbe già lasciata andare, cadere. Perchè ogni qual volta che s'appella a Lei, che Vi s'affida e come se prima la inondasse, fortificasse ed infise la prosciugasse di ogni stilla vitale. Perchè è questo che fa una Dea. Non dà mai nulla per nulla. Ogni cosa ha un suo prezzo. Eppur anche se vi fosse fatica, non s'avvertirebbe dal suo sguardo, perchè piena della magnificenza delle Sue Fiamme (//Imperturbabilità lv. 5). La stella sulla fronte della Stella del Meriggio continuerebbe a rilucere, ancora ed ancora, riverbero che sfiorebbe costantemente il corpo e l'animo di Trago, ma anche il proprio (//Luce di Stella lv. 5). Lascerebbe così che le Sue Fiamme le diano ancora Forza, così come s'espandano ancora nel corpo del ferito. Fiamme simili a lava incandescente che fluirebbero verso la spalla destra andando a guarirne la lussazione, per poi scendere verso l'omero dello stesso braccio. Osso che verrebbe fuso ed infine rinsaldato, ricreando e ricostituendo muscoli e tendini. Schiocco secco che potrebbe udirsi, fin'anche alle orecchio del macedone, accompagnante da un dolore forte e lacerante. Eppur un dolore che sparirebbe quasi istantaneamente, scomparendo alla rigenerazione guarigione completa. Si, perchè così ogni ferita, ogni frattura, ogni ustione, ogni problema che quell'anima potrebbe aver incontrato dovrebbe esser risanata completamente. Ora non dovrebbe avvertire più alcun dolore ed il bendaggio sarebbe ormai inutile. } [Incanto di Guarigione lv. 5 - Mantenimento - Fase 4/4]

TRAGO [Sala Visite] E’ lo schiocco che avverte al braccio che porta lo sguardo del macedone su questo tralasciando il volto della sacerdotessa, gli occhi in quell’istante si chiodono ed il volto divine la più palese espressione di dolore, dolore che avverte allucinante e pungente quasi come fosse nuovamente caduto, ma al contrario di allora tutto questo scompare nell’arco di pochi istanti lasciando al suo posto il più completo stato di benessere sia fisico che mentale, essendo stato toccato dalla Dea che ha deciso di manifestarsi nelle fattezze e attraverso il corpo di Nivienne, ed è nuovamente su questa che il suo sguardo si sposta e nuovamente le carnose e ben delineate labbra contornate dalla ramata barba si disegna quel sorriso appena accenato alzando solo l’angolo sinistro delle labbra.

NIVIENNE { Sala Visite } - { Come tutte le cose belle ed inebrianti, anche questo nuovo contatto con Cerridwen ha fine. Scemerebbe lentamente da lei il Potere della Giusta, ma con fragore. Fiamme che lascerebbero il posto a braci ardenti, una cicatrice per lei. Una cicatrice aperta e che sanguina. Stille di linfa vitale. Il vuoto, l'assenza, che è più assordante di una battaglia. Si sente incompleta, ora che Lei l'ha abbandonata. Ora che il Suo Potere non è più richiesto. S'è manifestata e se n'è andata portandosi con sè l'energia della Stella del Meriggio. La Forza non scorrerebbe più in lei, così come quelle Fiamme che l'avevano avvolta ed accolta in un abbraccio poc'anzi. Ed ora, svuotata, non vi sarebbe più nulla a reggere la Fenice. Nè la Dea, nè immaginarie ali di fuoco. Soltanto la propria volontà e sarebbe a quella che s'appellerebbe ora, provando a concentrarsi sul proprio respiro, sul battito del proprio cuore che tornerebbe più lento a pulsarle nel petto. E tutto ciò per non lasciarsi andare, non per non cadere, ma per non impedire al vuoto d'impossessarsi di lei (//Volontà ferrea lv. 3). Il Potere l'ha pervasa per meno tempo di quando curò Azhael, quindi non dovrebbe esser così difficile riprendersi, ma le manca Cerridwen. Come un pezzo della propria anima. Perchè è questo ciò che è lei stessa. Il riverbero scarlatto proveniente dalla rossa stella tatuata sulla sua fronte si attenuerebbe sino a spegnersi del tutto, sarebbe allora che riacquisterebbe la vista, quella vera. Non più in trance. E sarebbe allora che quei fili che la tenevano immobile si spezzerebbero, e con il primo battito di ciglia si lascerebbe andare, sporgendosi sul letto, ma attenuando la caduta piegando leggermente i gomiti. Mani che andrebbero ad appoggiarsi alle coltri ed a stringerle, lasciando fuoriuscire dalle proprie labbra un sonoro respiro. } State bene? { Poche e semplici parole, un tono stanco. } Ora dovrete la Vostra Vita al Tempio ed alla Dea. { Perchè è la sua fede, ciò in cui crede intensamente. E se lui sta bene, lei avrà bisogno di riposo. } [Incanto di Guarigione lv. 5 - Riposo 1/1]

TRAGO [Sala Visite] Il tutto si è quindi concluso ed insieme alla sensazione svanisce anche il dolore e le sofferenze che le ferite gli portavano, avvolto ancora in quelle fasce di lino lascia il proprio sguardo sul volto della Dama dalle rosse vesti avvertendo come questa sia estenuata per quello che ha compiuto. Quel mezzo sorrisetto permane sul suo volto e la mano grande destra libera dalla fasciatura si sposta velocemente a sfiorare con delicato tatto la mano di lei, cercherebbe di spostare il proprio palmo ruvido e calloso sul dorso della donna facendole avvertire il suo calore, senza però spostare il volto da quello di lei. Il tatto che cerca di trovare è fugace ma comunque intenso, non vi sono parole in realtà che possono esprimere quello che prova lasciando che sia quel gesto dettato dal suo animo e dalla sua mente, motivato da un nuovo e rinato corpo, ad esprimere la riconoscenza adeguata a ciò che si è compiuto in quella stanza. Non parla quindi il macedone e altrettanto velocemente, racchiuso in quelle mille parole che solo gli occhi possono esprimere, ritirerebbe la mano se fosse riuscito nel suo intento.

NIVIENNE { Sala Visite --> } - { Si, il tutto s'è concluso, lasciando nel cuore della Fenice un'immancabile sensazione di perdita. E' estasi pura quella che prova ogni qual volta s'avvicina alla propria Stella. Ogni qual volta la percepisce dentro di sè, la Sua Forza, le Sue Fiamme, la Sua Magnificenza. Il Potere della Guerriera, ma anche quello Passionale dell'Amante. L'Amore di Madre. Ogni cosa si fonde per divenire Una. Lo sguardo smeraldino si fonde per alcuni istanti con quello del macedone. Lascia che la pelle ruvida dell'uomo sfiori quella morbida della Sacerdotessa. Ma per un solo istante, non si ritrarrebbe, anche se per questo dovrebbe far appello a tutta la propria Forza (//Volontà ferrea lv. 3). Oppure all'incapacità di reagire per la stanchezza. Labbra piene e scarlatte che s'aprirebbero in un leggero sorriso, quasi a far risaltare quella fugacità. Non può sapere cosa prova sino in fondo chi le sta innanzi, ma può percepire ciò che l'unico occhio non bendato le trasmette: pura e semplice felicità, mista ad altre svariate sensazioni (//Empatia lv. 1). } Ora non avrete più bisogno delle bende. Manderò una delle mie Sorelle ad aiutarVi, anche se credo potreste riuscirci da solo. { Ed eccolo che fra la stanchezza risuona lieve quel tono pungente, ma più che altro divertito forse. Vuoi che non sia in grado di farlo? Riacquisterebbe la postura eretta, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi ed avvicinandosi alla porta della Sala Visite. } Ho bisogno di riposo. Ci rivedremo se non lascerete subito il Tempio. In ogni caso sapete dove trovarmi Ser Trago. Chiedete di Nivienne. { Un ultimo sguardo, un ultimo dono, prima di far ritorno alla propria alcova. }

o0)O(0o
[Modificato da Nivienne 09/05/2012 20:36]


o0)O(0o Nivienne dell'Estate o0)O(0o
Pura Estasi di Fuoco e Fiamme
Polvere di Stelle

Figlia di Cerridwen








Brucia, difendi, attacca.
Lei così ha deciso.
Sarai la Guerriera che incute timore,
la Madre che protegge ogni Suo figlio,
la Giusta che mai permetterà al Caos di dominare.

o0)O(0o La Fenice o0)O(0o

Sii forte,
Sii gentile,
Sii bellissima.

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